Petilli, Bonifazio e le Cube della Intermarché-Circus-Wanty

16.02.2023
6 min
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Andiamo alla scoperta delle bici Cube in dotazione ad uno team più vittoriosi di questo inizio 2023. Litening C68X Air e Litening C68X Aero sono le versioni usate dai corridori del Team Intermarché-Circus-Wanty.

Abbiamo chiesto qualche feedback a Simone Petilli, che milita nel team belga già da diverse stagioni, ma anche al nuovo ingresso Niccolò Bonifazio, che è entrato a far parte del roster proprio in questo 2023.

La versione Aero, con le sue forme importanti e voluminose (foto Cyclingmedia Agency)
La versione Aero, con le sue forme importanti e voluminose (foto Cyclingmedia Agency)

Evoluzione Cube, non solo biciclette

Ci sono anche le ruote NewMen, che il team ha iniziato ad usare nel 2021 e che sono state oggetto di diversi aggiornamenti, segno di un progetto che evolve in continuazione e nel suo complesso. Le nuove hanno i raggi in carbonio ed un cerchio con forma wide particolarmente spanciata, adatta ad interfacciarsi con i tubeless da 28. Le versioni delle biciclette sono due, quella più aero e l’ultima Cube con un valore alla bilancia molto ridotto, entrambe hanno il manubrio integrato che avevamo notato lo scorso anno al Giro.

La trasmissione è sempre Shimano Dura Ace con il cambio posteriore che presenta il bilanciere CeramicSpeed, ma da quest’anno c’è la guarnitura Rotor Aldhu Inspider con l’omonimo power meter. Ci sono le selle Prologo e gli pneumatici Continental.

Simone Petilli durante il ritiro in Spagna (foto Cyclingmedia Agency)
(foto Cyclingmedia Agency) (@cyclingmedia agency)

Petilli sceglie Air

«La prima bici, in fatto di scelta tecnica è la Cube C68X Air – spiega SImone Petilli – che è quella più leggera e preferita dagli scalatori o da chi comunque predilige dislivelli importanti. Molti di noi hanno iniziato ad usarla nel 2021. Io ho a disposizione anche la versione Aero, quella più aerodinamica, quasi esclusivamente per le tappe con un profilo piatto, o comunque nelle frazioni veloci. Ho una taglia 54».

Hai modo di scegliere ad inizio stagione, oppure la bici è assegnata dal team in base alle caratteristiche del corridore?

Si, possiamo scegliere ed è una grossa fortuna. In dotazione abbiamo tre biciclette e possono essere la stessa versione, o come nel mio caso un mix tra Air ed Aero. La mia prima bici e scelta è comunque focalizzata sulla Air, si addice di più alle mie caratteristiche.

Forcella spanciata (tanto) verso l’esterno (foto Cyclingmedia Agency)
Forcella spanciata (tanto) verso l’esterno (foto Cyclingmedia Agency)
Se dovessi sottolineare tre peculiarità del tuo mezzo?

Di sicuro il comfort complessivo, dove faccio rientrare anche una guidabilità davvero buona e una bici stabile ti fa risparmiare delle energie. Poi nell’ordine la leggerezza e la velocità, perché pur non essendo una bici aero vera e propria, mette in mostra delle doti di velocità non trascurabili.

Quale è il range di peso della bici pronta per le gare?

Inferiore ai 7 chilogrammi con i tubeless da 28. Usiamo qualche accorgimento nel caso di frazioni particolarmente dure, o per arrivi in salita con pendenze parecchio impegnative ed il peso arriva a 6,8 chilogrammi precisi.

Le prime con i raggi in carbonio, viste al Giro 2022
Le prime con i raggi in carbonio, viste al Giro 2022
E invece per quanto concerne le ruote NewMen, cosa ci puoi dire?

Il team ha iniziato ad usarle nel 2021 quando siamo passati da un prodotto eccellente e conosciuto, al pacchetto ruote NewMen che fa parte del portfolio Cube. Tutti i dubbi sono spariti fin dal primo utilizzo, dubbi che erano legati principalmente al fatto che non si conosceva questo componente. I corridori si sono trovati un pacchetto ruote ottimo, con una notevole rigidità a prescindere dall’altezza del cerchio e un peso contenuto. Il valore alla bilancia è sceso ulteriormente con le nuove che hanno i raggi in carbonio. Inoltre l’ultima versione ha anche il cerchio wide, spanciato e si adatta ai tubeless da 28, quelli che per noi sono ormai uno standard.

Da quest’anno guarnitura e power meter Rotor (foto Cyclingmedia Agency)
Da quest’anno guarnitura e power meter Rotor (foto Cyclingmedia Agency)
Rispetto all’anno passato avete cambiato il power meter?

Sì, da quest’anno abbiamo il Rotor Inspider con il perno passante da 30 millimetri di diametro. In fatto di rigidità, rispetto allo Shimano che avevamo in precedenza non trovo particolari differenze. Per quello che concerne la rilevazione, il Rotor sovrastima leggermente, anche se le variabili in gioco sono tante. Quello che è importante però, è il fatto che offre dei dati ripetibili ed è l’aspetto che per noi conta di più.

Bonifazio sulla Aero

«Da quando mi è stata consegnata la bicicletta – inizia Niccolò Bonifazio – ho percorso 4.000 chilometri, più o meno 200 ore di allenamenti tra dicembre e gennaio. Sono partito con forza e determinazione, perché la volontà era quella di ben figurare gia dalle prime corse. Di sicuro il feeling immediato che ho avuto con la Cube è qualcosa che mi ha lasciato impressionato ed è stato anche un notevole supporto nel fare così tanti chilometri in questi mesi di preparazione. Ho la versione Litening Aero nella taglia small, che corrisponde ad una 52».

Niccolò Bonifazio con la maglia Intermarché (foto Cyclingmedia Agency)
Niccolò Bonifazio con la maglia Intermarché (foto Cyclingmedia Agency)
Hai avuto la possibilità di scegliere oppure il modello di bici ti è stato assegnato a prescindere?

Abbiamo la possibilità di scegliere la bicicletta. Non ho avuto modo di provare la versione più leggera, perché sono approdato tardi al team e perché mi sono trovato talmente bene e fin da subito che non ho avuto la necessità di chiedere un’altra bici.

Come d’abitudine il team usa il bilanciere CeramicSpeed (foto Cyclingmedia Agency)
Come d’abitudine il team usa il bilanciere CeramicSpeed (foto Cyclingmedia Agency)
Il tuo passaggio tecnico è stato importante, da Specialized a Cube. Se dovessi identificare tre cose che ti hanno colpito del nuovo mezzo?

Ai primi due posti metto la scorrevolezza e la velocità, fattori che sono emersi fin dai primissimi chilometri. Inizialmente cercavo di capire se era un singolo componente che mi trasmetteva questa sensazione, oppure la bicicletta nel complesso. Effettivamente è un pacchetto davvero performante. E poi è una bicicletta leggera, perché è vero che è una taglia S, ma è una bici aero con delle linee marcate e tubazioni grandi: 7 chilogrammi sono pochi. Nelle curve è una spada, parecchio precisa e lo sterzo basso contribuisce a tenerti all’interno della traiettoria anche quando la velocità supera i 60 all’ora.

Hai mantenuto le stesse misure, oppure hai fatto delle variazioni?

Rispetto alla bici precedente sono più basso sull’avantreno e più allungato sull’orizzontale, anche grazie ad una pipa da 130. E’ un setting leggermente più estremo, che nasce principalmente dalla differenza di lunghezza della tubazione dello sterzo. La Tarmac era più alta. Onestamente non mi pesa neppure dopo diverse ore di allenamento, anzi nelle fasi di rilancio e sprint riesco ad essere più veloce ed agile.

Una bici super rigida che aiuta ad esprimere le tue abilità in discesa?

Il vantaggio principale arriva dalla precisione della bicicletta, aspetto che semplifica la guida e la gestione del mezzo anche nelle situazioni più tecniche. Un banco di prova ottimale è stata la discesa di Coll de Rates in allenamento, durante il ritiro. E’ una discesa impegnativa ed esigente che mi ha permesso di andare un po’ al limite: difficoltà pari a zero. E poi è quasi immune al vento laterale segno di un’aerodinamica che non pesa. Complessivamente aggiungo anche i tubeless da 28. Abbinati alle ruote larghe e spanciate, gonfiati alle atmosfere giuste, sono tanto scorrevoli e sicuri.

Pozzovivo, dicci un po’: quale bici per Aprica?

24.05.2022
6 min
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Le giornate di riposo dei grandi Giri corrono via veloci anche per i corridori. Una sgambata leggera in tarda mattinata, massaggi e relax al pomeriggio, ma con un occhio rivolto alle scelte tecniche ottimali. Siamo stati da Domenico Pozzovivo, ci siamo fatti raccontare la sua bicicletta in vista della tappa del Giro con arrivo ad Aprica e la convivenza con i problemi fisici.

Una Cube Litening TE taglia 50 per Pozzovivo
Una Cube Litening TE taglia 50 per Pozzovivo

La Cube Litening TE del “Pozzo”

Si tratta di una bicicletta full carbon monoscocca da 6,8 chilogrammi di peso, nella configurazione che andiamo a raccontare. Il telaio, la forcella e anche il cockpit integrato, sono quelli standard in dotazione alla squadra, mentre le ruote sono una chicca. Sono una sorta di customizzazione delle NewMen R50 Streem, con i raggi in carbonio e con un valore alla bilancia di 457 e 570 grammi, rispettivamente per anteriore e posteriore (l’unica coppia in dotazione alla Intermarché Wanty Gobert). Hanno il profilo da 50 millimetri con predisposizione per il tubolare (pneumatici Continental Competition da 25 millimetri).

La sella utilizzata dal corridore lucano è la Prologo Zero II CPC Nack. La trasmissione è Shimano Dura-Ace 12v, con guarnitura (53/39) e power meter della vecchia generazione. Il cambio posteriore ha il bilanciere CeramicSpeed. In vista della durissima tappa odierna, con arrivo ad Aprica, Pozzovivo ha fatto montare una cassetta 11-34.

Ci sono due dischi da 140 millimetri. I pedali sono i Look Blade Ceramic con lama in carbonio da 20Nm (quella blu). La Cube Litening TE di Pozzovivo è una taglia 50.

Facendo un confronto con il passato, dopo l’ultimo incidente usi una posizione differente sulla bicicletta?

Siamo intervenuti sull’inclinazione e sull’altezza sella, abbassandola leggermente, ma anche sulla posizione delle leve del cambio, più rialzate rispetto al passato. Quest’ultima soluzione in particolare, mi permette di contrastare al meglio la posizione del braccio sinistro che fa fatica ad allungarsi. In merito alla sella ho dimezzato la sua inclinazione, considerando che ho sempre pedalato con la punta rivolta verso l’alto. Sempre con la punta rivolta verso l’alto di 0,6°, in passato ero intorno ai 1,2°. Diciamo che è un giusto compromesso. Mi permette di non sovraccaricare la zona lombare e di tenere leggermente scaricate anche le braccia. Le leve sono dritte e non sono girate verso l’interno del manubrio.

Hai dei fastidi quando sei in sella, sulla zona lombare e sulla schiena?

Convivo con questo fastidio, che diventa costante e si fa sentire quando le tappe sono particolarmente impegnative. Il fastidio non si presenta solo in salita, ma anche quando si affrontano le discese con tanta pendenza, perché il carico del corpo si sposta in avanti. Comunque riesco a tenere tutto sotto controllo, ma è pur vero che ho lavorato molto con gli osteopati e passo dopo passo abbiamo migliorato una situazione inizialmente complicata.

Ti viene a mancare la forza nelle fasi di frenata più decise?

Sì, mi manca la forza e anche la sensibilità delle due dita esterne.

La bici del Pozzo al Giro d’Italia 2022
La bici del Pozzo al Giro d’Italia 2022
Percepisci delle limitazioni anche nella zona delle gambe?

Sono costantemente in torsione con il bacino e di conseguenza con la parte inferiore del corpo. Questo accade perché cerco di sopperire alla mancanza di forza del braccio sinistro. Inizialmente ho avuto qualche problema al soprasella, ma ora ho quasi risolto anche questo aspetto.

Pedali con il massimo della tensione
Pedali con il massimo della tensione
Non utilizzi una sella corta: una scelta voluta, oppure condizionata dai problemi fisici?

Mi trovo particolarmente bene con la Zero II di Prologo, perché è piatta ed è conformata in maniera perfetta per il mio ischio. Mi piace anche l’inserto CPC. L’avevo persa per qualche tempo, ma ora che l’ho ritrovata me la tengo stretta.

Sella con lunghezza tradizionale, una Prologo Zero II CPC
Sella con lunghezza tradizionale, una Prologo Zero II CPC
In una situazione come questa, la bicicletta con i dischi ti porta dei vantaggi?

Si, tutte le dinamiche legate alla frenata sono meno complicate e sono portato a fidarmi di più. Questo mi succede nelle situazioni di asciutto, ma anche di bagnato e di sconnesso, anche e soprattutto se dovessi fare un confronto con il passato quando si usava il cerchio in carbonio, quando la frenata diventava un fattore critico.

E invece cosi ci dici di queste ruote?

Mi sono trovato benissimo fin dalla prima volta che me le hanno date da provare, perché sono leggere e perché mi permettono di chiudere tantissimo le traiettorie, come piace a me. Di solito le ruote super leggere sono da controllare e da assecondare, in questo caso ho un prodotto reattivo e guidabile, si adatta al mio stile di guida. Mi piace sentire la ruota e in parte anche la sua secchezza nelle risposte.

Pozzovivo e i numeri in gara, usi tanto il power meter?

Sempre, ho confidenza con i numeri e mi divertono, perché mi aiutano anche a far passare il tempo. Spesso in gara faccio anche i lap e faccio dei confronti con quello che eseguo in allenamento. Nelle ultime stagioni cerco sempre più, quando mi alleno, di simulare delle situazioni di gara. Questo fattore mi è stato utile anche per modificare una parte del training, visto che non sono più un ragazzino e mi confronto con gente che ha 15 anni meno di me.