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Alleati al Giro? Per Chiappucci no, per Bugno forse…

05.04.2023
5 min
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Le parole di Evenepoel al Giro di Catalogna hanno fatto rumore. Subito dopo la conclusione della corsa iberica, vinta da Roglic per un pugno di secondi sul campione del mondo, quest’ultimo aveva gettato il sasso.

«Il rapporto tra me e Roglic da fuori sembra più competitivo di quanto sia in realtà… Certi corridori sanno che per vincere devono collaborare e non farsi dispetti. Quindi, anche se qualche momento di tensione lo abbiamo avuto, penso che abbiamo costruito un certo legame e che al Giro avremo bisogno l’uno dell’altro. Allo sprint ce la giochiamo. In salita penso che ci sia ben poca differenza. Sarà tutto da giocare…».

Possibile che due rivali diretti per la vittoria (nella foto di apertura al Catalunya) possano mettersi d’accordo, oltretutto in un grande Giro? Un conto è la corsa in linea, l’esempio di Van Aert, Van Der Poel e Pogacar alla E3 Saxo Bank Classic è ancora davanti agli occhi di tutti, ma una gara di tre settimane è tutta un’altra cosa, si gioca su equilibri molto diversi. Figurarsi se Coppi e Bartali si mettevano d’accordo per controbattere i campioni stranieri dell’epoca, non lo facevano neanche se militavano nella stessa nazionale… E Gimondi e Ocaña contro Merckx? Bugno e Chiappucci contro Indurain?

I due grandi rivali degli anni Novanta. Un’alleanza fra loro era pura utopia, anche contro Indurain
I due grandi rivali degli anni Novanta. Un’alleanza fra loro era pura utopia, anche contro Indurain

Tutto nelle mani dei team

Già, Bugno e Chiappucci. Abbiamo voluto chiamarli direttamente in causa, come spettatori privilegiati per capire se le parole di Evenepoel possono avere un senso compiuto e anche in questo, come si vedrà, i due grandi rivali degli anni Novanta sono su posizioni diverse.

«Io credo che un’alleanza ci possa anche stare – mette le mani avanti Bugno – ma bisogna capire che cosa si intende. Io non parlerei tanto di alleanze, quanto di comuni intenti da parte delle squadre. Per me Roglic ed Evenepoel faranno la loro corsa senza pensare all’altro, potrà però starci che Jumbo-Visma e Soudal-Quick Step possano ritrovarsi affiancate in alcune fasi della corsa, per tenere unito il gruppo».

«Non ci credo molto – ribatte Chiappucci – e il Catalogna lo ha dimostrato. Nella tappa finale ho tanto avuto la sensazione che lo sloveno abbia voluto dare il “contentino” a Evenepoel, d’altro canto in passato era stato più volte accusato di fare l’ingordo (vedi la storia di Mader alla Parigi-Nizza del 2021, ndr). Ma il Catalogna è una corsa ben diversa dal Giro d’Italia, non solo per durata, ma soprattutto per prestigio.

«Parliamoci chiaro – si infervora El Diablo – dovrebbero allearsi contro chi? Se guardo il parco partenti della corsa rosa, si vede subito che i due sono almeno una spanna sopra a tutti gli altri. Chi è il terzo incomodo? E che cosa potrà fare?».

I grandi team potranno allearsi per tenere chiusa la corsa? E’ uno degli interrogativi del Giro
I grandi team potranno allearsi per tenere chiusa la corsa? E’ uno degli interrogativi del Giro

L’interesse a controllare la corsa

Bugno però non è di questo avviso: «In un grande Giro devi tenere conto di mille variabili. Ci sono corridori forti al Giro, non al loro livello ma sicuramente in grado di giocarsela, soprattutto se alle spalle hanno formazioni ben attrezzate. E allora un’alleanza fra le due squadre ci può anche essere. Deve però essere chiaro un fatto: non è un’alleanza sancita, non ci sono i corridori che si mettono d’accordo e tanto meno i diesse. E’ un patto non scritto: sia l’iridato che Roglic hanno interesse a controllare la corsa, se a quel punto ci si dà una mano, non c’è niente di strano».

Su questo Chiappucci è parzialmente d’accordo: «Il controllo della corsa ci può anche stare, ma teniamo conto che ci saranno anche frazioni dove il pallino in mano lo avranno i team che puntano alla vittoria di tappa, che pensano alla volata finale. Tutto lavoro in meno per le corazzate che pensano alla classifica».

Vlasov e Almeida, principali candidati al podio. Per Bugno e Chiappucci però non sono da vittoria finale
Vlasov e Almeida, principali candidati al podio. Per Bugno e Chiappucci però non sono da vittoria finale

L’assenza della rivalità

Riportiamo indietro l’orologio del tempo: si poteva allora pensare a un’alleanza dei due campioni italiani per mettere in difficoltà Indurain?

«E’ lo stesso discorso che abbiamo fatto per Roglic ed Evenepoel, in questo il ciclismo non è cambiato: io e Claudio non ci siamo mai parlati né tantomeno messi d’accordo in corsa, ognuno faceva i propri interessi, ma poteva capitare che questi interessi potessero coincidere e allora le nostre squadre si ritrovavano a fare le stesse cose. Ripeto: è un patto non scritto, che deriva dall’evoluzione della corsa».

«Tenete poi conto di un fatto – interviene Chiappucci – ai nostri tempi c’era un fattore che è andato via via scomparendo: la rivalità. Oggi sembrano tutti amici, quel fattore è andato sicuramente un po’ perdendosi e anche con esso un po’ di fascino. Non dimentichiamo inoltre che avevamo a che fare con un certo Miguel Indurain: non è che non ci provassimo a metterlo in difficoltà, ma era un gigante vero, nessuno ci riusciva quand’era nel pieno della forma».

Ciccone, principale rivale dei due grandi in Catalogna. Bugno lo vede protagonista al Giro
Ciccone, principale rivale dei due grandi in Catalogna. Bugno lo vede protagonista al Giro

Chi può creare problemi?

Su un punto i due grandi rivali si trovano completamente d’accordo: sulla carta il Giro è bloccato intorno a questi due nomi. «Io non vedo avversari alla loro altezza – afferma Bugno – almeno per il momento, ma si sa bene che nel ciclismo di oggi ci sono pochissimi nomi in cima e poi tanti buoni corridori. Penso ad esempio che al Giro Ciccone possa fare molto bene, potrebbe anche creare loro qualche problema, ma alla fine quei due sono i netti favoriti. Come lo saranno Vingegaard e Pogacar al Tour, anche in quel caso difficile pensare che qualcuno possa inserirsi».

«Io credo che assisteremo a un duello vero e proprio – taglia corto Chiappucci – non riesco sinceramente a trovare un terzo incomodo. So bene però che il ciclismo è uno sport strano, dove gli inconvenienti possono sempre capitare, come le giornate storte, gli errori. Non dimentichiamo poi che sia Roglic che Evenepoel vengono da sport diversi dal ciclismo. Ecco, se devo trovare un punto in comune è proprio nelle loro origini così… originali».

Elisa, Katarzyna e una rivalità nata quasi per caso

15.06.2022
5 min
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Ci sono rivalità che nascono un po’ per caso e che vanno anche al di là del rapporto personale. Quando Elisa Longo Borghini ha conquistato la sua ennesima vittoria nel WorldTour 2022, portando a casa il Women’s Tour, nella classifica finale l’azzurra ha chiuso con 5” sulla polacca Katarzyna Niewiadoma, giunta terza e a quel punto sono tornati alla mente tanti ricordi, tante sfide fra le due divise quasi sempre da un pugno di secondi. Magari, se glielo chiedete, neanche loro due ci fanno caso, eppure le loro carriere non fanno che intrecciarsi da anni a questa parte, probabilmente perché per molto tempo sono state le due uniche alternative allo strapotere olandese.

Longo Women's 2022
La volata vincente della Brown su Elisa e Karatzyna. Ma sarà l’azzurra alla fine a trionfare
Longo Women's 2022
La volata vincente della Brown su Elisa e Karatzyna. Ma sarà l’azzurra alla fine a trionfare

Per ora prevale la Longo Borghini

Gli incroci fra le due sono talmente molteplici che il sito anglosassone procyclingstats.com li ha messi in fila. I numeri dicono che la campionessa tricolore ha prevalso nel quasi 59 per cento dei casi, ma spesso i numeri non dicono tutto, perché dietro di loro ci sono storie di cui quello della corsa a tappe inglese è solo l’ultimo di una lunga serie di capitoli.

Proviamo a tornare indietro nel tempo: Rio 2016. E’ praticamente da tutta la stagione che non si fa altro che dire che solo loro due potranno cercare di mettere un freno alla dominazione olandese e neanche la rovinosa caduta di Annemiek Van Vleuten toglie alla formazione arancione le sue chance d’oro, visto che c’è una Van Der Breggen pronta a sostituirla. L’olandese alla fine va in fuga con la svedese Johansson e la Longo Borghini che fra le tre è forse quella che tira con più veemenza, pur sapendo di essere inferiore alle avversarie allo sprint. Ma almeno porta a casa un bronzo che alle Olimpiadi vale come una vittoria. La polacca ha perso l’attimo giusto, anche lei tira come una forsennata nel gruppetto delle inseguitrici, ma solo la Deignan l’aiuta, troppo poco. Finisce sesta a 20” e mastica amaro.

Longo strade bianche 2017
Il testa a testa della Strade Bianche 2017: vince l’azzurra per soli 2″
Longo strade bianche 2017
Il testa a testa della Strade Bianche 2017: vince l’azzurra per soli 2″

Sempre questione di secondi…

Una piccola rivincita la Niewiadoma se la prende poche settimane dopo, agli europei di Plumelec, quando nel gruppetto delle 5 che si contendono il successo finisce seconda alle spalle della “capitana” Van Der Breggen e proprio davanti a Elisa. Abbiamo detto capitana non a caso: entrambe corrono per la Rabobank-Liv. E’ vero, è gara per nazionali, ma è un discorso vecchio come il mondo quello delle interazioni fra ciclisti di nazionali diverse ma accomunati dai club di appartenenza. Il team olandese fa doppietta al traguardo e sono tutti contenti.

Gli europei capitano spesso negli incroci fra le due campionesse. Storico quello del 2020, in quella stagione così strana con tutte le gare mischiate fra loro e racchiuse in non più di tre mesi. A Plouay, in una giornata di pioggia davvero diversa da quello che ti aspetteresti a fine agosto, si fronteggiano due coppie. In fuga ci sono la “solita” Van Vleuten ed Elisa, a inseguire la polacca con l’altra olandese Chantal Van Den Broek-Blaak. Verrebbe da pensare al gioco di squadra, all’arancione che sta sulle sue ma non è proprio così. Per fortuna della Van Vleuten, la Longo Borghini non resta sulle sue, pur sapendo che in volata ha forse qualcosa meno della più anziana avversaria e continua a tirare: uno sprint a due è sempre meglio di uno a quattro… Vince Annemiek, l’azzurra è argento e la Niewiadoma è bronzo ad appena 6”. Sempre quei maledetti secondi…

Van Vleuten davanti, la Longo Borghini tiene, la Niewiadoma no. Finiranno nell'ordine
Van Vleuten davanti, la Longo Borghini tiene, la Niewiadoma no. Finiranno nell’ordine
Longo Europei 2020
Van Vleuten davanti, la Longo Borghini tiene, la Niewiadoma no. Finiranno nell’ordine

Lo scontro dell’Amstel

La Longo Borghini tira sempre? Mmh, se lo chiedete a Katarzyna, forse non la pensa ìcosì. L’esperienza dell’Amstel Gold Race 2021 è ancora troppo fresca nella mente. Succede che a un chilometro e poco più dal traguardo le due tentano la sortita. Una di fronte all’altra, come mai era capitato in una grande classica. Succede anche che dietro cominciano a guardarsi, nessuna vuole togliere le castagne dal fuoco. Davanti però s’inceppa qualcosa: Katarzyna chiede continuamente all’italiana di collaborare, ma senza successo. Risultato: da dietro rientrano e Elisa finisce ottava, la polacca decima e con un diavolo per capello.

Arriviamo all’ultimo (per ora…) capitolo, il Women’s Tour dove le due erano in lotta fino all’ultimo metro (nella foto di apertura le due scherzano sul podio), ma questa volta la “nuova” Elisa, quella che colleziona vittorie del massimo circuito e che guida la “rivoluzione” italiana che sta togliendo il trono all’Olanda, non ha lasciato scampo. Una vittoria che l’azzurra ha preso dove meno ce la si sarebbe aspettata, andando a fare la volata generale chiusa al terzo posto, sufficiente per quei 4” decisivi per il successo pieno. La polacca invece è ventesima, senza energie sufficienti per fare lo stesso come anche l’australiana Brown che fino alla partenza del mattino le aveva messe tutte d’accordo.

Amstel women 2021
L’immagine incriminata dell’Amstel: la polacca chiede il cambio, senza risposta (foto Getty Images)
Amstel women 2021
L’immagine incriminata dell’Amstel: la polacca chiede il cambio, senza risposta (foto Getty Images)

Rivali in gara, ma senza astio

Se pensate che le due si guardino in cagnesco, che ci siano scontri e rivalità accese, siete fuori strada. Amiche forse no, ma fra loro c’è quel rispetto che regna fra chi condivide lo stesso destino, fra chi si è trovato spesso a lottare dalla stessa parte della barricata, a provare a ribaltare un dominio di color arancione in alcuni periodi schiacciante. Si tornerà alla partenza, ci si saluterà con un cenno, magari anche una parola, ma poi ci sarà un altro capitolo da scrivere di quella rivalità nata un po’ per caso ma che ormai è già parte della storia.