Valerio Conti: la caduta, le stampelle, la ripresa e le SFR

22.06.2023
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Ci aravamo lasciati con Valerio Conti in stampelle al Giro d’Italia. Il corridore della Corratec-Selle Italia aveva preferito restare con i compagni, anziché tornare a casa. In qualche modo era giusto aiutarli anche se in modo particolare e soprattutto era giusto continuare a respirare l’aria del Giro, delle corse… anche per mantenere vive certe emozioni e la concentrazione (in apertura foto @liisasphotoss).

Conti si era fratturato il bacino nel corso della terza frazione. Aveva portato a termine la successiva, ma poi il dolore era troppo grande. Da lì gli esami, la frattura, il ritiro. Sembrava che Conti dovesse ritornare in gara già al Giro di Slovenia, ma poi le cose non sono andate così. Questa domenica però lo rivedremo col numero sulla schiena al campionato italiano in Trentino.

Il laziale al Giro, nonostante la frattura al bacino
Il laziale al Giro, nonostante la frattura al bacino
Valerio, partiamo dalla situazione sanitaria, diciamo così: cosa era successo e come sono andate le cose.

Ho riportato la frattura del bacino, precisamente della branca ileo-pubica. Mi sono dovuto fermare un mese alla fine. E infatti mi avevate visto con le stampelle al Giro. Ho capito quasi subito che non sarei ripartito al Giro di Slovenia (14-18 giugno, ndr), perché avevo perso molto e poi sono emerse delle complicazioni. Senza contare che mi avrebbero tirato troppo il collo e molto probabilmente neanche lo avrei finito.

Che tipo di problemi?

Alla fine dalla caduta alla ripresa sono stato fermo per un mese. Ho ripreso la prima settimana di giugno. Avevo una gamba nettamente più forte dell’altra, così in bici sono usciti subito dei dolori. Tra questi il più importante è stato quello al nervo sciatico che si è infiammato. Io in carriera non mi ero mai fratturato nulla e adesso capisco chi ha fratture importanti. Non è come quando ti rompi una clavicola. Il problema alla fine non è tanto l’allenamento, quanto quello che ne consegue: muscoli, tendini, postura… non hai più l’efficienza di pedalata.

Efficienza di pedalata: che sensazioni avvertivi?

In questi casi si crea una differenza tra gamba destra e sinistra, per me ancora di più in quanto avevo camminato a lungo con le stampelle, pertanto non ero in equilibrio. Questo deficit era importante. Sentivo che non spingevo e che non ero in equilibrio appunto.

Conti (classe 1993) era al suo ottavo Giro d’Italia. Qui la presentazione nella notte di Pescara
Conti (classe 1993) era al suo ottavo Giro d’Italia. Qui la presentazione nella notte di Pescara
E come ti sei mosso?

La prima settimana di giugno quando ho ripreso, sono subito emersi i dolori. Così la squadra mi ha consigliato prima un osteopata, Pagni, in Toscana. E poi un fiosioterapista, Palmisano a Roma. Ho fatto anche tre sedute a settimana. Il problema maggiore qual è stato? Che con la frattura appena saldata non potevi manipolare il bacino, ma dovevi fare altri tipi di trattamento, manipolazioni più muscolari o tendinee… Contestualmente facevo degli esercizi posturali, sempre sotto la supervisione del fiosioterapista.

Come sono andate le cose?

Ho fatto tutto con gradualità e infatti le cose sono migliorate subito. Alla fine credo che passino due mesi e mezzo dal momento della caduta alla ripresa di una condizione accettabile, forse anche tre. Io ho fatto le cose nei tempi giusti. Non ho forzato troppo i tempi. Frassi, il mio diesse, mi raccontava di quel che ha passato Pinot dopo la stessa frattura. Per sbrigarsi ha perso un anno, con continui problemi a seguire.

Sei stato chiaro. Valerio, passiamo ad altro. Ci dicevi che al Giro stavi bene…

Sì, stavo veramente bene. Ci sono arrivato come volevo: con le gambe, col peso, con la testa. Era dal 2019 che non andavo così. Poi magari non sarebbe bastato lo stesso perché si va più forte, però io in cuor mio credo che una tappa l’avrei portata a casa.

Quest’anno Conti ha ritrovato gambe buone. Eccolo all’attacco in una gara prima del Giro
Quest’anno Conti ha ritrovato gambe buone. Eccolo all’attacco in una gara prima del Giro. Dopo l’italiano correrà il Sibiu Tour
Perché dici così?

Non lo so, ma sono quelle cose che ti senti. Poi spesso la corsa la so leggere e so prendere le fughe. Le ho prese quando avevo “mezza gamba”, con una buona condizione avrei potuto fare bene.

Rivedendo il Giro c’è una tappa più di altre che ti sarebbe stata congeniale?

Quella in cui il mio compagno Vacek ha fatto secondo, quella di Campo Imperatore.

E ora come stai?

Eh, come sto? Sto che mi dispiace… Adesso che ho ripreso e penso a come andavo e come stavo, vedo che devo fare tanto, tanto lavoro. Mesi di sacrifici buttati all’aria in un attimo. So quel che c’è dietro per ritornare lassù. Ma non mollo. La testa, la voglia e la concentrazione ci sono ancora. Ho capito che bisogna soffrire quando è il momento e di vivere il presente.

Qual è il piano? Farai dell’altura?

No, niente altura. Nelle mie condizioni meglio correre e trovare il ritmo gara. Anche perché non devo preparare un grande Giro. Io devo puntare alle corse di un giorno o a delle tappe, quindi nel mio caso è meglio gareggiare. Almeno questo è il mio pensiero. Fosse stata primavera prima del Giro avrei risposto diversamente, ma adesso credo vada bene così.

Conti e Formolo, rivali ma soprattutto amici sin dai tempi degli U23. Eccoli insieme sulle strade veronesi
Conti e Formolo, rivali ma soprattutto amici sin dai tempi degli U23. Eccoli insieme sulle strade veronesi
Le corse non mancano da qui a fine stagione…

Si può ancora fare bene. In più, anche ripensando al discorso dell’altura, non è che le condizioni crescono all’infinito, ad un certo punto della stagione si livellano un po’ e magari è anche più facile riuscire a vincere una corsa.

Condizione, allenamenti… cosa hai fatto di preciso?

Nella prima settimana avevo l’obbligo di pedalare senza forzare troppo finché non sopraggiungeva il dolore. Se questo arrivava dopo due ore, a due ore mi fermavo. Poi ho iniziato con la forza in bici: le SFR. E queste hanno avuto una doppia valenza per me. Oltre alla forza infatti, pedalando a bassa cadenza con lunghe contrazioni, i muscoli lavorano più in equilibrio. Si distingue meglio la fase dello spingere e del tirare. E infatti le sto facendo ancora molto. Poi man mano ho allungato le uscite e inserito un po’ d’intensità. In questi giorni per esempio sto uscendo con Formolo… che mi tira il collo!

Garofoli e quell’allenamento shock per ripartire

27.07.2022
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Finalmente sta per arrivare il momento di Gianmarco Garofoli. Il giovane ragazzo dell’Astana Qazaqstan Development Team dopo lo stop impostogli da un problema al cuore sta per ripartire. Anzi, in realtà il marchigiano è già ripartito.

Manca la ciliegina sulla torta che, incrociando le dita, dovrebbe arrivare giovedì prossimo. Domani in pratica, quando farà la Tac definitiva che scioglierà ogni dubbio. Poi potremmo riabbracciare questo talento cristallino.

Il giorno della ripresa shock. Da sotto la maglia intima spunta l’holter
Il giorno della ripresa shock. Da sotto la maglia intima spunta l’holter

Allenamento shock

Ma andiamo con ordine. L’ultima volta che lo avevamo sentito, Garofoli ci aveva parlato del “suo Giro d’Italia U23” sfumato. Stava bene, poteva tranquillamente essere uno dei protagonisti, specie dopo la dimostrazione di forza e di classe verso Cervinia al Valle d’Aosta dell’anno scorso. Era partito alla grande con il Tour of Oman e altre corse con atleti di spicco. Poi il malore che lo ha costretto al fermo.

«Ho ripreso il 7 luglio – racconta Garofoli – e come ho ripreso! In pratica in accordo con il dottor Corsetti, che mi aveva messo l’holter, dovevo fare un’uscita con cinque salite “a tutta”. Era un test. Calcolate che io non toccavo la bici da quel famoso 27 marzo. E quando dico che non la toccavo, intendo zero assoluto. Neanche mezzo giretto in giardino».

Quel giorno Garofoli era contento come un bambino. Era anche emozionato se vogliamo.

«E’ stato un bel momento – racconta Gianmarco – avevo i brividi e la pelle d’oca sulle braccia. Però ero anche un po’ teso. Visto l’allenamento che dovevo fare, ho chiesto a mia mamma di seguirmi. Perché non sarebbe successo niente, ma se avessi avuto bisogno di soccorso… ci sarebbe stato qualcuno.

«Inizio così queste salite, di circa 3 chilometri l’una. Dopo la prima ero sfinito, avevo l’acido lattico ovunque. Dovevo farle a tutta. Scendo e risalgo. In cima alla terza scalata metto piede a terra. Avevo i sensi di vomito. In quel momento ho detto a mia madre: “Se non mi succede qualcosa oggi, non mi succede più”».

Si è trattato dunque di una ripresa shock: per testa, polmoni, cuore e muscoli.

«Ho davvero portato il mio fisico al limite. Non era un allenamento banale. Quando sono rientrato ho scritto al dottor Corsetti dicendogli che avevo fatto quanto detto. E lui mi ha risposto: “E hai ancora la forza per scrivermi?”».

In questa fase di stop, Garofoli si è goduto anche il mare, non distante da casa sua (foto Instagram)
In questa fase di stop, Garofoli si è goduto anche il mare, non distante da casa sua (foto Instagram)

Con calma….

Questa uscita però ha spalancato le porte verso un Garofoli nuovo. La testa era quella della primavera, quella del corridore, ma le gambe no. A questa folle uscita, nel pomeriggio sono seguite le visite mediche. E i parametri erano okay.

«Dopo quel giorno ho ripreso con molta calma – continua Garofoli – facevo un’uscita di un’oretta al giorno. Ma davvero blanda: 25 chilometri e tutti in pianura. Poi sempre di più. Dopo tre settimane sono arrivato a fare anche tre ore e mezzo, ma sempre in modo tranquillo. Però sento che le sensazioni migliorano. Riesco a fare tutti i miei giri.

«Se domani il responso sarà okay e potrò iniziare a fare qualche allenamento più serio – prosegue – voglio subito andare in montagna: Livigno o Passo San Pellegrino. Ci voglio andare non tanto per fare dell’altura, ma per sfuggire al caldo record di questi giorni. E poi – aggiunge Garofoli – perché magari per settembre riesco a fare qualche garetta».

Orlando Maini è il suo direttore sportivo. Presto Garofoli, il coach Mazzoleni e lui si riuniranno per fare il programma di rientro
Maini è il suo direttore sportivo. Presto Garofoli, il coach Mazzoleni e lui si riuniranno per fare il programma

Maini sull’attenti

L’Astana non gli mette pressione e Gianmarco lo sa bene. Anzi, Orlando Maini, il suo diesse di riferimento, ci ha confidato che gli avrebbe guardato i files da remoto e che se avesse fatto un solo metro in più del previsto, se lo sarebbe mangiato. «Gianmarco ha 20 anni e non deve avere fretta», ci diceva il “vecchio Maio”.

Ma intanto Garofoli scalpita. «Ogni tanto Orlando mi ha scritto. Mi ha detto che dovevo andare piano, piano. Pianissimo… Ma io non vedo l’ora di ricominciare.

«Non credo che a settembre ci saranno dei problemi, però se dovessi ritardare di una settimana il mio rientro, non sarebbe un problema, anche perché non vorrei andare in corsa per fare ultimo. Sin qui non abbiamo parlato di calendari o tabelle, tutto dipenderà da domani. Ma entro fine stagione qualche gara la faccio. Sicuro!».

Garofoli impegnato in palestra. Il marchigiano ha ripreso da zero chiaramente
Garofoli impegnato in palestra. Il marchigiano ha ripreso da zero chiaramente

Momento di crescita

Che Gianmarco Garofoli abbia una marcia in più non lo si è visto solo dalle gare. In questi mesi ha anche fatto altro, come andare al lavoro con il papà nell’azienda di famiglia (di infissi e mobili). E anche in questo caso non è stato tempo perso. O quantomeno una cosa fine a se stessa.

«Mi sono reso conto – dice Garofoli – che mi mancava qualcosa e così ho maturato la decisione di iscrivermi all’università. Ho fatto domanda alla Luiss, a Roma, per la facoltà di Economia Business. E’ in inglese e c’è la formula per poter seguire il corso come atleta. Adesso aspetto che diano conferma della mia domanda».

«Ho lavorato su me stesso in questo periodo e ho pensato molto a cosa poteva essere il mio futuro, a prescindere dal ciclismo. Ho ricalibrato i miei obiettivi. Mi sono concentrato sulle cose cui nel flusso della vita non hai tempo di pensare. Insomma, ho 20 anni e non so come ci sono arrivato!

«E ho fatto anche cose più semplici come andare ad un concerto, uscire con gli amici o farmene di nuovi… Cose che altrimenti non avrei fatto. Io non sono uno che si piange addosso e cerco di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno».

Lo scorso anno nonostante fosse al debutto nella categoria U23, Garofoli ha fatto il Giro U23, il Valle d’Aosta e l’Avenir (in foto)
Lo scorso anno nonostante fosse al debutto nella categoria U23, Garofoli ha fatto il Giro U23, il Valle d’Aosta e l’Avenir (in foto)

E le corse?

Come accennato, avevamo ascoltato Gianmarco prima del Giro U23: ma lui ha seguito le gare? Cosa pensa dei suoi avversari? 

«Un po’ le ho seguite, ma non tantissimo – ammette Garofoli – perché sì, sono stato contento di aver visto dei miei amici andare molto forte, ma un po’…. “ho rosicato”! Pensavo che ci sarei potuto essere io al loro posto. E quindi le ho seguite il giusto. Ma l’occhio mi ci cadeva.

«Che dire, sono stato contento che abbia vinto Hayter al Giro d’Italia. Leo è proprio un amico, amico… Pensate che è stato un mese a casa mia lo scorso anno. E anche Lorenzo Germani è andato fortissimo, ha vinto l’italiano. Anche lui è venuto a trovarmi per qualche giorno».

Palestra e uscite lente: la settimana tipo di Colbrelli alla ripresa

18.11.2021
5 min
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Novembre inoltrato: tempo di ripartire. La ripresa è iniziata per tutti. Sonny Colbrelli, si è rimboccato le maniche giusto la scorsa settimana, ma è da questa che sta cercando di rimettersi al lavoro per bene.

E cercare appare un verbo assai indicato, in quanto il campione della Bahrain Victorious dopo una stagione in cui ha vinto tanto è indaffarato in moltissimi impegni. «Quante richieste dopo la Roubaix! Sponsor, eventi… ormai faccio le interviste mentre mi sposto in macchina», spiega Sonny che però non ha perso la sua innata gentilezza.

Con il campione italiano ed europeo, vogliamo fare la sua “settimana tipo” proprio alla ripresa. Come gestisce le prime settimane della stagione?

La colazione di Sonny è fortemente proteica, soprattutto in questo periodo
La colazione di Sonny è fortemente proteica, soprattutto in questo periodo
Sonny, prima di tutto: quanto è durata la tua pausa invernale?

Quest’anno sono stato fermo un mese e mezzo. Ho ripreso giusto la scorsa settimana, ma davvero ho fatto un mese totale senza toccare la bici. Soprattutto dopo questa lunga stagione devo dire che mi ha fatto bene. E poi di riposo non è mai morto nessuno!

Settimana tipo, un cult di bici.Pro. Con te analizziamo quella della ripresa, iniziamo?

Certo!

A che ora di ti svegli?

Tra le 7 e le 7,30, massimo, raramente alle 8 ma mai oltre. Ed è lo stesso orario per tutto l’anno.

Fai colazione subito?

Prima preparo il latte ai bambini e poi tocca a me!

Cosa mangi?

In base alla tabella scelgo cosa mangiare. Se per esempio ho la doppia seduta, palestra prima e bici poi, mi faccio un’omelette con quattro uova, ma solo due bianchi, del pane proteico, prosciutto e formaggio. E caffè a volontà.

Niente zuccheri?

In questi periodi mangio molte proteine. Anche per stare attento al peso. Gallette e marmellata le prendo nel pieno della stagione o se magari ho voglia perché devo fare qualcosa di più. Cerco di mangiare pochi zuccheri. Però giusto la settimana scorsa alla seconda uscita, dopo un’ora e quaranta minuti sono andato in crisi di fame. Il fisico si deve riabituare.

Palestra, bici… come ti organizzi?

Lunedì, mercoledì e venerdì faccio la doppia seduta: palestra e subito dopo esco bici.

Cosa fai in palestra?

Mi scaldo mediamente 20′-25′, non faccio rulli, ma tapis roulant, quindi corro. Poi esercizi di core zone, addominali e tanta pressa. L’unica cosa di pesi che faccio in palestra.

Come la fai?

Tantissime ripetute veloci intervallate dalla bici (rulli, ndr). Pressa e bici. Pressa e bici… così per tante volte. Io non amo molto la palestra, però abbiamo visto che dà i suoi benefici. Quest’anno l’abbiamo fatta anche in altura e ha dato i suoi frutti.

E poi esci in bici?

Esatto. Mangio una banana e porto una borraccia o due di maltodestrine.

In bici cosa fai?

Tutta scioltezza. Un paio d’ore, anche due e mezza.

Negli altri giorni (martedì, giovedì e sabato), invece cosa fai?

Esco in bici e faccio dalle 4 alle 5 ore se devo “sgrassare”. Io tendo ad ingrassare e, lo dico chiaramente, quando stacco… stacco. E’ importante anche per la testa. Anche per questo mangio più proteine. Quando invece reinserirò dei lavori specifici, di forza a colazione mi farò la mia bella tazza di latte e porridge con cereali, semi, noci e se non sono sazio ci aggiungo un paio di fette di pane (normale o proteico) con la marmellata.

Come gestisci queste prime uscite? 

La prima settimana vado molto tranquillo. Non sai mai bene come reagisci. Il fisico si deve riabituare. Faccio anche quattro ore, ma davvero “tranqui”. Porto a spasso la bici almeno per i primi 15 giorni. E poi sto facendo molta Mtb.

Davvero? Come mai?

Io non so se la mia abilità di guida alla Roubaix sia dipesa da questo, ma l’anno scorso ne ho fatta parecchia di Mtb, mi sono trovato bene, mi è piaciuto e quest’anno continuo. Le uscite del martedì, giovedì e sabato sono quasi tutte in Mtb per ora.

Tieni sotto controllo solo i watt o anche le pulsazioni?

Non guardo praticamente nulla, anche perché sennò mi scoraggio. In piena stagione certe salite le fai “a fiamma” e adesso vai pianissimo. Semmai butto uno sguardo sui battiti, ma più che altro per vedere che il cuore salga bene, segno che si è riposati.

A proposito, l’altro giorno Ballerini ci ha detto che alla ripresa sentiva un po’ di fastidio al soprassella, anche per te è così?

Sì, sì… confermo! Soprassella, ma anche schiena, ginocchia… sembra che è un anno che non vado in bici, non un mese! E questo è il motivo per cui da qualche stagione prima di risalire in sella faccio sempre una seduta o due dall’osteopata. Quando sei fermo, magari giochi a calcetto con gli amici, finisci la stagione con una caduta, fai delle camminate… non vorrei riprendere la preparazione e impostare il lavoro dell’intera stagione su un corpo che è storto.

Hai giocato a calcetto?

No, era per dire. Però con degli amici ho provato il padel.

Fai mai un giorno di riposo?

Sempre. Un giorno a settimana. Di questi tempi è la domenica, anche per stare un po’ con la famiglia, che ultimamente ho trascurato parecchio.

Sonny, riguardo all’alimentazione abbiamo parlato della colazione e il resto?

In queste settimane di ripresa cerco di rimettermi in riga. Per esempio sia dopo i giorni in palestra, sia quando vado solo in bici cerco di uscire a cavallo dell’ora di pranzo. In questo modo torno che sono le 15, più o meno. A quel punto mangio un frutto o due con dello yogurt e arrivo all’ora di cena. Qui, mangio preferibilmente un secondo, ma se il giorno dopo ho in programma di fare 4 ore e mezzo, un piatto di riso o di pasta me lo faccio.

Ti rimetti in riga, quindi niente dolcetto alla sera?

Eh… niente dolcetto. E non è facile, anche al pomeriggio: vedo i bambini che un pezzetto di cioccolato se lo mangiano e la tentazione c’è!

Ballero in viaggio verso la nuova stagione. Ecco la sua ripresa

09.11.2021
5 min
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Le prime pedalate della nuova stagione sono sempre particolari. Hanno quel qualcosa di speciale anche per un professionista. Lo abbiamo visto la settimana scorsa con Damiano Caruso che ci disse: «Il momento di ricominciare lo senti dalle piccole cose». Ed è più o meno quello che sta facendo Davide Ballerini.

Il corridore della Deceunick-QuicK Step dopo tre settimane di stacco totale sta muovendo le prime pedalate. O meglio, sta rimettendo in moto il suo fisico. E questo comprende anche la parte in palestra. Una ripresa dettata dalle sensazioni, dalla “non fretta” e dal vivere ogni seduta con grande rilassatezza.

La Roubaix è stata l’ultima corsa del 2021 di Ballerini
La Roubaix è stata l’ultima corsa del 2021 di Ballerini
Davide quando ti sei fermato?

Dopo la Roubaix mi sono fermato subito. Stop totale per tre settimane. Sono stato a casa perché quando sei sempre fuori hai voglia di startene tranquillo, goderti gli amici. Niente mare, né viaggi.

Queste tre settimane sono state di stacco totale, quindi?

Sì, ho fatto un paio di passeggiate in montagna ma perché avevo voglia di stare all’aria aperta.

E adesso hai ripreso…

Ho ripreso a fare qualcosa da una settimana. Sto facendo delle uscite molto “free”. Faccio un paio d’ore e magari cerco di andarci nelle ore più calde. L’orario poi dipende molto anche da ciò che devo fare durante il giorno. Sapete, stando a casa si approfitta per fare tante piccole cose che durante la stagione non si possono fare. Per il momento alterno un giorno di palestra e uno di bici. 

Quindi niente “trasformazione” dopo la palestra…

No, perché sono esercizi molto tranquilli per il momento. In certi casi neanche uso i pesi. Ho comperato uno strumento multiuso che mi fa da palestra, con il quale faccio principalmente esercizi di squat, ma non mancano esercizi a corpo libero, stretching…

Invece in bici cosa fai? E come ti regoli con frequenze cardiache e watt?

Come detto, faccio un paio d’ore molto tranquille. Non ho un programma, se ho voglia di fare qualche salita la faccio, altrimenti vado in pianura. Per quanto riguarda le frequenze cardiache, di questi tempi sono piuttosto alte. Ci vuole poco e sei già a 150-160 battiti. Mentre per quanto riguarda i watt sono sui 250 circa. Un passo tranquillo, ma che non sia del tutto facile.

Testa libera dunque…

L’uscita me la godo. A volte sono anche andato in Mtb.

Domanda “strana”: ma un pro’ che pedala tantissimo tutto l’anno, dopo tre settimane di stop lo sente il fastidio al soprassella?

Caspita! Si, sente, si sente… Non ci sei più abituato e nelle prime uscite soffri un po’. Ma comunque non sto lì ad abbassare la sella o a cambiare qualcosa, altrimenti sarebbe poi un problema a livello muscolare. So che mi devo abituare. Tanto poi passa presto.

Parliamo anche un po’ di alimentazione: come ti sei gestito nella sosta e come ti stai gestendo in questa ripresa?

Non mi sono limitato o precluso nulla durante lo stop, ma non significa che mi sono lasciato andare. Ho notato che quando sono fermo ho molto meno appetito e quindi non ho faticato molto a non mangiare in alcuni casi. Ma ciò di cui avevo voglia lo mangiavo. Mi sono concesso qualche aperitivo in più con gli amici. Li puoi fare anche in stagione certo, ma vanno centellinati.

E adesso, Ballero?

Anche adesso: nessuna dieta. Ancora non è il momento. Per la dieta ti basi sugli appuntamenti che hai, sul calendario che ancora non conosco, e su quanti chili hai preso. Io per esempio ne avrò messi su un paio, non di più.

Beh, sei stato bravo…

A volte ho fatto un solo pasto a giornata, ma proprio perché non ne sentivo il bisogno. Poi sarà che adesso vivo da solo e se non avevo fame non mi mettevo a cucinare. Mentre prima, a casa con i miei quando mamma cucinava mi mettevo a tavola chiaramente. 

Un cioccolatino in più te lo sarai concesso…

Io il cioccolatino me lo concedo anche durante l’anno. Non ho questi limiti totali. Soprattutto se magari ho fatto 4 ore con dei lavori, me lo mangio eccome se ne ho voglia. Anzi, fa anche bene all’umore, mette allegria.

Ecco la piccola palestra che ha messo su Ballerini
Ecco la piccola palestra che ha messo su Ballerini
Ecco perché poi riesci a non ingrassare troppo durante l’inverno. Hai trovato un bell’equilibrio. Torniamo alle sensazioni di questa ripresa, Davide. C’è qualcosa a cui dedichi particolare attenzione?

La cosa più importante per me è riuscire a fare bene gli esercizi che mi dà il preparatore Vasilis (Anastopoulos, della Deceuninck, ndr), ma per farlo è fondamentale avere un buon rapporto con lui. Parlarci, raccontargli le tue sensazioni, perché lui guarda i dati e basta. Ci si deve conoscere bene invece.

E quali sono questi esercizi?

Quelli che fai più fatica a fare. E se fai più fatica o ti danno più fastidio evidentemente sono quelli di cui hai più bisogno. Per esempio a me danno fastidio i 40” con il rapporto lungo.

Parlando della palestra invece come ti stai regolando?

Le mie sessioni durano un’ora, massimo un’ora e mezza. Faccio il riscaldamento e poi attacco con gli esercizi, come lo squat…

Come fai il riscaldamento, sui rulli?

Non sempre, anzi… Spesso se devo fare lo squat inizio con i piegamenti, ma senza pesi e poi man mano aumento il carico. Oppure faccio dello stretching. Per me una cosa importante è cambiare spesso, altrimenti mi stufo un po’.