Paura e sosta forzata sono passate. Tonetti pronta a ripartire

31.03.2025
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«Non so stare con le mani in mano. Ho impiegato queste settimane ricominciando a studiare, iscrivendomi alla facoltà online di Scienze Motorie. Lo volevo fare da tanto tempo, si vede che era destino che dovessi riprendere».
Ne avrebbe voluto fare certamente a meno Cristina Tonetti di ritrovarsi in una condizione simile, ma la sua grinta si vede anche quando non pedala. O meglio dire, quando è costretta a non pedalare.

L’annuncio era arrivato a metà marzo direttamente dalla 22enne brianzola della Laboral Kutxa attraverso il suo profilo instagram: “Dopo un lungo mese senza buone sensazioni in bici, mi è stata diagnosticata la pericardite. Purtroppo è ora di prendersi una pausa dagli allenamenti per far recuperare il mio cuore al 100%”.

Si stanno intensificando i controlli approfonditi, anche se le conferme di idoneità talvolta arrivano solo dopo questi frangenti. Ciò che è capitato a Tonetti non è il primo caso che sentiamo, però fortunatamente vengono tutti accertati in tempo utile, grazie soprattutto agli atleti che conoscono alla perfezione se stessi e sanno quando c’è qualcosa che non va. Conoscendo bene il carattere forte e disponibile di Cristina, abbiamo fatto una chiacchierata con lei per capire come ha vissuto questo ultimo periodo.

Cristina innanzitutto come stai adesso?

Sto bene. Finora le due settimane di riposo assoluto hanno dato i loro frutti. Pensate che avrei dovuto correre la Sanremo Women, quindi la squadra mi aveva invitato a vedere la corsa con loro. Non sono andata però perché mentalmente non ero ancora pronta e mi avrebbe fatto male. Nel frattempo ho fatto ulteriori controlli.

Quali?

Il 27 marzo ho fatto una risonanza magnetica, il cui esito è arrivato giusto stamattina. Non ci sono danni né alle pareti del cuore né al muscolo cardiaco. Nessuna infiammazione ed è una gran bella notizia. Ora sto attendendo i riscontri delle analisi del sangue, ma se saranno a posto credo che nel prossimo weekend potrei riprendere ad uscire in bici.

Sappiamo che gli stop forzati per te sono una tortura. Come sono andate questi quindici giorni?

E’ vero, infatti i primissimi giorni mi stavo annoiando a non fare nulla. Però è anche vero che sono sempre stata molto brava a tenere la mente occupata con dell’altro. A parte lo studio, ne ho approfittato per vedere un po’ di gente con calma con cui mi vedo poco. Ad esempio sono riuscita a trovarmi con la Gaspa (Eleonora Gasparrini, ndr) per festeggiare il suo compleanno la settimana scorsa. E poi abbiamo colto l’occasione di farci un tatuaggio assieme che ci eravamo promesse da tanto tempo.

Al UAE Tour, Tonetti è stata subito protagonista nella prima tappa. Dopo quella corsa, ha avvertito sensazioni irregolari al cuore
Al UAE Tour, Tonetti è stata subito protagonista nella prima tappa. Dopo quella corsa, ha avvertito sensazioni irregolari al cuore
Cosa vi siete tatuate?

Ce lo siamo fatte sul polso. Lei sole pieno e mezza luna vuota perché è quella più espansiva delle due. Io invece il contrario. Mezza luna piena e sole vuoto perché sono più introversa. Ci conosciamo fin dalle prime categorie giovanili e finalmente ce l’abbiamo fatta.

Tornando indietro. Come ti sei accorta della pericardite?

Al UAE Tour stavo abbastanza bene, però sono rientrata stanca. Una stanchezza che si stava protraendo. Tuttavia ho corso ad Almeria dove mi sono fermata perché stavo male. Stessa situazione alla Strade Bianche. A Montignoso ho finito la gara, arrivando a cinque minuti dalla vincitrice. Avevo sensazioni terribili ed irregolari sia in corsa che in allenamento. Troppi alti e troppi bassi. Una situazione che mi ha insospettito.

I 125 chilometri di fuga del primo giorno al UAE Tour vengono premiati. Cristina riceva la maglia nera della classifica degli sprint intermedi
I 125 chilometri di fuga del primo giorno al UAE Tour vengono premiati. Cristina riceva la maglia nera della classifica degli sprint intermedi
Qual è stato il passo successivo?

Innanzitutto ho avvisato la mia squadra che ha compreso subito la situazione. Mi è stata di grande supporto, ma poiché il medico del team non poteva seguirmi direttamente, mi hanno dato carta bianca per contattare il nostro medico di famiglia e procedere. Ho fatto gli esami del sangue per la troponina, un marker cardiaco che ti consente di capire se hai avuto un danno al cuore. I valori erano alti tipici della pericardite, anche se la fase più acuta era già passata. Mi hanno comunque dovuto fermare perché era troppo pericoloso continuare anche solo per fare una pedalata di scarico.

Come hai reagito?

Devo dirvi sinceramente che mi sono sentita sollevata. Paradossalmente mi sono rasserenata perché sapevo che quel mio malessere aveva una causa, un motivo ben preciso. Finché non avevo fatto tutti gli accertamenti, mi sentivo demoralizzata nella vita di tutti i giorni. Ad un certo punto ho pensato “Cristina, non la muovi e forse è arrivato il momento che tu appenda la bici al chiodo” (racconta sorridendo, ndr). Subito però.

Ci permettiamo una domanda, visto il rapporto. Ti ha condizionato quello che era successo a papà Gianluca? Sai che puoi anche non rispondere…

No, ci mancherebbe. So che sono cose ereditarie perché anche mio nonno, il padre di mio padre, aveva avuto queste anomalie cardiache. Tuttavia sono sempre stata abbastanza tranquilla senza condizionamenti. Nel 2024 mi sono rotta la clavicola e il naso, quindi sono ormai abituata a cercare e vedere il lato positivo delle cose. In ogni caso, abbiamo avuto più prudenza data l’anamnesi della famiglia.

Tonetti prima dello stop per la pericardite aveva disputato 9 giorni di gara. Fra poco riprenderà ad allenarsi, incerto il rientro alle corse
Tonetti prima dello stop per la pericardite aveva disputato 9 giorni di gara. Fra poco riprenderà ad allenarsi, incerto il rientro alle corse
Invece mamma Gabriella come aveva preso la notizia?

L’ha presa da mamma ed ho cercato di mantenerla serena. Lei adesso si è tranquillizzata, ma visto che corro in bici in realtà lei non lo è e non lo sarà mai (sorride, ndr).

Abbiamo visto sui social che hai avuto un bel supporto morale. Te lo aspettavi?

Oltre a famigliari, amiche ed amici, tantissime persone mi hanno anche scritto privatamente per farmi gli auguri di una pronta guarigione. Onestamente non credevo di avere un sostegno simile e naturalmente mi fa piacere.

Quando potremo rivedere Cristina Tonetti in gara? I medici ti hanno dato qualche indicazione?

Ancora non so nulla e ovviamente il mio calendario cambierà sensibilmente. Ora però la priorità sono altre. Riprendere a pedalare piano piano e capire come sto in bici, il resto verrà da sé.

Il riposo totale? Anche se più breve serve eccome

15.11.2024
4 min
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Siamo nel periodo di riposo, anche se poi alcuni atleti hanno già ripreso gli allenamenti, ma di fatto l’autunno resta identificato con lo stacco. Tuttavia, parlando con alcuni preparatori di varie squadre sembra che il riposo vero e totale stia un po’ scomparendo o quantomeno stia cambiando. La pausa si accorcia. O ancora, in quelle due o tre settimane di stacco c’è chi fa corsa, escursioni in montagna  nuoto (in apertura una foto di Giovanni Lonardi).

E’ proprio così? Qual è il quadro reale della situazione? Lo abbiamo chiesto a Samuel Marangoni, uno dei coach della Polti-Kometa. E’ lui che ci guida in questo viaggio. Riguardo poi alle tempistiche di stacco e ripresa molto dipende anche dal fatto di essere o meno in una squadra WorldTour e ancora di più se si è tra coloro che dovranno andare in Australia a meta gennaio oppure inizieranno più tardi.

Samuel Marangoni allena i ragazzi della Polti- Kometa (foto Instagram)
Marangoni allena i ragazzi della Polti- Kometa (foto Instagram)
Samuel, pausa e movimento: è giusto restare attivi anche durante il riposo?

Prima cosa: il riposo serve. Noi, come squadra, lasciamo ai nostri atleti almeno due settimane di completo stacco dalla bici. E’ vero, alcuni fanno una passeggiata con amici, famiglia o partner, ma non si può considerare attività vera e propria. Tutti, però, hanno fatto almeno queste due settimane di fermo totale e qualcuno arriva fino a tre. E’ una filosofia che condividiamo come team di preparatori, perché riteniamo che questo distacco sia necessario sia a livello fisico che mentale. Alla fine della stagione, dico sempre ai ragazzi: «Non voglio sentirvi per le prossime due settimane. Andate in vacanza, fate quello che volete!».

Perché il riposo è importante, anche da un punto di vista fisiologico?

Dopo una stagione intensa, con allenamenti e gare costanti, il corpo ha bisogno di rigenerarsi. Il riposo serve a questo, a livello muscolare e fisico. Naturalmente, non può essere troppo lungo, altrimenti si rischia di scivolare nell’inattività e di perdere tono muscolare, il che richiederebbe poi più tempo per tornare in forma.

Uscite in mtb, camminate, corse a piedi: se domina la parte ludica e non si esagera sono rigenerative
Uscite in mtb, camminate, corse a piedi: se domina la parte ludica e non si esagera sono rigenerative
Chiaro…

Ogni atleta è diverso: c’è chi termina la stagione molto affaticato e sente proprio il bisogno di fermarsi e chi invece arriva meno stanco e dopo pochi giorni sarebbe già pronto a ricominciare. Ma in generale, questi 15 giorni di pausa sono importanti anche per il fisico.

E se un atleta preferisce mantenersi in movimento?

Se qualcuno sente il bisogno di fare attività leggera, come nuoto o corsa, va bene, purché si prenda almeno una settimana di inattività completa. Se per lui è importante sentirsi in movimento, non ci sono problemi con attività alternative. L’importante è evitare allenamenti intensi.

Chi cerca il movimento a tutti i costi lo fa per paura di prendere peso?

Sì, per alcuni può esserci la preoccupazione di aumentare di peso, ma è anche vero che oggi molti atleti si sentono meglio se mantengono un po’ di attività, anche minima, durante la pausa.

In generale oggi gli atleti non terminano le stagioni del tutto al gancio, anche se poi ci sono molte variabili (foto Instagram)
In generale oggi gli atleti non terminano le stagioni del tutto al gancio, anche se poi ci sono molte variabili (foto Instagram)
Quali sono gli effetti del riposo a livello biologico? Per esempio migliorano valori come l’ematocrito, del ferro…

In effetti durante il riposo, si verificano dei miglioramenti nei valori biologici, ma non è facile stabilire quanto salgano e come migliorino: ognuno ha una storia a sé. Quando c’è carico di lavoro, questi valori tendono a calare, mentre durante il riposo tornano a livelli più alti, permettendo al corpo di rigenerarsi. 

Che poi oggi si tende ad arrivare “meno finiti” a fine stagione…

Non tutti gli atleti arrivano alla fine della stagione stanchi, e chi è meno affaticato può comunque trarre beneficio dal riposo, anche se non è completamente esausto. In generale, cerchiamo di non portare gli atleti al limite prima della pausa, perché è meglio staccare quando hanno ancora energia. Così, alla ripresa, il loro corpo è pronto e non rischiamo di sovraccaricarli sin da subito.

I benefici del magnesio e la sua integrazione secondo Ethic Nutraceutici

15.07.2024
3 min
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Dormire e riposare bene è fondamentale per avere una vita piena e regolare, l’importanza del sonno non viene mai sottolineata abbastanza. Non si tratta di un’attività passiva, non solo, ma di un momento cruciale della giornata e che occupa una rilevante fetta della nostra vita. Durante il sonno il nostro organismo recupera l’energia e il cervello si impegna attivamente in processi di consolidamento della memoria e regolazione dell’umore. Nella fase adulta un tempo corretto di riposo è di almeno 7 ore per notte. Un numero che permette una funzione metabolica ottimale, dormire meno delle ore consigliate comporta effetti negativi sul nostro fisico e sulla salute. Un minerale funzionale per il miglior riposo possibile è il magnesio.

Il magnesio ha un’importante funzione nella regolazione del sonno
Il magnesio ha un’importante funzione nella regolazione del sonno

Utile

Ethic Nutraceutici per migliorare il sonno e renderlo maggiormente efficace ha pensato di inserire un integratore  alimentare a base di magnesio. Un minerale essenziale e che risulta coinvolto in più di 300 reazioni enzimatiche. Inoltre, questo, gioca un ruolo fondamentale nella promozione del sonno. Il magnesio sostiene il metabolismo energetico, il benessere del sistema nervoso, il rilassamento muscolare e la regolazione dei processi vitali quali il battito cardiaco e la pressione sanguigna.

Avere una dieta equilibrata e sana che racchiuda anche un corretto apporto di magnesio è importante per quanto detto sopra. Gli alimenti consigliati sono: cereali integrali, verdure a foglia verde e legumi. I sintomi che colpiscono chi ha una carenza di questo minerale sono: crampi, stanchezza cronica e disturbi del sonno. Il magnesio favorisce un effetto rilassante sul sistema nervoso centrale, dimostrando la sua utilità nel trattamento di lievi stati d’ansia e disturbi del sonno.

Integrare in maniera corretta questo minerale, nella dieta di uno sportivo, può portare numerosi vantaggi
Integrare in maniera corretta questo minerale, nella dieta di uno sportivo, può portare numerosi vantaggi

I benefici

Il magnesio apporta quindi dei benefici al nostro organismo, in particolare se si pratica attività sportiva la sua assunzione è consigliata. Infatti, grazie alla sua capacità di favorire il rilassamento muscolare, previene crampi e tensioni. Non è da meno anche il fattore legato alla regolazione degli ormoni, inclusi quelli per la produzione di testosterone. Per le donne, invece, soggetti esposti a maggior rischio di osteoporosi, il magnesio svolge un ruolo cruciale per mantenere la salute delle ossa, migliorandone la densità e riducendo il rischio di fratture. Sempre legato al mondo femminile può alleviare i sintomi premestruali come crampi addominali, umore irritabile e gonfiore.

In generale, il magnesio svolge un ruolo cruciale nella regolazione dei neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’umore e migliora la stabilità emotiva riducendo i sintomi legati all’ansia e alla depressione. Questo vale sia per gli uomini che per le donne.

I vantaggi portati al nostro organismo dal magnesio sono innumerevoli
I vantaggi portati al nostro organismo dal magnesio sono innumerevoli

Cosa scegliere

La scelta del giusto sale di magnesio è cruciale per massimizzare l’assorbimento e garantire un’efficace integrazione nel corpo umano. E’ consigliabile quindi consumare bisglicinato di magnesio, una formula che permette un assorbimento intestinale superiore. Il legame con la glicina favorisce il trasporto del magnesio attraverso la parete intestinale. 

Un altro sale da consumare è il citrato di magnesio, conosciuto per la sua capacità di migliorare l’assorbimento grazie alla sua natura acida, che favorisce la solubilità e la biodisponibilità del minerale. 

EthicSport

I benefici degli ultrasuoni? Wepere lancia “ULTRA-WHAT”

25.05.2024
3 min
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Si chiama “ULTRA-WHAT” ed è una nuova ed interessante iniziativa conoscitiva e di approfondimento sugli ultrasuoni – assolutamente gratuita – ideata e promossa da Wepere. Iscrivendosi in un apposito “form” presente sul web ufficiale di Wepere sarà possibile ricevere contenuti esclusivi e davvero molto interessanti finalizzati a scoprire che cosa sono gli ultrasuoni, quali sono i loro benefici e soprattutto come possono aiutare sia nella fase di preparazione quanto in quella oramai sempre più fondamentale di recupero da un evento sportivo oppure da un infortunio.

I benefici degli ultrasuoni. Come trattare muscoli, tendini e le articolazioni. I consigli del fisioterapista. Una guida completa sugli ultrasuoni per gli sportivi. La voce dei professionisti della Vero Volley Milano e del team VF Group Bardiani CSF Faizanè (entrambe formazioni “di punta” delle quali Wepere è partner tecnico molto attivo). E poi ancora, i consigli del triatleta Daniel Fontana e la presentazione dello specifico dispositivo Wepere Resttart… Sono questi, assieme a molti altri, alcuni dei temi trattati negli approfondimenti ULTRA-WHAT: un vero e proprio “vademecum” – che vivamente segnaliamo di seguire – su tutto quello che c’è da conoscere sugli ultrasuoni.

ULTRA-WHAT è la terapia attraverso gli ultrasuoni
ULTRA-WHAT è la terapia attraverso gli ultrasuoni

Il dispositivo Restart

Gli ultrasuoni sono onde sonore ad altissima frequenza che viaggiano attraverso i tessuti del nostro corpo trasferendo energia. Il loro passaggio genera numerosi effetti benefici: rilassa i muscoli contratti, aiuta l’assorbimento dei liquidi sottocutanei e, favorendo la microcircolazione, allevia il dolore ed accelera la risoluzione dei processi infiammatori. 

E proprio per sfruttare al meglio i benefici degli ultrasuoni, Wepere ha ideato uno specifico dispositivo, che si chiama Restart, da poter utilizzare in caso di affaticamento muscolo-tendineo oppure di contratture: quando e dove si vuole. Grazie a Restart, sarà possibile recuperare più in fretta dopo una prestazione intensa oppure a seguito di un infortunio, drenando liquidi ed ematomi.

Wellness Performance e Recovery

Wepere è la divisione sportiva di I.A.C.E.R., una realtà di riferimento per quanto riguarda la progettazione e lo sviluppo di dispositivi elettromedicali per la terapia domiciliare e professionale del dolore cronico, con oltre un milione di dispositivi attivi venduti negli ultimi dieci anni e programmi selezionati e realizzati in collaborazione sia con ospedali che con università. La mission aziendale di Wepere è insita nel proprio nome: favorire il Wellness, il benessere psicofisico degli sportivi e non solo, potenziare la Performance, per raggiungere risultati sempre migliori, e supportare il Recovery, aiutando dunque a recuperare più in fretta dopo un allenamento, una gara o a seguito di un infortunio.

Pressoterapia, ultrasuoni, elettrostimolazione, magnetoterapia, tutori: tutti i dispositivi Wepere rispondono alle esigenze degli sportivi e degli amanti del fitness che cercano una soluzione facile e comoda per sostenere il mantenimento della propria forma fisica e di un alto livello di prestazione: la compressione sequenziale accelera il recupero muscolare e drena i liquidi, gli ultrasuoni lavorano su contratture muscolari e problematiche tendinee oppure articolari (ma anche estetiche), l’elettrostimolazione tonifica la muscolatura e riduce il dolore, mentre la magnetoterapia è efficace per infiammazioni muscolari e patologie ossee.

Wepere

Cetilar Nutrition Rest: l’importanza di dormire e riposare bene

09.04.2024
4 min
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Il sonno e il corretto riposo notturno sono vitali per la salute, svolgendo un ruolo fondamentale per le funzioni cerebrali e fisiche. Gli atleti dovrebbero dormire fra 7 e 9 ore per notte in maniera regolare per mantenere un buono stato di salute e migliorare le performance sportive. Infatti, dormire meno di 7 ore a notte è associato a esiti avversi per la salute. Rest, il nuovo integratore della linea Cetilar Nutrition, è l’unico prodotto che unisce l’azione sinergica del Magnesio Sucrosomiale e idrolizzato di proteine del latte, in una comoda compressa per favorire il rilassamento psico-fisico e il corretto riposo notturno degli atleti.

Cetilar Nutritrion è fornitore di integratori per VF Group-Bardiani-CSF-Faizanè
Cetilar Nutritrion è fornitore di integratori per VF Group-Bardiani-CSF-Faizanè

I disturbi del sonno

Esistono diverse condizioni per le quali un individuo può sperimentare una privazione del sonno, tra queste: la difficoltà ad addormentarsi, i frequenti risvegli notturni e/o i risvegli mattutini, con conseguente incapacità di tornare a dormire. Le problematiche legate al sonno possono essere causate principalmente da due tipologie di disturbi: quelli acuti da un lato e quelli cronici dall’altro. I primi sono spesso transitori e legati a periodi di stress psico-fisico moderato o intenso. Quelli cronici, invece, sono legati a condizioni permanenti, che influiscono negativamente sulla qualità del sonno.

Spesso le persone con difficoltà a dormire riportano un senso di disagio psico-fisico al risveglio, che porta poi alla comparsa di sintomi come eccessiva sonnolenza diurna, irritabilità, scarsa concentrazione, problemi interpersonali, sociali e professionali. Alcuni studi scientifici riportano che il 50-78% degli atleti professionisti ha sperimentato, almeno una volta nella vita, un disturbo del sonno. Il dato più rilevante però è che attualmente il 22-26% degli atleti soffre di sonno molto disturbato, compromettendo così la propria attività sportiva.

Questa è la struttura del Sucrosoma
Questa è la struttura del Sucrosoma

L’integratore

Rest è l’integratore ideale per tutti i momenti in cui allenamenti, adrenalina, stress, stanchezza fisica e mentale ostacolano il riposo notturno. Gli atleti che si allenano duramente in vista di una competizione lo sanno meglio di chiunque: la mente ha bisogno di recuperare energie tanto quanto il fisico. Senza un adeguato riposo notturno, a volte è difficile semplicemente arrivare al traguardo e performare al top.

Il Magnesio è un minerale che agisce come cofattore di oltre 300 enzimi e quindi è coinvolto in numerosi processi. Una sua carenza si manifesta solitamente con crampi, stanchezza fisica e mentale, irritabilità e, soprattutto, può causare disturbi del sonno. Il Magnesio Sucrosomiale contenuto nel nuovo integratore riesce ad essere assorbito dall’organismo in quantità maggiori grazie alla sua eccellente tollerabilità.

Lactium è un principio attivo brevettato a base di proteine del latte idrolizzate, che contiene un decapeptide bioattivo, chiamato alfa-casozepina, con proprietà rilassanti. Grazie a questa proteina specifica, Lactium agisce come agonista sul recettore per il GABA di tipo A (GABA-A), principalmente coinvolto nella regolazione degli stati dell’umore e del riposo notturno e ne aumenta l’attività inibitoria, lavorando quindi in modo efficace ma naturale nella regolazione del sonno e dello stress. 

Un integratore 100% naturale che non crea sonnolenza
Un integratore 100% naturale che non crea sonnolenza

Come assumerlo

Rest è la soluzione ideale per chi si allena soprattutto nelle ore serali, quando l’organismo fatica a smaltire l’accumulo di adrenalina e a rilassarsi, ma anche per chi preferisce dedicarsi all’attività sportiva la mattina presto e quindi la sera ha bisogno di trovare il sonno facilmente e riposare bene. Questo integratore è utile anche in caso di ansia da prestazione, agitazione, stress quotidiano, jet lag, stanchezza accumulata, difficoltà di addormentamento: tutti fattori che possono ostacolare il riposo notturno e la performance sportiva. Basta infatti assumere una compressa di Rest la sera, 30 minuti prima di andare a dormire, per favorire il rilassamento e garantire all’organismo un riposo ed un recupero ottimali.

In tutti i prodotti Cetilar Nutrition, ogni ingrediente ed i relativi dosaggi sono stati studiati accuratamente per supportare al meglio gli atleti durante l’attività fisica, in termini di energia, forza e benessere dell’organismo. I prodotti sono certificati Play Sure Doping Free, in quanto privi di qualsiasi sostanza considerata dopante e quindi adatti per chi pratica sport ad ogni livello. La formulazione 100% naturale non causa sonnolenza o assuefazione e non influisce sulla performance sportiva. Il prezzo consultabile sul sito è di 21 euro.

CetilarNutrition

Il recupero e i suoi parametri in un grande Giro

31.05.2023
5 min
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ROMA – Il Giro d’Italia si è concluso e la quasi totalità dei corridori lo ha portato a termine con le energie al lumicino. Tanta stanchezza e tanto affaticamento… E’ stata un’edizione davvero dispendiosa nella quale ha inciso anche il maltempo. Carlo Guardascione, medico della Jayco-AlUla, ci porta nei meandri di questo aspetto non secondario in una grande corsa a tappe.

Marco Frigo, per esempio, ci aveva detto che al primo giorno di riposo avrebbe tirato dritto, ma che al secondo era già più stanco. E domenica scorsa, al netto delle belle sensazioni ed emozioni, non vedeva l’ora di riposarsi.

Il dottor Carlo Guardascione, medico del Team Jayco-AlUla
Il dottor Carlo Guardascione, medico del Team Jayco-AlUla
Dottor Guardascione, partiamo proprio da questo aspetto. C’è differenza, ed eventualmente quanta, tra il primo e il secondo giorno di riposo?

Molta differenza, perché il secondo giorno di riposo è graditissimo ai corridori. Arriva dopo circa due settimane in cui si è fuori (le squadre si ritrovano dal mercoledì, giovedì prima della grande partenza, ndr) e circa 9-10 di giorni di corsa. E’ un giorno di riposo completo o poco più. I ragazzi vanno in bicicletta un’ora e mezza per fare un giretto. In gergo la chiamano “pausa caffè”,  giusto per tenere la muscolatura in movimento. Si riposano davvero tanto perché ne hanno bisogno. Ma c’è anche un problema: per qualcuno che è abituato alla quotidianità di quei ritmi gara, quel giorno può essere “difficile”. 

E cosa significa difficile?

Allora, dal punto di vista nutrizionale mangiano meno. E’ tutto stabilito dalla nostra nutrizionista (Laura Martinelli, ndr): hanno un introito calorico inferiore. Fanno un massaggio più prolungato, perché come ben sapete arriviamo spesso tardi in albergo e i massaggi non sono lunghissimi, così in quel giorno di riposo si riesce a fare qualcosa di più approfondito. In questo modo anche dal punto di vista del recupero muscolare i ragazzi sono agevolati. Il secondo giorno di riposo, se posso definirlo con un aggettivo, è benedetto.

Durante il giorno di riposo è fondamentale fare una sgambata
Durante il giorno di riposo è fondamentale fare una sgambata
Ma se hanno così bisogno di riposo perché escono in bici, seppur piano, anziché fare un recupero totale?

Uno, per mantenere l’aspetto motorio degli arti inferiori. Due, perché è “il loro lavoro”. Tre, forse il motivo più importante, perché si mantengono alcuni equilibri metabolici in atto. Restano completamente fermi coloro che magari hanno avuto un infortunio o sono malati, altrimenti un minimo di attività ci deve essere.

Perché il terzo motivo, quello degli aspetti metabolici è il più importante?

Perché gli serve per tenere in equilibrio il cortisolo e alcuni ormoni legati alla prestazione che se non si andasse in bicicletta potrebbero vedere delle alterazioni ancora maggiori. Poi, si sa, oggi non si lascia nulla al caso. 

Quali sono i parametri che valutate di più per stabilire se un atleta è più stanco di un’altro?

Usiamo una particolare App che monitora il battito cardiaco dei ragazzi e altri parametri che fanno capire agli atleti, ai loro coach e anche a noi medici in che fase sono. Riguardo ai parametri, la cosa più importante è che ci sia una grande differenza tra pressione massima e pressione minima: più questo differenziale è alto e meglio è.

Nei giorni di riposo il massaggio è più intenso e prolungato (foto Instagram)
Nei giorni di riposo il massaggio è più intenso e prolungato (foto Instagram)
Solo la pressione?

Anche i battiti al mattino, soprattutto al risveglio, devono essere sempre in un determinato range. I ragazzi sono tutti brachicardici, cioè che hanno i battiti molto bassi, e in genere al mattino difficilmente superano le 50-52 pulsazioni. Pertanto se un corridore si svegliasse la mattina e a riposo sul letto avesse 70 battiti farebbe scattare qualche campanello d’allarme. Vuol dire che qualche sistema metabolico di recupero non è ottimale e questo può essere un chiaro segno di affaticamento.

C’è chi studia il sonno, come per esempio fanno in Green Project-Bardiani, voi lo monitorate?

Vi ringrazio per questa domanda, in quanto mi dà l’opportunità di parlare di un progetto che attraverso il nostro patron, Gerry Ryan, stiamo portando avanti con un’università australiana. Stiamo studiando il miglior adattamento del sonno e le sue correlazioni con la miglior performance, attraverso un sistema che comprende anche sedute con degli psicologi e il training autogeno per indurre il sonno in maniera autonoma.

Avere un sonno regolare è molto più complicato nella terza settimana che ad inizio Giro
Avere un sonno regolare è molto più complicato nella terza settimana che ad inizio Giro
Interessante…

E’ un progetto importante e di lungo termine. Per rispondere alla domanda: il sonno è importantissimo. Noi stiamo studiando questa App e probabilmente cominceremo ad applicarla a pieno regime dall’anno prossimo.

Si può dare una percentuale di quanto si stanchino i corridori nel corso di un grande Giro. Per esempio quanta differenza di stanchezza c’è tra il primo e il secondo giorno di riposo? Insomma, quanto varia il livello di stanchezza? 

E’ molto individuale. Ovvio che i corridori che fanno classifica sono meglio dotati da questo punto di vista. Recuperano di più, dormono di più e hanno parametri più stabili e tutto ciò si evince di più nella terza settimana. E’ questo che rende questi atleti tanto performanti in questo tipo di gare.

E facendo un paragone tra un uomo da corse a tappe è un uomo da classiche, che differenze possono esserci mediamente?

Anche in questo caso è impossibile dare una percentuale. L’uomo che non è da corse a tappe è un accumulatore di fatica. La sua capacità di recupero è molto più bassa. Ha percentuali di recupero inferiori. Dare dei numeri è impossibile, direi delle fandonie.

Le quindici fatiche di Marcellusi al suo primo Giro

24.05.2023
6 min
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Martin Marcellusi affronta il suo primo Giro d’Italia con sensazioni differenti: ha tolto dalla valigia le emozioni ed ha messo la fatica. Sulle teste dei corridori è caduta spesso tanta acqua, si è salvata quasi esclusivamente la tappa di Bergamo. Marcellusi si è ritrovato ad affrontare delle condizioni atmosferiche che hanno reso ancora più tosto questo debutto alla corsa rosa.

Il maltempo ha accompagnato i corridori per gran parte del Giro, spegnendo un po’ l’anima della corsa rosa: Marcellusi è con Fiorelli
Il maltempo ha accompagnato i corridori per gran parte del Giro: qui Marcellusi con Fiorelli

Giorno di riposo

Il corridore romano risponde durante i massaggi, nel secondo giorno di riposo del Giro d’Italia. La Green Project Bardiani CSF Faizanè ha scelto la provincia di Mantova per abbassare i ritmi e respirare

«Il giorno di riposo – attacca Marcellusi – va sempre bene, ci vuole. Oggi abbiamo fatto una sgambata di un’oretta, pranzo, massaggi e nient’altro. Durante queste ore ammazzo il tempo rimanendo a letto e guardando un po’ TikTok. Non dormo perché ho paura di non avere tanto sonno la sera».

Una delle tappe più belle è stata quella di Napoli con il sole che ha illuminato la costiera amalfitana
Una delle tappe più belle è stata quella di Napoli con il sole che ha illuminato la costiera amalfitana
Riannodiamo il filo rosa, che atmosfera hai trovato al Giro?

Per essere il primo speravo meglio, non ho sentito molto l’atmosfera del Giro d’Italia, complice anche il meteo. Sulle strade spesso abbiamo trovato meno tifosi di quanti ce ne sarebbero stati solitamente.

E la corsa come la vivi?

Va a momenti, un giorno sto male, un altro invece sono davanti a lottare per entrare in fuga. Non tutti i giorni sono uguali, ogni tappa ti lascia qualcosa di diverso, complice anche il fatto che recuperare è difficile. La pioggia ed il freddo aumentano lo stress e la fatica.

Raccontaci la tua routine

Mi trovo spesso a scherzare con i miei compagni a proposito di questo. Siamo sempre lì a fare le stesse cose: finita la tappa scendi dalla bici e fai la doccia, poi arrivano i massaggi che bisogna farli di corsa perché altrimenti rischi di arrivare a cena ad orari improponibili. Si ha il tempo di un caffè tutti insieme e poi si sale in stanza a dormire.

E la mattina suona la sveglia, qual è stata quella più difficile?

Direi la mattina della tappa di Crans Montana. La sveglia è suonata alle 6,30, la tappa doveva partire alle 11. Io non sono uno che riesce ad andare a letto alle 22, di solito vado a dormire verso le 23-23,30. 

I massaggi, anche se di fretta, aiutano?

Sono tanta roba! Farli tutti i giorni non fa miracoli, ma di certo aiuta molto. Ho la fortuna che il mio massaggiatore è anche l’osteopata della squadra, quindi faccio tutto con lui. Gli racconto le mie sensazioni e lui cerca di risolverle. 

Il pubblico ha risposto presente nella tappa di Bergamo, qui Marcellusi nel passaggio che porta a Città Alta
Il pubblico ha risposto presente nella tappa di Bergamo, qui Marcellusi nel passaggio che porta a Città Alta
Che sensazioni hai?

Si tratta del mio primo Giro d’Italia, quindi non ho un grande recupero. Di certo faccio più fatica rispetto a chi ha già fatto questa gara tre o quattro volte. 

Poi piove da due settimane…

La pioggia non piace a nessuno e se per quindici giorni corri con l’acqua che ti cade sul casco, e tutto il corpo, il morale ne risente. Prendere acqua è un lavoro in più: devi stare sempre attento in gruppo e poi una volta in hotel devi asciugare casco, occhiali e scarpe. Poi anche a livello fisico ti gonfi. Insomma, è dura.

Con chi condividi la stanza?

Tonelli. E’ un mese che viviamo in simbiosi, sono stato fortunato ad averlo accanto, è uno dei più esperti, se non il più esperto, della squadra. Mi riesce a dare consigli praticamente 24 ore su 24. Più che qui al Giro mi ha dato una grande mano in altura, con l’alimentazione e anche con la gestione mentale degli allenamenti. Allo stesso modo in gara è fantastico, mi dice quando attaccare o riposare. Anche nella tappa di Bergamo…

Raccontaci.

Non ero uno dei designati ad andare in fuga, non era una frazione adatta alle mie caratteristiche. Però in partenza parlavo con Tonelli e gli dicevo che la mia idea era comunque di infilarmi nel gruppo dei fuggitivi. Sapevo di non poter restare fuori tutto il giorno, ma l’obiettivo era farsi riprendere sull’ultima salita così da avere il tempo di andare all’arrivo. 

Anche nella tappa del Bondone Marcellusi è andato in fuga, il giorno di riposo ha fatto meno danni rispetto a settimana scorsa
Anche nella tappa del Bondone Marcellusi è andato in fuga, il giorno di riposo ha fatto meno danni rispetto a settimana scorsa
Invece hai inseguito…

Eh sì, non vorrei dire che ho fatto un errore (aspetta qualche secondo, ndr), ma ho fatto un errore. L’idea era giusta, ma sono partito con la mantellina della pioggia, quando sono andato a posarla in ammiraglia la fuga era già uscita. Io e Rubio abbiamo inseguito per un po’ e siamo rientrati, ma con tanta fatica.

Ad un certo punto dell’inseguimento Rubio ti ha lasciato indietro. 

Ha una gamba esagerata e su uno strappetto è andato via. Non posso rimproverargli nulla perché quando sei in mezzo come noi, cerchi di rientrare il prima possibile. Con il senno di poi avrebbe potuto comunque aspettarmi perché alla fine sono andato sui fuggitivi anche io, dopo 40 chilometri però. Sono andato così forte che ho fatto il record di giornata sulla salita di Passo Valcava. Lo stesso Rubio si è scusato con me, alla fine siamo amici e ripeto: quando sei in mezzo vuoi rientrare il prima possibile. 

I giorni di riposo come sono andati?

Sono stati a due facce. Direi bene perché ne avevo bisogno, soprattutto del primo, che è arrivato dopo nove tappe. Sto soffrendo tanto le lunghe distanze ravvicinate, non sono abituato. Questa mattina (lunedì, ndr) ero cotto e riposare fa bene, una volta in bici per la sgambata mi sentivo un pochino meglio.

Tonelli (a sinistra) è uno dei suoi punti di riferimento, i due vivono in simbiosi da un mese a questa parte
Tonelli (a sinistra) è uno dei suoi punti di riferimento, i due vivono in simbiosi da un mese a questa parte
Il lato negativo del giorno di riposo?

Non sapevo se mi facesse bene o male, non avevo mai fatto questa cosa prima. Ho scoperto che mi fa male, la tappa di Viareggio è stata un calvario. Mi sono staccato sulla prima salita dopo il via, eravamo Vlasov, Benedetti ed io. Il primo ha abbandonato la gara, noi due invece siamo rientrati. Fatto sta che mi sono fatto 80 chilometri da solo ad inseguire il gruppo. 

L’incentivo a finire il Giro però c’è, si arriva nella tua Roma. 

Sì! Non vedo l’ora, un sacco di gente mi ha scritto che verrà a salutarmi, non ho idea di quello che potrà succedere. Come si dice dalle mie parti, mi aspetto una bella caciara (dice sorridendo, ndr) una grande festa dopo la tappa. Però prima bisogna arrivare alla fine.

Lo stacco di fine stagione: ce lo spiega Bartoli

13.10.2022
5 min
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L’autunno porta con sé tanti cambiamenti, l’aria diventa più frizzante, gli alberi cambiano d’abito, passando dal verde vivo al rosso. Le giornate si accorciano inesorabilmente, con la notte che viene ad accoglierci sempre più presto. Per i corridori l’autunno coincide con la fine della stagione agonistica, inizia il periodo di stacco. Ma come si affronta? Cosa è meglio fare?

C’è chi preferisce abbandonare subito la bici per riprenderla all’inizio di novembre. Poi c’è chi si dedica alla stagione del cross, come ad esempio Van der Poel (foto di apertura). Al contrario, c’è anche chi non vuole lasciare in cantina il mezzo troppo presto e godersi ancora qualche giorno di pedalata. “No more racing, still riding” (niente più gare, solo passeggiate, ndr) così scrive in una storia Instagram Mohoric. Per analizzare quello che lo stacco autunnale comporta è meglio però chiedere ad un esperto come Michele Bartoli.

Il consiglio di Bartoli è il riposo assoluto, fondamentale per recuperare le energie fisiche e mentali
Il consiglio di Bartoli è il riposo assoluto, fondamentale per recuperare le energie fisiche e mentali

Obiettivi diversi

Per i corridori iniziano le vacanze, ma non si potrebbe dire altrettanto per tecnici e preparatori. Loro, imperterriti nel lavoro e nella programmazione, iniziano a lavorare già sugli impegni futuri. Quando chiamiamo Bartoli, è in pieno svolgimento una riunione per i suoi ragazzi dell’Academy, Michele ci ripromette di chiamarci al più presto e noi attendiamo.

«Innanzitutto – inizia a raccontare Bartoli – dipende dal programma che un corridore ha. Ci sono atleti che ripartono dall’Australia, quindi a metà gennaio devono già essere in condizione. Questi ragazzi, di conseguenza, anticipano il termine della stagione, il riposo e anche la ripresa degli allenamenti. Anche perché in Australia ci sono gare WorldTour (il Tour DownUnder e la Cadel Evans Great Oceans Road Race, che tornano dopo la pausa Covid, ndr), quindi chi ci va ha voglia di fare bene». 

Con il ritorno delle corse in Australia la preparazione cambierà, soprattutto per gli sprinter: qui Viviani nel 2019 alla corsa di Evans
Si torna in Australia e cambia la preparazione degli sprinter: qui Viviani nel 2019 alla corsa di Evans

Consiglio: riposo assoluto

In gergo il periodo che intercorre tra la fine della stagione e l’inizio della preparazione si chiama “stacco”. Non è un caso, il senso di quei giorni è proprio quello di spegnere il motore e riposare, dimenticare la bici in box e fare altro.

«Ci sono varie metodologie – riprende – io consiglio di fare fra le tre e le quattro settimane di riposo, anzi di ozio assoluto. Se proprio uno non riesce a stare fermo, può fare un po’ di attività ma ad intensità davvero bassa. Io personalmente preferivo fermarmi completamente, anche perché poi la stagione è lunga e piena di gare, si fa fatica a fermarsi quando si è in piena attività.

«Non staccare comporta delle conseguenze negative, che magari non si vedono nell’immediato, ma hanno degli effetti negativi a lungo andare. Si deve riposare più per la mente che per il corpo, se si riparte anche al 99% non va bene. Pensate a far così stagione dopo stagione, quell’uno per cento che perdiamo si accumula fino ad arrivare ad un punto di non ritorno. Poi si sente dire: “E’ andato forte per 4 anni e poi si è spento”. Ma se ogni anno tiri la corda, questa prima o poi si spezza».

Il riposo è fondamentale per presentarsi con la giusta condizione e motivazione agli impegni di inizio stagione
Il riposo è fondamentale per presentarsi con la giusta condizione e motivazione agli impegni di inizio stagione

Metodo a ritroso

Le squadre ora hanno molti atleti tra le loro file, questo porta ad avere altrettanti metodi di lavoro e di allenamento. 

«Rispetto a quando correvo io – spiega Bartoli – non è cambiato il numero di gare, ma la loro distribuzione. Ora si corre tanto fuori dall’Europa, il riposo a casa, per logica conseguenza diventa minore. Per questo lo “stacco” diventa fondamentale, l’autunno è l’unico periodo dove ci si può fermare tutti. Ora le squadre fanno lunghi periodi di preparazione al caldo, negli anni ’90 era raro, io mi spostavo spesso per allenarmi, ma ero uno dei pochi. Un corridore era influenzato anche dalla zona d’Europa o del mondo nella quale viveva. Alcuni atleti spagnoli facevano fatica a fermarsi ad ottobre perché da loro faceva caldo e la voglia di pedalare rimaneva. Sfruttavano più a lungo l’autunno, ma nel tempo si è arrivati a capire che era un errore. Il segreto, dal mio punto di vista, è andare a ritroso dalla prima data di corsa, così riesci a costruire i giusti periodi di lavoro».

Stacco e bilancia

E’ inevitabile che nel periodo di pausa dall’attività agonistica i ciclisti prendano qualche chilo, d’altronde lo “stacco” passa anche dalla tavola, ma bisogna sempre avere un occhio di riguardo…

«Io stesso – conclude Michele – collaboro con dei nutrizionisti, sono dell’idea che per fare un buon lavoro ognuno debba fare il suo. Nel periodo autunnale è consigliabile prendere qualche chilo, per dare anche salute al muscolo.

«Il periodo di “stacco” alimentare va di pari passo con quello atletico, i corridori non posso pensare di mantenere la stessa dieta anche in vacanza. Il consiglio fondamentale che mi sento di dare è quello di non esagerare, è comunque il loro lavoro, va bene distrarsi ma non troppo. Anche perché, se si sforano i canonici 4-5 chili poi questo ha delle ripercussioni sulla ripresa dell’attività, portandoti a fare troppa fatica fin da subito».

Giorno di riposo al Giro U23: sgambate e carboidrati da gestire

15.06.2022
6 min
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Il Giro d’Italia U23 ha osservato oggi il suo giorno di riposo. La carovana si è spostata dalla zona di Chiavenna, sede di arrivo di ieri, a quella di Cuneo. La “Provincia Granda” ospiterà il finale della corsa rosa. 

E come per i pro’, anche per gli under 23 questo è un giorno particolare. Un giorno che va gestito con cura, specie per quel che riguarda l’alimentazione e la sgambata.

Due opzioni

Le scelte sono state sostanzialmente due. La prima: partire dalla Lombardia, fare il grosso del trasferimento in macchina e concludere il viaggio in bici. In questo modo ci si allenava nella tarda mattinata o comunque a cavallo dell’ora di pranzo per fare poi una “merenda” al rientro. La seconda: fare tutto il trasferimento in auto, pranzare nel nuovo hotel e uscire al pomeriggio.

Colpack-Ballan e Astana, per esempio, hanno optato per la prima opzione. Mentre il Cycling Team Friuli ha scelto la seconda. La Hopplà-Petroli Firenze invece ha fatto un ibrido (più vicini alla prima scelta). Si è svegliata presto. Ha affrontato subito il trasferimento e i suoi ragazzi hanno pedalato poco prima di pranzo direttamente nel cuneese.

E proprio con il diesse della squadra friulana, Andrea Fusaz, che è anche un preparatore, analizziamo la gestione del giorno di riposo.

Sin qui i ragazzi hanno corso a tutta. Non si sono mai risparmiati. Nella tappa di Santa Caterina Valfurva hanno speso tantissimo e anche ieri hanno impiegato 2 ore 14′ per fare 101 chilometri, tre quarti dei quali con il vento contro. Un dispendio energetico pazzesco. Il riposo è più che meritato.

Andrea Fusaz è diesse e preparatore del CTF
Andrea Fusaz è diesse e preparatore del CTF

Andrea, due scelte diverse dicevamo: chi è uscito all’ora di pranzo o in tarda mattinata ha mangiato di più a colazione. Mentre chi è uscito dopo pranzo ha mangiato di meno.

Due scelte diverse ma uno stesso obiettivo: ridurre l’apporto calorico e dei carboidrati soprattutto. Assumere tanti carboidrati senza consumarli infatti significa assumere tanto glicogeno che si lega all’acqua. Alla fine risulta che i ragazzi s’ingolfano, si appesantiscono. C’è l’esigenza di “buttare fuori” l’acqua, prima di tornare a sentirsi performanti. E non è facile questa gestione perché i ragazzi hanno fame. Mangerebbero di tutto: glielo chiedono la loro testa e il loro fisico.

Però nella prima scelta, quella di uscire a cavallo o un po’ prima dell’ora di pranzo si mantiene la routine dei giorni precedenti e di quelli successivi quando c’è la tappa…

Sì, ma l’obiettivo primario come detto è quello di non farli arrivare ingolfati domani. Come di fatto succedeva qualche tempo fa anche tra i pro’. C’è chi superava meglio il giorno di riposo e chi invece aveva bisogno di una tappa, nella quale soffriva, per riprendersi.

Come mai hai scelto di far uscire i tuoi ragazzi nel pomeriggio?

Noi abbiamo prediletto il discorso di farli dormire un po’ di più. Sveglia alle 8:30, colazione e siamo partiti. Il trasferimento era di quattro ore. Siamo arrivati verso le 13 e hanno subito mangiato. Non hanno atteso le canoniche due ore, due ore e mezza prima di uscire, ma non ce n’era neanche tutta questa necessità, perché si è trattato di un allenamento tranquillo. In più avevamo gestito il carico alimentare anche tenendo conto della colazione.

Non è stato facile rispettare il bilancio energetico. Solo nel tappone del Mortirolo spese oltre 5.000 calorie. Giorno di riposo fondamentale
Non è stato facile rispettare il bilancio energetico. Solo nel tappone del Mortirolo spese oltre 5.000 calorie. Giorno di riposo fondamentale
Cosa hanno mangiato a colazione?

Rispetto a coloro che sono usciti prima di pranzo, i mei ragazzi hanno ridotto fortemente l’apporto dei carboidrati. Meno pane, meno fette biscottate, meno cereali. Mentre hanno aumentato la quantità di uova e prosciutto, le proteine insomma. Caffè e latte non li abbiamo modificati. Non c’è bisogno di arrivare a tanto. Già è un bel cambio così.

E a pranzo? Gli altri in questo giorno di riposo hanno fatto un pasto veloce e molto piccolo per arrivare a cena. Voi?

Un pranzo classico, ma con dosi di carboidrati ridotte. Un piatto di pasta da 120-130 grammi, anziché i canonici 200-250 grammi. Un po’ di prosciutto e di mozzarella ma senza pane.

In allenamento, gli altri hanno fatto due ore. Voi uscendo dopo pranzo quanto avete fatto?

Un’ora e mezza. Un’ora e 40′ per la precisione. Un’uscita tranquilla, sui 30 di media forse meno. Qualcuno ha voluto dare una piccola sgasata, altri neanche quella.

Però, Andrea, uscendo di pomeriggio non si riduce il tempo d recupero?

Osservazione corretta, ma bisogna fare anche i conti con la logistica. Però è anche vero che sono andati molto tranquillamente e comunque avevano riposato un po’ di più al mattino. In più c’era il tempo per i massaggi.

L’importanza del dopo corsa inizia dall’integrazione dei liquidi, anche con bevande zuccherate
L’importanza del dopo corsa inizia dall’integrazione dei liquidi, anche con bevande zuccherate
Dicevamo all’inizio, che è stato un Giro corso al massimo sin qui. Quanto è stato il dispendio energetico?

Molto elevato. Specie nella tappa di Santa Caterina Valfurva. Solo in quella uno come De Cassan, che è sui 60 chili, ha speso 4.700 calorie. Miholjevic, che è oltre i 70 chili, è arrivato a 5.500.

E si recuperano, tra gara, metabolismo basale e vita normale?

In gara no, nel complesso sì… certo sono molto “tirati”. Essere pronti per un Giro a tappe significa anche questo. Essere in grado di recuperare anche dal punto di vista alimentare. Avere il fisico in grado di recepire i carboidrati. Il problema, semmai è non esagerare. Più si riesce ad avere un certo approccio alimentare e più si riesce ad assorbire i carboidrati senza sovraccarico. I ragazzi vorrebbero una fetta di torta, quando magari gli servirebbe la pasta che dà meno picco glicemico.

Domanda scontata a questo punto, ma anche gli under 23 nell’immediato post gara hanno lo stesso protocollo dei pro’?

Sì. Cerchiamo di sfruttare al meglio quella “finestra” temporale di 10′-15” dopo lo sforzo entro la quale recepiscono meglio gli zuccheri: in pratica non si alza la glicemia perché il glucosio va direttamente nei muscoli. Per questo prendono subito una bevanda molto zuccherata tipo una Coca Cola o, meglio ancora, una Fanta che contiene più zuccheri. Poi dopo 30′-40′ si passa alla razione di riso e successivamente agli shaker di sali, aminoacidi e proteine.