New Race: ruote artigianali per tutti i gusti

12.11.2021
3 min
Salva

Le ruote, come sappiamo tutti, sono la parte di contatto della bicicletta con l’asfalto. Viene definita “massa rotante” e più una ruota è costruita bene più è scorrevole e leggera. Sono uno degli accessori che influisce maggiormente su una bici, si dice che una bici un po’ “vecchiotta” ma con delle belle ruote possa vivere una seconda vita. Parlando appunto di ruote vogliamo farvi conoscere quelle di New Race: un marchio portoghese che le costruisce in maniera artigianale. Lo fa utilizzando i migliori materiali, come carbonio ed alluminio con l’obiettivo di rendere questi prodotti disponibili per tutti.

Le T50 Disc sono cerchi per tubolare con canale da 24 millimetri dal peso di 1.330 grammi per la coppia
Le T50 Disc sono cerchi per tubolare con canale da 24 millimetri

Top di gamma

New Race offre le proprie ruote di qualità migliore nelle quali anche il minimo dettaglio è curato scrupolosamente. La versione C30 Disc (foto apertura) e C45 Disc è pensata per gli agonisti. Sono ruote che vanno a massimizzare le caratteristiche del carbonio: maggior rigidità torsionale, maggior comfort e maggiore leggerezza. Sono cerchi tubeless con canale interno da 21 e 19 millimetri, con raggi Sapim C-x Ray piatti.

Il peso per le C30 Disc è di 1.405 grammi mentre le C45 Disc pesano 1.470 grammi. Il prezzo è di 1.399 euro per entrambe le versioni. E’ disponibile anche la versione rim brakes con un peso di 100 grammi superiore rispetto alla versione Disc, ma con lo stesso prezzo di vendita al pubblico.

Gamma C38 e C50 C4A

L’obiettivo di New Race è quello di mettere a disposizione delle ruote top di gamma per tutti gli utenti. C’è anche la possibilità di avere gli stessi materiali, ma una minor cura dei dettagli. Particolari che non incidono sulla prestazione del prodotto come: mozzi privi di lavorazione, raggi a testa dritta ed i corpetti che ingaggiano a testa dritta. Non a caso questa linea si chiama C4A ovvero: Carbon for all.

Sono fornite con due altezze del profilo: 38 e 50 millimetri entrambi disc. Quelle a profilo più basso sono pensate per chi ama fare molta salita o comunque percorsi vallonati. Dal peso di appena 1.490 grammi la coppia. Il profilo più alto è, ovviamente, adatto a coloro che preferiscono i percorsi piatti e veloci dove devono prevalere aerodinamica e scorrevolezza. Avendo un profilo più alto il peso della coppia è maggiore: 1.585 grammi. Il prezzo è 990 euro per entrambe le tipologie.

Up&Down Bikes

Pogacar e i freni: facciamoci spiegare come li sceglie

12.10.2021
4 min
Salva

Quando anche le scelte tecniche diventano guerre di religione, si rischia di perdere l’obiettività. Con i freni a disco ormai è così. Perciò quando ci si rende conto che Pogacar vince il Lombardia con i freni di una volta, le fazioni si rianimano. Eppure, andando a vedere, Tadej usa bici montate con entrambi i sistemi frenanti (rim-brakes e appunto disc-brakes: freni sul cerchio e freni a disco) e vince lo stesso. Allora chi meglio del vincitore di due Tour può spiegarci il perché della sua scelta?

Scelte diverse

Basta voltarsi indietro di poche corse e ci si accorge che alla Tre Valli Varesine, sulla Colnago V3RS dello sloveno facevano bella mostra di sé i freni a disco. Pioveva e il percorso non presentava salite particolarmente impegnative (secondo i suoi standard, ovviamente). Nel giro di pochi giorni invece, proprio al Giro di Lombardia, la sua bici era tornata indietro ai freni di una volta. Al Tour stessa storia. Nella tappa vinta sotto la pioggia a Le Grand Bornand i freni a disco, in quella sul col du Portet i freni tradizionali.

Alla Liegi, ripida e asciutta, corre e vince con freni a disco
Alla Liegi, ripida e asciutta, corre e vince con freni a disco

Quasi 300 grammi

Sembra che la cosa lo diverta e probabilmente ha ragione lui. Il rapporto fra Pogacar e la bici è improntato a una sola regola: deve essere leggera.

«Il peso è molto importante per me – ci ha detto ieri – perché sulle salite il valore che comanda è il rapporto watt/chilo e io non sono di sicuro il corridore più leggero del gruppo (Tadej pesa 66 chili, ndr). Fra le due bici montate diversamente, la differenza è di 300 grammi. Molto, se pensate che per abitudine mi concentro molto sui dettagli. Anche la scelta delle scarpe con i lacci, ad esempio, che alla Vuelta del 2019 usavo solo io mentre ora in gruppo se ne vede già una decina, sono certamente molto belle, ma anche superleggere».

Al Tour, sul Col du Portet, usa freni tradizionali e vince
Al Tour, sul Col du Portet, usa freni tradizionali e vince

Ruote leggere

Torniamo però ai freni, punto caldo della storia, per capire se esista un criterio in base al quale Tadej scelga l’uno o l’altro. Se preferisca un sistema o l’altro quando piove, se ci sono discese difficili…

«In alcune corse – ha spiegato – abbiamo l’opzione di usare una bici o l’altra. A me piacciono entrambe e così prima del Lombardia mi sono lasciato guidare dall’istinto. Ho pensato che soprattutto nel finale c’erano due salite molto ripide e nel finale magari avrei potuto provare un’azione. Così ho pensato che sarebbero servite le ruote più leggere e quelle le hai soltanto con i freni normali. Non mi faccio condizionare dal meteo, i due sistemi per me vanno bene anche se piove. Comanda il peso. Per questo ho scelto di lasciare sul camion la bici con i dischi».

Tour 2021, Le Grand Bornand: piove, attacca da lontano, guadagna quasi 4 minuti con freni a disco
Tour 2021, Le Grand Bornand: piove, attacca da lontano, guadagna quasi 4 minuti con freni a disco

Un fatto di testa

A questo punto però la curiosità da utente ci porta a chiedergli se per lui sia così facile passare da una frenata all’altra, dato che la risposta della bici all’azione frenante è piuttosto diversa. La sua risposta fa pensare a quanto tutto gli riesca facile e la naturalezza con cui vive il suo feeling con la bici e con lo sport.

«La differenza c’è – ha risposto – ma non trovo che cambiare sia tanto difficile. Ne ho una montata con i dischi in Slovenia e una con i freni normali a Monaco, così mi alleno indistintamente con l’una e con l’altra. L’importante è avere la concentrazione di ricordarsi quale sto usando. Bastano due pinzate per riprendere le misure e poi si va tranquilli».

Potendo scegliere, i freni sono come le gomme: si cambiano a seconda dei percorsi e tutto sommato il discorso ha la sua logica. Aveva freni a disco alla Liegi, ad esempio, dove le pendenze estreme non mancano. Ha usato un sistema e l’altro, assecondando le sue sensazioni e a tratti le esigenze dello sponsor. Con estrema naturalezza, come fanno i campioni.