Verso il Valle d’Aosta: tra futuro, rimescolamenti e novità

22.06.2025
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Con la conclusione del Giro d’Italia Next Gen, lo sguardo si sposta sul prossimo grande appuntamento della categoria Under 23: il Giro della Valle d’Aosta, in programma dal 16 al 20 luglio prossimo. Una corsa che negli anni ha rappresentato un passaggio fondamentale per molti corridori che oggi brillano tra i professionisti (in apertura foto Giro Valle d’Aosta).

Eppure, anche questo settore vive un momento di transizione, tra l’evoluzione dei calendari, i passaggi diretti tra juniores e WorldTour e il tentativo costante di mantenere alto il valore tecnico delle competizioni. Ne abbiamo parlato con Riccardo Moret, patron della corsa valdostana, che a pochi giorni dalla presentazione ufficiale dell’edizione numero 61 ci ha raccontato come sta evolvendo il lavoro della sua squadra.

Il presidente Moret (camicia bianca) lo scorso anno al via di una delle tappe, con la maglia gialla Crescioli (foto Giro VdA)
Il presidente Moret (camicia bianca) lo scorso anno al via di una delle tappe, con la maglia gialla Crescioli (foto Giro VdA)
Presidente Moret, come procedono i lavori verso questa edizione numero 61?

Abbiamo terminato alla grande queste nozze di diamante tra l’organizzazione del Giro della Valle d’Aosta e il mondo della bicicletta. E’ andato tutto bene, ora cominciamo con il sessantunesimo. La presentazione avverrà nei prossimi giorni al Palazzo Regionale di Aosta e siamo in linea con il programma di lavoro che ci eravamo prefissati.

Le sedi di tappa erano state rese note. Verrà trasmesso tutto in streaming?

Ci sarà unaa diretta streaming, ma non so ancora con precisione su quale canale. Ma al momento opportuno sarà tutto disponibile sul sito del Giro della Valle d’Aosta.

Il mondo degli Under 23 sta cambiando. Come vivete questa evoluzione? State valutando anche la categoria juniores?

Vediamo come si evolve la situazione. Oggi ci sono juniores che passano direttamente tra i pro’ senza passare dagli Under 23. Però a naso mi sembra che un periodo di transizione serva ancora. Chi passa da under 23 ha spesso qualcosa in più. Magari non tutti fanno tutti gli anni della categoria, ma a 21 anni sono già “di là”. Per ora, comunque, restiamo fedeli alla nostra categoria.

Negli ultimi anni tanto caldo, anche se non sono mancati degli scrosci di pioggia che hanno creato caos, come nella partenza della tappa finale dell’anno scorso (foto Giro VdA)
Negli ultimi anni tanto caldo, anche se non sono mancati degli scrosci di pioggia che hanno creato caos, come nella partenza della tappa finale dell’anno scorso (foto Giro VdA)
Quindi nessun progetto per una corsa juniores?

No, almeno per ora. Quando facciamo le nostre riunioni siamo più concentrati sulle tappe che su questi discorsi. I direttori sportivi e il movimento in generale ci spingono a rimanere legati alla nostra tradizione. Chi esce bene dal Giro della Valle d’Aosta non dico che ha la strada spianata verso il professionismo, ma quasi. L’ultimo esempio è Isaac Del Toro, che ha lottato per la maglia rosa fino all’ultima tappa del Giro dei grandi.

Negli ultimi anni il tuo gruppo di lavoro è cambiato parecchio: c’è chi se ne è andato, chi sta tornando. Come riesci a mantenerlo attivo e motivato?

Io penso che chi resta, resta volentieri e lo faccia per passione. Chi invece è stanco o ha motivi personali che non gli consentono di essere sereno è giusto che si faccia da parte. E’ già faticoso mettere in piedi una corsa come la nostra, se manca la serenità è ancora più difficile. Se manca la passione, manca tutto. Non deve essere solo un divertimento, ma la passione è la base. Quando anche a me dovesse mancare, potrei anche farmi da parte: mai dire mai. E se qualcuno volesse tornare ben venga, non abbiamo mai chiuso le porte a nessuno, anzi siamo sempre dispiaciuti quando qualcuno se ne va.

Il Giro della Valle d’Aosta è un’organizzazione non professionistica, ma con standard altissimi…

Esatto. Non siamo professionisti, ma offriamo una corsa di livello professionistico. Ce lo riconosce anche la UCI, che ci valuta con dei report, delle pagelline, molto positive ogni anno. Cambiano i giudici, ma i voti restano alti: questo ci gratifica.

Che tipo di corsa vedremo quest’anno?

Come sempre sarà dura. Avremo tre arrivi in quota e tante salite. Sarà una corsa da scalatori puri, come da nostra tradizione.

L’arrivo di Pont in Valsavaranche si annuncia davvero impegnativo. La scalata finale misura circa 25 km (al 5,1 %)
L’arrivo di Pont in Valsavaranche si annuncia davvero impegnativo. La scalata finale misura circa 25 km (al 5,1 %)
Qualche anticipazione sulle tappe?

Posso dire poco. Si inizierà con una tappa “pianeggiante”, la Aosta-Aosta, che potrebbe favorire i passisti veloci, non dico i velocisti perché non credo che i velocisti puri ci saranno. Poi ci sarà una cronoscalata di 13 chilometri sulle strade del Tour de France, a Passy Plaine-Joux: ci saranno più di 1.000 metri di dislivello. Infine ci saranno tre tappe da vertigine, con arrivi sul filo o oltre i 2.000 metri. Parlo del Colle del Gran San Bernardo, di Pont a Valsavarenche nel cuore del Parco del Gran Paradiso, a 1.950 metri, e il classico finale a Cervinia.

Quest’ultima tappa ormai è una classica: verrà confermata la doppietta finale con il Col Saint-Pantaléon prima di Cervinia?

Quest’anno cambieremo un po’ il tracciato. Non sarà completamente uguale agli anni scorsi. Potremmo non fare il Saint-Pantaléon, ma non voglio sbilanciarmi oltre.

Chi disegna il percorso?

Lavoriamo in gruppo, ci confrontiamo. Le strade della Valle d’Aosta sono quelle e tutto sommato non è difficile realizzare belle tappe o scovare salite interessanti. Abbiamo una fortuna enorme nel territorio che ci ospita.

Valle d’Aosta in vista: 5 tappe monster e un parterre stellare

06.07.2024
6 min
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Sessanta edizioni, 28 squadre, 13 Nazioni, 4 Continenti, 559 chilometri e 13.000 metri di dislivello: sono i numeri impressionanti del prossimo Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta – Mont Blanc. La più importante gara a tappe internazionale italiana dopo il Giro Next Gen torna a ruggire.

Da qui sono passati fior fior di campioni e da qui tanti altri ne vedremo, a cominciare dal prossimo 17 luglio. In Valle d’Aosta (e non solo) assisteremo a corse combattute dalla creme delle creme del dilettantismo mondiale. Anche se forse parlare di dilettantismo al giorno d’oggi non è neanche più troppo corretto.

Tra i nomi più in voga quello di Golliker, che lo scorso anno vinse la seconda frazione. Si parte dalla sua Francia
Tra i nomi più in voga quello di Golliker, che lo scorso anno vinse la seconda frazione. Si parte dalla sua Francia

Due “sconfinamenti”

Con patron Riccardo Moret, entriamo dunque nel cuore del Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta – Mont Blanc. S’inizia il 17 luglio, come detto, e si termina il 21. Ad organizzare il tutto è la storica Società Ciclistica Valdostana.

«Edizione 60: direi che è un traguardo importante – inizia Moret – e ne siamo orgogliosi. Quest’anno, anche per rinforzare il tocco d’internazionalità, torniamo in Francia. Nel 2023 in quegli stessi giorni dall’altra parte del Monte Bianco c’era il Tour de France e non era il caso di gravare ulteriormente su quel territorio. Stavolta invece ci partiremo e lo faremo con la Saint Gervais Mont Blanc – Passy Plaine. E’ una tappa particolare, molto breve, ma che lascerà subito il segno, grazie ai suoi 12 chilometri di salita finale che porta a 1.300 metri di quota. E sono proprio le strade del Tour. Pensate che siamo stati là a fare un sopralluogo e ci sono ancora le scritte sulle strade dedicate ai campioni».

Un altro must del Valle d’Aosta che ritorna è lo sconfinamento in Piemonte. «Con la seconda tappa si andrà prima nella zona del Biellese e poi in quella del Canavese, dall’altra parte della Dora. Sarà un grande saliscendi. Queste sono le strade che ha toccato il Giro d’Italia e anche il Gran Piemonte qualche settimana prima del Giro, dove si era imposto Bettiol».

In Valle d’Aosta

Ecco dunque che torna protagonista la Valle d’Aosta con le ultime tre frazioni: le più dure e le più caratteristiche.

Davvero interessante è la frazione che porta a Prè Saint Didier. Un arrivo in discesa preceduto dalle scalate di Verrogne, prime, e del San Carlo poi. «Salite che – ricorda Moret – videro protagonista Carapaz nel 2019. in pratica gli ultimi 60 chilometri sono identici. Ci tengo a far notare che con questo arrivo in qualche modo circondiamo il Monte Bianco. Alla prima tappa siamo arrivati in un versante, adesso in un altro.

«La quarta tappa è il tappone per me. Se non altro per la distanza, oltre 160 chilometri e tante salite dure: Tsecore, Col de Joux e poi l’arrivo in quota a Champoluc, a 1.600 metri. Gli ultimi 40 chilometri sono infernali».

C’è poi la quinta frazione che potrebbe rimettere tutto in discussione e cioè quella, classica ormai, che porta la carovana a Cervinia con la scalata del Saint Pantaleon in precedenza.

Come sempre si toccheranno luoghi di grande pregio storico-naturalistico. Ecco, il Castello di Sarre
Come sempre si toccheranno luoghi di grande pregio storico-naturalistico. Ecco, il Castello di Sarre

Le ultime…

Rispetto alla scorso anno si battono località più note. Moret spiega che è stata una scelta legata anche alla richiesta dei territori. Nel 2023 si toccarono punti della Valle davvero selvaggi, ricordiamo per esempio Clavalitè: poco noto, ma di una bellezza strabiliante. La bellezza comunque non mancherà neanche stavolta.

Anche i recenti eventi meteorologici hanno creato non pochi problemi ai valdostani. Basta ricordare quel che è successo a Cogne. «Per fortuna – assicura Moret – le strade che interessano il prossimo Giro della Valle d’Aosta non sono state toccate. Ci sono stati problemi solo a Cervinia, ma ho visto che sono sulla buona strada per rimettere in sesto la zona d’arrivo, coinvolta dall’inondazione del torrente Marmora».

Anche quest’anno non mancheranno la diretta streaming e le spettacolari immagini con il drone
Anche quest’anno non mancheranno la diretta streaming e le spettacolari immagini con il drone

Parterre super

E poi ci sono loro, i protagonisti. Quest’anno l’elenco degli iscritti “scotta”! Vedremo tappe davvero tirate e con grandi corridori. Tanto per rendere l’idea: ci sono sei atleti della top 10 del Giro Next. E questa qualità è figlia di una valanga di richieste: 59 a pronte di 28 team partecipanti.

«La selezione – racconta Alberto Vigonesi, che segue la parte mediatica e quest’anno anche tecnica del Giro della Valle d’Aosta – l’abbiamo già fatta verso gennaio, in modo da dare alle squadre tempo e modo di organizzarsi. Sono arrivate quasi sessanta di richieste. Capite bene che abbiamo dovuto… andarci giù con l’accetta.

«Ci sono tutte le migliori squadre under 23 o continental, tranne la Visma – Lease a Bike, la Decathlon e la Trek, che in effetti ha un team estremamente giovane. Pertanto possiamo annunciare che ci sarà Jarno Widar, il re del Giro Next Gen che vuole fare la doppietta. Quella doppietta che in tempi recenti è riuscita solo a Pavel Sivakov nel 2018».

Tra i big stranieri la Alpecin-Deceuninck dovrebbe portare sia Del Grosso che Verstrynge per la classifica. La Groupama-Fdj Continental, orfana dell’infortunato Brieuc Rolland, punterà forte su Golliker. UAE Emirates Gen Z con Torres e Glivar.

Sarà presente con la maglia della nazionale, anche il campione italiano Edoardo Zamperini
Sarà presente con la maglia della nazionale, anche il campione italiano Edoardo Zamperini

Tanta Italia

«Abbiamo aumentato un po’ lo spazio per i team italiani, visto che quest’anno compiamo 60 edizioni ci sembrava giusto così», ha detto Vigonesi.

Al via ci sarà anche la nazionale azzurra di Marino Amadori che in Valle farà le prove in vista dell’Avenir. Avenir che non vedrà la presenza di Pellizzari.

«La lista di Amadori è arrivata proprio pochi giorno fa – va avanti Vigonesi – ci sarà il campione italiano, Zamperini, e con lui anche Roganti e Agostinacchio. Mentre passando ai tema, la Polti-Kometa si presenta Bagnara leader e la MBH Bank-Colpack con Kajamini e Novak. E infine c’è la VF Bardiani che tra i nomi più in vista schiererà Pinarello e Scalco».

Pronti per il Valle d’Aosta? Cinque tappe per scontri micidiali

12.07.2022
5 min
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E adesso spazio agli scalatori. Sta per tornare il Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta – Mont Blanc. La storica gara a tappe, che festeggia l’edizione numero 58, si annuncia dura come ai “vecchi” tempi.

Dopo l’edizione della rinascita della scorsa estate, si ritorna alle cinque tappe. Nel 2021 i ragazzi di patron Riccardo Moret riuscirono a mettere insieme tre frazioni. Fu un grande sforzo nonostante la “forma ridotta”, ma con tutta onestà ammisero che se non fossero ripartiti dopo un anno di stop (nel 2020 non si era disputato) probabilmente la storia di questa pietra miliare del dilettantismo si sarebbe conclusa lì.

Bernard Hinault trionfò in quel mondiale del 1980 a Sallanches. Baronchelli alla sua ruota fu secondo
Bernard Hinault trionfò in quel mondiale del 1980 a Sallanches

Tra storia e Tour

Si torna in pista dunque. E lo si farà da domani 13 luglio a domenica 17. Tutti a bordo strada, ma la gara sarà trasmessa anche in streaming.

Come dicevamo le tappe saranno cinque. La prima si annuncia subito molto impegnativa. Sarà seguita da due frazioni più “veloci”, per poi chiudere dando spazio agli scalatori puri. 

Ma andiamo nel dettaglio. La prima frazione è tutta in territorio francese. Lo sconfinamento era un must del Valle d’Aosta. Ma quest’anno c’è di più. Si percorrono infatti parte delle strade che il Tour de France affronta 24 ore prima. La Saint Gervais-Saint Gervais misura solo 84 chilometri, quasi tutti in circuito (da ripetere 4 volte) ma con la scalata di Le Bettex nel più lungo giro finale. Si toccano luoghi simbolo come Sallanches, che ospitò l’edizione dei mondiali ad oggi ritenuta la più dura di sempre. 

Attaccanti, a voi

La Saint Christophe-Saint-Christophe ospita la seconda frazione di 122 chilometri. Stavolta si pedala in Italia appena più a valle di Aosta. Probabilmente è la frazione più veloce. Ma strappi e dislivello non mancano neanche stavolta.

La terza tappa misura 120 chilometri. Va da Aosta ad Aosta e tocca luoghi simbolo come la Skyway del Monte Bianco in quel di Courmayeur. Ma soprattutto prevede quattro Gpm: Doues, Verrogne, Echarlod e Col d’Introd sulla desta e sulla sinistra orografica della Dora Baltea. A sensazione sarebbe la tappa perfetta per il tricolore Lorenzo Germani.

Garofoli gioisce sull’arrivo di Cervinia. Il marchigiano non ci sarà per motivi di salute (foto Giro Valle d’Aosta)
Garofoli gioisce sull’arrivo di Cervinia. Il marchigiano non ci sarà per motivi di salute (foto Giro Valle d’Aosta)

Come Garofoli

E’ mostruosa la quarta frazione, la Pont Saint Martin-Fontainemore (Pian Coumarial). E’ dura per il dislivello, che sballa i 4.000 metri, e per la distanza, sui 170 chilometri. Di pianura, a parte all’inizio, ce n’è ben poca. Le squadre, composte da soli cinque atleti, faranno fatica ad organizzarsi con un chilometraggio così importante. Da scalare: Col d’Arlaz, Col Tsecore, Col de Joux, Perloz, Fabiole e la lunga (circa 12 chilometri) scalata finale di Pian Coumarial.

Sarà super importante gestire le forze. Perché sì, probabilmente la corsa si deciderà a Coumarial, ma il giorno dopo, la quinta ed ultima tappa propone un fresco e durissimo “deja vu”: la Valtournenche-Cervinia di 119 chilometri. Negli ultimi 56 chilometri ci sono da scalare Verrayes, Saint Pantaleon e l’arrivo ai 2.000 metri di Breuil-Cervina.

Tappa mostruosa che, come detto, si corre sugli sforzi del giorno precedente. Lo scorso anno questa frazione regalò l’impresa, magnifica, di Gianmarco Garofoli. Il marchigiano contro ogni copione tattico scappò a 60 chilometri dal traguardo. Fu anche maglia gialla virtuale. Poi pagò qualcosa nel finale, contro corridori più esperti di lui.

Alessio Martinelli sembra essere l’italiano più accreditato per la classifica generale
Alessio Martinelli sembra essere l’italiano più accreditato per la classifica generale

Riscatto Martinelli?

Lo spazio per imprese e numeri proprio non manca dunque. E neanche gli interpreti. «Al via – dice Riccardo Moret – abbiamo 16 Nazioni rappresentate e 32 squadre. Abbiamo avuto più di 70 richieste da tutto il mondo. E’ stato un duro lavoro di selezione, ma ci ha permesso di poter schierare al via il top del panorama ciclistico internazionale degli under 23». 

«C’è un parterre mostruoso – gli fa eco il cittì azzurro, Marino Amadori di ritorno dagli europei in Portogallo che potrà schierare la sua nazionale – neanche il Giro d’Italia U23 era di così alto livello. La componente straniera è di qualità elevatissima. Ci sono i Trinity che sono fortissimi.

«I miei cinque ragazzi sono: Riccardo Ciuccareli, Federico Raccani, Walter Calzoni, Gabriele Porta e Ludovico Crescioli. Mi piacerebbe vincere una tappa, quello è l’obiettivo primario. E poi credo sia una bella esperienza per tutti, specie per il giovane Crescioli».

Ciuccarelli, sulla carta, dovrebbe essere il leader visto come è andato al Giro U23. Ma tra gli altri italiani che possono distinguersi non dimentichiamo Lorenzo Milesi, Davide Piganzoli e Marco Frigo. Insomma, i soliti noti. Aspettandoci una rivincita dai corridori del CTF.

E gli stranieri? Martinez e Gregoire, forti dell’esperienza al Giro, vorranno riscattarsi. Ancora una volta sono loro, i Groupama-Fdj, i fari della corsa. La speranza è che Germani, facendo leva sulla maglia tricolore, non debba per forza tirare per loro. Tra l’altro sono anche i campioni uscenti con Reuben Thompson (in apertura, foto Giro Valle d’Aosta).

Van Eetvelt, sempre dopo la corsa rosa, ha preso fiducia e soprattutto potrebbe far valere i suoi due anni in più di esperienza nei confronti die giovani francesi. Due anni che incidono sul recupero e sul farsi di nuovo trovare pronto mentalmente.

E a proposito di Trinity occhio a Gloag.

Il Giro della Valle d’Aosta riparte dalle strade del Tour

23.02.2022
5 min
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Lo scorso anno ci eravamo lasciati con due italiani sul podio, Gianmarco Garofoli e Mattia Petrucci, ai fianchi del vincitore che veniva dall’altro emisfero: Reuben Thompson, Nuova Zelanda. Anche se breve, fu davvero un gran bel Giro della Valle d’Aosta. Quello della rinascita, tre tappe corse con un’intensità pazzesca, in scenari superbi e un livello molto alto.

Alessandro Verre lo scorso anno vittorioso a Pollein, dopo una frazione micidiale per durezza
Alessandro Verre lo scorso anno vittorioso a Pollein, dopo una frazione micidiale per durezza

Benedetto 2021

Adesso la Società Ciclistica Valdostana lancia l’edizione numero 58, in programma dal 13 al 17 luglio, che sarà forte di due frazioni in più. Nell’era post Covid, non è poco. Si torna così (quasi) agli albori.

«Il Giro della Valle d’Aosta – dice patron Riccardo Moret – torna a disputarsi su cinque tappe e riprende una connotazione internazionale del percorso grazie alla tappa di Saint Gervais».

 

«Fare la gara lo scorso anno, anche se solo con tre tappe – ci confida Moret – è stato vitale. Con due anni di stop si sarebbe rischiato di metterci una pietra sopra in modo definitivo. Ripartire, credetemi, è stato davvero bello».

«Siamo orgogliosi di questa scelta e con ottimismo siamo pronti ad affrontare l’edizione che verrà, sperando di lasciarci alle spalle le vicissitudini legate alla pandemia che hanno condizionato tutto il mondo, sportivo e non solo. Ci auguriamo di tornare quanto prima alle tradizionali sei tappe».

Per evitare che troppi corridori si stacchino inevitabilmente, si pensa ad un avvio più soft… (foto Instagram)
Per evitare che troppi corridori si stacchino inevitabilmente, si pensa ad un avvio più soft… (foto Instagram)

Si resta U23

Il Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta si conferma corsa riservata agli under 23. Le voci che la volevano aprire anche ai più grandi, vista la mole di continental che ci sono, è quindi stata allontanata. Lanciare i giovani fa parte della sua tradizione e nel segno della tradizione sono state individuate le sedi di tappa.

«Questa cosa – riprende Moret – l’abbiamo vagliata. Intanto pensiamo agli oltre 60 team che hanno fatto richiesta di partecipazione. Noi dobbiamo fare una scelta di qualità. Una scelta legata anche al nostro territorio. In Valle d’Aosta puoi fare migliaia di metri di dislivello in pochi giorni e il rischio è di lasciare per strada ben presto una grossa fetta del gruppo, per questo preferiamo squadre che siano ben attrezzate».

«Sul fatto di estendere il limite di età oltre i 23 anni, posso dire che per noi i giovani sono importanti, fanno parte della tradizione del Valle d’Aosta. E poi il gap tra un ragazzo di 19 anni e uno di 24-25 sarebbe eccessivo. E’ vero che anche i più giovani oggi vanno forte, ma torniamo al discorso di prima: il rischio è che dopo un paio di tappe ci siano 60-70 atleti fuori corsa. La forbice sarebbe troppo larga».

Nel 2016 a Saint Gervais vinse Romain Bardet. Quest’anno il Tour vi transiterà nel corso della 10ª tappa. Poi toccherà al Val d’Aosta
Nel 2016 a Saint Gervais vinse Bardet. Quest’anno il Tour vi transiterà nel corso della 10ª tappa. Poi toccherà al Val d’Aosta

Sulle strade del Tour

“Grand depart” dalla Francia: anche questa dello sconfinamento è una tradizione. Si parte e si arriva a Saint Gervais Mont Blanc. Siamo quindi in zona Mer de Glace (lo splendido ghiacciaio) del Monte Bianco, ad una quarantina di chilometri da Courmayeur, poco dopo il tunnel.

«Sono molto contento – riprende Moret – di aver individuato intanto le località di partenza e di arrivo. Svelare qualcosa in più sul percorso: posso dirvi che proprio in questa tappa francese percorreremo gran parte delle strade che il Tour de France affronterà il giorno prima. E questo credo sia un bel colpo per la nostra immagine! Prima il Tour e poi il Valle d’Aosta, insomma…».

La quarta tappa sarà spettacolare. Qui il passaggio a Fontainemore per poi proseguire più in alto verso Coumarial
La quarta tappa sarà spettacolare. Qui il passaggio a Fontainemore per poi proseguire più in alto verso Coumarial

Partenza “soft”

Nei due giorni successivi si torna in Valle e si va proprio nei dintorni di Aosta: prima a Saint Christophe (partenza e arrivo) e poi proprio in città con la Aosta-Aosta. Su carta, potrebbero essere le frazioni meno dure, ma vista la tappa inaugurale di Pollein dell’anno scorsa (vinta da Verre), meglio non sbilanciarsi. E infatti Moret chiarisce subito.

«In Valle d’Aosta come detto possiamo accumulare tantissimi metri di dislivello in pochi chilometri. Proprio per evitare che in tanti restino presto fermi, come accennavo, abbiamo pensato ad un via più soft. Soft tra virgolette chiaramente. L’idea è quella di concentrare il maggior dislivello nelle due frazioni finali. Che sono poi quelle decisive. Abbiamo moltissime soluzioni nella scelta dei vari passi e nelle varie strade da affrontare».

L’impresa pazzesca di Gianmarco Garofoli verso Cervinia al Valle d’Aosta 2021
L’impresa pazzesca di Gianmarco Garofoli verso Cervinia al Valle d’Aosta 2021

Finale duro

E appunto le ultime due frazioni sono in linea. La quarta va da Pont Saint Martin a Fontainemore (Coumarial). La quinta entra nel regno dei giganti e va da Valtournenche a Cervinia. E’ su queste strade che la scorsa estate assistemmo alla cavalcata pazzesca di Gianmarco Garofoli. Il marchigiano alzò le braccia al cielo all’ombra del Cervino dopo una fuga solitaria superiore ai 60 chilometri.

Questa gara a tappe si apre quindi con un gigante, anzi, “il Gigante”, il Monte Bianco, e si chiude con un gigante, il Cervino. 

«Le ultime due saranno le tappe più dure e spettacolari – dice Moret – La salita di Fontainemore è una gran bella scalata. Si entra nella Riserva Naturale del Mont Mars, un’area davvero bella da scoprire sia in bici che a piedi. Noi con il Giro della Valle d’Aosta vogliamo far scoprire anche queste località, meno note e più incontaminate».

Da ricordare, infine, che tutte le tappe saranno interamente trasmesse in diretta streaming e radiofonica. Insomma, in attesa del percorso definitivo, il Valle d’Aosta promette dei grandi show: sportivi e naturalistici.