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La Maltinti riparte per Renzo e Scarselli si commuove

02.11.2022
5 min
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«Renzo per me è stato una persona importante, che ha inciso anche nella vita quotidiana. Era molto più di uno sponsor, era un amico, fra noi c’era un rapporto molto stretto. Era sempre in contatto anche con i corridori, anche se ultimamente aveva dovuto un po’ mollare. Però gli piaceva essere presente».

Renzo Maltinti era un appassionato di ciclismo. Qui nel 2011 con Bongiorno passato alla Zalf (photors.it)
Renzo Maltinti era un appassionato di ciclismo. Qui nel 2011 con Bongiorno passato alla Zalf (photors.it)

Presidente e amico

Leonardo Scarselli ha la voce che si incrina, parlando del suo presidente che gli affidò l’ammiraglia della Maltinti Lampadari quando smise di correre (in apertura la vittoria di Federico Molini a Vinci, foto di Simona Bernardini). Erano i primi di ottobre quando Renzo Maltinti, mecenate del ciclismo toscano, se ne è andato nella sorpresa generale, dopo aver lottato per la sua salute e quella del ciclismo. Basti ricordare la battaglia nel periodo del Covid per l‘aumento dei costi delle gare regionali, passate a nazionali affinché l’attività potesse riprendere, quando la Toscana si mise di traverso rispetto alle manovre della Federazione.

«Era già un paio d’anni – prosegue Scarselli – che aveva iniziato ad avere un po’ di problemetti di salute. Prima una cosa, poi un’altra, poi insomma… Erano i primi segnali di qualcosa che non stava andando bene e alla fine ci ha lasciato».

La Maltinti schierata al via della Firenze-Empoli 2022 a Piazzale Michelangelo (photors.it)
La Maltinti schierata al via della Firenze-Empoli 2022 a Piazzale Michelangelo (photors.it)
Sei riuscito a salutarlo?

Alla fine era in ospedale. Fino a poco tempo prima, ci eravamo sentiti e ci vedevamo spesso. Mi ricordo un giorno, un mercoledì. Renzo era stato ricoverato in ospedale per il Covid. Lo chiamai e rispose il figlio Roberto. Mi disse che il peggio sembrava passato, che stava meglio. Mi chiese se volevo parlargli, ma non mi parve il caso di farlo affaticare al telefono, per cui gli dissi che sarei passato a fargli visita appena fosse tornato a casa. Invece è andata come è andata.

Spesso quando se ne vanno questi grandi appassionati, se ne va anche il ciclismo…

La volontà di Renzo era che finché fosse stato in vita, avrebbe voluto rifare la squadra ed era tanto che mi diceva che dovevamo parlare. Io cercavo qualsiasi pretesto per evitare di entrare nel discorso, perché non mi sembrava mai il caso. Insomma, quando una persona non sta bene, penso che il ciclismo debba venire in secondo piano. Però un giorno mi chiamò e mi disse di andare da lui.

Leonardo Scarselli guida la Maltinti Lampadari da otto stagioni. E’ stato pro’ dal 2000 al 2010
Leonardo Scarselli guida la Maltinti Lampadari da otto stagioni. E’ stato pro’ dal 2000 al 2010
Cosa ti disse?

Io ci andai e Renzo mi chiese: «Che si fa il prossimo anno?». Io gli risposi che non c’era niente di male se ci fossimo presi un anno di stop per vedere se nel frattempo fosse migliorato. E lui in tutta risposta mi disse: «Se ci sei, faccio la squadra. Se non ci sei, smetto». Io gli dissi di contare su di me e lui disse: «Bene, io voglio fare la squadra. Perché a febbraio – queste furono le testuali parole – o sono alla Firenze- Empoli o sono morto!».

Una profezia terribile…

Giorno dopo giorno, iniziò a peggiorare. Io nel frattempo avevo parlato con il figlio Roberto e mi aveva detto che sarebbe entrato nella società come vicepresidente, anche per far firmare i contratti ai ragazzi e l’ordinaria amministrazione. Purtroppo poi Renzo se ne è andato e, durante il funerale, Roberto ha espresso la volontà di continuare nel nome del padre. Con la squadra e con le corse. La Firenze-Empoli rimane una corsa Maltinti e verrà fatto un Memorial Maltinti. Rimarranno anche il Città di Empoli e la gara di Vinci. Con lui c’era la sorella Cristina e sono entrambi al nostro fianco.

Di Felice è del 1997 e approda alla Maltinti. Nel 2019 centrò 8 vittorie, eppure come Lucca ha trovato tante porte chiuse (photors.it)
Di Felice è del 1997 e approda alla Maltinti. Nel 2019 centrò 8 vittorie, eppure come Lucca ha trovato tante porte chiuse (photors.it)
Che squadra sarà la Maltinti del 2023?

Abbiamo tutti corridori nuovi. Qualche giovane e degli elite. Con Renzo avevamo sempre voluto fare gli under 23, ma per come stanno andando le cose, diventa improponibile. Gli junior ormai passano direttamente professionisti o vanno nelle continental. Quindi a noi resta la terza o la quarta scelta e quando vai alle corse ti ritrovi con certi squadroni anche alle regionali. Il prossimo anno sembra che qualcosa cambierà, ma per come è adesso, non c’è una logica. Quindi se vuoi competere un minimo, ti devi avvalere di ragazzi di esperienza.

Su chi puntate?

Abbiamo preso Di Felice dalla Gallina-Ecotek e anche Radice dalla Malmantile. Abbiamo fatto un organico abbastanza buono. Di Felice quest’anno è stato secondo nella classifica nazionale, ma rischia di essere un altro Lucca. Sono anni che è lì e va forte, speriamo che possa fare una stagione concreta che lo porti a passare. Anche se non potrà fare le internazionali U23 perché è elite. Abbiamo 8 corridori, andare più su non ha senso, visto che alle corse si parte al massimo in 7 e più spesso in 6. Non serve a nessuno tenere fermi dei ragazzi ed è troppo costoso.

Zamparella nel 2012 è stato l’ultimo atleta della Maltinti a vincere la Firenze-Empoli (photors.it)
Zamparella nel 2012 è stato l’ultimo atleta della Maltinti a vincere la Firenze-Empoli (photors.it)
Gli sponsor tecnici sono gli stessi?

Ci hanno confermato tutti la fiducia, bici Guerciotti incluse. Per cui il programma adesso è di trovarci la prossima settimana per fare il punto e mettere giù un po’ di programmi. A dicembre faremo un primo ritiro, nella casa che abbiamo in affitto vicino Empoli. Ci sono 10 posti letto, abbiamo l’officina, abbiamo tutto, quindi siamo indipendenti per poter fare ritiri quando vogliamo. 

Da dove si parte?

Debutteremo alla Firenze-Empoli. Lo abbiamo sempre fatto, ma quest’anno avrà un valore particolare. Quest’anno più che mai, sarà la corsa di Renzo Maltinti.

Firenze-Empoli e San Geo. I dilettanti ripartono!

23.02.2021
3 min
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Ci siamo, quasi si contano le ore e ripartirà la stagione dei dilettanti. Ad aprire le danze come da tradizione saranno la Firenze-Empoli e la Coppa San Geo, entrambe il 27 febbraio.

I ragazzi scalpitano, le squadre anche e gli organizzatori… corrono e “tremano”. Oltre alle consuete difficoltà ci sono infatti i paletti imposti dal Covid. 

Leonardo Marchiori vince la Firenze-Empoli 2020
Leonardo Marchiori vince la Firenze-Empoli 2020

Firenze-Empoli, parla Maltinti

«Ci siamo – dice il patron Renzo Maltinti – sin qui abbiamo superato molte criticità. Dobbiamo prima di tutto decidere quante squadre far partire, perché abbiamo tantissime richieste e dobbiamo restare nei 200 partenti. Il totale arriverebbe a 236 e allora stiamo pensando di far correre squadre da sei anziché da sette. Però poi spesso succede che dai il via libera a 200 corridori e ne partono 180, serve serietà anche da parte delle squadre vista la situazione per non sprecare spazi e far correre tutti».

Ma in questa situazione di pandemia, organizzare una gara di dilettanti è più motivo di orgoglio o è un “peso”? Perché davvero i paletti delle prefetture e delle Asl non sono pochi. E infatti Maltinti lo ammette chiaramente.

«E’ un peso – dice quasi sconsolato – se vuoi fare le cose per bene e nel rispetto delle regole è molto difficile, ma è anche l’unica strada se non vuoi che qualcuno ti metta i bastoni tra le ruote. La questura ci chiede una cosa e noi la facciamo, non vogliamo problemi. Sarebbe un peccato un fare la Firenze-Empoli. Questa è la 34ª edizione e la 44ª stagione del gruppo sportivo e finalmente anche gli altri si stanno accorgendo di questo impegno. La Federazione, Cassani… oltre alla Firenze-Empoli organizziamo altre cinque gare. Il percorso? Sarà quello classico, non c’è l’intenzione di cambiare. Alla fine i migliori ci sono sempre».

Enrico Zanoncello ha vinto la Coppa San Geo 2020
Enrico Zanoncello ha vinto la Coppa San Geo 2020

San Geo, parla Pozzani

E dalla Toscana ci spostiamo alla Lombardia a Ponte San Marco, Brescia. La Coppa San Geo-Caduti di Soprazzocco, gara tra le più antiche in assoluto non solo d’Italia, ma del mondo, viaggia infatti verso la sua 97ª edizione. Anche al patron Gianni Pozzani chiediamo se organizzare gare di questi tempi è più un orgoglio o un “peso”.

«Direi che è più un rischio – spiega Pozzani – ma se non c’è la volontà il ciclismo non riparte più. Io poi sono anche presidente provinciale e se organizzo io poi partono anche gli altri. Serve impegno, coraggio anche per curare la logistica e allestire la zona gialla e la bolla. Tanto più che noi nel bresciano siamo in una zona altamente a rischio. Anche per questo non ho preso squadre straniere. Non volevo rischiare quarantene. Ci sarà solo la squadra frontaliera svizzera».

Al via della San Geo ci saranno 31 team per un totale di 206 corridori. «Abbiamo voluto dare più spazio alle squadre italiane. Il percorso? Ci saranno da fare tre giri, invece di cinque nel finale. Sono un po’ più lunghi, ci sono dei lavori in zona Calcinato, ma sostanzialmente non cambia nulla».

Come un compito in classe

L’inizio della stagione cela sempre dubbi, speranze, paure, ma anche tanta voglia di misurarsi, in primis con se stessi, tanto più quando si è dilettanti. E’ un po’ come un “compito in classe”: dalla prima corsa si capiscono tante cose. Più di quelle che sembrano. E il corridore lo sa. E se questo vale per gli atleti, vale anche per gli organizzatori.

Quindi si riparte: 150 chilometri in Lombardia e 140 in Toscana. Corridori: a voi!