Dalla nostra recente intervista a Davide Formolo il veneto ci aveva detto di essere alla ricerca del giusto equilibrio tra fisico e mente. La ricerca esasperata di un peso sempre minore non porta sempre i frutti desiderati. Anzi, spesso ci si trova in difficoltà proprio perché manca un qualcosa per arrivare al massimo delle prestazioni. Formolo ha sottolineato anche che arrivare al giusto peso consente di trovare il giusto equilibrio tra performance e ciò che serve per stare bene.
Anche per recuperare al meglio tra una corsa e l’altra è meglio tenere sotto controllo il peso ma senza esagerare. Come si integrano tutti questi discorsi nella preparazione e all’interno di una stagione? Ne abbiamo parlato con Leonardo Piepoli, preparatore di Formolo al Team Movistar.
«Ad oggi – dice Piepoli – ci sono varie teorie che dicono cose differenti. Più che sul peso negli ultimi anni ci si concentra sulla qualità dell’alimentazione. Per tanti anni nel ciclismo il peso veniva considerato come una cosa a sé, mentre ora è stato inserito in una discussione più ampia che riguarda l’alimentazione. Tempo fa si facevano delle cose quasi barbare per dimagrire, come un’alimentazione super controllata».
Alimentazione moderna
Grazie all’arrivo dei nutrizionisti l’alimentazione nello sport ha subito un’impennata positiva, non si guarda più all’estremo ma alla ricerca della giusta compensazione.
«Ora nelle diete dei corridori – continua Piepoli – si guarda all’apporto dei macronutrienti, che devono dare il giusto supporto all’attività sportiva e all’allenamento. Poi i ciclisti fanno sempre la loro parte, c’è a chi basta allenarsi con maggiore frequenza per tornare al giusto peso corporeo, mentre altri devono andare in deficit calorico. Anche se, la discussione principale è sui giovani. Sicuramente con il cambio di metodo che c’è stato negli ultimi anni sono abituati a un maggiore sacrificio. Sono più professionisti dei loro colleghi più grandi alla loro età. I ragazzi arrivano già con la mentalità di pesare il cibo».
Ora avviene prima il passo verso l’alimentazione o verso la preparazione?
L’alimentazione è l’ultima cosa che si fa, non per importanza ma per un discorso di guadagno marginale. E’ più probabile che un atleta giovane non curi ancora l’aspetto nutrizionale ma che si alleni al meglio. Fino a quando questo permette di avere i risultati si può ancora evitare di perfezionare l’alimentazione. Lo si fa nel momento in cui se ne ha bisogno per fare il salto di qualità.
Formolo ha detto che il peso non sarà una sua ossessione nella prossima stagione, ma che lavorerà per stare bene e per recuperare al meglio.
Sono due aspetti che spesso coincidono ma non è detto che perseguendo l’uno che si ottiene l’altro. Il recupero si basa su fattori fisici che ci danno un valore dell’affaticamento, come può essere il battito cardiaco. Ad esempio: un corridore quando è riposato ha una frequenza cardiaca massima di 200 battiti. Quando è stanco questa si abbassa a 180 o 170 battiti.
Come si mettono in relazione?
Bisogna fare le cose affinché non ci sia un crollo. Anche un corridore che mangia bene può avere una decrescita del peso, soprattutto se si parla di gare a tappe di tre settimane. Da tempo si è visto che uno sforzo prolungato e intenso causa infiammazione ai muscoli e una ritenzione idrica, che comporta un aumento del peso. Però questo stress arriva con le gare, non con gli allenamenti. E’ nel primo caso che si deve avere una maggiore attenzione.
Una causa del ciclismo moderno?
Nessun mio collega mette più in relazione il peso alla prestazione, chiaramente nei limiti di un’alimentazione sana e di allenamenti ponderati. Però nel tempo si è visto come un atleta troppo magro non sia in grado di fare prestazioni ottime nell’endurance. Lo stesso atleta con qualche chilo in più ha prestazioni inferiori sulla salita secca, ma se consideriamo una tappa di montagna al Giro le sue prestazioni nel complesso saranno migliori.
Si tratta di un lavoro condiviso tra preparatore e nutrizionista…
Le squadre hanno diviso totalmente questi aspetti, però la comunicazione e il lavoro vanno di pari passo. Il preparatore traccia una linea e dice: «L’atleta lavora al meglio con questo peso». Di conseguenza il nutrizionista farà in modo di dare una dieta bilanciata affinché il corridore mantenga il peso indicato.
In che modo lo si fa?
Grazie alle piattaforme moderne di allenamento il preparatore può vedere dove il corridore è arrivato al massimo delle sue possibilità. Poi il peso oscilla durante tutto l’anno, a seconda del periodo e delle gare che l’atleta è chiamato a fare.
Un esempio?
All’inizio della carriera Formolo nei Grandi Giri era partito come uomo di classifica, chiaro che in quel caso il rapporto tra peso e potenza contava molto di più. Non va dimenticato, come detto prima, che arrivava anche da una cultura differente. Ora che non corre il Giro da top, ma in appoggio, questo gli permette di gestirsi durante le tre settimane.
Una cosa che riguarda tutti è la non estremizzazione del peso.
Certo. A livello di prestazioni lo abbiamo detto, ma è anche una cosa che inficia il recupero. Se un corridore ha un peso e un’alimentazione proporzionati allo sforzo che deve fare i muscoli avranno il giusto apporto calorico e reintregreranno meglio la fatica. Così da non uscire dalle gare sfiniti ed essere pronti in breve tempo per altri sforzi.