Masciarelli continua a crescere: parola di Bevilacqua

01.05.2023
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Lorenzo Masciarelli continua fare esperienza con la Colpack Ballan: nei giorni scorsi era in Toscana insieme a Bevilacqua per correre. Abbiamo deciso di sentire proprio il suo diesse per farci raccontare come stanno andando questi primi mesi bergamaschi. Masciarelli, intervistato da noi tra Belvedere e Recioto, si è detto sereno, non è questo il periodo per raccogliere i frutti del suo lavoro. Insomma, tempo al tempo. 

Dopo l’esordio nel ciclocross Masciarelli si è preso un periodo di pausa per poi iniziare la preparazione su strada
Dopo l’esordio nel ciclocross Masciarelli si è preso un periodo di pausa per poi iniziare la preparazione su strada

L’adattamento

Il corridore abruzzese arriva dal mondo del cross e questo cambio improvviso di disciplina si fa sentire ancora un po’. Non si può pretendere di passare da un impegno all’altro senza gettare delle solide basi.

«Masciarelli – racconta Antonio Bevilacqua – ha sempre lavorato per il cross ed i suoi allenamenti erano tutti di natura esplosiva. La prima cosa che abbiamo notato in lui era una mancanza di resistenza, allora insieme al nostro staff performance: Fusi, Giovani e Mazzoleni si è deciso di cambiare la preparazione. La cosa più importante era fare tante ore in bici, così da incrementare la resistenza. Abbiamo iniziato a lavorare in quest’ottica fin dal ritiro di febbraio a Calpe (foto Instagram di apertura). Non si è allenato sempre in gruppo, anzi, aveva praticamente un suo programma dedicato. Per tutto il tempo in cui siamo stati in Spagna ha fatto tantissimo fondo senza mai superare una certa soglia di intensità».

Masciarelli si è allenato più volte da solo, mentre la squadra seguiva altri programmi (foto Colpack)
Masciarelli si è allenato più volte da solo, mentre la squadra seguiva altri programmi (foto Colpack)

Allenamenti separati

Bevilacqua ci spiega molto bene quale fosse la condizione di Masciarelli appena arrivato alla Colpack. Tanta energia, ma di breve durata, com’è giusto che sia quando il tuo periodo di sforzo si concentra nell’inverno del ciclocross.

«Già dalle prime uscite – continua – si vedeva una buona condizione. Fuori dal comune per chi deve correre su strada, anzi, per meglio dire, troppo precoce. Quando i ragazzi si mettevano a “giocare” sugli strappetti di Calpe, Masciarelli è sempre stato il più pimpante, poi però si spegneva. Una volta costruita la base, abbiamo aggiunto qualche lavoro di forza, questo verso marzo, poco prima che iniziasse a correre. Poi si sono aggiunte delle ripetute al medio ed al medio-soglia. Infine l’ultimo passaggio sono stati gli interval training, quindi 40-40 e 30-30». 

A marzo ha esordito, tante gare per fare fondo e prendere dimestichezza con le corse su strada (foto Colpack)
A marzo ha esordito, tante gare per fare fondo e prendere dimestichezza con le corse su strada (foto Colpack)

Subito in corsa

L’esordio in gara per Masciarelli non si è fatto attendere, il 19 marzo a Montecassiano, aveva già attaccato il numero sulla bici. Una scelta dettata dalla necessità di trovare subito il ritmo ed il feeling con la strada. 

«Nelle prime gare è andato bene – continua a raccontare il diesse – ma ce lo si poteva aspettare. D’altronde Masciarelli arrivava da un grande periodo di forma visti gli impegni nel ciclocross. Tuttavia non dovevamo farci ingannare, si trattava di un momento positivo che non sarebbe durato molto. Un esempio può essere quello che è successo tra il Piva e il Belvedere. Alla prima corsa è andato bene, è arrivato nei primi quindici, una settimana dopo, al Belvedere, la condizione era già in calo. Ma è normale che sia così, la cosa importante per il ragazzo ora è correre, fare esperienza. Non deve pensare al risultato, quello arriverà in futuro, alla classifica penseremo da giugno in poi.  L’obiettivo dei primi mesi era quello di prendere confidenza con l’asfalto, prima d’ora aveva disputato poche corse su strada».

La condizione crescerà di corsa in corsa, gli obiettivi che contano arriveranno nella seconda metà di stagione (foto Colpack)
La condizione crescerà di corsa in corsa, gli obiettivi che contano arriveranno nella seconda metà di stagione (foto Colpack)

Giro? Forse

Uno degli impegni che potrebbero attendere il giovane abruzzese è il Giro d’Italia Under 23, il percorso dovrebbe uscire a breve, da quel momento in poi i programmi saranno più chiari.

«La prima parte di stagione – conclude Bevilacqua – era dedicata ai corridori veloci, ora si pensa alla seconda metà del calendario. Le corse diventano più dure, in questo momento è facile vedere ragazzi che vanno forte. Man mano che i mesi avanzeranno verranno fuori i corridori davvero in condizione, ci aspettiamo che Lorenzo venga fuori da giugno. Il Giro d’Italia dovrebbe essere un suo obiettivo ma sarà difficile, fino a quando non abbiamo il percorso non possiamo scegliere i corridori. Se viene fuori un percorso duro come quello dello scorso anno potremmo lasciare a casa i velocisti. I posti sono limitati: cinque, ed i ragazzi ambiscono tutti a far parte della rosa del Giro. Il 3 maggio dovrebbero presentare il percorso, con la speranza che ci aiuti ad avere le idee più chiare. Per Masciarelli le occasioni per mettersi in mostra ci saranno, se non dovesse fare il Giro avrà comunque a disposizione il Giro della Valle d’Aosta».

Pellizzari: grandi sogni in salita, poi l’amara discesa

20.04.2023
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PREDAZZO – Questa mattina Giulio Pellizzari faceva girare velocemente le gambe sui rulli, al riparo dalle poche gocce che bagnavano Rovereto, alla partenza della quarta tappa del Tour of the Alps. Roberto Reverberi, team manager della Green Project Bardiani CSF Faizanè, rimproverava bonariamente il giovane marchigiano che scherzava con gli altri membri dello staff. «Scaldati seriamente – diceva – che oggi devi provare ad andare in fuga».

Occhi al cielo dopo il traguardo, Pellizzari per un momento ha creduto davvero di poter vincere
Occhi al cielo dopo il traguardo, Pellizzari per un momento ha creduto davvero di poter vincere

Davanti a tutti, tra i grandi

Pronti via inizia il collegamento, e tra i numeri che si sentono snocciolare da Radio Corsa c’è il 94, quello del classe 2003. Si muove nel folto gruppetto e rimane guardingo, una volta calati gli occhiali sul viso la concentrazione sale. La corsa procede ed i minuti di vantaggio rimangono sempre tra i tre ed i quattro, si capisce che oggi il gruppo lascerà fare

All’inizio della salita finale, quella di Passo Pramadiccio, Pellizzari si muove ed esce allo scoperto insieme a Muhlberger e Traaen. Il giovane della Green Project poi si toglie di ruota i due compagni di fuga e pedala forte. Le mani si fanno rosse ed il respiro pesante, scollina in solitaria ma nella discesa viene ripreso dai due inseguitori. In volata viene poi battuto da Muhlberger e Traaen, ed un pugno sbatte sul manubrio della sua De Rosa, la delusione c’è.

Una volta tornato al pullman la tristezza è andata via insieme alla fatica, rimane l’emozione di questa grande giornata
Una volta tornato al pullman la tristezza è andata via, rimane l’emozione di questa grande giornata
Giulio, ci hai creduto?

Sì, ci ho creduto davvero, voi c’eravate al Recioto, quando ho perso la volata a due con Graat. Quella sera non ho chiuso occhio perché avevo buttato via una grande occasione, ed oggi non dormirò ugualmente. 

Hai provato ad allungare fin dall’inizio del Passo Pramadiccio.

Avevo visto, anche nella salita precedente (Passo Sommo, ndr) che i miei compagni di fuga erano più forti di me in discesa. Mi ero ripromesso di guadagnare più tempo possibile, ma non è bastato, peccato davvero. 

Quella salita da solo com’è stata?

Bella, uno spettacolo incredibile. Avere la gente che mi incitava ed urlava il mio nome mi faceva venire la pelle d’oca. 

Avere alle spalle tutti quei grandi nomi che cosa ti ha fatto provare?

Emozioni bellissime, davvero. E’ tutta la settimana che mi sento così e questa sensazione, per fortuna, me la godrò anche domani. 

La salita poi dopo il cartello del GPM non finiva più…

Quando ho guardato verso destra ed ho visto che la strada continuava ad andare su ho detto «cavolo! Non è mica finita». Però ero lì, pensavo solo a spingere forte e mettere secondi tra me e quelli dietro. 

Ora hai altri obiettivi?

Posso dirlo con certezza, vista la mia condizione, soprattutto dopo la giornata di oggi: al Giro d’Italia under 23 punterò alla maglia rosa. Anche perché lì in discesa non si va così forte. Quella di oggi era la quarta tappa e stavo meglio della prima.

In partenza quando ti abbiamo chiesto come stessi hai detto che eri affaticato, hai bluffato?

No no – dice con una risata – diciamo che la stanchezza oggi c’era davvero. Ne parlavo stamattina con Henok (Mulubhran, ndr) il mio compagno di fuga, mi ha risposto che tutti hanno male alle gambe, si gioca su chi ne ha di meno. Ho dimostrato di stare bene e sono contento, ed avrò modo di riprovarci, proprio dal Giro U23.

La discesa

Sulle prime curve si era subito visto che Pellizzari fosse in difficoltà, i due inseguitori ci hanno messo poco a tornare sulle ruote del marchigiano. Una volta raggiunto Muhlberger gli ha fatto un cenno della mano come per dire a Pellizzari: «vieni con noi». L’austriaco poi ha vinto la tappa. 

«Ero molto sorpreso di vederlo lì – racconta in sala stampa – ha un grande futuro davanti, ha solo 19 anni. Ha corso con grande forza in una salita difficile come l’ultima che abbiamo affrontato, dove ad un certo punto c’è stato anche vento in faccia. Il mio gesto è stato per dargli credito, per ciò che ha fatto vedere in salita, non è facile essere così giovani, essere qui e correre nel modo in cui ha fatto lui oggi».