Avreste mai pensato a un locale dedicato interamente al ciclismo e in particolare al ciclocross? Non è nella patria dell’attività sui prati, in Belgio, ma molto più vicino, a Ciampino alle porte della Capitale. Non è solo un ritrovo per tutti gli appassionati, un riferimento per chi cerca qualsiasi pezzo specifico tanto da avere una clientela extraregionale. E’ anche la sede di uno dei principali team del nostro Paese in tema ciclocrossistico: il Cycling Café.
A dir la verità il team ha radici più antiche, in quanto ha superato il decennale di attività. Col tempo si è sviluppato al punto di essere uno dei pochissimi del panorama italiano inserito nella lista Uci e che ha corridori provenienti da tutta Italia. Paolo Ottaviani tiene le sue fila, gestendo una formazione che si è messa in luce anche all’estero.
«Abbiamo fatto richiesta all’Uci nel 2019 – dice – da allora siamo un team internazionale e per questo abbiamo aperto i tesseramenti anche a corridori non laziali. Abbiamo 6 corridori a livello assoluto e 12 giovanili, ma l’attività del Cycling Café va oltre perché non facciamo solo attività di ciclocross, ma ci dedichiamo anche a strada e mtb».
Quanti sono in totale i tesserati per il club, considerando anche le attività?
Ne abbiamo una sessantina, ma potrebbero essere molti di più viste le richieste. Non ampliamo il numero perché vogliamo seguire ogni ragazzino con grande attenzione: abbiamo una scuola di mtb che è un po’ il fiore all’occhiello del nostro sodalizio e ci teniamo che ogni tesserato sia adeguatamente seguito.
Il vostro è un team più votato all’offroad?
Sì, il ciclocross d’inverno e la mtb nelle altre stagioni sono le nostre attività primarie. Facciamo anche strada amatoriale, ma solo a livello regionale. Il ciclocross resta però il nostro riferimento principale, almeno a livello assoluto.
Siete uno dei pochi team che fa attività all’estero…
Per noi è un must. Il calendario è molto stretto nel tempo, ogni domenica ci sono gare internazionali, noi con la squadra assoluta cerchiamo di seguire le gare dove ci sono più possibilità di raccogliere punti per il ranking Uci e permettere ai nostri atleti di partire il più davanti possibile. I nostri ragazzi gareggiano un po’ ovunque, dalla Slovacchia alla Svizzera, dalla Spagna al Belgio. Non possiamo seguire un calendario ordinato, nel senso di qualche challenge nella sua interezza anche perché non abbiamo una struttura che si muova all’estero e anche d’inverno il nostro impegno principale verte sui giovanissimi.
Cominelli e la Bulleri sono le vostre punte?
Come risultati indubbiamente. Cristian era già stato con noi, poi era passato alla Scott che lo seguiva sia nella mtb che nel ciclocross. Quest’anno è tornato e ne siamo stati davvero felici. Alessia è un po’ la punta di diamante, tiene molto al ciclocross da abbinare alla sua attività su strada. Ma dietro di loro ci sono elementi che sono in netta crescita.
Baldestein è uno di questi, con la sua vittoria al Giro delle Regioni…
Raul si è messo in evidenza tutto l’anno, ha fatto un salto di qualità proprio grazie alle esperienze che ha raccolto all’estero, anche in prove importanti in Belgio. Andava forte già da esordiente, è stato parte della squadra laziale che per l’unica volta nella sua storia vinse la Coppa Italia. Da junior scoprì di essere celiaco e per 3 anni era un po’ scomparso dai radar perché non trovava la giusta alimentazione. Quest’anno sembra davvero aver trovato la quadra e i risultati si sono visti.
Chi altro c’è nel team assoluto?
Ragonesi che quest’anno è passato U23. E’ andato sempre bene, sia nella mtb che nel ciclocross, anzi viene da un dicembre nel quale ha mostrato evidenti progressi. Non ha fatto trasferte perché doveva giustamente privilegiare la scuola.
Un’attività come quella descritta, con tante trasferte all’estero si prospetta onerosa…
Lo è, se si pensa che per ogni atleta che fa attività internazionale bisogna stanziare qualcosa come 25 mila euro. Lo facciamo però con piacere, abbiamo gli sponsor che ci accompagnano e investono non solo nel team ma nelle nostre idee. Siamo un riferimento per tutto il Centro Italia, forse l’unica vera alternativa al predominio del Nord e anche questo ci ha spinto a tesserare atleti anche non di queste parti.
C’è una ricaduta dei risultati del team sull’attività del negozio?
E’ chiaro che lo scopo dell’attività è anche quello di dare visibilità ai marchi. Non saprei dire quale sia effettivamente il rapporto fra le due entità, ma il nostro punto d’incontro è molto conosciuto e frequentato anche da corridori di altre squadre. Inserendo al suo interno il bar abbiamo dato un aspetto diverso dal solito, più legato all’intrattenimento. D’altronde siamo in un periodo strano, con l’onda lunga del Covid che aveva portato un grande movimento di mercato che si va un po’ affievolendo.