Un bar per il ciclocross, entrate con noi al Cycling Café

03.02.2023
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Avreste mai pensato a un locale dedicato interamente al ciclismo e in particolare al ciclocross? Non è nella patria dell’attività sui prati, in Belgio, ma molto più vicino, a Ciampino alle porte della Capitale. Non è solo un ritrovo per tutti gli appassionati, un riferimento per chi cerca qualsiasi pezzo specifico tanto da avere una clientela extraregionale. E’ anche la sede di uno dei principali team del nostro Paese in tema ciclocrossistico: il Cycling Café.

A dir la verità il team ha radici più antiche, in quanto ha superato il decennale di attività. Col tempo si è sviluppato al punto di essere uno dei pochissimi del panorama italiano inserito nella lista Uci e che ha corridori provenienti da tutta Italia. Paolo Ottaviani tiene le sue fila, gestendo una formazione che si è messa in luce anche all’estero.

«Abbiamo fatto richiesta all’Uci nel 2019 – dice – da allora siamo un team internazionale e per questo abbiamo aperto i tesseramenti anche a corridori non laziali. Abbiamo 6 corridori a livello assoluto e 12 giovanili, ma l’attività del Cycling Café va oltre perché non facciamo solo attività di ciclocross, ma ci dedichiamo anche a strada e mtb».

A sinistra Fabio Ottaviani, titolare del team e del negozio. Una vita dedicata al ciclocross
A sinistra Fabio Ottaviani, titolare del team e del negozio. Una vita dedicata al ciclocross
Quanti sono in totale i tesserati per il club, considerando anche le attività?

Ne abbiamo una sessantina, ma potrebbero essere molti di più viste le richieste. Non ampliamo il numero perché vogliamo seguire ogni ragazzino con grande attenzione: abbiamo una scuola di mtb che è un po’ il fiore all’occhiello del nostro sodalizio e ci teniamo che ogni tesserato sia adeguatamente seguito.

Il vostro è un team più votato all’offroad?

Sì, il ciclocross d’inverno e la mtb nelle altre stagioni sono le nostre attività primarie. Facciamo anche strada amatoriale, ma solo a livello regionale. Il ciclocross resta però il nostro riferimento principale, almeno a livello assoluto.

Siete uno dei pochi team che fa attività all’estero…

Per noi è un must. Il calendario è molto stretto nel tempo, ogni domenica ci sono gare internazionali, noi con la squadra assoluta cerchiamo di seguire le gare dove ci sono più possibilità di raccogliere punti per il ranking Uci e permettere ai nostri atleti di partire il più davanti possibile. I nostri ragazzi gareggiano un po’ ovunque, dalla Slovacchia alla Svizzera, dalla Spagna al Belgio. Non possiamo seguire un calendario ordinato, nel senso di qualche challenge nella sua interezza anche perché non abbiamo una struttura che si muova all’estero e anche d’inverno il nostro impegno principale verte sui giovanissimi.

Cominelli e la Bulleri sono le vostre punte?

Come risultati indubbiamente. Cristian era già stato con noi, poi era passato alla Scott che lo seguiva sia nella mtb che nel ciclocross. Quest’anno è tornato e ne siamo stati davvero felici. Alessia è un po’ la punta di diamante, tiene molto al ciclocross da abbinare alla sua attività su strada. Ma dietro di loro ci sono elementi che sono in netta crescita.

Per Cominelli una stagione ad alti e bassi. Ora punta tutto sulle Marathon di mtb
Per Cominelli una stagione ad alti e bassi. Ora punta tutto sulle Marathon di mtb
Baldestein è uno di questi, con la sua vittoria al Giro delle Regioni…

Raul si è messo in evidenza tutto l’anno, ha fatto un salto di qualità proprio grazie alle esperienze che ha raccolto all’estero, anche in prove importanti in Belgio. Andava forte già da esordiente, è stato parte della squadra laziale che per l’unica volta nella sua storia vinse la Coppa Italia. Da junior scoprì di essere celiaco e per 3 anni era un po’ scomparso dai radar perché non trovava la giusta alimentazione. Quest’anno sembra davvero aver trovato la quadra e i risultati si sono visti.

Chi altro c’è nel team assoluto?

Ragonesi che quest’anno è passato U23. E’ andato sempre bene, sia nella mtb che nel ciclocross, anzi viene da un dicembre nel quale ha mostrato evidenti progressi. Non ha fatto trasferte perché doveva giustamente privilegiare la scuola.

Alessia Bulleri in gara in Coppa in Val di Sole, finita al 25° posto (foto Facebook)
Alessia Bulleri in gara in Coppa in Val di Sole, finita al 25° posto (foto Facebook)
Un’attività come quella descritta, con tante trasferte all’estero si prospetta onerosa…

Lo è, se si pensa che per ogni atleta che fa attività internazionale bisogna stanziare qualcosa come 25 mila euro. Lo facciamo però con piacere, abbiamo gli sponsor che ci accompagnano e investono non solo nel team ma nelle nostre idee. Siamo un riferimento per tutto il Centro Italia, forse l’unica vera alternativa al predominio del Nord e anche questo ci ha spinto a tesserare atleti anche non di queste parti.

C’è una ricaduta dei risultati del team sull’attività del negozio?

E’ chiaro che lo scopo dell’attività è anche quello di dare visibilità ai marchi. Non saprei dire quale sia effettivamente il rapporto fra le due entità, ma il nostro punto d’incontro è molto conosciuto e frequentato anche da corridori di altre squadre. Inserendo al suo interno il bar abbiamo dato un aspetto diverso dal solito, più legato all’intrattenimento. D’altronde siamo in un periodo strano, con l’onda lunga del Covid che aveva portato un grande movimento di mercato che si va un po’ affievolendo.

Celiachia nel ciclismo: patologia diffusa più che mai

27.01.2023
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Nel mondo del ciclismo si parla molto della patologia del diabete. Una squadra internazionale, la Novo Nordisk, ha svolto un compito basilare nello sfatare molti tabù al riguardo. Ha dimostrato che gli atleti diabetici possono tranquillamente competere con i ciclisti “normali” (e usiamo le virgolette appositamente, perché sul tema della normalità ci sarebbe tanto da dire…). Molto poco invece si parla a proposito della celiachia, dimenticando che stiamo parlando di una patologia autoimmune che ha una diffusione enorme. Ultimi studi parlano di almeno il 30 per cento della popolazione che è quantomeno predisposto a questa patologia.

Il tema è emerso a proposito di Raul Baldestein (in apertura), corridore della Cycling Café che recentemente ha conquistato la vittoria nel Giro delle Regioni di ciclocross. Il corridore romano era un prospetto molto interessante a livello giovanile, finché da junior non gli venne diagnosticata la celiachia. Da allora Baldestein ha vissuto 3 anni di anonimato sportivo, senza riuscire a ottenere più risultati perché non riusciva a trovare la giusta alimentazione. Quando dal punto di vista della dieta ha iniziato a risolvere il problema il suo livello sportivo è tornato a crescere. Ora la sua parabola è in decisa ascesa.

Il dottor Giorgi, da quest’anno alla Green Project Bardiani
Il dottor Giorgi, da quest’anno alla Green Project Bardiani

La giusta alimentazione

Per molti versi il caso di Baldestein è esemplare: quando viene diagnosticata la celiachia, ci si trova di fronte a un problema dalla complicata soluzione. Bisogna trovare la giusta alimentazione che permetta di fornire al fisico tutti gli elementi di cui ha bisogno per funzionare al meglio senza però utilizzare quelle sostanze che il fisico ha dimostrato di non poter assumere. Per saperne di più abbiamo contattato il medico sportivo Andrea Giorgi, in forza alla Green Project Bardiani Faizané.

«Gli ultimi studi – spiega Giorgi – hanno dimostrato che in chi fa sport la possibilità di conclamazione della celiachia è maggiore. Questo sia per fattori di stress che per maggior impegno fisico. Per un ciclista la gestione di una simile patologia non è semplice, perché sappiamo benissimo che i cereali sono alla base dell’alimentazione atta a fornire il “carburante” necessario agli impegni prestativi.

I principali sintomi provocati dalla celiachia, molti comuni ad altre patologie (foto CDI)
I principali sintomi provocati dalla celiachia, molti comuni ad altre patologie (foto CDI)

Una sintomatologia particolare

«I problemi che la celiachia provoca sono diversi. Si va dall’infiammazione intestinale con tutte le sue conseguenze alla riduzione del ferro nel sangue, come anche di vitamine essenziali come la vitamina D. E’ fondamentale quindi trovare la giusta alimentazione sostitutiva per permettere al fisico di non subire danni derivanti dall’assunzione di sostanze con glutine ma anche di avere comunque il giusto sostentamento allo scopo di avere prestazioni all’altezza».

In questo senso le difficoltà a cui è andato incontro Baldestein hanno ragion d’essere: «La giusta alimentazione si trova attraverso una continua sperimentazione. Essa richiede tempo, considerando poi che ogni caso è a sé. Questo principio d’altronde vale un po’ per tutti, ogni persona ha una sua propria costituzione metabolica e fisica. Ad esempio c’è chi preferisce e trova maggior profitto dall’assunzione di pasta e chi dal riso. Lo stesso vale per i celiaci, che devono sostituire simili sostanze con altre. Esse potranno essere ad esempio le patate, la quinoa o altro, ma sempre sperimentando. E questo va fatto soprattutto in allenamento, trovando la giusta combinazione».

La celiachia danneggia l’epitelio intestinale con gravi disfunzioni per il corpo (foto Gettyimages/Stockphoto)
La celiachia danneggia l’epitelio intestinale con gravi disfunzioni per il corpo (foto Gettyimages/Stockphoto)

Gli esami necessari

Come scoprire di essere celiaci? Si parte innanzitutto dai sintomi, ma attenzione, perché questi possono essere comuni anche a molte altre patologie, soprattutto nell’ambito ciclistico: «Gonfiore addominale o perdita di peso possono avere varie cause per un ciclista. Il problema è che molti attribuiscono questi e altri sintomi ad altre cause, non pensano di avere la celiachia. Serve una diagnosi corretta, dopo una serie di esami».

Quali sono gli esami più comuni? «Si parte da quelli del sangue affiancando alla classica routine quelli di particolari anticorpi e autoanticorpi come la transglutaminasi anti-tissutale (tTGA), gli anticorpi anti-edomisio (EMA) e gli anticorpi antigliadina (AGA). Se i livelli sono superiori alla norma, il paziente è probabilmente celiaco e si procede a ulteriori esami, partendo da quelli per eliminare la possibilità di eventuali allergie alimentari. La risposta definitiva si avrà attraverso una biopsia dell’epitelio intestinale».

La quinoa può essere un valido sostituto a pasta e riso (foto mangiaconme.it)
La quinoa può essere un valido sostituto a pasta e riso (foto mangiaconme.it)

Una dieta non per tutti…

La celiachia non va presa alla leggera, ma è sbagliato anche pensare che una dieta apposita faccia bene anche a chi celiaco non è e a tal proposito Giorgi racconta un interessante spunto.

«Questa moda era iniziata a diffondersi anni fa – racconta – quando molti adottavano una dieta senza glutine pensando che a prescindere facesse bene. Vennero fatti studi specifici e batterie di test dando a tutti la stessa dieta, celiaci e non, scoprendo che poi la sintomatologia variava statisticamente in maniera minima. I sintomi come il gonfiore intestinale possono avere varie cause. Io in 10 anni avrò avuto 2-3 casi di ciclisti celiaci proprio perché di fronte a sintomi così comuni prima si guarda ad altre cause che nella quasi totalità dei casi si indovinano».

Resta comunque un principio: anche chi ha la celiachia può tranquillamente svolgere un’attività sportiva al massimo livello, esattamente come un diabetico: «Possono insorgere anche altri sintomi più specifici come problemi alla tiroide o rush cutanei se non si adottano le giuste misure, ma trovando la dieta più adatta le prestazioni possono essere comunque di elevato livello. Esattamente come gli altri, quelli “normali”».