Barbieri in crescita: il doppio ruolo e un sogno estivo su Parigi

13.04.2024
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Al primo anno con la maglia del Team DSM Firmenich, Rachele Barbieri ha aiutato la compagna Georgi Pfeiffer a conquistare il secondo posto nella Roubaix vinta da Kopecky (le due sono insieme in apertura). Lo scorso anno, con la LIV Racing Techfind aveva propiziato il secondo posto di Katia Ragusa. Che la corsa del pavé le porti bene o sia lei che porta bene alle compagne, la singolare statistica l’ha messa di buon umore. La campagna del Nord si è chiusa, il prossimo passaggio sarà la Vuelta, ma per ora l’orizzonte è un breve passaggio a casa dopo tre settimane in Olanda.

Rachele parla veloce, come quando ha tante cose da dire. L’adattamento nella nuova squadra procede spedito e anche se finora è mancata la vittoria, i segni che qualcosa di buono potrebbe presto accadere non mancano. Per questo il clima appare disteso. Le ragazze vanno forte: il lavoro sta dando i suoi frutti.

L’inserimento di Barbieri nella DSM Firmenich procede bene: ora il programma prevede la Vuelta
L’inserimento di Barbieri nella DSM Firmenich procede bene: ora il programma prevede la Vuelta
Alla Roubaix per qualche passaggio non sei sembrata una velocista, piuttosto un diavolo…

Sono stata molto contenta che fosse nel mio programma da inizio stagione. E’ la mia gara preferita, ma non era scontato che mi inserissero al primo anno nella squadra nuova. Ero già contenta per questo, poi avvicinandoci al grande giorno ho iniziato a sentirne l’importanza. Abbiamo avuto le disposizioni, ognuno aveva un ruolo ben definito. Correvamo per Georgi Pfeiffer e, se fosse stata bene, anche Franziska Koch avrebbe avuto le sue possibilità. Siamo partite con l’idea di lavorare al massimo per loro e anche se non siamo riusciti ancora a raggiungere la vittoria, abbiamo sempre dimostrato che lavoriamo bene.

Nessun condizionamento legato ai risultati?

Zero. Almeno dal mio punto di vista come atleta, correre in questa squadra è una grande soddisfazione. Tutte le ragazze mettono il loro 110 per cento nel loro lavoro, che sia all’inizio che nessuno le vede neanche, che sia appunto alla fine per finalizzare. Il giorno della Roubaix siamo stato un po’ sfortunate con Charlotte Kool, perché è caduta subito e ha dovuto cambiare anche una ruota a causa di un problema. Per cui siamo entrate nel primo settore di pavé che lei era già indietro e non è mai riuscita a tornare davanti. Da quel momento mi è stato dato il compito di portare Pfeiffer davanti su tutti i settori di pavé e di tenerla davanti il più a lungo possibile. Ci siamo sempre trovate al momento giusto nel punto giusto. Ognuna si fida dell’altra, quindi mi viene abbastanza semplice anche muovermi.

Fino a quando è durata la sensazione di forza?

Fino al momento in cui ha attaccato la Kopecky. Io ero alla sua ruota, ma la Pfeiffer mi ha passata. Ho provato a stare lì, ma ho visto che non sarei riuscita, quindi mi sono fatta sfilare e sono rimasta in un gruppettino subito dietro. Non eravamo tanto lontane, ma ovviamente ho smesso di collaborare. Il tentativo di tornare dentro c’è sempre stato e alla fine siamo entrate nel velodromo con tre minuti.

Nella sua seconda Roubaix, Barbieri ha lavorato per Georgi Pfeiffer, arrivata poi alterzo posto
Nella sua seconda Roubaix, Barbieri ha lavorato per Georgi Pfeiffer, arrivata poi alterzo posto
Che effetto fa?

E’ sempre bello, anche ritrovarsi a fare la volata è una cosa particolare. All’inizio non volevo neppure farla, dato che non c’era nulla in palio. Ma quando ho visto che nessuna mollava, allora mi sono fatta prendere dall’adrenalina e l’ho vinta. Si fa per dire, non sai mai chi si sia impegnata davvero. Diciamo che sono passata per prima, il resto rimane nel dubbio. In più, quando siamo entrate in pista, avevo quasi capito che avesse vinto la nostra compagna, invece…

Invece?

Invece poco dopo dal maxi schermo ho capito che era toccato a Kopecky e che Georgi era arrivata terza. Quando ci siamo fermate dopo la volata, l’ho incontrata che piangeva ed era contentissima. Non è una vittoria, ma per lei essere riuscita a battere in volata la Vos in quel velodromo è stato speciale. Peccato abbia trovato davanti la campionessa del mondo ed Elisa Balsamo. Davvero un bel mix di emozioni.

L’anno scorso un secondo posto, quest’anno il terzo…

Manca il primo, dite? Non posso paragonarla allo scorso anno. Anche quella è stata una bellissima gara, però sono stata sfortunata. Ho forato nel Carrefour de l’Arbre, quindi in quel momento ho perso ogni possibilità. Però era venuto un bel risultato perché Katia Ragusa era davanti e sapevamo che c’erano tante possibilità che la fuga arrivasse. Sappiamo bene com’è andata a finire, penso che per Katia sia stata una bella soddisfazione, anche se un po’ inattesa. Sicuramente, come pure quest’anno, eravamo partite per vincere, ma sapevamo di non essere le più forti. Quest’anno avevamo più consapevolezza, in qualche modo sapevamo che Pfeiffer poteva giocarsela e così è stato.

Ai primi di marzo, Barbieri terza alla Drentse Acht van Westerveld, dietro Van Rooijen e Consonni
Ai primi di marzo, Barbieri terza alla Drentse Acht van Westerveld, dietro Van Rooijen e Consonni
Cosa prevede adesso il tuo programma?

Farò la Vuelta e per questo siamo rimaste una settimana in più per allenarci, fare qualche prova di cronosquadre, ma adesso torno a casa. Dopo la Roubaix ho fatto qualche giorno tranquilla, ho recuperato un po’ e adesso finalizzerò un po’ tutto per arrivare alla Vuelta con la migliore condizione possibile. Niente Giro invece, facendo la Vuelta non se ne è parlato.

Cosa rimane del sogno di fare le Olimpiadi su strada?

Ho parlato con il cittì Sangalli a inizio stagione, non recentemente. Onestamente sono molto contenta di quello che sto facendo, perché sta uscendo un lato di me che non si conosceva. Cioè non solo la velocista che pensa a finalizzare, ma anche quello dell’atleta che sa sacrificarsi per la squadra e le compagne. Sto dimostrando che sono in grado di fare coprire i ruoli. Se sono leader, posso fare la volata e qualche bel piazzamento è arrivato. Altrimenti posso mettermi al servizio di un’altra. Ho sempre detto e continuo a pensare che all’Olimpiade corrono in quattro e due sono decise, cioè Longo Borghini ed Elisa Balsamo. Io continuo a crederci e proverò a dimostrare che voglio quel posto. Sono certa che andrà chi più l’avrà meritato, come pure che di qui ad agosto possono cambiare ancora molte cose. Per questo tengo i piedi per terra.

Barbieri, dopo il buon inizio, ora freme per pilotare Kool

15.03.2024
6 min
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Forse non se lo aspettava nemmeno lei di inserirsi così bene e rapidamente nella nuova squadra. E forse non pensava neanche di raccogliere così presto un paio di risultati importanti. Rachele Barbieri è arrivata al Team dsm-firmenich PostNL con un compito ben preciso per le volate di Charlotte Kool, ma in questo inizio di 2024 si è dovuta mettere in proprio facendosi trovare pronta come finalizzatrice.

Su quasi mille chilometri di gare, solo in due circostanze Barbieri ha corso al fianco della sua capitana e, nonostante tutto, l’affinità tra loro sta migliorando, anche a distanza (e vedremo come). Nel frattempo la ventisettenne di Serramazzoni al suo debutto stagionale ha centrato un secondo posto dietro Wiebes nella tappa inaugurale del UAE Tour e poi una terza piazza che grida vendetta alla Drentse Acht van Westerveld. L’umore di Rachele adesso è alto non tanto per i risultati, quanto per la nuova carriera che si sta profilando e il nuovo ruolo che si sta ritagliando.

Impossibile non parlare del tuo buon avvio. Te lo aspettavi?

Onestamente no (risponde in modo raggiante, ndr). In generale sono molto contenta di come sto andando. Rispetto all’anno scorso ho già visto un gran bel cambiamento. Sento che sto diventando un po’ più completa, anche se in salita faccio ancora fatica. Inizialmente mi facevo un po’ di paranoie sul fatto di essere la più “anziana” della squadra, invece mi sono resa conto di essere in mezzo ad atlete ben formate. Sto imparando tanto da tutte le ragazze, anche quelle più giovani come Barale e Ciabocco.

Quindi possiamo dire che ti sei ambientata bene, giusto?

Sì, benissimo. Sono molto soddisfatta del feeling che c’è fra noi nel team. Anzi, come dico spesso ai miei genitori o a Manlio (Moro, il suo compagno, ndr), mi spiace essere arrivata in DSM solo adesso, benché non rinneghi il mio percorso passato. Questa squadra è ciò che mi serviva. So che hanno regole precise e che non tutti sono portati a rispettarle, però negli anni scorsi ero abituata ad arrangiarmi da sola in tante cose tra gara e fuori. Ora invece mi piace l’idea di essere all’interno di un meccanismo.

Rachele Barbieri ha un contratto col Team dsm-firmenich PostNL, fino al 2026. Ha deciso di concentrarsi solo sull’attività su strada
Rachele Barbieri ha un contratto col Team dsm-firmenich PostNL, fino al 2026. Ha deciso di concentrarsi solo sull’attività su strada
Nei due podi conquistati potevi ottenere qualcosa in più?

La settimana scorsa alla Drentse Acht sì. Ho sbagliato partendo troppo presto e sia Van Rooijen, che poi ha vinto, che Chiara (Consonni, ndr) mi hanno passato negli ultimissimi metri. Peccato perché stavo bene ed invece l’ho buttata via, ma sono contenta se penso alle difficoltà dell’anno scorso. Invece al UAE Tour ho fatto un grande risultato arrivando dietro a Wiebes. E’ giusto ammettere che è lei la velocista più forte in gruppo. Però in questo caso sono convinta che ce la possiamo giocare con Charlotte.

Kool in effetti è forse l’unica che ha dimostrato di saper battere Wiebes. Come va il vostro affiatamento?

Poco prima del UAE Tour, Charlotte si è fatta male ed è dovuta restare a casa. A quel punto la squadra ha lavorato per me e non me lo aspettavo. Non siamo andate male, ci siamo comportate bene anche nei ventagli. E Charlotte guardando le tappe da casa prendeva appunti su come ci eravamo mosse durante lo sprint senza di lei. Mi ha dato riscontri utili al fine di migliorare i nostri automatismi. Non è scontato entrare in una squadra così rodata. E devo dire che lei si fida di me.

Quando ci sarà la prossima sfida?

Alla Ronde van Drenthe non c’è stato lo sprint perché si arrivava sul VAMBerg ed ora Wiebes vince anche su questi terreni, lo avete visto tutti. Però su percorsi e arrivi piatti, penso che Kool abbia punte di velocità uguali o maggiori. Loro due sono state compagne proprio qua alla DSM e si conoscono bene. La prima occasione sarà a De Panne giovedì prossimo (21 marzo, ndr). Non vedo l’ora che arrivi questo scontro con Lorena perché riusciremo a capire a che punto saremo col nostro treno.

Ora che hai accumulato un po’ di giorni di gara, avverti il peso delle responsabilità di questo ruolo rispetto alle prove in allenamento?

Quando ho firmato per la DSM sapevo di venire qua per lavorare per Charlotte. Ed aggiungo anche per Georgi, atleta giovane, veloce e forte che tiene su percorsi e arrivi più difficili. Sapevo che sarei dovuta stare vicina a loro, quindi è normale che le responsabilità ci siano, però ho capito che qui non ci sono differenze. C’è molta unione, ci aiutiamo tutte l’una con l’altra e ognuna è importante. Sono contenta perché mi sto già accorgendo che sto crescendo.

Doppio ruolo. Rachele avrà il compito di pilotare in volata Kool (a sinistra) e in altre gare restare vicino a Georgi (a destra)
Doppio ruolo. Rachele avrà il compito di pilotare in volata Kool (a sinistra) e in altre gare restare vicino a Georgi (a destra)
Considerando anche che non farai più pista, sta nascendo una nuova Rachele Barbieri?

Diciamo di sì. Ho dovuto fare scelte dolorose, ma ponderate. Ad esempio non sono più seguita dal mio vecchio preparatore Stefano Nicoletti. Ora ho quello della squadra per essere tutte noi atlete allineate allo stesso modo. Stefano ha capito perfettamente la situazione e penso che adesso sia meglio per tutti. Così come per la pista, anche se mi dispiace non farla. Però se avessi continuato, e me ne stavo accorgendo, avrei rischiato di non fare bene né la pista né la strada. Sono curiosa e altrettanto motivata di vedere come andrò essendo più leggera negli impegni e facendo solo un’attività.

Quali sono gli obiettivi a breve termine?

Direi uno per il momento. Quello principale è riuscire a creare il miglior treno possibile per Charlotte Kool e metterla nelle condizioni di giocarsi la volata senza problemi. Le gare si vincono e si perdono e su questo non siamo particolarmente preoccupate. Invece sappiamo che se ci prepariamo bene e trasferiamo in gara questo lavoro, possiamo toglierci belle soddisfazioni.

Ciabocco a ruota libera tra Australia, Dsm e la Omloop mancata

22.02.2024
6 min
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La curiosità ci è sorta guardando la starting list della Omloop Het Nieuwsblad femminile, tradizionale apertura europea del WorldTour anche tra i maschi in programma il 24 febbraio. Cosa ci fa una ragazza “peso paglia” di 19 anni in una gara che è un Fiandre in miniatura? Sicuramente esperienza, ma la risposta completa ce l’ha fornita Eleonora Ciabocco.

Per la verità è stata l’occasione per parlare di tanto altro con la marchigiana al secondo anno col Team dsm-firmenich PostNL, che ora racconta con maggiori dettagli rispetto al passato i propri aneddoti. Ciabocco ha iniziato il 2024 dall’Australia, però il suo calendario è ancora in via di definizione. Nel frattempo si è iscritta all’università di Camerino (alla Facoltà Ambiente Gestione Sostenibile delle Risorse Naturali), aggiungendo ai suoi obiettivi anche la volontà di conciliare tutti gli impegni nel migliore dei modi.

Eleonora facciamo un piccolo recap partendo dalla trasferta australiana. Com’è andata?

Era la seconda volta che andavo in Australia dopo i mondiali di Wollongong. La preparazione non ha riguardato solo gli allenamenti. Siamo stati seguiti dal nostro staff in tutto e per tutto per l’avvicinamento e poi per lo smaltimento del jet lag. Siamo arrivate laggiù il lunedì e il Tour Down Under iniziava al venerdì, per cui siamo riuscite a prendere bene i ritmi. Solo a Geelong, dove abbiamo corso un criterium e la Cadel Evans Race (che quest’anno si chiamava Deakin University, ndr), abbiamo trovato del vento e un po’ freschino, ma in generale il caldo non è stato un grande problema. Anche perché ci eravamo preparate a dovere.

In che modo?

A ridosso della partenza, il nostro staff ci aveva detto di fare una decine di saune, praticamente una al giorno. Ci aveva fatto un programma su come affrontarle in modo graduale. Io sono andata nel centro spa di un hotel di Montegranaro, che è a pochi minuti da casa mia a Corridonia. Ci andavo al pomeriggio dopo l’allenamento. Ho alternato la sauna finlandese a quella mediterranea. La prima è sui 90 gradi, la seconda sui 40. Ho iniziato con la prima facendo sedute da 5 minuti intervallate da docce fredde o ghiaccio. Poco alla volta sono arrivata a fare anche dei cicli da 15 minuti in quella finlandese che quasi non mi faceva sentire quella mediterranea (sorride, ndr).

Eleonora si è goduta la famiglia a casa. Qui col fratello Elia e la sorella Elisa, ex corridori che l’hanno ispirata a correre in bici
Eleonora si è goduta la famiglia a casa. Qui col fratello Elia e la sorella Elisa, ex corridori che l’hanno ispirata a correre in bici
A livello di gambe invece com’è andata?

Sono arrivata in Australia preparata. Mi sentivo bene e non ho sofferto di nulla. I miei compiti erano quelli di aiutare la squadra. L’obiettivo era lavorare per Megan Jastrab, la nostra velocista, ma prima di partire è caduta rompendosi il bacino e quindi le volate le ha fatte… Barale! Ci siamo dovute reinventare ed è stato divertente perché abbiamo fatto ancora più squadra, scoprendo qualcosa di nuovo in ognuna di noi.

Di risultati ne avete raccolti in effetti.

Siamo andate forte, anche se riconosco che il livello non era altissimo. Francesca si è piazzata diverse volte tra le prime cinque-sei. L’olandese Nienke Vinke, mia coetanea, ha fatto seconda di tappa a Willunga Hill e poi nella generale, conquistando la maglia di miglior giovane. Abbiamo vinto la classifica a squadre del Tour Down Under, dove abbiamo gestito momenti difficili nell’ultima tappa. Ed anch’io sono soddisfatta di me stessa. Alla Deakin University (corsa WorldTour australiana, ndr) ho chiuso 14ª nel primo gruppo aiutando nel finale Francesca, che ha fatto sesta, a riportarla sulle contrattaccanti.

Esperienza. Ciabocco nel 2023 ha corso sul pavè la Nokere Koerse, una gara poco incline alle sue caratteristiche
Esperienza. Ciabocco nel 2023 ha corso sul pavè la Nokere Koerse, una gara poco incline alle sue caratteristiche
Hai avuto qualche indicazione per le prossime gare?

Certamente ho avvertito buone sensazioni, seppur con le debite proporzioni. Noi ci eravamo preparate molto bene, ma come accennavo prima, la concorrenza non era molto alta. Avremo riferimenti maggiori con le gare in Europa e da lì, personalmente, capirò meglio la mia condizione. dopo un mese di allenamenti a casa

Quindi sabato correrai in Belgio la Omloop Het Nieuwsblad, una gara così poco incline a te?

A dire il vero no (risponde divertita, ndr). Ho visto che sono inserita nella lista partenti ed infatti alcuni miei conoscenti mi hanno scritto qualche giorno fa dicendomi che mi avevano messa nel fantaciclismo. Gli ho dovuto dire però che è un errore dei vari siti specializzati. Non so il motivo perché la squadra me lo aveva comunicato per tempo.

Sarebbe stata comunque una giornata in cui fare esperienza.

Sì certo. In Belgio non ho corso molto. Ho fatto il mondiale di Leuven nel 2021, la Gand-Wevelgem juniores l’anno successivo che non ha quasi nulla di quella elite. L’anno scorso ho disputato quattro gare, tra cui la Danilith Nokere Koerse che ha diversi tratti in pavè ed è molto lontana dalle mie caratteristiche. La filosofia della squadra però è proprio quella. Far fare esperienza a tutte le ragazze in questo tipo di gare o in quelle meno adatte. Infatti ad esempio Barale correrà la Omloop Het Nieuwsblad.

Notiamo sempre di più e con piacere quanto tu ti sia inserita benissimo e velocemente nella squadra. E’ giusta questa impressione?

Mi trovo davvero bene. A distanza di più di un anno sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta. Qualcuno diceva il contrario o che avrei trovato difficoltà. Invece no, pressioni non me ne danno. Anzi da junior ero sempre tesa prima delle gare, mentre ora sono molto serena. Ci siamo conosciute tutte molto bene perché i nostri tecnici ci fanno stare in camera sempre con compagne nuove proprio per questo motivo. E poi siamo giovanissime, pensate che la più grande è Rachele (Barbieri che ha compiuto 27 anni ieri, ndr).

Con lo studio come ti stai organizzando?

Sto provando a trovare i giusti incastri. Avrei voluto studiare fisioterapia, ma non era un indirizzo compatibile con la mia attività. Ne ho scelto un altro che mi piaceva ed in questo senso l’università di Camerino è fantastica perché essendo on-line mi dà la possibilità di gestirmi come posso. Sono poi entrata nel progetto legato agli atleti quindi sono veramente avvantaggiata. Attualmente sto studiando geologia per un esame, ma credo che rimanderò l’appello visto che sarò via a correre.

In Australia sono state buone le sensazioni provate in gara da Ciabocco
In Australia sono state buone le sensazioni provate in gara da Ciabocco
A questo punto il calendario di Eleonora Ciabocco cosa prevede?

Non ce l’ho ancora programmato anche perché noi che siamo andate in Australia abbiamo saltato il ritiro di gennaio dove solitamente si fa una prima programmazione. Quindi il condizionale è più che mai d’obbligo. Al momento so che dovrei correre la Strade Bianche e poi il Trofeo Binda. So che dovrei fare la Freccia del Brabante e poi un po’ di Ardenne tra cui la Liegi, che sarebbe la prima volta per me. Dato che la Vuelta verrà posticipata, potrei correre l’Itzulia Women e la Vuelta a Burgos. Qualcosa di più preciso lo saprò nelle prossime settimane.

Barale, nel 2024 il sogno di andare al Tour e al mondiale

16.11.2023
6 min
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A dispetto dei suoi vent’anni, Francesca Barale all’interno della DSM-Firmenich ha acquisito diversi gradi di esperienza e di considerazione da parte di compagne e tecnici. Nella stagione appena archiviata ha compiuto un altro step importante del suo processo di crescita, tanto che il rinnovo fino al 2025 ne è stato il naturale riscontro.

In questo periodo la ragazza di Domodossola sta approfittando del buon clima della Costa Azzurra per incamerare chilometri assieme ad un paio di compagne, prima di partire a metà dicembre per Calpe in ritiro con la sua squadra. Con Barale abbiamo voluto fare una panoramica sul prossimo anno, considerando anche il suo ruolo indiretto di trait d’union tra la DSM-Firmenich e la BFT Burzoni nell’accordo che ha visto la sua ex formazione junior diventare un devo team delle olandesi.

Francesca innanzitutto che 2023 è stato?

Sono contenta di come è andato. Alla fine è solo il mio secondo anno tra le elite, quindi è stata una stagione ancora di esperienza. Ho lavorato molto per le compagne e ho certamente raggiunto un livello superiore, più vicino a quello che voglio io e della squadra. Ho finito in crescendo di condizione. Infatti alla Tre Valli Varesine ho chiuso col botto (sorride, ndr). Quarta dietro atlete di grande valore (nell’ordine Lippert, Ludwig e Balsamo, ndr). Un bel piazzamento, il mio migliore finora, che mi ha permesso di andare in off-season col morale alto. Che non guasta mai…

Ogni volta che ti abbiamo incontrata alle gare ti abbiamo vista sempre più inserita. Questo possiamo definirlo anche il risultato che ha premiato il tuo farti trovare sempre pronta?

Alla DSM mi trovo davvero bene e lo ripeto con grande convinzione. In questi due anni di percorso mi sono guadagnata la fiducia della squadra nel fare bene la gregaria e per me è il risultato più importante. Alla Tre Valli, Juliette (Labous, la loro leader, ndr) non stava troppo bene e ad un certo punto mi ha detto di fare la mia corsa visto che ero ancora davanti nel finale. L’ho ringraziata perché alla fine è venuta a farmi i complimenti e, siccome ero inizialmente delusa, anche mi ha permesso di capire ciò che avevo appena fatto.

Barale ha chiuso il 2023 con un quarto posto alla Tre Valli, frutto anche della fiducia che la DSM ripone in lei
Barale ha chiuso il 2023 con un quarto posto alla Tre Valli, frutto anche della fiducia che la DSM ripone in lei
Sappiamo che Labous ha molta stima di te. Che effetto ti fa?

Juliette è davvero una ragazza splendida. Fra di noi il legame si è rafforzato molto, perché siamo state molto in camera assieme. La definisco la mia mentore (sorride con un mix di soddisfazione ed imbarazzo, ndr). Può sembrare paradossale perché ha solo 25 anni, ma lei ha una grande maturità. Nel ciclismo femminile, cinque anni di differenza sia anagrafica che di esperienza pesano tanto e si fanno sentire.

Ci elenchi gli aspetti positivi e negativi di questa tua stagione?

Di buono c’è il fatto che ho saputo restare con le migliori in alcune corse, non me lo aspettavo. Poi anche il fatto di poter assumere dei ruoli importanti. Alla DSM in ogni corsa c’è sempre una leader, Labous ad esempio, ed una capitana, ovvero colei che viene indicata dai diesse come regista. Ecco, spesso è toccato a me quel compito. Di negativo ho notato le crono, tutt’altra cosa rispetto a quelle da junior nelle quali andavo bene. Mi sono resa conto che se voglio essere competitiva in una piccola gara a tappe, devo migliorare tanto. Infatti nella seconda parte di stagione avevo iniziato a lavorare tanto su posizione ed aerodinamica facendo tante ore con la bici da crono.

Compagna di stanza. Labous è la leader della DSM ed ha stretto un bel legame con Barale in questi due anni (come con Ciabocco)
Compagna di stanza. Labous è la leader della DSM ed ha stretto un bel legame con Barale in questi due anni (come con Ciabocco)
Nella DSM avete atlete con cui contrastare la SD-Worx. Cosa dovete fare per ridurre il gap con loro con più regolarità?

Onestamente per quello che abbiamo visto quest’anno c’era poco da fare. Loro erano sempre in superiorità numerica, però sappiamo come batterle. E’ successo più di una volta con Charlotte e Pfeiffer (rispettivamente Kool e Georgi, ndr). Ad esempio, io credo che Charlotte nella volata pura sia più veloce di Wiebes, ma noi dobbiamo cercare di fare sempre un treno perfetto affinché ciò avvenga. Così come la stessa Juliette è una che nel testa a testa su una salita finale è in grado di vincere. Anche in quel caso bisogna saperla supportare in modo adeguato. Noi non abbiamo paura della SD-Worx e se nel 2024 sapremo restare unite nelle fasi cruciali della corsa, allora potremo toglierci tante soddisfazioni.

L’anno prossimo ci sarà anche Barbieri, che si sente già a suo agio…

Ho letto la vostra intervista a lei e mi hanno fatto tanto piacere le sue parole. Anche su Eleonora (Ciabocco, ndr) che ha fatto un bel primo anno. Con Rachele abbiamo fatto quattro ore assieme in auto per andare in ritiro in Austria e altrettante per tornare. Ne abbiamo dette tante di cose (ride, ndr). Siamo contente di avere un’atleta come lei, ci aiuterà in tante cose e darà un grande contributo.

Azzurra. Barale quest’anno ha disputato Avenir e Europeo U23. Nel 2024 vorrebbe guadagnarsi la chiamata per il mondiale di Zurigo
Azzurra. Barale quest’anno ha disputato Avenir e Europeo U23. Nel 2024 vorrebbe guadagnarsi la chiamata per il mondiale di Zurigo
Quali saranno programmi ed obiettivi di Francesca Barale per il 2024?

Prima di tutto devo capire ancora in quali gare spicco, se classiche o gare a tappe. Spero di avere un po’ di spazio per giocarmi le mie carte in alcune corse. Potrei iniziare a correre in Australia, ma ancora non abbiamo avuto bozze di calendario, quindi è tutto da vedere. Mi piacerebbe fare il Tour e non nascondo che vorrei correre il mondiale di Zurigo, che ha un percorso che mi si addice. Sono ancora U23 e naturalmente mi metterei al servizio della squadra, però vorrei arrivarci preparata per fare risultato nella mia categoria (elite e U23 corrono assieme, ndr). Con la nazionale ci sarà anche l’Avenir e se ci arriverò con la mentalità giusta, spero di avere un ruolo diverso da quello di quest’anno.

Dopo il tuo passaggio a fine 2021, DSM e BFT Burzoni collaboreranno ancora. Qualcuno ti aveva chiesto dei pareri?

No, nessuno, ma penso non ci fosse bisogno della mia opinione. Certo, prima dell’ufficializzazione avevo qualche anticipazione da Solari (il team manager della BFT Burzoni, ndr) e chiaramente mi aveva fatto molto piacere saperlo. So che la nostra rete di osservatori gestita da Hans Timmerman, il nostro capo scouting, è molto attiva e sa dove andare a pescare bene.

La prima collaborazione tra DSM e BFT Burzoni è avvenuta a fine 2021 col passaggio di Barale al team olandese
La prima collaborazione tra DSM e BFT Burzoni è avvenuta a fine 2021 col passaggio di Barale al team olandese
Cosa ne pensi di questi rapporti sempre più frequenti tra team stranieri ed il nostro tessuto giovanile?

Sono sempre a favore di accordi che coinvolgano le giovani italiane con l’estero, se strutturati in modo chiaro come questo. Posso dire di aver sdoganato un tabù ed io non mi sento minimamente pentita. Così come non la è nemmeno Eleonora (Ciabocco, sua compagna alla DSM, ndr). Le junior devono fare delle scelte ben precise visto che passano subito elite. Bisognerà capire cosa succederà con l’introduzione dei ProTeam dal 2025, però adesso purtroppo il ciclismo italiano femminile soffre del fatto che non ci sia un team WorldTeam, proprio come negli uomini. Ed è un peccato perché le nostre nazionali femminili sono tra le più forti in assoluto.

Barbieri, l’addio alla pista e il tentativo di Villa

12.11.2023
3 min
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“Barbieri, il passaggio alla DSM e l’addio (sofferto) alla pista”. Con questo titolo giovedì abbiamo raccontato la scelta di Rachele Barbieri, in procinto di passare al Team DSM-Firmenich, di lasciare la pista proprio nell’anno delle Olimpiadi.

«Penso di avere dato tanto alla pista – ci ha detto – è il mondo in cui ho raccolto i risultati più importanti. Ho mandato un messaggio a Villa per dirgli che ho scelto di puntare tutto sulla strada e non aver ricevuto neanche una risposta mi ha fatto rendere conto che ho fatto la scelta giusta».

L’abbraccio fra Barbieri e Villa agli europei del 2022, dopo la vittoria della madison
L’abbraccio fra Barbieri e Villa agli europei del 2022, dopo la vittoria della madison

La riunione di Glasgow

Come correttezza e curiosità impongono, abbiamo contattato il tecnico della pista azzurra, che dopo le Olimpiadi di Tokyo ha ricevuto l’incarico di seguire anche il settore femminile della pista. Non è un mistero che dopo i mondiali di Glasgow e alcune prestazioni non proprio esaltanti delle ragazze, Villa si fosse sfogato invitando le azzurre a frequentare con più assiduità la pista.

«Non siamo riusciti a trovare la quadra – spiega – mentre gli uomini ormai sanno gestirsi meglio. Niente di troppo grave, il WorldTour femminile c’è da soli tre anni e le ragazze sono giovani e devono trovare gli equilibri giusti. Per questo dopo i mondiali, Amadio ha fatto una riunione chiedendo loro chi volesse garantire il proprio impegno in pista. Rachele era già ripartita, per cui questa cosa le fu riportata».

Agli europei del 2022, oltre alle medaglie su pista, per Barbieri il bronzo nella prova su strada, dietro Wiebes e Balsamo
Agli europei del 2022, oltre alle medaglie su pista, per Barbieri il bronzo nella prova su strada, dietro Wiebes e Balsamo

La reazione di Villa

Amadio diede alle ragazze una scadenza entro la quale fornire la risposta richiesta, quella di Rachele è arrivata oltre quel tempo e nei toni a Villa è parsa molto netta in favore della strada.

«A me dispiace che abbia scelto in questo modo – prosegue Marco – perché so quanto ha dato alla pista. Nel 2022 agli europei vinse tutto, quest’anno non ha avuto una stagione troppo buona, ma sono cose che possono succedere. Mi dispiace pensi che sia tutto deciso, perché non è vero. Ascoltando i singoli, ognuno ha le argomentazioni più convincenti. Io però ho otto atlete e devo farne correre cinque, per cui devo avere una visione di insieme. Non le ho risposto subito perché prima ho voluto confrontarmi con Nicola Assuntore, responsabile delle Fiamme Oro, per capire se possa parlarci lui e se ci sia margine di ripensamento. Non voglio che tutto questo diventi un botta e risposta sui media. Ma risponderò certamente a Rachele». 

Frattanto la nazionale sta per iniziare il percorso di avvicinamento all’anno olimpico. Dal 15 al 19 novembre tutte le ragazze sono attese a Noto per il primo ritiro del nuovo anno. Pedaleranno prevalentemente su strada, ma il velodromo Pilone poco distante dall’hotel sarà comunque il loro punto di riferimento. A differenza dello scorso anno, le azzurre candidabili a un posto per Parigi 2024 saranno tutte presenti, come chiesto da Amadio in quella riunione a Glasgow.

Barbieri, il passaggio alla DSM e l’addio (sofferto) alla pista

09.11.2023
8 min
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Rachele Barbieri è di ottimo umore. Le vacanze alle Maldive con Manlio Moro sono finite da poco e sopravvivono nel telefono e sui social in una lunga teoria di immagini. Anche a casa le cose da fare non mancano. La prima uscita con la bici nuova ha portato entusiasmo, il ritiro di ottobre con il Team DSM-Firmenich l’ha proiettata in una dimensione totalmente nuova. Il cambio di squadra ha colto tutti di sorpresa. In gruppo qualcuno sapeva, ma hanno tenuto la bocca chiusa.

Quando l’abbiamo incontrata in Cina alla fine del Tour of Guangxi, la promessa è stata di raccontare tutto dopo le vacanze. E adesso la voglia di ricominciare è così forte che anche a sentirla parlare ti viene addosso un senso di allegria contagiosa. Le parole girano veloci, come quando hai tante cose da dire e temi che il tempo non ti basti.

Le vacanze alle Maldive sono alle spalle, i ricordi sono in un continuo di immagini sui social (foto Instagram)
Le vacanze alle Maldive sono alle spalle, i ricordi sono in un continuo di immagini sui social (foto Instagram)
Quando è venuto fuori il Team DSM?

In realtà abbastanza presto, prima del Giro d’Italia. Appena è uscito il discorso che la mia squadra (la LIV Racing-Techfind, ndr) si sarebbe unita con la Jayco-AlUla, mi hanno contattata. La cosa in realtà mi ha sorpreso, perché quest’anno non è stata una bella stagione per me. E mi sono ritrovata anche un po’ in difficoltà perché con la squadra avevo instaurato un bel rapporto. Mi è dispiaciuto andare via, è stata una scelta difficile. Però ho pensato a me stessa e alla mia crescita all’interno della DSM. La fusione della LIV con la Jayco è una cosa molto positiva, ne avevamo bisogno perché sebbene fossimo una squadra WorldTour, qualcosa ci mancava.

E allora perché cambiare?

Si sarebbe trattato comunque di cambiare squadra e andare in un ambiente in cui non sapevo come mi sarei trovata. Se si fosse trattato di restare nella LIV, non avrei nemmeno valutato altre proposte. Avevo un bel contratto e non mi piace interrompere gli impegni che prendo. Ma dovendo mischiare nuovamente le carte, mi sono guardata intorno. Il Team DSM è una squadra super organizzata, in più ho sempre ammirato molto il modo di correre e l’unione delle atlete. E poi mi hanno fatto capire di avermi seguito in ogni corsa, per valutarmi e capire se fossi adatta per il team.

Al Giro Donne, foto con il padre Giampiero e la mamma Mara che compiva gli anni (foto Ossola)
Al Giro Donne, foto con il padre Giampiero e la mamma Mara che compiva gli anni (foto Ossola)
Che cosa ti hanno proposto?

Sono stati chiari fin da subito. Cercavano un’atleta per fare l’ultima donna di Charlotte Kool. Mi hanno detto che quello sarebbe stato il mio ruolo principale, però che avrei avuto anche le mie opportunità. In più volevano farmi firmare per più anni (fino al 2026, ndr), per investire sulla mia crescita all’interno della squadra. Mi hanno subito presentato un bel programma e una bella struttura. In gruppo si dice che sia molto complicato entrare nel loro metodo, ma allo stesso tempo quando fai tutto quello che ti chiedono, diventa tutto più semplice.

Come è stato partecipare al primo ritiro?

Quei tre giorni con loro mi sono bastati per capire quanta unione c’è tra le ragazze. Le leader fanno il possibile per essere da tramite fra noi e i capi. Se c’è un problema, vogliono che prima lo affrontiamo e lo superiamo tra noi, prima che diventi davvero serio. La cosa che mi fa strano è che, a 26 anni, io sia la più vecchia. Anche le leader sono veramente tutte giovanissime e nonostante ciò, avrò tanto da imparare. Mi è bastato il viaggio in macchina con le ragazze italiane, per capire quanto siano sveglie e veramente formate. Ho colto tante cose che sicuramente mi serviranno. Non ho assolutamente paura a dire che sarò io a dover imparare da loro, piuttosto che il contrario.

Barbieri vive a San Marino e così, pur essendo una velocista, eccola sul Carpegna (foto Instagram)
Barbieri vive a San Marino e così, pur essendo una velocista, eccola sul Carpegna (foto Instagram)
La Jayco ha provato a trattenerti?

Sì, perché io ho detto subito che c’era stata questa offerta. Ho voluto essere chiara, perché loro sono sempre stati molto corretti con me. Non gli ho lasciato tanto margine, perché non ho voluto che diventasse un discorso di soldi. Ho preso la decisione senza giocare al rialzo, ero contenta della mia scelta. Loro ci sono rimasti un po’ male, secondo me davano per certo che rimanessi. Allo stesso tempo hanno capito l’opportunità che mi si presentava e così ci siamo salutati da amici. Me ne accorgerò col tempo se sarà stata la scelta giusta, per ora sono molto soddisfatta.

Hai chiesto informazioni a Barale o Ciabocco prima di firmare?

No, non ho parlato con nessuno, se non con Manlio e la mia famiglia. La cosa che un po’ mi terrorizzava è la fama di rigidezza della DSM e il fatto che spesso devi restare a vivere in Olanda e questa è stata la prima domanda che ho fatto, dato che a me piace stare a casa con la mia famiglia. Invece mi hanno risposto che abbiamo a disposizione ciascuno il suo appartamento singolo, ma posso gestirmi come voglio. Se preferisco allenarmi a casa, nessun problema, ma è chiaro che nel periodo delle classiche sarà più comodo fare base lassù.

Rachele Barbieri ha vinto il mondiale dello scratch nel 2017 e cinque europei: questo nella madison con Zanardi a Monaco 2022
Rachele Barbieri ha vinto il mondiale dello scratch nel 2017 e cinque europei: questo nella madison con Zanardi a Monaco 2022
La DSM non ama che le sue atlete pratichino pista, questo sarà un problema?

Sono stati molto chiari. Mi hanno detto: «Sappiamo già che vieni dalla pista e avresti avuto ancora un anno di contratto in Liv, quindi non possiamo impedirti di fare pista, soprattutto nell’anno delle Olimpiadi». Ovvio però che per gli anni successivi mi avrebbero chiesto di non farne più, ma io ho voluto essere onesta con me stessa. Non penso abbia più senso fare 50 e 50. Passo in una squadra con un preparatore che ti segue alla perfezione e vuole sapere tutto. Sarebbe difficile se non impossibile incastrarsi con il programma della pista, dato che non abbiamo delle tabelle ben definite. In più, l’ultimo anno e mezzo è stato pesante. Quindi ho voluto fare una scelta per me stessa e ho preferito chiudere con la pista. E’ stato difficile, una scelta veramente impegnativa. Però sono anche dell’idea che ho 26 anni e non so quanti anni ancora correrò in bici. Per cui mi sono detta che ho questi tre anni per cercare di dare il meglio di me e arrivare al massimo delle mie capacità su strada. E credo che questa sia la squadra più adatta.

Lasci la pista nell’anno delle Olimpiadi…

Mi dispiace, soprattutto ricordando il percorso che ho fatto per arrivare alle Olimpiadi di Tokyo. Penso di avere dato tanto alla pista, è il mondo in cui ho raccolto i risultati più importanti. E penso di essere ancora all’altezza di quei posti, però allo stesso tempo sento di non avere più voglia di rimettermi in competizione, in un sistema in cui secondo me ci sono cose ancora poco chiare. Quindi ho preferito scegliere così. Ho mandato un messaggio a Villa e non aver ricevuto neanche una risposta mi ha fatto rendere conto che ho fatto la scelta giusta. Ci può stare anche che lui pensi che io non sia all’altezza del gruppo olimpico, però per tutto quello che ho dato in questi anni, credo che una risposta la meritassi. Sono cose che non si dovrebbero dire, ma ci penso spesso. Non dico tutti i giorni, ma quasi. E una cosa che mi fa stare molto male.

In azione alla Het Nieuwsblad: le classiche potrebbero essere uno spazio per lei, se Kool non sarà in corsa
In azione alla Het Nieuwsblad: le classiche potrebbero essere uno spazio per lei, se Kool non sarà in corsa
Quindi vedremo una Rachele a tutta strada?

Forse questa decisione mi darà ancora più grinta per la strada. L’ultima stagione non è stata eccezionale e ho capito che quando vai forte, tutti ti cercano, ma se fai un anno un po’ peggio, non ti vede più nessuno. Il ciclismo è proprio come la vita, perché ti insegna anche a crescere davanti a queste cose, a superare anche ostacoli non semplici. Detto questo, mi piacerebbe allenarmi ancora in pista. Il messaggio si concludeva proprio con questo auspicio, ma adesso mi sentirei in difficoltà a chiedere di andare a Montichiari.

Quindi?

Voglio ricominciare, fare le cose per bene e non passare più un anno come l’ultimo. Il ciclismo è una parte della mia vita, ma non è tutto e non voglio starci male. Ho avuto la grande opportunità di continuare a fare quello che mi piace in modo diverso. In questi ultimi anni è cambiato tutto, sono cambiati gli stipendi e spero che anche le Fiamme Oro capiscano questa scelta. Sono entrata con loro come atleta della pista e non so se ora cambierà qualcosa. Spero di riuscire a dimostrare di poter tirare fuori qualcosa di bello anche su strada.

Dovrai tirare le volate a Charlotte Kool, in che rapporti siete?

Mi è piaciuto che mi abbia chiamata prima di firmare il contratto. Abbiamo fatto una videochiamata e si è presentata e mi ha spiegato il suo punto di vista. L’ho trovata una persona veramente umile. Poi mi è piaciuta molto in ritiro, viverla di persona, perché mi sono resa conto che è veramente una leader. Lo noti in tutto quello che fa, ma non è che si dia delle arie. Eravamo in camera insieme, super rilassate e sono molto curiosa di iniziare.

Barbieri e Kool: coppia sprint della DSM: compagne di stanza nel ritiro di ottobre (foto Instagram)
Barbieri e Kool: coppia sprint della DSM: compagne di stanza nel ritiro di ottobre (foto Instagram)
L’avevi mai studiata come avversaria?

Ho studiato come corrono. E’ impressionante come sono sempre unite. Lei risparmia tantissimo fino alla volata, non deve mai recuperare posizioni perché c’è chi la pilota e allo sprint è sempre super fresca. Da fuori mi sembra di capire che hanno uno schema ben definito dall’inizio, sanno già fino a dove devono arrivare e cosa devono fare. Però per contro ho visto che al Simac Ladies Tour le è mancata l’ultima donna davanti e si è buttata sulle ruote di altri e ha vinto lo stesso. Vincere contro una Balsamo o una Wiebes non è semplice, perché sono forti. Ha la grinta giusta e magari avere come leadout un’atleta esplosiva come me piuttosto di una passista che va in progressione, potrebbe aiutarla.

Lavorare per un’altra: che effetto fa?

Negli ultimi due anni, la squadra ha corso sempre per me. Però mi piace lavorare per le mie compagne, quindi non vedo l’ora di farlo per lei, perché se vincesse lei, sarebbe come se vincessi io. Charlotte è diventata grande lavorando per Wiebes, quindi magari questa esperienza farà crescere anche me. Sono molto carica, spero di riuscire a fare quello che mi chiederanno. Nello stesso tempo, spero di ritrovare la gamba per le classiche e di avere qualche possibilità nelle gare meno veloci. Vedremo cosa mi diranno. Per ora mi sembra tutto bello, la nuova bici sembra volare. Al ritiro di dicembre saprò dirvi di più. E comunque a Parigi non si corre soltanto su pista…

Classiche, Giro e Tour: «Mai senza la mia EnviLiv»

25.07.2023
5 min
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«Ero molto emozionata – dice subito Rachele Barbieri – non vedevo l’ora di provare la EnviLiv. Già l’anno scorso era uscita la Propel, la versione maschile. Io mi trovavo molto bene con la bici 2022, ma sapendo che il modello da uomo era migliorato tantissimo, ero curiosa di provare gli ulteriori miglioramenti apportati».

Seconda tappa del Tour Femmes, ieri. Barbieri con le altre velociste, ha pagato pioggia e freddo
Seconda tappa del Tour Femmes, ieri. Barbieri con le altre velociste, ha pagato pioggia e freddo

Aero per sole donne

Liv Cycling ha lanciato come novità per il 2023 il modello EnviLiv Advanced Pro AXS, la bicicletta aerodinamica della linea Giant pensata appositamente per le donne.

Il telaio rispetto ai modelli precedenti si presenta completamente rinnovato, grazie alla forma dei tubi a profilo alare ad ellisse troncata ed il nuovo cockpit Contact SLR aero a profilo piatto, che conferiscono maggiore aerodinamica, controllo e comfort nella guida della bicicletta. Le forme dei tubi sono state progettate utilizzando la fluidodinamica computazionale (CFD) e i dati della galleria del vento, per ottimizzare ogni segmento.

Per la realizzazione del telaio (disponibile in 4 misure, dalla XXS alla M) è stato usato il nuovo carbonio Advanced-Grade composite, che ha permesso di alleggerire EnviLiv 2023 di ben 205 grammi rispetto ai modelli precedenti.

Inoltre il passaggio dei cavi è completamente interno, migliorando così, oltre all’estetica, anche l’aerodinamica (alla quale concorre anche l’adozione di borracce schiacciate) e l’affidabilità del mezzo in generale.

La bici è leggera e aerodinamica (qui in colorazione Hibana). Barbieri conferma di averla usata in tutte le corse, salvo la Roubaix
La bici è leggera e aerodinamica (qui in colorazione Hibana). Barbieri conferma di averla usata in tutte le corse, salvo la Roubaix

Feeling immediato

L’entusiasmo di Rachele Barbieri nel parlarne ci ha spinto a chiamarla. L’atleta olimpica della pista sta correndo il Tour de France Femmes in maglia Liv Racing-TeqFind (le cui bici sono montate con gruppi Sram) e sta usando dall’inizio dell’anno (in gara e in allenamento) la EnviLiv 2023. Che cosa trova di così entusiasmante nella sua nuova bici?

«E’ fantastica – dice – ho subito trovato feeling con il nuovo telaio, tant’è che da quest’anno uso solo EnviLiv anche per allenarmi, mentre l’anno scorso l’alternavo con Langma: l’altro modello di casa Liv dalle geometrie più sottili, pensato per le salite».

Parlando della guidabilità e aerodinamica, cosa ci puoi raccontare? Controllo della bici in discesa, e soprattutto volate, la tua specialità…

Noi in squadra la chiamiamo Machine: hai la sensazione che quando prendi velocità, lei ti spinga ancora più veloce! Ovviamente essendo una bici pensata per velocisti risulta un po’ più rigida del modello da salita, ma sinceramente non ho mai avuto problemi.

Quindi in volata sarà super?

Per quanto riguarda le sensazioni in volata, me la sono sentita subito molto mia e questo è un grande aiuto per un velocista. Mi devo saper destreggiare in mezzo al gruppo, bisogna avere massima fiducia nel proprio mezzo, soprattutto quando aumentano le velocità, per dare il meglio delle proprie capacità nello sprint finale.

A questa rigidità concorre la porzione di telaio composta dal movimento centrale e dal fodero orizzontale, enormemente sovradimensionata. La scatola è larga 86 millimetri (nelle bici da fuoristrada la misura è di 92 millimetri). I foderi orizzontali asimmetrici forniscono inoltre ulteriore rigidità sul lato guida e stabilità sul lato opposto.

Gand-Wevelgem, ci sono i muri, ma è probabile l’arrivo in volata. EnviLiv, ruote non troppo alto e il gioco è fatto
Gand-Wevelgem, ci sono i muri, ma è probabile l’arrivo in volata. EnviLiv, ruote non troppo alto e il gioco è fatto
Recentemente hai corso al Giro d’Italia ora sei in Francia. Già in allenamento da quest’anno usi solo EnviLiv, in corsa che scelta hai fatto? Alterni i vari modelli di bicicletta per le tappe di montagna?

In corsa sempre EnviLiv. Come peso cambia pochissimo rispetto alla Langma. La EnviLiv ti porta leggerezza e reattività. Ogni minimo dettaglio fa la differenza, si cerca sempre di limare su tutto. E’ bello sapere che abbiano fatto dei telai dalle geometrie pensate appositamente per donne.

L’hai utilizzata anche per le classiche del Nord?

Al di là della Roubaix, dove per una questione di ruote ho utilizzato Langma, perché si può montare un copertone più grande, molto spesso parliamo di gare che si concludono in volata. Avere EnviLiv ti può dare un gran vantaggio in quelle circostanze. Poi alla fine per quanto riguarda le classiche del Nord, più che sul telaio te la giochi con copertoni e ruote. E anche su quel fronte, noi abbiamo Cadex, che fornisce davvero degli ottimi prodotti (il team corre con pneumatici tubeless, avendo sperimentato meno forature, minore resistenza al rotolamento e una guida più fluida e veloce, ndr).

Barbieri & Moro: storie di corse, allenamenti e vita

Giada Gambino
23.07.2023
5 min
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Reduce dal Giro Donne, Rachele Barbieri continua i suoi allenamenti assieme al compagno Manlio Moro, corridore della Zalf Eurobil Fior, due volte campione europeo nel quartetto e, a quanto si dice, promesso al Movistar Team. Dopo i racconti di Elisa Longo Borghini sulle volate al cartello con Jacopo Mosca, ci è venuta la curiosità di chiedere all’emiliana che cosa le dia allenarsi con il suo ragazzo. E lei ci racconta così il ciclismo “di coppia” e i suoi prossimi, stancanti, appuntamenti. 

Nella valorizzazione di Rachele Barbieri su strada c’è la forte impronta di Giorgia Bronzini
Nella valorizzazione di Rachele Barbieri su strada c’è la forte impronta di Giorgia Bronzini
Condividere il lavoro con la persona che ami…

E’ stato qualcosa un po’ di inaspettato. Mi sono sempre detta «Assolutamente no ciclisti», per la paura di non poter mai staccare la testa quando sono a casa e nei momenti impegnativi. Alla fine le cose capitano e non puoi farci nulla, sono molto contenta. Non è sempre semplice. L’aspetto positivo è sicuramente quello di condividere lo stesso sport, allenarsi insieme e goderci di conseguenza la giornata insieme. Lo stile di vita è lo stesso: dal cibo al riposo. Con un altro tipo di ragazzo, non è sempre semplice farsi capire da questo punto di vista. Tra gli aspetti negativi, invece, c’è il fatto che quando parto io, torna lui, torno io e parte lui: non ci vediamo spesso. Questo, però, ti porta a vivere intensamente il tempo insieme. Sono molto contenta, ci capiamo tanto, capiamo le necessità reciproche e ci aiutiamo.

Durante gli allenamenti insieme… 

E’ molto bravo, solitamente sono io quella un po’ peggio, ho meno pazienza (ride, ndr). Quando dobbiamo fare distanza, che non richiede esercizi specifici, usciamo insieme e a volte lui mi deve aspettare e fare un po’ di avanti e indietro. Alla fine quando torniamo a casa lui ha sempre qualche chilometro in piu’ rispetto me, anche se il giro è lo stesso (sorride, ndr). Cerchiamo sempre nei momenti di difficoltà di spronarci a vicenda.

Barbieri e Moro si allenano insieme, anche se lavori e distanze sono spesso incompatibili
Barbieri e Moro si allenano insieme, anche se lavori e distanze sono spesso incompatibili
Fate anche parte della nazionale della pista.

Anche lì è bello supportarci, ma vedere anche momenti di rabbia e tristezza in allenamento dell’uno e dell’altro inevitabilmente fa stare un po’ male. Ci  sono dei pro’ e dei contro. 

Cosa hai  imparato, ciclisticamente parlando, grazie a Manlio ? 

Sicuramente la resilienza. Lui è un ragazzo molto professionale, si impegna tantissimo, soprattutto negli allenamenti più duri dove io, di testa, tendo a cedere. Lui mi motiva e mi aiuta, mi insegna a crederci anche quando ci sono momenti no. Mi ha insegnato a portare sempre a termine l’allenamento anche se si è nella giornata o periodo no. Avere un esempio davanti, nonostante sia più giovane di me e dovrebbe essere il contrario, è un valore aggiunto. 

L’abbraccio fra Moro a Rachele all’arrivo di Modena. Momento ritratto anche nella foto di apertura
L’abbraccio fra Moro a Rachele all’arrivo di Modena. Momento ritratto anche nella foto di apertura
L’abbraccio al Giro d’Italia… 

Mi ha fatto una sorpresa. Aveva fatto una settimana un po’ di recupero perché non stava bene e non mi aspettavo che venisse a vedermi al Giro d’Italia Donne, glielo avevo chiesto ma mi aveva detto che non poteva. Mi era un po’ dispiaciuto sinceramente. Prima di partire tra tifosi e parenti dicevo proprio di essere triste perché Manlio non sarebbe venuto. In salita, invece, ad un certo punto l’ho visto, ci speravo tantissimo, mi sono messa a ridere nonostante la fatica. Vederlo, poi, all’arrivo e abbracciarlo è stata come un po’ di carica e grinta in piu’. 

Cosa ti è rimasto di più del Giro d’Italia ? 

La fatica (ride, ndr)! Dopo l’anno scorso, sapevo che sarebbe stato un Giro più impegnativo, c’era più salita e meno pianura, però non mi aspettavo così tanta fatica e sofferenza. Sicuramente si è alzato un po’ il livello perché siamo sempre andate ad andature elevatissime nonostante il dislivello. In molte tappe già si sapeva in partenza che sarebbe arrivato il gruppetto all’arrivo, senza imprevisti e senza quelle situazioni che non si possono calcolare, che a me piacciono tanto…

Assieme a Consonni nella madison agli ultimi mondiali: le prove iridate su pista sono u obiettivo anche nel 2023
Assieme a Consonni nella madison agli ultimi mondiali: le prove iridate su pista sono u obiettivo anche nel 2023
I prossimi obiettivi…

A breve partirò per il Tour Femmes e ci sono ben poche tappe piatte, forse la prima. Sarà dura e il livello sarà ancora più alto del Giro. Se tutto va bene dovrei partire poi per il mondiale su pista, ma è tutto un po’ accavallato e non è sempre semplice riuscire a far coincidere tutto. Sono stata in ritiro a Livigno prima del Giro e ho fatto avanti e indietro da Montichiari per allenarmi in pista. Il Giro è stato duro e fare tanti spostamenti e allenamenti diversi sarebbe stancante. Prima di partire per il Tour sicuramente farò qualche allenamento in pista. L’anno scorso fare europei, Giro e Tour mi ha portato bene e la condizione era sempre in crescita, ma c’era un po’ più di spazio tra i vari appuntamenti. Quest’anno se farò il mondiale, non parteciperò alle ultime due tappe del Tour per rientrare prima. Valuteremo giorno per giorno. 

Bronzini si ripete. Scommessa vinta anche con Ragusa

17.04.2023
6 min
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Da quando è salita in ammiraglia, Giorgia Bronzini ha saputo ritagliarsi anche un ruolo da bookmaker. Una virtù, quella di scommettere sulle qualità di altre atlete, che la piacentina della Liv Racing TeqFind non ha mai nascosto di avere anche in sella alla bici, ma che ha perfezionato negli ultimi anni da diesse.

Lei fa un nome, ci lavora e ci punta forte poi a fine stagione verifica se la sfida è stata vinta. Per stessa ammissione di Bronzini, la scommessa del 2023 sarebbe stata Katia Ragusa, ricalcando quella vincente con Rachele Barbieri dell’anno precedente. Considerando il profondo cambiamento avvenuto due stagioni fa, il secondo posto della 25enne vicentina alla Roubaix Femmes vale come un successo per il team olandese, che ora vuole dare un seguito nei prossimi appuntamenti. Il trittico delle Ardenne è iniziato ieri con buone indicazioni ed è uno degli argomenti di cui abbiamo parlato con Bronzini (in apertura con Quinty Ton).

Bronzini contenta della prova della sua squadra e di Stultiens a lungo in fuga
Bronzini contenta della prova della sua squadra e di Stultiens a lungo in fuga
Giorgia all’Amstel vi siete fatte vedere. Com’è andata?

Le ragazze hanno corso molto bene, malgrado fossimo partite in cinque perché Jaskulska sabato notte ha avuto una reazione allergica ad un occhio per il contatto con un’ape. Sabrina (Stultiens, ndr) è stata brava restando in avanscoperta per diversi chilometri. Doveva fungere da punto di riferimento per noi. Purtroppo Mavi Garcia ha sofferto ancora il freddo e si è ghiacciata come al Brabante. Non è riuscita a fare ciò che di solito sa fare in gare come queste. Non ci voleva. Forse averlo saputo in anticipo, l’avrei fatta muovere prima e magari poteva andare diversamente qualcosa. In generale però sono contenta della nostra prestazione.

La spagnola ha la possibilità di rifarsi nei prossimi giorni.

Ero dell’idea che in questo trittico Mavi potesse fare bene e lo sono tuttora. Adesso c’è questo dominio della SD-Worx e credo che si inserirà anche la Trek-Segafredo, quindi a livello di numeri ne avranno sicuramente più di noi là davanti in corsa. Se Mavi si troverà da sola, è chiaro che sarà più difficile da gestire la situazione per un risultato pieno. Lei sta bene, arriva da un periodo di altura. Ha patito il brutto tempo, ma speriamo che in queste ultime due gare il suo corpo si sia adattato al freddo. Mi sento abbastanza fiduciosa. Vedremo come andranno Freccia Vallone e Liegi. Dopo le Ardenne, Mavi farà la Vuelta.

Mavi Garcia ha patito il freddo a Brabante e Amstel. Cerca il riscatto a Freccia e Liegi
Mavi Garcia ha patito il freddo a Brabante e Amstel. Cerca il riscatto a Freccia e Liegi
Nel 2022 eravate state bersagliate dalla malasorte tra Covid e infortuni. Sembra meglio quest’anno?

Tendenzialmente sì ma non troppo. Abbiamo avuto meno casi di Covid però già ad inizio stagione avevamo due ragazze fuori, che sarebbero state importanti per le classiche. Van der Hulst ha avuto problemi con l’arteria iliaca. Korevaar invece ha avuto noie ad un ginocchio, senza dimenticare che anche De Jong è stata ferma per problemi ad un ginocchio. Non siamo state al completo per le classiche ma ce la siamo cavata bene. Alla Strade Bianche ha preso il Covid Ton che era in una condizione ottimale, dopo aver disputato una Het Nieuwsblad quasi perfetta. Alla fine non ci è girata benissimo nemmeno quest’anno, però il risultato di Katia ha fatto finire il periodo delle classiche delle pietre con un giro di vite importante.

Torniamo proprio a quel giorno alla Roubaix. Ti è spiaciuto non esserci stata?

Sì, ma i miei programmi prevedevano che sarei salita per queste classiche delle Ardenne. Avrei voluto condividere la gioia di quel secondo posto. Non stavo nella pelle, ero felicissima. Vedevo quegli abbracci in televisione e virtualmente ero lassù con la squadra. La nostra tattica è stata giusta. Katia è andata in fuga con la sicurezza di poter prendere davanti tutti i settori, specie quelli più difficili. Negli ultimi chilometri la sostenevo a distanza. E alla fine ha fatto davvero un grande corsa.

La “scommessa Ragusa” a che punto è?

Per me è già vinta… non mi chiamano “maga” perché prevedo il futuro (sorride riferendosi al suo soprannome di quando correva, ndr). Battute a parte, devo dire che era vinta anche prima, a prescindere dal risultato, perché ho visto una Katia diversa. A fine 2022 è riuscita a fermarsi e tirare il fiato dallo stress e dalle mille cose a cui pensare. Abbiamo lavorato gomito a gomito e i progressi li ho visti subito nei primi mesi di quest’anno. Forse non mi aspettavo che arrivasse adesso, ma devo dire che questo piazzamento è arrivato al momento giusto. Katia stava facendo sacrifici da due anni e se lo meritava. Spero che ricapiti ancora da qua alla fine, magari con una vittoria.

Qual è stato il segreto per la sua rinascita?

L’ascolto. Quello funziona sempre e per Katia è stata la qualità migliore. Fortunatamente ha saputo comprendere che prima era in un loop abitudinario che non la portava troppo lontano. Stava lavorando su un corpo stanco sia fisicamente sia psicologicamente. Abbiamo aggiustato la mira, sapendo dove tirare il freno e dove invece forzare qualcosina in più. Ora ha ripreso una routine di allenamenti in modo giusto. L’intenzione era darle un metodo e delle motivazioni da cui attingere anche in futuro, con la speranza che ne possa fare buon uso quando ne avrà bisogno.

A questo punto quali sono i prossimi “cavalli” su cui punterà Giorgia Bronzini?

In generale penso molto bene della squadra ma se vogliamo parlare ancora di scommesse (sorride, ndr), vi indico tre nomi validi. Quinty Ton quest’anno ha fatto un bel salto di qualità. E’ un’atleta piuttosto completa e cercherò di farle avere una soddisfazione importante. Marta Jaskulska credo che abbia delle doti che nemmeno lei sa di avere. In accordo col suo preparatore atletico stiamo cercando di aiutarla a maturare dal punto di vista ciclistico. Lavoro su di loro dall’anno scorso e vorrei che entrambe potessero sorprendersi di se stesse. Infine c’è anche Caroline Andersson, giovane svedese che va forte in salita, anche se non è al livello delle migliori scalatrici. E’ ancora molto acerba. Va seguita, istruita e presa per mano. Sto lavorando con lei solo da inizio anno, tuttavia penso che verso fine stagione potrà fare bene.