Qhubeka Assos Campaenaerts

Ai piedi di Aru e compagni, le nuove Gaerne G.STL

04.03.2021
4 min
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Come abbiamo detto altre volte, i punti di contatto fra il ciclista e la bicicletta sono pochi: manubrio, sella e pedali. Proprio su questi ultimi viene impressa la forza per spingere in avanti la bicicletta, ma ovviamente ciò avviene tramite le scarpe, che ricoprono un ruolo fondamentale nella ricerca della migliore prestazione. Per capire quanto siano importanti abbiamo parlato con Fabio Aru, che utilizza da qualche stagione le scarpe prodotte da Gaerne.

Collaborazione pluriennale

Il campione sardo è un corridore molto attento agli aspetti tecnici sia per quanto riguarda la bicicletta sia per gli altri accessori. In questa stagione sta utilizzando le nuove Gaerne G.STL.
«Uso Gaerne da quattro anni. Per i tre anni in Uae Team Emirates erano uno sponsor personale, mentre da quest’anno sono sponsor della squadra (la Qhubeka-Assos, ndr) – esordisce il campione di Villacidro – il nuovo modello che abbiamo in dotazione è uscito prima dell’ultimo Tour de France».

Fabio Aru Tour de la Provence 2021
Fabio Aru impegnato al Tour de la Provence
Fabio Aru Tour de la Provence 2021
Fabio Aru impegnato al Tour de la Provence

Attenti alle esigenze dei pro

Aru sottolinea la sua lunga collaborazione con Gaerne apprezzandone il modo di lavorare.
«Fanno periodicamente degli aggiornamenti, come la nuova suola lanciata circa un anno fa, più rigida della precedente – e poi sottolinea – con il fatto di essere Made in Italy, stanno parecchio dietro a noi professionisti per le personalizzazioni. Sono stato da loro in sede un paio di volte per fare un paio di modifiche. In realtà piccoli interventi, perché non ho esigenze particolari. Si è trattato ad esempio di sagomare la scarpa in punta per avere più spazio».

Una fase della progettazione delle Gaerne G.STL
Una fase della progettazione delle nuove G.STL
Una fase della progettazione delle Gaerne G.STL
Una fase della progettazione delle nuove Gaerne G.STL

Base standard

In che modo si procede per arrivare ad avere una scarpa che calzi a perfezione?
«Si parte dalla misura standard e si fanno gli aggiustamenti per stare più comodi – ci spiega Aru – inoltre, hanno una persona che lavora con loro da anni e che si dedica appositamente ai lavori di personalizzazione».

Gaerne G.STL pezzi
In una scarpa convivono numerosi componenti
Gaerne G.STL pezzi
Le scarpe da ciclismo sono composte da numerosi pezzi con precise caratteristiche tecniche

I feedback dei corridori

Per Gaerne avere una serie di corridori di alto livello e dedicare loro un’attenzione particolare è un vantaggio in termini di sviluppo e messa a punto dei prodotti.
«Ho usato anche la versione da mountain bike quest’inverno e ho dato anche qualche feedback. Avere una squadra significa ricevere decine di riscontri – e poi continua – siamo in 27 e ogni corridore potrebbe raccontare la sua versione della stessa scarpa, perché tutti abbiamo forme diverse e spingiamo sul pedale in modo diverso. Fra i ritocchi più ricorrenti, ma non è il mio caso, c’è la sagomatura del collo, perché magari qualcuno ha il malleolo più basso. Oppure la forma nella zona del metacarpo».

C’è una parte della calzatura che a detta di Aru è molto personale: «Per quanto riguarda la soletta è indipendente dalla scarpa e credo che ciascun professionista le faccia fuori».

Gaerne G.STL azzurra
Le Gaerne G.STL nella colorazione Matt Light Blue
Gaerne G.STL azzurra
Le Gaerne G.STL nella bella colorazione Matt Light Blue

Chiusura ok con i Boa

Abbiamo approfittato della disponibilità di Fabio Aru per chiedergli quali caratteristiche hanno le sue scarpe.
«Le G.STL che ho io sono scarpe che stringono bene grazie ai Boa nuovi, che sono molto efficaci e va detto che si infilano e si tolgono facilmente – e poi continua – con il caldo si sta bene, anche se è normale, avendo provato ormai diversi tipi di scarpe, che con le temperature più alte il piede un po’ soffra. Con le G.STL la situazione è gestibile. Anche la suola in carbonio, che normalmente si scalda parecchio, non dà particolari problemi in questo senso».

Suola Gaerne G.STL
La suola in carbonio delle G.STL con i fori di ventilazione
Suola in carbonio delle Gaerne G.STL
La suola in carbonio delle G.STL. Si vedono i fori di ventilazione e la scala di allineamento

Quattro prese d’aria

A conferma di quello che ci ha detto Fabio Aru vediamo che le G.STL sono dotate del sistema di chiusura In-Fit Closure System con ben otto zone di fissaggio, che insieme ai Boa Li2 permettono una chiusura molto precisa e pienamente regolabile. La suola è in fibra di carbonio intrecciato con quattro prese d’aria che permettono un’ottima ventilazione interna. Rispetto alla versione precedente è possibile arretrare la tacchetta di 9 millimetri. In questo modo ognuno può trovare il posizionamento migliore delle tacchette rispetto al pedale. Ad agevolare questa operazione c’è anche una scala di allineamento stampata sulla suola, che aiuta anche a memorizzare la posizione della tacchetta nel momento della sostituzione della stessa. Concludiamo dicendo che il peso delle G.STL è di 274 grammi nella taglia 43.

Assos

Sbirciamo con Assos nel guardaroba di Nizzolo e Aru

11.01.2021
4 min
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Fra le novità più rilevanti della nuova stagione, c’è sicuramente il cambio di nome e di sponsor della squadra di Pozzovivo, Nizzolo e del nuovo arrivato Fabio Aru. L’ex NTT Pro Cycling ora si chiama Qhubeka- Assos. Il marchio di abbigliamento svizzero è entrato direttamente come sponsor, sposando la filosofia della fondazione Qhubeka che vuole diffondere l’uso della bicicletta in Africa. Per capire meglio quali materiali saranno forniti ai corridori abbiamo parlato con Mauro Grespan, Titolare di Extreme Racing, distributore di Assos per l’Italia.

Stessi materiali

Il marchio elvetico è conosciuto per la grande qualità dei suoi capi, che lo rende fra i più ambiti fra i ciclisti di tutto il mondo. Ci siamo chiesti come si ponga nei confronti dei corridori professionisti.
«La politica di Assos rispetto ai professionisti è che vengono forniti gli stessi capi che sono in collezione – esordisce Mauro Grespan – non si usano materiali particolari, ma sono quelli che ogni amatore può comprare nei negozi. L’unica personalizzazione riguarda le misure per gli atleti di punta o per quelli che hanno delle misure particolari».

Ma con quale grafica si presenteranno i ragazzi della Qhubeka-Assos? «Al momento non ci sono ancora arrivate le grafiche per il 2021, però sappiamo quali capi useranno».

Maglia Assos Equipe RS S9
La parte posteriore della maglia Equipe RS Aero
Maglia Assos Equipe RS Aero
La parte posteriore della maglia Equipe RS Aero

I pro’ come tester

Il marchio svizzero è molto attento a ricerca e sviluppo e in quest’ottica i professionisti svolgono un ruolo fondamentale.
«I corridori vengono usati come tester per testare nuovi capi che poi andranno in collezione – ci spiega Mauro Grespan – solitamente si parte dal reparto ricerca e sviluppo che fa provare ai professionisti dei prototipi. E’ anche capitato che da alcune richieste dei ragazzi siano nati dei capi che poi sono stati sviluppati e inseriti in gamma».

Questo procedimento che vede i professionisti al centro dello sviluppo porta ad avere dei capi molto tecnici e di qualità elevata anche per gli amatori.

Body o due pezzi

Entrando più nello specifico su cosa verrà fornito ai corridori della Qhubeka-Assos, Mauro Grespan ci ha spiegato che alcuni corridori come Nizzolo adorano il body, mentre altri come Pozzovivo preferiscono la maglia e il pantaloncino separati.
«Alcuni useranno il body che è un fiore all’occhiello di Assos – spiega – perché a differenza degli altri ha una sola zip verticale a tre cursori e non ha la cerniera orizzontale all’altezza della vita. Questo permette al body di rimanere più compatto, più aderente al corpo e anche più stabile».

Pantaloncino Equipe RS S9
Il pantaloncino top di gamma di Assos: Equipe RS S9
Pantaloncino Equipe RS S9
Pantaloncino top di gamma Assos: Equipe RS S9

E per chi invece preferisce maglia e pantaloncino cosa ci sarà? «Certamente come maglia ci sarà la Equipe RS Aero Jersey che è dotata di tessuti altamente traspiranti nella zona frontale. Questi tessuti sono talmente leggeri che la zip viene incollata e non cucita, proprio per evitare che si danneggi. Per la parte della schiena viene usato un mesh con elasticità solo orizzontale e non verticale per impedire alla maglia di allungarsi quando le tasche sono piene».

Nero Assos

Per quanto riguarda il pantaloncino, Grespan ci spiega perché Assos lo faccia sempre e solo nero.

«Per realizzare i nostri pantaloni Equipe RS S9 – dice – usiamo dei materiali che di base hanno solo del polipropilene. Assos non utilizza il poliestere, che permetterebbe di avere più colori, ma dopo molti lavaggi molla. E’ per questo motivo che non viene utilizzato e i pantaloncini sono sempre neri con al massimo una stampa bianca inserita sopra».

Gli accessori

E poi ci sono gli accessori come i calzini, i guanti, i copriscarpe, i manicotti e i gambali che verranno forniti sempre standard con una leggera personalizzazione grafica che richiama il nome della squadra. Questo sempre perché i tessuti utilizzati da Assos non permettono troppe varianti grafiche, come spiegato per i pantaloncini.

Fabio Aru ciclocross
Fabio Aru impegnato nel ciclocross con abbigliamento Assos
Fabio Aru ciclocross
Fabio Aru impegnato nel ciclocross con abbigliamento Assos

Assos Xc per Aru

Infine, abbiamo chiesto cosa stia usando Fabio Aru nelle sue uscite di ciclocross.
«Fabio – spiega – sta usando dei capi che sono della collezione Xc Cross Country, con la grafica della linea off road. Ovviamente non sarà la grafica della squadra. Anche in questo caso tutti i capi sono identici a quelli che si trovano in negozio».

Aru, 10 ore nella neve e oggi bici con Nibali e Ulissi

06.12.2020
5 min
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«Sulla strada ci sono cumuli di neve come in montagna – dice Aru – non ne ho mai vista tanta insieme. Anche Gasparotto che è qui da quasi dieci anni mi ha detto che così è la prima volta».

 

Felice e leggero come un bimbo per la firma con la Qhubeka-Assos, Fabio è rientrato da una ciaspolata di dieci ore. Dietro casa c’è un monte di 1.500 metri e assieme a Davide Orrico ha provato a raggiungere la vetta. Si sono arresi poco prima per le cattive condizioni del meteo e questo non gli è andato giù. Certe volte in montagna è bene non scherzare.

Fabio Aru, Diego Ulissi, campionati italiani 2017
Con Ulissi (e dietro Nocentini) sul podio campionati italiani 2017
Fabio Aru, Diego Ulissi, campionati italiani 2017
Con Ulissi ai campionati italiani 2017

Le parole di Scinto

Mentre l’accordo era ormai in dirittura di arrivo, saputo della sua voglia di riscatto, hanno provato a conquistarlo Scinto, che per primo ha avuto l’idea, poi Reverberi e Savio. Uno con la sua storia vale l’investimento, perché poi si racconti quello che s’è fatto per rilanciarlo. La sensazione però è che Fabio non abbia mai voluto ripartire da una professional.

«Ho ascoltato tutti – dice – e le parole di Scinto mi sono piaciute. Ci sono stati amici che hanno provato a convincermi per altre soluzioni, ma l’accordo con l’attuale Ntt è arrivato prima che uscisse la notizia. Sono stati tanto in difficoltà. Lo sponsor li ha mollati senza preavviso. Tanti corridori sono stati lasciati liberi, il prossimo sarà un anno di ripartenza. Il primo step sarà l’incontro con i preparatori su Zoom. Faremo il ritiro a gennaio, ma qui in Ticino siamo un bel gruppetto, con Nizzolo, Pozzo e Simon Clarke. E l’opera di Qhubeka Charity è stata decisiva. Sono stato alcune volte in Madagascar, ho toccato con mano certi problemi e capire cosa ci sia dietro questa squadra mi rende orgoglioso».

Dieci ore in montagna con la neve al ginocchio
Dieci ore con la neve al ginocchio

Solo un anno

Il suo contratto ha durata di un anno e di più forse neppure sarebbe stato possibile, vista la situazione della squadra e tutto quello che Fabio dovrà dimostrare.

«Mi sta bene così – dice Aru – non è un fatto di soldi e credo che non avrei firmato per tre anni, dopo l’esperienza con la Uae. Non sai mai come ti trovi per un periodo così lungo e se va male liberarsi non è facile. Mi hanno convinto le parole di Douglas Ryder. Non quelle prima che firmassi, ma quelle dopo. Zero castelli in aria, ma grande entusiasmo per il progetto. Non lo conoscevo, sembra una persona davvero a modo. Mi ha anche detto che se volessi, sarei liberissimo di fare anche qualche gara di ciclocross. Michieletto da Scorzè mi ha già invitato. E la cosa onestamente mi stuzzica. Sarebbe un bel modo per ripartire su strada avendo già addosso qualche bello sforzo. Delle bici Bmc mi hanno detto tutti benissimo, soprattutto Pozzovivo con cui capita spesso di allenarsi. Assos ha ottimo materiale. Credo di aver fatto la scelta giusta».

Fabio Aru, Tour de France 2017, maglia gialla
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Natale a casa

Fra una parola e l’altra sul ciclismo, entrano anche le battute sulla famiglia e presto si capisce il motivo per cui parli così piano.

«La bimba sta dormendo – dice Aru – stiamo cercando di darle degli orari più giusti, perché in certi giorni ci fa impazzire. Adesso si è addormentata, per questo parlo piano. Adesso c’è anche da capire cosa fare per Natale. Non riesco a scendere in Sardegna e nemmeno a Torino dai genitori di Valentina. Dovremmo andare prima del 20 dicembre e tornare dopo il 7 gennaio, ma mi sembra troppo. Spero che qua non continui a nevicare per tutto il tempo. Le strade sono pulite, ma per allenarmi ho anche la gravel. Non potrà andare avanti tanto a lungo, no? E per la palestra ho fatto un investimento. Ho quattro macchine in casa, riesco a fare tutto bene…».

Aru con Davide Orrico fin quasi alla cima del monte
Con Davide Orrico quasi fino alla cime

Stima per Matxin

Non hai avuto paura di doverti accontentare? Il fatto di firmare così tardi può essere stato uno stress, certo minore tuttavia avendo la solidità economica per aspettare. Fabio ha spesso ribadito la seccatura verso chi in questo periodo gli ha fatto i conti in tasca, ma il fattore va comunque tenuto in considerazione.

«Non ho mai avuto questa paura – ribadisce Aru – anche se capisco che dicembre sia parecchio avanti. Avevo zero pensieri, perché sono stato vicino anche ad altre realtà. Lo avete visto, c’era anche l’Astana e prendo atto della nuova politica sui giovani. Per quello che so, Martinelli e anche altri sarebbero stati contenti di riavermi. Ma sono cambiate parecchie cose e va bene così. Quel che mi premeva era voltare pagina.

«Parlando della Uae Team Emirates, non posso usare la parola finalmente. E’ vero che sul piano delle prestazioni sono stati degli anni orribili, ma non ho avuto soltanto esperienza negative. Certo ho sbagliato alcuni passaggi, ma non l’ho fatto da solo. Già sono sardo, quindi chiuso. Capire di essermi fidato delle persone sbagliate, ha lasciato delle cicatrici. Per fortuna però ho incontrato anche degli uomini in gamba. Un nome su tutti è quello di Matxin, davvero una brava persona, che con me è stato eccezionale.

«Il primo anno fu un disastro per tante cose, ma rispetto ad allora l’ambiente della squadra è migliorato tanto. Da arrivare quinto al Tour con una tappa vinta e la maglia tricolore, a una stagione così brutta, qualcosa evidentemente non andava. E le ultime uscite dopo il mio ritiro dal Tour hanno confermato che non tutto è ancora ben chiaro. Perché Saronni ha usato quelle parole, che hanno messo in dubbio tutta la gestione tecnica e la scelta di portarmi al Tour?».

 

E’ parso anche a noi il modo di colpire altri, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Segno di un equilibrio interno che ancora in certi momenti vacilla.

Un’ultima cosa, prima di lasciare voi alla domenica e Fabio e la sua gravel all’allenamento con Ulissi e Nibali. Stasera vedrete Aru nuovamente in diretta Instagram con Lello Ferrara. A modo suo, anche quel novello Pulcinella ha avuto un ruolo in questa storia.