Con la tappa conclusiva di domenica scorsa a Parigi, Tadej Pogacar ha concluso la sua avventura al Tour de France in maglia bianca, durata ben quattro anni. Un primato conquistato nella dodicesima tappa del Tour 2020 e difeso ininterrottamente per ben 71 tappe. Per superati limiti di età, il fuoriclasse sloveno il prossimo anno non avrà più l’opportunità di indossare la maglia destinata al miglior giovane del Tour, da lui vinta ininterrottamente dal 2020 al 2023.Sicuramente uno stimolo in più per dare il massimo e tornare a indossare la maglia più ambita: quella gialla.
Prologo ha voluto celebrare la conquista della maglia bianca di Pogacar, l’ultima, per motivi di età (foto Alan Milevic)Prologo ha voluto celebrare la conquista della maglia bianca di Pogacar, l’ultima, per motivi di età (foto Alan Milevic)
Una Prologo speciale
Per festeggiare la quarta maglia bianca conquistata da Pogacar, il reparto grafico di Prologo ha realizzato una versione celebrativa della Scratch M5, la sella utilizzata dal campione sloveno in tutti i suoi trionfi. Pogacar ha avuto l’opportunità di utilizzarla proprio in occasione dell’ultima tappa del Tour.
Il colore di base della sella non poteva che essere il bianco, a ricordare proprio la maglia bianca. Il logo ufficiale di Tadej Pogacar, il monogramma con le sue iniziali, occupa la parte posteriore destra della sella. Il logo “TP” è riportato anche come texture in rilievo sulle due sezioni posteriori. Una scelta questa non solo estetica ma anche funzionale, per garantire un buon grip durante tutte le fasi della pedalata.
Nella parte posteriore sinistra, spicca invece la “Big Ó” di Prologo, il segno distintivo del brand presente in esclusiva sulle selle utilizzate da team e atleti supportati dall’azienda. Per celebrare la recente vittoria di Pogacar ai campionati nazionali, il logo riprende i colori bianco, blu e rosso della bandiera slovena, con lo stemma nazionale rappresentante il profilo del monte Tricorno, la vetta più alta della Slovenia.
Non poteva mancare un richiamo ai due Tour de France conquistati fino ad oggi da Pogacar. Nella parte posteriore centrale è infatti presente una label gialla che ricorda e celebra i due successi in terra di Francia. Speciale è anche il peso. La bilancia segna infatti solamente 129 grammi.
Prologo ha accompagnato Pogacar in questi anni d successi con tanti modelli celebrativi (foto Mattia Ragni)Prologo ha accompagnato Pogacar in questi anni d successi con tanti modelli celebrativi (foto Mattia Ragni)
Al servizio del campione
In tutti questi anni la Scratch M5 ha sempre risposto in maniera perfetta alle esigenze in corsa di Pogacar. La sella si presenta con un design innovativo e dimensioni compatte (250×140 mm). Ha una forma ergonomica T-shape, per garantire la massima libertà di movimento durante tutte le fasi di gara.
Il sistema di seduta MSS (Multi Sector System), con 7 zone separate che lavorano in modo indipendente, per supportare il movimento di pedalata sia in fase di spinta che di trazione.
Sotto alla cover troviamo il sistema “Active Base”: una base forata ma rivestita, che permette di distribuire al meglio le pressioni esercitate sulla sella, riducendo i picchi nella zona pelvico genitale.
La base realizzata in Carbonio a Fibra Lunga iniettato e rail Nack (Nano Carbon Fiber) conferisce infine la massima rigidità e leggerezza.
Tutte queste caratteristiche hanno reso la Scratch M5 la sella preferita da Pogacar, ma anche da tanti altri campioni e da tutti quei ciclisti che desiderano un prodotto davvero top.
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Dopo aver parlato della scelta e della messa in posizione delle selle, eccoci ancora con Prologo. Stavolta parliamo di una loro peculiarità, una tecnologia che le rende davvero particolari: il CPC. Mattia Ragni, del marketing dell’azienda brianzola ci spiega le differenze, tra una sella tradizionale Prologo e una con il CPC.
Tra i ciclisti ormai in modo gergale viene definito come il sistema di “micro ventose”, che evita lo scivolamento. Ma c’è molto di più. Scopriamolo…
Una macro del CPC per comprendere e vedere come sono fatti questi microscopici polimeri coniciUna macro del CPC per comprendere e vedere come sono fatti questi microscopici polimeri conici
Mattia, la domanda più semplice ma la più importante: cos’è la tecnologia CPC?
Il CPC è il Connected Power Control, un sistema brevettato da Prologo per essere utilizzato sulle sue selle, ma anche sul palmo dei guanti e su alcune manopole.
Quali sono i vantaggi?
Sicuramente un fortissimo grip, in questo caso sulla sella, ma anche nella zona delle mani. Non si tratta solo di scivolamento, anzi… Il CPC consente un migliore assorbimento delle vibrazioni. Sono dei piccoli polimeri conici che aiutano il grip sulla sella e, ripeto, consentono un forte assorbimento delle vibrazioni. il CPC è estremamente utile per quanto riguarda il triathlon o le gare a cronometro, attività in cui la posizione deve rimanere fissa il più possibile. Su strada la utilizzano in molti, in mtb qualcuno in meno perché lì è importantissimo muoversi avanti e indietro sulla sella. Ma ci sono dei biker che amano essere stabili.
Il CPC consente anche di “scaricare un po’ di pressione” in punta di sella. Non avendo problemi di scivolamento si può abbassare la punta (magari nella tolleranza della livella) ed evitare problemi prostatici o di pressione sui testicoli. E’ anche questo uno dei concetti alla base di questa tecnologia?
Non del tutto, anche perché sulla punta della sella spesso non mettiamo il CPC. Lo manteniamo nella parte posteriore e nella parte centrale dove effettivamente appoggiano le ossa ischiatiche e i tessuti molli dell’atleta. Certamente il CPC aiuta a non scivolare. A mantenere la corretta posizione in sella, a prescindere da quale sia la posizione della stessa sella.
Una sella Prologo Nago C3 tradizionale…E una Prologo Nago C3 CPCUna sella Prologo Nago C3 tradizionale…E una Prologo Nago C3 CPC
A livello di struttura cambia qualcosa tra una sella Prologo “tradizionale” e una con tecnologia CPC?
No, sostanzialmente è uno strato in più che va ad aggiungersi alla cover e alle schiume utilizzate per quel modello.
E ci sono differenze di peso?
Minime, parliamo di 10 grammi. Impercettibile.
Hai accennato anche ai guanti, non solo alle selle: in tutto ciò come procede lo sviluppo con con gli atleti? C’è un team con il quale collaborate di più. Voi ne avete molti tra i pro’…
Abbiamo nove team WorldTour: sei maschili e tre femminili. E svariate squadre fra professional e continental. Onestamente non abbiamo un team col quale collaboriamo di più. I feedback sono ben accetti da tutti. Nel caso specifico del CPC abbiamo due team WorldTour uomini, Bahrain-Victorious e Intermarché- Circus Wanty che ci danno feedback anche per quanto riguarda i guanti. Le sensazioni degli atleti sono state fondamentali per posizionare correttamente e migliorare il CPC sul palmo della mano.
Secondo Prologo, Matej Mohoric è tra i più sensibili in quanto a feedback e quindi per lo sviluppo del prodottoSecondo Prologo, Matej Mohoric è tra i più sensibili in quanto a feedback e quindi per lo sviluppo del prodotto
Cosa piace agli atleti in particolare del CPC?
Sono letteralmente innamorati della tenuta in discesa. Quando devono spingere forte, mantenere una posizione aero e vedono che non scivolano.
Loro vi dicono per esempio: su questo modello mettetene più qua, meno di là?
Assolutamente sì, poi bisogna andare incontro ai diversi stili di guida. E spesso interveniamo sugli spessori dei coni. Anche se poi sulle selle cambiano davvero poco, mentre variano di più sui guanti.
Hai parlato di cicliste: le donne hanno esigenze diverse?
Esigenze diverse sicuramente, tuttavia non abbiamo ricevuto richieste o feedback molto differenti dai colleghi uomini. Tuttavia sono le donne che preferiscono la tecnologia CPC. Se dovessi dare una percentuale questa penderebbe a loro vantaggio. Entrambi apprezzano molto anche i guanti.
Prologo sta insistendo molto sui guanti. Gli atleti e le atlete ne apprezzano il comfortPrologo sta insistendo molto sui guanti. Gli atleti e le atlete ne apprezzano il comfort
Ci state lavorando molto su questo capo…
È innegabile il vantaggio che il guanto CPC può dare. Perché c’è un maggior grip e tante, tante vibrazioni in meno. Possono veramente servire a tutti i ciclisti, dall’amatore al grande professionista. In più va considerato anche il grip che si ha nella parte centrale del manubrio. Pensiamo ad esempio ai manubri aereo moderni, che nella parte centrale sono privi di nastro, sono lisci: è carbonio vivo. Il CPC ti permette di avere una presa salda direttamente sul carbonio del manubrio. E ne guadagna anche la sicurezza, quando piove, quando si suda…
Il CPC sulla sella aumenta il grip, ma con i pantaloncini come si fa? Si rovinano? Ne servono di specifici?
No, non ne aumenta l’usura e non serve una tipologia specifica di salopette.
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Scrivendo di Prologo qualche giorno fa, avevamo parlato della scelta della sella, come questa avvenga e su quali basi. Stavolta passiamo allo step successivo, vale a dire il montaggio. E lo facciamo ancora con l’aiuto di un meccanico e di un biomeccanico.
Il meccanico in questione è Gabriele Tosello dell’Astana-Qazaqstan, uno dei numerosi team che utilizzano selle Prologo. Il biomeccanico (e coach) è ancora Andrea Fusaz, con il quale di fatto abbiamo continuato il discorso della volta scorsa.
Gabriele Tosello alle prese con la bici di Nibali alla vigilia dello scorso LombardiaGabriele Tosello alle prese con la bici di Nibali alla vigilia dello scorso Lombardia
Meccanico, parla Tosello
Partiamo da Tosello. Il “Toso” ne ha di esperienza in merito, non a caso è il capo dei meccanici in casa Astana. Anche lui come come Ronny Baron ci ha parlato della qualità di queste selle. Apparentemente il montaggio di una sella sembra cosa banale, e magari lo è anche, tuttavia vanno considerati diversi aspetti, primo dei quali il serraggio.
Gabriele, Prologo vi dà delle indicazioni in merito?
Ci danno delle indicazioni sul montaggio chiaramente, poi siamo noi meccanici che prestiamo grande attenzione soprattutto per quel riguarda lo scafo, “il telaietto” in carbonio e il suo serraggio. Serraggio che deve essere fatto con la chiave dinamometrica. In questa fase bisogna prestare attenzione. La stretta deve avvenire in modo omogeneo e contemporaneo. Con Wilier siamo fortunati perché abbiamo un tipo di reggisella che ha una vite sola e non ha bisogno di un serraggio fortissimo. Noi chiudiamo a 10 N/m, che non è poi così tanto per una sella.
Utilizzate il vecchio trucco della carta vetrata oppure non ce n’è bisogno?
No, non ne abbiamo bisogno perché di base le selle Prologo hanno un buon grip e il nostro reggisella, come detto, si combina bene con queste selle. E comunque ormai non si usa praticamente più.
Varia il montaggio da modello a modello?
No, questo anche grazie al nostro reggisella che dalla Wilier Filante, alla Zero e fino alla bici da crono è lo stesso, magari per altri team con altri serraggi può cambiare.
Luis Leon Sanchez è tra i corridori più sensibili alla sellaLuis Leon Sanchez è tra i corridori più sensibili alla sella
Può sembrare una domanda banale, ma quanto si impiega a montare una sella?
Mediamente 10 minuti. Merito anche degli strumenti che ormai abbiamo, come la dima: riusciamo subito a metterla perfettamente nella posizione indicata.
Quali sono le richieste quando montate le selle?
Quando cambi la sella, l’unico problema è che la precedente è un pochino più morbida. Mettiamo la nuova alla stessa altezza, con gli stessi angoli, lo stesso arretramento, però alla seduta qualcuno sente la differenza. Credono di essere più alti, ma così non è. E allora è capitato che i più sensibili, vedi Felline o Luis Leon Sanchez, se la siano fatta abbassare di mezzo millimetro. E dopo due, tre giorni l’abbiano rialzata. Ma sono i super sensibili… E’ anche un fatto psicologico.
Quante selle vi fornisce Prologo ad inizio anno?
Circa 300, considerate che tra WorldTour e continental abbiamo 270 bici montate. In più nel corso della stagione c’è qualche reintegro e si arriva a 350-360 selle. Per fortuna gli atleti hanno le idee chiare e siamo riusciti a ridurre drasticamente il numero dei modelli rispetto al passato.
E quali sono quelli che vanno per la maggiore in casa Astana?
La Prologo M5 Scrath, sia nella versione tradizionale che in quella Pas (col foro in mezzo, ndr) e la Dimension. In più c’è la Dimension Tri per la crono.
La Prologo Dimension Tri, sella da crono. C’è sia in versione tradizionale che Pas (in foto), cioè col foro al centroLa Prologo Dimension Tri, sella da crono. C’è sia in versione tradizionale che Pas (in foto), cioè col foro al centro
Con i tecnici di Prologo di cosa parlate?
Prima di tutto chiedono se c’è qualche qualche richiesta particolare da parte dei corridori e se qualcuno ha qualche problema, ma il più delle volte ci annunciano i nuovi modelli in arrivo o qualche modello in particolare per questo o quell’atleta. Una cosa che vorrei dire è che con Prologo abbiamo problemi zero, a partire dai prodotti. E non lo dico perché li usiamo noi, ma perché sono davvero selle valide.
I loro tecnici ritirano mai delle selle? Magari per analizzarne il consumo, l’usura…
Ogni tanto gli diamo qualche sella. Quelle che in gergo si dicono “sfondate”, cioè che si sono imbarcate. Ma ormai, con Prologo soprattutto, non succede più. Sì, la sella perde un minimo di rigidità, di efficienza, ma è più un aspetto legato all’imbottitura che alla struttura. Di selle difettose ce ne sarà a dire tanto l’uno per cento. Per dire: quest’anno ancora nessuna è tornata indietro e lo scorso ce ne sono state 2 su 350, niente in pratica.
In effetti..
E poi sempre in seguito a delle botte, solitamente buche, avvenute in corsa. Il telaietto si era parzialmente scollato e allora le hanno ritirate, le hanno analizzate… Ma ripeto: questo era avvenuto dopo traumi importanti.
I meccanici dei pro’ hanno strumenti sempre più precisi per cogliere il decimo di millimetro. Qui una Prologo Dimension 143I meccanici dei pro’ hanno strumenti sempre più precisi per cogliere il decimo di millimetro. Qui una Prologo Dimension 143
Biomeccanico, tocca a Fusaz
Ma per un buon montaggio finale, un pro’ non può esimersi dall’esame del biomeccanico. Visto che Andrea Fusaz, del CTF Lab, aveva l’argomento “bello caldo”, siamo tornati dal lui. Va ricordato però che Prologo, proprio per la scelta e la conseguente messa in posizione della sella, ha messo a punto il sistema Prologo MyOwn Pressure Map.
Andrea, l’altra volta si parlava soprattutto del posizionamento dell’atleta? In questo caso, dopo il montaggio si parla della “messa in bolla”, se è corretto dire così…
Io non parlerei più di messa in bolla, quanto farei piuttosto riferimento alla flessibilità della persona. Flessibilità del bacino: la capacità di stare ruotato o meno col bacino. In base a questa ognuno ha bisogno di un’inclinazione differente.
Vai avanti…
C’è chi è più bloccato e chi è meno. C’è chi sente molto la punta della sella, chi invece no. Chi sente la punta della sella di norma ha una retroversione importante e a quel punto bisogna adattarlo. Bisogna adattare la sella a questa retroversione cercando di ridurla abbassando la punta. Al contrario, c’è chi riesce a stare completamente in antiversione sulla sella, per cui la sella stessa può essere messa più “in bolla”. Detto questo, io ritengo che almeno un grado di inclinazione con la punta verso il basso debba esserci.
La copertura Map di Prologo da posizionare sulla sella per individuare gli angoli migliori per quel determinato ciclista in fase di montaggioLa copertura Map di Prologo per individuare gli angoli migliori
Perché si sfrutta meglio la spinta posteriore e si è più liberi davanti, chiaro. Quindi non c’è più “l’obbligo” di stare in bolla?
Direi di no, è molto più importante riuscire a valutare le esigenze e le caratteristiche di chi utilizza la sella, in modo da consigliarlo al meglio sia per la sella stessa che per la sua posizione (inclinazione, arretramento, altezza). E non a caso sono del parere che se cambi sella devi rifare un posizionamento generale. Un diverso tipo di seduta significa un diverso tipo di spinta. Quindi ci saranno dei muscoli che lavoreranno in maniera diversa, ci sarà il bacino che potrà essere più o meno libero.
Facciamo un esempio con dei modelli?
Per esempio, una Dimension che è una sella più piatta, tende a tenere il bacino un po’ più fermo nel movimento verticale. Mentre una sella come la Scratch permette al bacino di muoversi di più. Se quindi prendo in considerazione queste due selle e le metto nella stessa posizione, la persona che ci si piegherà sopra non pedalerà allo stesso modo. Di conseguenza devo adattare la posizione.
Come vi coordinate con il meccanico?
Essendo atleti evoluti, più di qualcuno ha la sua posizione di partenza e preferisce mantenerla. Chi vuole approfondire il discorso, prima passa dal biomeccanico. Infine i meccanici riportano in maniera fedelissima tutto quello che viene fatto in studio.
Fizik lancia la nuova sella Argo Adaptive, che segue le già note Antares Versus Evo. Una sella stampata in 3D che distribuisce la pressione e dà stabilità
Le selle Prologo sono un riferimento nel mondo dei professionisti… e non solo per loro, chiaramente. Ma i pro’ usano la sella al massimo delle sue possibilità, la portano spesso al limite e per farlo senza avere problemi si avvalgono, oltre che degli studi stessi dell’azienda, anche dei consigli dello staff.
Come scegliere la sella migliore? Corta o lunga? Con o senza canale interno? Quali modelli vanno per la maggiore? Tra i team che utilizzano le selle Prologo c’è anche laBahrain Victorious e noi ci siamo rivolti ai componenti del suo staff – un medico, un meccanico e un biomeccanico – per dare una risposta a tutto ciò.
La Prologo Scratch M5, usata anche da MilanLa Nago Evo, come per tutti i modelli top di gamma c’è anche la versione Cpc (un sistema antiscivolo)Infine la Dimension, una delle tre selle più scelte in Bahrain. Qui la versione AGX Space con un’imbottitura maggiorataLa Prologo Scratch M5, usata anche da MilanLa Nago Evo, come per tutti i modelli top di gamma c’è anche la versione Cpc (un sistema antiscivolo)Infine la Dimension, una delle tre selle più scelte in Bahrain. Qui la versione AGX Space con un’imbottitura maggiorata
Parola al meccanico
Iniziamo con il meccanico. Ronny Baron maneggia quotidianamente i gioielli dell’azienda lombarda e li conosce alla perfezione, avendo anche il termometro delle scelte fatte in casa dai suoi atleti. Anche perché la gamma Prologo è a dir poco vasta.
«Il corridore che già usa un prodotto Prologo – dice Baron – all’inizio della stagione ci dice cosa vuole usare per quella a venire. Se invece c’è un corridore nuovo, si cerca di dargli il modello di sella Prologo che sia il più simile a quello usato fino a quel momento. Solitamente gli diamo un mese per provarla, ne riceve anche più di una. Finché, individuato il modello, si parte da quella base e poi si aggiusta qualcosa nel corso della stagione».
«La sella più gettonata è la Scratch M5, poi ci sono la Nago Evo e la Dimension, mentre per quanto riguarda la crono, abbiamo la T-Gale. Anche se ogni tanto c’è qualcuno che per curiosità vuol provare qualcosa di diverso. Noi chiaramente glielo permettiamo, ma alla fine tornano quasi sempre su quei modelli».
Baron spiega che prima di individuare una caratteristica, per esempio se corta o lunga, i corridori vogliono la comodità. Non il peso o la rigidità, ma appunto il comfort in quanto devono passarci tante ore.
Ad inizio stagione i corridori provano nuove selle, soprattutto i nuovi arrivatiAd inizio stagione i corridori provano nuove selle, soprattutto i nuovi arrivati
La scelta più ampia
Baron ha anche un approccio tecnico. Lui di fatto le selle le maneggia, le monta e le mette “a misura”. Prologo è uno dei migliori prodotti presenti nel mercato secondo lui: «Sono selle di ottima qualità – dice – hanno un ottimo peso e soprattutto una buona resistenza.
«Noi abbiamo la possibilità di cambiarle spesso, ma ho visto selle che anche dopo due o tre anni non s’imbarcavano. Alcune selle “scendono” di 5-6 millimetri già dopo pochi mesi, Prologo non arriva a 2 millimetri in tre anni. Questo ci dice dell’ottima consistenza: struttura e schiumatura sono di qualità. E vale anche per le selle col foro centrale, che non avendo materiale è più facile che s’imbarchino».
E a proposito di foro e sella lunga o corta, qual’è il trend? Baron spiega che su 30 atleti del team solo in 4-5 hanno optato per la sella col foro.
«Sì, sono pochi. Usano più la sella “Pas” che ha l’incavo centrale, e non il foro, per scaricare le pressioni. Mentre mi chiedono molto la sella corta, la Scratch M5. Me la chiedono perché è confortevole, consente di giostrare un po’ di più con l’arretramento e anche quando sono a tutta, in punta di sella, non gli dà fastidio».
Milan al CTF Lab, la scelta della sella perfetta passa anche dalla visita biomeccanica (foto Instagram)Milan al CTF Lab, la scelta della sella perfetta passa anche dalla visita biomeccanica (foto Instagram)
Ecco il biomeccanico
Parlando di arretramento e posizione in punta di sella, Baron introduce la figura del biomeccanico. In Bahrain Victorious ci si rivolge al CTF Lab. E qui entriamo nel regno di Andrea Fusaz, coach di Jonathan Milan, tanto per citarne uno.
«L’esigenza per il biomeccanico – spiega Fusaz – è quella di ripartire al meglio i punti di pressione sulla sella in base agli angoli di appoggio, capire quali sono i punti più sollecitati. Quindi si va a cercare la sella che scarica meglio in quei punti».
Riguardo alle selle corte o lunghe, Fusaz lega il concetto alla flessibilità dell’atleta e di solito le selle più tradizionali e lunghe come la Nago Evo, per esempio, che consente più libertà di movimento antero-posteriore sono ideali per gli atleti che si muovono di più. Mentre quelle corte per atleti più statici. Ma non è una regola univoca, sia chiaro.
«Oggi poi – riprende Fusaz – il foro o il canale centrale per lo scarico aiutano molto nel distribuire equamente la pressione. E per capire la corretta pressione si fanno delle analisi con tutte le posizioni delle mani sul manubrio. In tal senso posso dire che la Scratch e la Dimension, selle corte, ma anche abbastanza larghe al posteriore, scaricano bene e consentono posizioni più aggressive».
La corretta misura della sella in base al punto anatomico previene l’insorgenza di problemi di saluteLa corretta misura della sella in base al punto anatomico previene l’insorgenza di problemi di salute
Il parere del medico
Scarico di pressione, resa dell’atleta, ma anche infortuni (i dolori al soprassella sono sempre in agguato): abbiamo coinvolto anche il medico della Bahrain Victorious, Daniele Zaccaria. Quali sono le indicazioni del dottore in tal senso?
«La cosa più importante da valutare dal punto di vista medico – dice Zaccaria – è il volume di carico. La sella è il punto di contatto tra l’atleta e la bicicletta insieme al manubrio e ai pedali, quindi ha un fattore critico: il cingolo pelvico (osso iliaco, ischio e pube, ndr) un sistema osseo complesso.
«Non tutte le pelvi, cioè tutti i bacini, hanno la stessa forma, la stessa dimensione e gli stessi punti di appoggio. Quindi il pube, l’ileo il sacro e il coccige, le ossa del bacino, sono differenti da atleta ad atleta. Da qui viene la domanda: quale sella scelgo? Ovviamente un pro’ deve anche adattare le sue esigenze all’offerta che ha».
Un professionista percorre in media a 25.000-30.000 chilometri a stagione. Molti. E molte ore. Che suggerimenti può dare il medico?
«Che sia una sella confortevole e sicura, soprattutto dal punto di vista biomeccanico che è quella parte che sta in mezzo a tante discipline. La sella giusta deve garantire una corretta retribuzione dei carichi (esattamente come diceva Fusaz, ndr) per evitare patologie biomeccaniche e tecnopatie: mal di schiena, pubalgia, prostatite… Il medico deve spiegare tutto ciò all’atleta che spesso sceglie la sella su basi estetiche.
Per analizzare e valutare i punti di pressione, Prologo ha sviluppato anche il sistema My Own Pressure MapPer analizzare e valutare i punti di pressione, Prologo ha sviluppato anche il sistema My Own Pressure Map
«Altre patologie che emergono quando si sbagliano le selle, e questo vale nel professionista e ancora di più nell’amatore, sono patologie di ristagno di urina, oppure le prostatiti, piuttosto che infezioni dell’apparato genitale maschile. Il tutto senza dimenticare il ciclismo femminile, in netta espansione. Lì una sella sbagliata genera forse ancora più problemi: si va dalle infezioni alle patologie più serie dei genitali esterni femminili».
L’eccezione della crono
Sempre secondo Zaccaria un medico è più accondiscendete con selle non troppo adatte, solo quando si parla di crono. Questo perché di fatto la percentuale di uso è nettamente inferiore rispetto alla strada e anche in caso di una posizione che genera pressioni la sua durata è relativa.
«Riguardo alle selle con foro o senza non c’è un meglio o un peggio – precisa il medico – però posso dire che collaboro con dei biomeccanici i quali hanno hanno una specie di calza che viene messa sulle selle e va ed evidenziare i punti di appoggio (Prologo ha messo a punto in tal senso il sistema My Own Pressure Map, ndr). Questo metodo “a celle di carico” mostra in modo più concreto quale sia il modello più adatto. A volte può sembrare che una sella sia perfetta, poi vai a vedere il modo in cui quell’atleta pedala effettivamente su strada e noti particolari che in laboratorio erano passati inosservati. Non è infrequente, per esempio, trovare delle selle molto più rovinate su un lato che su un altro».
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AGX, acronimo di Adventure, Gravel e Ciclocross. Ecco la linea di selle Prologo ergonomiche dedicate al mondo gravel e all-road, progettate per garantire il giusto equilibrio tra prestazioni e comfort su ogni tipologia di terreno, anche per le lunghe distanze. Rispetto ai modelli tradizionali, le selle AGX presentano una base più flessibile realizzata con materiali di nuova generazione, e un’imbottitura extra di 2 millimetri formata da schiume a bassa densità.
Queste caratteristiche assicurano un miglioreassorbimento di urti e vibrazioni, senza però limitare o compromettere il trasferimento di potenza anche quando si pedala su sterrato. Due le novità introdotte da Prologo per i modelli di punta Scratch M5 AGX e Dimension AGX: le selle equipaggiate con i rail Nack in carbonio, più leggere e orientate alle performance, e le nuove versioni Space, più imbottite e ancora più confortevoli.
172 grammi per un peso piuma così come i 169g per la Dimension AGXGrazie al comfort e alle caratteristiche la linea AGX si presta perfettamente al gravel172 grammi per un peso piuma così come i 169g per la Dimension AGXGrazie al comfort e alle caratteristiche la linea AGX si presta perfettamente al gravel
Pronte per la performance
Con una disciplina gravel che cerca sempre più la performance, Prologo ha pensato a nuove versioni della Scratch M5 AGX e della Dimension AGX, dedicate ai professionisti e a tutti i ciclisti più esigenti orientati alle competizioni. Le nuove selle presentano l’innovativo rail Nack (Nano Carbon Fiber) composto da fibra di carbonio, kevlar e filamenti di alluminio. Un rail già ampiamente adottato da Prologo per le selle top di gamma, utilizzate con successo dai professionisti ai più alti livelli.
Queste versioni di Scratch M5 AGX e Dimension AGX con rail Nack, poggiano inoltre su una nuova base realizzata in Carbon Long Fiber, in grado di garantire un’ulteriore riduzione di peso e una maggiore rigidità, per incrementare ulteriormente il trasferimento di potenza durante la pedalata. Con un peso rispettivamente di 172 grammi per la Scratch M5 AGX e di 169 grammi per la Dimension AGX, le versioni con rail in Nack sono le scelte ideali per chi ricerca componenti leggeri, senza però sacrificare la resistenza e la durabilità.
La Scratch M5 AGX Space adotta il rail TiroX in acciaio a lega
leggeraIl modello Dimension AGX Space aumenta il comfort grazie ai suoi 2 mm di imbottitura extraLa Scratch M5 AGX Space adotta il rail TiroX in acciaio a lega
leggeraIl modello Dimension AGX Space aumenta il comfort grazie ai suoi 2 mm di imbottitura extra
Più imbottitura e comfort
Le novità di Prologo non si limitano solo al mondo delle competizioni. La linea AGX si allarga ulteriormente, in tutti i sensi, con le nuove Scratch M5 AGX Space e Dimension AGX Space. I due nuovi modelli Space, più larghi e imbottiti rispetto alle selle AGX tradizionali, sono ideali per ciclisti con una distanza delle ossa ischiatiche più ampia, che richiedono quindi una più ampia base d’appoggio sulla sella. Ma anche per i ciclisti con un alto indice di massa corporea (BMI), che possono beneficiare di un’imbottitura maggiorata per una più ottimale distribuzione del peso.
Modelli che rispondono a chi cerca una sella all-road ancora più comoda e confortevole. Rispetto ai modelli AGX tradizionali, le due versioni Space presentano una larghezza più ampia di 7 millimetri per la Scratch M5 AGX Space e di 10 millimetri per la Dimension AGX Space. Lo spessore dell’imbottitura superiore risulta inoltre maggiorato di 2 millimetri su entrambi i modelli.
Grazie al rail Nack la sella acquisisce leggerezza e rigiditàLa linea è adatta alle sconnessioni del fuoristradaGrazie al rail Nack la sella acquisisce leggerezza e rigiditàLa linea è adatta alle sconnessioni del fuoristrada
Misurazioni e prezzi
La misurazione della distanza delle ossa ischiatiche e l’indice di massa corporea, sono solo alcuni dei parametri fondamentali utilizzati nel MyOwn fitting system, il sistema biomeccanico di Prologo. La piattaforma consente di trovare la sella più adatta ad ogni tipo di ciclista, attraverso un accurato test che può essere effettuato gratuitamente presso i rivenditori selezionati.
Le selle Prologo AGX con rail Nack e le nuove versioni Space, sono disponibili online e presso i migliori rivenditori Prologo ai seguenti prezzi di listino: Scratch M5 AGX (250×140 mm), con rail Nack a 219 euro. Dimension AGX (245×143 mm), con rail Nack a 219 euro. Scratch M5 AGX Space (250×147 mm), con rail Tirox a 139 euro. Dimension AGX Space (245×153 mm), con rail Tirox a 139 euro. Dimension AGX Space (245×153 mm), con rail T4.0 a 115 euro.
Prologo ha creato una sella pensata e realizzata interamente per il corpo femminile: la Scratch EVA. Quando è arrivata la scatola a casa, è stata una bella sorpresa aprirla, trovando una sella così elegante, leggera e pensata, così c’era scritto nel foglio che la accompagnava, per il corpo di una donna. Non restava che provarla…
La sella è più piatta rispetto alle altre selle della serie Scratch, più ampia e adatta alle curve delle donne. Non è molto morbida, ma ha la giusta rigidità che permette una corretta posizione in bici e una performance migliore.
Nel corso dei miei anni da appassionata di ciclismo e triatleta ho provato diverse selle, cercando di trovarne una adatta a me, che non rendesse gli allenamenti pesanti. Una ricerca spesso vana, dal momento che non riuscivo a trovarne una che rispettasse appieno le aspettative, ma la nuova Prologo promette di essere proprio ciò che stavo cercando.
E’ stata Marta Cavalli a sviluppare per tutto il 2022 a Scratch EVA (foto Prologo)E’ stata Marta Cavalli a sviluppare per tutto il 2022 a Scratch EVA (foto Prologo)
I test di Marta Cavalli
Il feedback, riportato da Marta Cavalli durante quest’anno di prova esclusiva della sella, è sicuramente stato importante per la migliore realizzazione della sella stessa. Infatti con una base di appoggio abbastanza ampia, la Scratch EVA permette di scaricare al meglio peso e pressione, rendendo piacevole e confortevole lo stare in sella. Dettaglio decisivo soprattutto per chi, come un’atleta professionista, passa ore e ore sulla bicicletta. Il colore, inoltre, nella semplicità del nero la rende elegante e adattabile a tutte le bici.
Scratch EVA ricalca le forme della Scratch M5 di Pogacar, ma un’anatomia diversaIl centro anatomico della sella è stato spostato di 5 millimetri più avanti per offrire un appoggio più ampioLa differenza fra gli strati di schiuma (RVA) delinea un canale centrale che scarica le pressioni in eccessoScratch EVA ricalca le forme della Scratch M5 di Pogacar, ma un’anatomia diversaIl centro anatomico della sella è stato spostato di 5 millimetri più avanti per offrire un appoggio più ampioLa differenza fra gli strati di schiuma (RVA) delinea un canale centrale che scarica le pressioni in eccesso
Scratch, sella che vince
La collaborazione con Cavalli ha aiutato Prologo a perfezionare il modello giorno dopo giorno, fino al successo finale: le vittorie alla Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone del 2022, sono state la conferma che il progetto fosse avviato nella giusta direzione.
La nuova sella riprende in parte la forma T-shape della Scratch M5, una sella multidisciplinare unisex che si è già distinta vincendo negli ultimi anni due Tour de France con Pogacar, alcune classiche Monumento e diverse gare di Coppa del mondo in mountain bike.
Salvatore Truglio consegna la Scratch EVA a Marta Cavalli (foto Prologo)Salvatore Truglio consegna la Scratch EVA a Marta Cavalli (foto Prologo)
Anatomia ridisegnata
Il disegno della Scratch EVA è stato però modificato. Il “centro anatomico” è stato spostato in avanti di 5 millimetri, per consentire di avanzare la seduta, aumentando la superficie d’appoggio per il bacino femminile, generalmente più largo rispetto a quello maschile.
Questa sella è performante, comoda e ha dimensioni compatte (245 x 140 millimetri) che consentono una buona libertà di movimento per pedalare con la massima efficienza.
Il test della sella ha confermato il comfort della Scratch EVAIl test della sella ha confermato il comfort della Scratch EVA
Imbottitura e canale
EVA è anche il nome della schiuma a densità variabile, con cui è stata realizzata l’imbottitura in base alle diverse aree della sella. Nella parte posteriore, dove appoggiano le ossa ischiatiche, essa è più spessa e realizzata con una schiuma ad alta densità. Nella parte centrale e anteriore, dove appoggiano i tessuti molli, è presente invece un’imbottitura più sottile, realizzata con una schiuma a bassa densità per ridurre al minimo i picchi di pressione.
Questa differenza di spessori e densità crea un canale al centro della sella, che al contempo garantisce un appoggio ampio e permette di scaricare le pressioni, tenendo alla larga l’intorpidimento e eventuali influenze sul flusso sanguigno.
Per chi percorre tanti chilometri in bici, indipendente che lo faccia per passione o per lavoro, è di fondamentale importanza avere una sella comoda e adatta alle proprie caratteristiche, in modo da rendere i propri allenamenti piacevoli e di volta in volta migliori.
Conferenza stampa (virtuale) della FDJ-Nouvelle Aquitaine e visto che siamo nel WorldTour si parla in inglese. Con Marta Cavalli si ragiona del suo inverno
Scultura, Reacto e Time Warp per le crono, queste sono le Merida in dotazione al TeamBahrain-Victorious. Sono le stesse versioni utilizzate nella scorsa stagione, ma con delle novità.
Grazie al contributo di Ronny Baron, meccanico del team, andiamo alla scoperta dei cambiamenti che riguardano le biciclette e di alcune curiosità tecniche che toccano anche le nuove ruote Vision.
Le nuove Vision SL45 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL60 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL45 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL60 (foto Team Bahrain-Vicotorious)
Rispetto alla stagione scorsa ci sono delle novità tecniche?
Merida ci ha confermato la fornitura dei modelli usati nella scorsa stagione, Scultura, Reacto e la Time Warp per le crono. Inoltre noi abbiamo avuto la fortuna di correre tutta la stagione scorsa con la trasmissione a 12 velocità e sotto il profilo della conoscenza del sistema, ad oggi è un bel vantaggio.
Altri componenti?
Abbiamo ancora Prologo per quanto concerne le selle e Vision, per una parte dei cockpit e per le ruote, qui c’è la novità. Ci sono i due nuovi modelli delle ruote SL45 e SL60.
Il modello da crono Merida Time Warp (Sprintcycling/Team Bahrain Victorious)Il modello Reacto (foto Team Bahrain Victorious)La Merida Scultura (foto Team Bahrain Victorious)Il modello da crono Merida Time Warp (Sprintcycling/Team Bahrain Victorious)Il modello Reacto (foto Team Bahrain Victorious)La Merida Scultura (foto Team Bahrain Victorious)
Quali sono le caratteristiche principali?
Le SL45 hanno un profilo da 45 millimetri, la versione precedente era da 40, mentre le 60 hanno un’altezza da 60. La vecchia versione era da 55. A prescindere dall’altezza il cerchio è cambiato completamente e nasce per il tubeless. Ha il canale interno con una larghezza da 21 millimetri e una larghezza complessiva del cerchio che permette di montare coperture fino a 35 millimetri.
Per le gomme?
Si usano le ruote al massimo delle potenzialità con i tubeless e anche nei contesti più complicati, come ad esempio la Roubaix. Le ruote si interfacciano alla perfezione con i tubeless da 28. Inoltre è cambiato anche il meccanismo interno ai mozzi.
Phil Bauhaus con la Reacto subito vittorioso in Australia(foto Team Bahrain Victorious)Anche Pello Bilbao, ma con la Scultura, ha centrato la vittoria in questa primissima parte di stagione (foto Team Bahrain Victorious)Phil Bauhaus con la Reacto subito vittorioso in Australia(foto Team Bahrain Victorious)Anche Pello Bilbao, ma con la Scultura, ha centrato la vittoria in questa primissima parte di stagione (foto Team Bahrain Victorious)
Le gomme sono sempre più larghe?
E’ così e possiamo considerare il 28 come standard. Il sistema ruota/tubolare è praticamente sparito, così come le gomme con la sezione da 25.
Per quanto concerne l’aumento dei denti delle corone, è parallelo ad un aumento di quelli dei pignoni?
Dipende dal corridore. In realtà non c’è stato un aumento dei denti dei pignoni, nel senso che è rimasta la cassetta 11-30 quella più utilizzata, anche con la guarnitura 54-40 anteriore. Piuttosto, ci sono atleti che chiedono il 55 davanti, combinato con una scala pignoni 11-34 posteriore.
Nuove soluzioni e lavoro incessante per il setting dei materiali (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Le Metron della generazione precedente (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)La Scultura in fase di montaggio (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Nuove soluzioni e lavoro incessante per il setting dei materiali (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Le Metron della generazione precedente (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)La Scultura in fase di montaggio (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)
Dopo una stagione piena con i 12 rapporti, avete notato un consumo diverso dei componenti, rispetto alle vecchie trasmissioni?
E’ una domanda che inizialmente, come staff dei meccanici, ci eravamo posti, ma alla fine non abbiamo notato delle differenze. E’ pur vero che noi cambiamo spesso alcuni componenti sensibili, ad esempio la catena, o comunque non portiamo mai un pezzo alla fine della sua vita utile. Utilizzando questo metodo di lavoro è difficile quantificare le reali differenze, se esistono.
Ad esempio?
Abbiamo notato che la batteria interna della trasmissione a 12 velocità ha un’autonomia inferiore, rispetto a quella del sistema ad 11. Comprensibile, visto il diverso funzionamento che tiene conto anche del wireless degli shifters. In una stagione non abbiamo mai cambiato le batteria a moneta dei manettini.
Una parte di atleti in ritiro in Spagna (foto Team Bahrain-Vicotorious Charly Lopez)Una parte di atleti in ritiro in Spagna (foto Team Bahrain-Vicotorious Charly Lopez)
I corridori già presenti nel roster 2022, hanno chiesto delle variazioni importanti?
Restiamo nella normalità delle richieste che avvengono nel corso dei primi ritiri, comunque contestualizzate nel provare qualche materiale nuovo, oppure una diversa posizione in bici. Si tratta di dettagli. Il lavoro più grande viene fatto sulle bici da crono, dove in alcuni casi il corridore cambia in modo profondo la posizione, grazie anche al progredire del corridore stesso in questa disciplina e nell’utilizzo della bici specifica.
Prologo lancia i nuovi guanti Kylma, antivento e resistenti all’acqua, progettati per pedalare nelle fredde giornate invernali. Testati dalle migliori squadre professionistiche, sono l’accessorio in grado di fermare le intemperie nei mesi più rigidi. Massima aderenza e comfort saranno al fianco del ciclista che sceglie i Kylma per un controllo del mezzo preciso e sicuro su strada e offroad. Un altro loro pregio lo troviamo sul dorso del guanto. La parte più esposta è infatti realizzata in “Thermal Textile”, un tessuto composto da tre diversi strati ultrasottili sovrapposti, già utilizzato con ottimi risultati nello sci di fondo e nel biathlon.
Sonny Colbrelli è tra gli atleti che hanno contribuito a sviluppare questi guanti e non soloIl controllo è ideale grazie allo spessore sottile del tessuto Sonny Colbrelli è tra gli atleti che hanno contribuito a sviluppare questi guanti e non soloIl controllo è ideale grazie allo spessore sottile del tessuto
Sviluppati dai pro’
Progettati per le corse e gli allenamenti, i guanti Kylma sono stati perfezionati, come tutti i guanti Prologo, grazie ai preziosi feedback degli atleti dei team World Tour. Tra questi Matej Mohoric (Bahrain Victorious) e Biniam Girmay(Intermarché-Wanty-Gobert) e dai team off-road che li utilizzano con successo in gara. Una delle mission dell’azienda è infatti “Prologo è sviluppato con gli atleti e perfetto per te”.
Queste le parole di Sonny Colbrelli, uno dei primi campioni ad aver contribuito negli anni allo sviluppo dei guanti Prologo: «Appena indossati i nuovi Kylma, ne ho apprezzato il comfort e l’aderenza con il palmo della mano. Nonostante la leggerezza dei materiali, riescono a garantire un’ottima protezione dal freddo anche nelle discese con temperature vicine a zero gradi».
La parte più esposta è realizzata in “Thermal Textile”Il tessuto in pelle sintetica sul palmo permette un feeling ideale con il manubrio e i comandiLa parte più esposta è realizzata in “Thermal Textile”Il tessuto in pelle sintetica sul palmo permette un feeling ideale con il manubrio e i comandi
Caratteristiche top
L’obiettivo di Prologo è stato realizzare dei guanti invernali in grado di proteggere da vento e pioggia, ma più sottili rispetto ai guanti tradizionali spessi e imbottiti. Il layer esterno antivento e water-resistant, crea un primo scudo isolante e protettivo contro l’aria fredda e l’acqua. Lo strato termico intermedio protegge dal freddo esterno e trattiene il calore interno, consentendo di fronteggiare anche temperature prossime allo zero. L’ultimo strato interno a contatto con la mano è foderato in pile per permettere alla pelle di traspirare e assorbire il sudore.
Il palmo del guanto è stato invece pensato per garantire la massima sensibilità di guida anche nelle condizioni più difficili. Il tessuto in pelle sintetica antiscivolo, con l’aggiunta di inserti in gomma al centro del palmo, permette di avere la massima aderenza e una presa sempre salda sul manubrio e sui comandi anche quando sono bagnati. I polsini elasticizzati hanno un’altezza media ideale per sovrapporsi alle maniche della giacca e coprire bene i polsi, senza però risultare troppo ingombranti e limitare i movimenti. Infine, per semplificare la calzata anche con uno dei due guanti già indossato, è stata aggiunta una comoda linguetta in tessuto resistente che permette una facile presa. Il prezzo consultabile sul sito e presso i rivenditori autorizzati dei guanti Kylma è di 49 euro.
Giusto ieri Marta Cavalli ha avuto il via libera per riprendere la preparazione. La caduta del Tour e quell’incomprensibile investimento da parte di Nicole Frain sono alle spalle. La vincitrice della Freccia Vallone ammette di aver guardato quelle immagini una sola volta e poi di non averlo più fatto per evitare che le rimanessero negli occhi e le restasse la paura. Ammette che le è andata anche bene e che adesso ci sarà da rimboccarsi le maniche dopo due settimane di sosta forzata, per puntare a un finale di stagione ancora molto ricco di opportunità. Non ultimo il mondiale di Wollongong. Anche se è d’obbligo la cautela e non voler bruciare le tappe.
La Prologo Scratch Eva è lunga 245 millimetri, per 140 di larghezzaLa Prologo Scratch Eva è lunga 245 millimetri, per 140 di larghezza
Lo sviluppo segreto
Per cui, in attesa che le gambe tornino a girare come sanno, l’intervento di Marta in questo articolo riguarda il suo ruolo di tester per le selle Prologo. Grazie a lei infatti è in arrivo sul mercato, una sella 100 per cento da donna. E non si può dire, sentendola parlare, che la cremonese abbia preso l’incarico alla leggera.
«E’ cominciato tutto alla fine di novembre 2021 – racconta Marta – quando mi è stato presentato questo prototipo studiato per ricalcare l’anatomia femminile. Mi sono subito interessata. Usavo selle Prologo già dagli anni alla Valcar, conoscevo tutti i modelli o quasi».
Il percorso verso la creazione della sella da donna Scratch Eva, presentata a Eurobike e in vendita dal 2023, è iniziato così ed è andato avanti di feedback in feedback fino all’approvazione finale.
Cavalli ha ricevuo la sella a novembre e l’ha usata cercando il miglior appoggio (foto Facebook)Cavalli ha ricevuo la sella a novembre e l’ha usata cercando il miglior appoggio (foto Facebook)
Di cosa si tratta?
E’ comunque una sella corta ed ergonomica, per avere la reattività giusta e la posizione in avanti, solo che si è plasmata sul corpo di una donna. Per cui è più larga, ha una base di appoggio più ampia che permette di scaricare meglio la pressione su punti meno sensibili. Quando me l’hanno data, non era una sella pronta. Per cui sono andata da Niklas Quetri, che cura il mio posizionamento e l’abbiamo messa nel migliore dei modi, iniziando l’osservazione.
Tu davi le tue impressioni e Prologo modificava?
Esatto. L’ho usata e loro hanno iniziato a intervenire, valutando i risultati in termini di comfort. Per un’atleta che fa lunghe distanze in allenamento e in gara, è decisivo non doversi fermare per degli indolenzimenti. Fino a quel momento avevo usato la Dimension 143 e mi trovavo bene, ho provato per fare un tentativo.
Le schiume dell’imbottitura sono differenziate in base al punto di appoggioLe schiume dell’imbottitura sono differenziate in base al punto di appoggio
Imbottitura differenziata
L’imbottitura della Scratch Eva utilizza diversi tipi di schiuma in base ai punti di pressione, applicate su una base iniettata di Nylon e fibra di carbonio. Il canale centrale c’è, ma è ricoperto. La sella è lunga 245 millimetri per 140 di larghezza, per un peso che oscilla fra 190 e 227 grammi.
E’ vero che la sella prende la forma del corpo di chi la usa?
E’ verissimo, tanto che a parità di modello, noto la differenza fra la sella che uso a casa e quella sulla bici da gara. Sono identiche, ma quella di casa mi si adatta più dell’altra che magari uso una volta alla settimana.
Si arriverà al punto di portare nello zainetto gli scarpini e anche la sella?
Inizialmente (ride, ndr), quando era un prototipo, è quello che facevo. Prima di partire da casa sfilavo il cannotto, lo portavo con me e chiedevo al meccanico di montarlo sulla bici da gara. Finita la corsa, gli chiedevo di smontarlo e me ne tornavo a casa con il mio prototipo. Poi sono arrivati altri due esemplari e tutto questo non è stato più necessario.
Il sistema My Own di Prologo ha una doppia versione. Il cubo su cui sedersi e la cover per la sellaIl sistema My Own di Prologo ha una doppia versione. Il cubo su cui sedersi e la cover per la sella
La Dimension 143 ha il taglio centrale, la Scratch Eva no…
Così almeno sembra (sorride, ndr). Tante ragazze sono abituate ad avere il foro, ma se prendete in mano la nuova sella, vi accorgerete che è tutta coperta, ma al centro ha ancora il foro. Quindi dal punto di vista meccanico la funzionalità è la stessa. In compenso, grazie alla copertura, aumenta la superficie su cui distribuire il peso. E’ un buon compromesso fra una sella spaccata e una chiusa. E’ innovativa, obiettivamente mancava. Ormai la fase di sviluppo è finita, anche se sono sicura che con i nuovi materiali che arriveranno nel frattempo, seguiranno altre versioni.
Come si è svolta la fase dei test? Solo sensazioni o anche dati scientifici?
Ho raccolto tanti feedback. Insieme a Niklas abbiamo eseguito dei test sulle pressioni, aggiustando inclinazione e avanzamento, cercando la migliore combo fra pressione e prestazioni. Abbiamo utilizzato il Prologo My Own Pressure Map, una fodera che si mette fra la sella e l’atleta per individuare i punti di pressione. Tante volte capita che una posizione non perfetta porti a comprimere qualche vena o un nervo e questo genera dei formicolii. Ognuno dovrebbe avere la sua sella e non semplicemente sceglierla perché è bella. Magari il lavoro che ho fatto servirà per allargare la base delle praticanti e farle stare più comode.
Anche al Giro, nel duello con la Van Vleuten, Cavalli aveva la sua Scratch Eva mascherataAnche al Giro, nel duello con la Van Vleuten, Cavalli aveva la sua Scratch Eva mascherata
E se servisse anche alle tue avversarie?
Oddio, non ci avevo pensato (ride, ndr).
Con la salute è tornato il buon umore. Da stamattina Marta Cavalli è tornata ad allenarsi, in giornata conosceremo il suo programma di gare. E visto il caldo che tormenta la pianura, a breve preparerà la valigia per trasferirsi a una quota che sia finalmente più fresca.
Vittoria Guazzini ha recuperato dalle Olimpiadi in Toscana e con il Boels riprende su strada. A fine anno lascerà la Valcar: scelta che ha fatto discutere
Si chiama Settimana ed è la nostra speciale selezione di contenuti editoriali pubblicati su bici.PRO negli ultimi sette giorni.
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