Rispetto a qualche anno fa, dopo il Giro d’Italia abbiamo visto moltissimi corridori continuare a correre. C’è persino chi è andato in Slovenia, in pratica una consecutio della corsa, e chi è rientrato solo qualche giorno fa. E’ questo il caso, per esempio, di Alessandro Tonelli.
L’atleta della Polti–Kometa infatti, dopo due settimane, è rientrato in gara alla Route d’Occitanie. Due settimane sono un periodo intermedio, né breve per fare solo scarico, né tanto lungo per recuperare appieno. Tonelli ha disputato quindi la corsa francese e poi ha proseguito nella nuova gara pirenaica, la prima edizione della Andorra MoraBanc Clàssica.
Alessandro, partiamo dalle tue sensazioni: come è stato rientrare in gara dopo il Giro?
Diciamo che il caldo ha influenzato molto la prestazione. In Francia abbiamo vissuto cinque giorni di tappe caldissime, a 35-36 gradi. Si sono sentiti parecchio nelle gambe e nel corpo. Ieri ad Andorra invece in tal senso molto meglio, perché era più fresco… a tratti quasi freddo, ma è stata una gara durissima: 4.000 metri di dislivello in 115 chilometri.
Al netto del caldo?
Dopo il Giro, come spesso accade, sentivo di fare una fatica bestia quando si andava piano. Ero impacciato, pesante, mentre andava meglio quando si andava forte. Ma è un classico del Giro: vieni da tre settimane in cui ti sei abituato alle alte intensità, ma non hai recuperato del tutto.
Entriamo nel cuore dell’argomento, le due settimane tra Giro e Occitanie: come le hai passate?
Nella prima settimana ho osservato un giorno di riposo totale e un giorno in cui facevo un’ora e mezza molto tranquilla. Solo al sabato ho fatto quattro ore con un primo richiamo d’intensità: 5-6 minuti facendo una progressione da Z4 a Z5.
Passiamo alla seconda settimana: il lunedì cosa hai fatto?
E’ stata una giornata un po’ particolare. Ho lavorato sulla forza. Ho fatto le classiche SFR. Essendo parecchio tempo che non andavo in palestra, poteva essere rischioso con le gare così vicine. Così ho cercato di fare la forza in bici.
Martedì?
Recupero, un paio d’ore facili…
Mercoledì?
Ho ripetuto il lavoro del lunedì.
E siamo al giovedì…
Ho fatto 4 ore, con lavori ad alta intensità. Ho fatto due salite iniziandole forte in Z5 per 4 minuti, poi 3 minuti di recupero in Z3 e poi altri 8 minuti in Z5. In totale sono stati 15 minuti di lavoro ripetuti per due volte. A seguire ho inserito un lavoro in pianura ad alta cadenza: 2×8 minuti in Z3.
Venerdì?
Scarico semplice, un paio d’ore.
E il sabato?
Ho fatto una distanza regolare, che poi distanza vera e propria non era perché in questa fase non si deve caricare tantissimo. Quindi ho fatto 4 ore e 30′ con tre salite da 25 minuti. Una di queste salite l’hanno affrontata al Giro Next Gen prima del Maniva, è il Passo dei Tre Termini, che da noi è noto come Polaveno.
E infine, Alessandro, eccoci alla domenica…
Riposo assoluto, non sono uscito. Nel limite delle possibilità la domenica per me è sacra e la dedico sempre al riposo. In compenso ho fatto ancora un richiamo il giorno successivo.
E cosa hai fatto di preciso?
Ero alla vigilia della partenza per la Route d’Occitanie e ho fatto 2 ore e 45 minuti con due lavori ad alta intensità di 12 minuti in salita (a varie intensità) e a seguire 5 ripetizioni da 20”-40”.
Insomma Alessandro, nel complesso non un super volume ma neanche si passeggiava. Invece da un punto di vista alimentare come hai gestito queste due settimane?
Allenandomi meno ho calato l’apporto dei carboidrati, soprattutto nella prima settimana. Sostanzialmente la regola è: ti alleni meno, mangi meno. Poi quando ho ripreso ad allenarmi mi sono rimesso al regime di 80 grammi di carbo l’ora. Io anche in gara esagero, arrivo mediamente a 110 grammi l’ora.
Avrai mangiato meno, ma qualche sgarro post Giro lo avrai pur fatto?
Ma sì, già a partire dalla cena che abbiamo fatto tutti insieme a fine Giro. Poi però, dovendo correre, non è che ti lasci andare del tutto. In quella settimana di riposo controllavo l’alimentazione, ma se volevo qualcosa, che so un gelato, un dolcetto, me lo mangiavo. Alla fine lo stacco in quei giorni era anche per la testa e non solo per le gambe.
Sul fronte dei liquidi e dell’integrazione?
In allenamento non è cambiato tanto perché alla fine di caldo vero a casa ne ho preso un paio di giorni. Ma in gara in Francia ho bevuto moltissimo.