Zona cambio ciclocross

Quanto lavoro in zona cambio

10.01.2021
3 min
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Nella seconda giornata del campionato italiano di ciclocross abbiamo voluto seguire le operazioni nella zona cambio. E’ in questa parte del campo gara che i meccanici operano per ripristinare in tempi record la funzionalità delle biciclette ricoperte di fango.

Assetto da fango

Nella notte fra sabato e domenica ha piovuto incessantemente, rendendo il terreno fangoso. Questo fattore ha portato molti atleti a montare i penumatici più adatti al fango, come abbiamo avuto modo di vedere in un nostro articolo su questo tema. Nei momenti che hanno preceduto la partenza della gara juniores abbiamo guardato le biciclette dei ragazzi e abbiamo notato alcune scelte tecniche particolari.

Le gomme Challenge Limus sono specifiche per il fango
Le gomme Challenge Limus sono specifiche per le condizioni di fango

Dischi da 140 millimetri

Alcuni atleti montano freni a disco da 140 millimetri come ci ha detto Simone Masciarelli, padre di Lorenzo che ha gareggiato fra gli juniores: «Usiamo i freni da 140 millimetri perché i ragazzi si trovano meglio, anche in Belgio nel ciclocross usano tutti i freni di questa misura». Certamente questo diametro dei dischi evita di bloccare le ruote su terreni accidentati come quelli del ciclocross.
Un’altra scelta che abbiamo notato, è la maggiore presenza di ragazzi che usano la doppia corona all’anteriore, con il 36 o 38 come corona piccola e 44 o 46 come dentatura grande. La maggioranza utilizza la corona singola, ma per gli atleti che hanno più watt da esprimere l’opzione della doppia corona rimane valida. Non a caso anche Van der Poel e Van Aert utilizzano questa soluzione.

Tensione che aumenta

Nel momento che scatta la gara la concentrazione in zona cambio aumenta e tutti i meccanici e direttori sportivi sono pronti a dare la bicicletta di scorta ai propri atleti. Capita spesso che alla partenza i corridori si tocchino e qualcuno danneggi subito la bicicletta. Appena passano tutti i ragazzi la moltitudine di meccanici si sposta in maniera quasi sincronizzata da un lato all’altro della zona cambio, in modo da essere subito pronti al passaggio dei corridori sull’altro lato del percorso.

Tutto pronto in zona cambio con le bici di scorta in posizione
Tutto pronto in zona cambio con le bici di scorta in posizione

Questo valzer tra un lato e l’altro della zona cambio continua per tutta la gara, interotto solamente dalle corse fatte dai meccanici che prendono le bici infangate e le portano dove ci sono tutti i compressori pronti per liberarle dal fango. Un’operazione tanto veloce quanto precisa.

Percorso veloce

Parlando con alcuni meccanici alla fine della gara ci hanno detto che il percorso è fangoso, ma siccome è piovuto molto, si tratta di un fango bagnato che scivola via facilmente dalle bici. A conferma di questa impressione c’è il fatto che i primi non hanno mai cambiato la bicicletta. Evidentemente non hanno avuto troppi problemi di espulsione del fango. Una altro aspetto che ci hanno fatto notare è che il percorso è veloce e cambiare la bicicletta non è molto conveniente. Si rischia di perdere 10 secondi e non recuperarli più.
Su Lecce ha smesso di piovere e a detta degli esperti le condizioni per le gare degli Elite potrebbero cambiare ancora.

Giant Tcx DP66

Asciutto o bagnato, quali gomme scegliere?

09.01.2021
4 min
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Nella prima giornata dei campionati italiani di ciclocross a Lecce abbiamo voluto capire quali scelte tecniche vengono fatte dai corridori. Come ben si sa le condizioni atmosferiche e quindi del terreno condizionano le scelte dei materiali e soprattutto delle gomme da usare in gara. Ne abbiamo parlato con uno dei meccanici del Team DP66 Race Academy, Mauro Bandiziol.

Il terreno cambia tutto

Le condizioni meteorologiche a Lecce hanno visto la pioggia nella serata del venerdì con qualche goccia anche nella mattina del sabato. Il percorso che si snoda nel parco di Belloluogo sulla carta è veloce, ma il fango lo ha reso scivoloso. La domanda è, quali coperture scegliere?
«Siamo partiti con una situazione abbastanza umida, ma non pioveva – inizia così Mauro Bandiziol – per cui il terreno era da pneumatici mix, da situazione mista. Però questa pioggia potrebbe cambiare un po’ le condizioni e potremmo montare le gomme da fango».

La gomma da bagnato in dotazione al Team DP66
La gomma da bagnato in dotazione al Team DP66

Gomme Mix o Wet?

Ma quali differenze ci sono fra una gomma da condizioni miste e una da fango? «Le gomme da condizioni miste hanno dei tasselli non molto alti e servono per dare direzionalità alla bici senza creare troppi attriti, quindi rendono la bici più scorrevole nei pezzi dritti, ma si ha un po’ meno grip nelle curve. Mentre la gomma da bagnato ha i tasselli più alti e molto più aperti tra l’uno e l’altro per fare espellere meglio il fango e l’acqua».

Solo in casi estremi

Fra le stesse gomme da bagnato ci sono delle differenze.
«Esistono delle gomme da bagnato con tasselli molto più alti – continua Bandiziol – ma sono per condizioni estreme quando piove per due o tre giorni e c’è bisogno del massimo grip a discapito della scorrevolezza ma non è il caso di oggi».

Il pneumatico Vittoria Terreno Mix della DP66
Il pneumatico Vittoria Terreno Mix in dotazione alla DP66

E i cerchi?

Oltre alle gomme anche i cerchi hanno la loro importanza.
«Diciamo che negli ultimi anni si tende molto ad andare sulle ruote alto profilo – ci spiega sempre Mauro Bandiziol – che nel ciclocross vuole dire delle misure fra i 40 e i 50 millimetri». Ma non ci sono solo vantaggi nelle ruote ad alto profilo: «Il problema è che l’altezza del cerchio deve essere messa in relazione con le caratteristiche dell’atleta. Alle categorie giovanili non possiamo dargli profili troppo alti, perché non hanno ancora la forza per sfruttarli bene e preferiamo montargli dei cerchi più bassi per favorire la guidabilità».

Anche le condizioni del terreno influiscono sulla scelta del profilo del cerchio, infatti con condizioni fangose anche alcuni atleti più esperti preferiscono montare cerchi bassi per avere un controllo migliore della bicicletta, mentre il cerchio ad alto profilo viene usato molto sui terreni sabbiosi oppure asciutti. Il percorso di Lecce sarebbe ideale per fare velocità con i cerchi alti, ma il fango non aiuta.

Attacco manubrio sulla bici di un atleta del Team DP66
Attacco manubrio sulla bici di un atleta del Team DP66

Attacchi corti

A proposito di guidabilità, un altro aspetto che abbiamo notato sono gli attacchi manubri molto corti.
«Il discorso è un po’ diverso rispetto alla strada – continua a spiegarci Mauro Bandiziol – anche nel ciclocross si tende ad avere telai più piccoli, però il tempo delle gare è corto, quindi si tende ad avere telai compatti con attacchi corti per favorire la guidabilità e ricercare la massima spinta. Ovvio che si va a discapito della comodità per ricercare la massima potenza». In definitiva si cercano telai compatti con attacchi compatti per avere la migliore reattività e guidabilità, senza guardare il fattore comfort.