Pinarello Dogma F, non finisce mai di stupire

20.06.2024
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COLFOSCO – Nel magnifico scenario delle Dolomiti dell’Alta Badia viene presentata la tredicesima generazione di una delle bici più iconiche di sempre. La Pinarello Dogma F.

Più leggera di oltre 100 grammi (a parità di taglia), più aerodinamica e sempre rigidissima, certamente identificativa con il suo design. La nuova Pinarello è la prima bici ad utilizzare il carbonio Torayca M40X, con un modulo ancora più alto rispetto alla T1100. Entriamo nel dettaglio anche grazie a Fausto Pinarello e Scott Drawer (performance manager del Team Ineos-Grenadiers).

Fausto Pinarello con la “sua” Dogma F
Fausto Pinarello con la “sua” Dogma F

La creatura di Fausto Pinarello

«Questa è la Dogma numero 13. E’ tanto cambiata – ci dice Fausto Pinarello – ma in ogni epoca è sempre stata un riferimento. La prima Dogma è stata quella in magnesio, sono passati 22 anni tra evoluzione e sviluppo, anche per quello che riguarda i materiali. La nuova Dogma inizia a prendere forma due anni fa. L’apporto ed il supporto del Team Ineos-Grenadiers, con il suo contributo, capacità di analisi e ovviamente grazie ai suoi atleti, sono stati fondamentali nel processo di realizzazione della nuova bici. Anche per questi motivi, abbiamo firmato con loro per altri quattro anni».

Carlos Rodriguez, vittorioso al Delfinato con la nuova Dogma F
Carlos Rodriguez, vittorioso al Delfinato con la nuova Dogma F

Ogni dettaglio fa la differenza

«Amo ascoltare i corridori tutto l’anno – racconta Pinarello – mi piace portare al mio staff i feedback degli atleti, perché ogni parola è uno spunto per far evolvere la bici. Ogni corridore ha delle necessità, ha il suo modo di correre e vivere la bicicletta. La nuova Dogma rappresenta alla perfezione la filosofia Pinarello, un concentrato di tecnologia, prestazioni e bellezza.

«Abbiamo combinato i numeri – prosegue Pinarello – anche quelli più piccoli. Designer, ingengeri e partner hanno lavorato duramente per arrivare a questo risultato, dove io metto la firma e dove il design deve essere identificativo con DNA Pinarello».

Scott Drawer è il responsabile performance di Ineos Grenadiers
Scott Drawer è il responsabile performance di Ineos Grenadiers

Marginal gains per grandi differenze

«La ricerca delle prestazioni è cambiata tantissimo negli utlimi anni e non si tratta esclusivamente di marginal gains – ci dice Drawer – o meglio, ogni dettaglio è parte integrante di un grande processo evolutivo. Il nostro approccio negli anni non è cambiato, si è evoluto e la conferma della bontà del lavoro arriva anche dal fatto che tutti i team hanno investito tantissimo per seguire la nostra linea di pensiero.

«Quando abbiamo iniziato a ricercare ed analizzare, i margini di miglioramento erano elevati ed immediati, perché non c’era uno storico in questo senso. Ora i miglioramenti sono costanti, è ancora possibile migliorare tutto quello che è legato alla performance – conclude Drawer – ma il processo è più lento. La nuova Dogma F è parte di un sistema che chiamiamo performance planning. Come corriamo? Come ci alleniamo? Quale supporto tecnico utilizziamo? Possiamo dire che le bici Pinarello si sono evolute con noi».

La prima bozza nel 2022

Le analisi e gli studi che hanno permesso di realizzare la Dogma F partono dal Tour de France 2022. E’ stato preso in esame tutto quello che ha fatto Geraint Thomas. Cosa accade in ogni singolo momento di un Grande Giro? Non c’è esclusivamente la salita, o la discesa, oppure i tratti in pianura percorsi a velocità folli.

Una gara non è fatta solo di sprint ed accelerazioni, oppure di asfalto perfetto, perché ci sono anche il pavè ed il gravel. Numeri e dati, analisi su analisi, tutto doveva collimare per dare una bici totale. Più leggera di 108 grammi, sviluppata con i nuovi modelli CFD e con un coefficiente di efficienza aerodinamica migliore dello 0,2% (tantissimo).

La nuova Pinarello Dogma F

Il carbonio Torayca M40X, che compare per la prima volta nell’ambito bici, ha un modulo ancora maggiore del T1100 grazie ai 377 fili per pollice quadrato (rispetto ai 324). L’impiego del nuovo tessuto di carbonio e l’evoluzione delle forme di ogni profilato hanno obbligato a variare in modo importante l’impatto estetico (ed i volumi) di alcune parti della bici. La scatola del movimento centrale ad esempio, più grande, più arrotondata nella sezione inferiore, ma sempre fedele alla larghezza da 65 millimetri e alle calotte filettate per il movimento centrale. La sua forma deriva (Aero-Keel) da quella utilizzata per la bici da pista di Ganna. Tutto il carro posteriore e la forcella hanno passaggi più larghi degli pneumatici (fino a 30 millimetri di larghezza).

La tubazione obliqua è stata ridisegnata ed ha subito una cura dimagrante. E’ stata ridotta la superficie interna tronca, a favore di un risparmio di peso e senza sacrificare rigidità ed efficienza aerodinamica.

Il tubo sterzo è stato ridotto complessivamente di 8 millimetri (per quello che concerne i volumi), anche in questo caso senza perdere sostanza e rigidità. E’ stata cambiata la serie sterzo che è compatibile con i soli gruppi elettronici.

Sono stati calottati e resi cechi i punti di innesto dei perni passanti. Il blocchetto del reggisella è stato alleggerito ed è più funzionale. Non in ultima la forcella Onda, anche in questo caso completamente ridisegnata. Ha un rake di 47 millimetri, comune a tutte le taglie. Ha uno stelo con due protuberanze laterali (rinforzato e ottimizzato per il passaggio interno delle guaine, nessuna ostruzione, eliminati gli attriti e maggiore precisione nella guida, il tutto con un peso ridotto).

Dogma F e l’arte dell’asimmetrico

Ogni sezione della nuova Pinarello Dogma F è asimmetrica, proprio come da tradizione Dogma. La Pinarello Dogma F è disponibile in quattro configurazioni per quanto concerne la trasmissione (Sram Red AXS, Shimano Dura Ace con e senza power meter, Campagnolo Wireless e prezzi di listino che partono da 14.500 euro). Sono 3 invece le tipologie di ruote, tra Princeton, DT Swiss e Campagnolo. E’ disponibile anche il kit telaio. Sempre ampia la disponibilità della taglie (ben 11), dalla 43, alla 62.

Per gli amanti dei numeri: l’allestimento con il Red AXS ha un valore alla bilancia dichiarato di 6,63 chilogrammi (taglia 53), mentre il Dura-Ace 6,77 (entrambi con le Princeton 4550). Il montaggio Campagnolo Wireless (con le Bora WTO 45) è dichiarato a 6,88 chilogrammi.

Manubrio Talon Fast

Ora adotta il suffisso Fast. Segue il filone attuale che vuole i manubri full carbon ed integrati con il flare della piega, il tutto a norma UCI. La svasatura delle curve è di 7°, ma è anche il design (leggermente ondulato) della piega che permette di fare una grande differenza in termini di comfort e precisione nella presa bassa. Ogni misura ha un attacco manubrio con angolazione di 8° e un’ampiezza della curva di 125 millimetri.

Pinarello

Ganna, la Roubaix e la Pinarello Dogma F di sempre

08.04.2023
4 min
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Filippo Ganna affronta la Parigi-Roubaix con la Pinarello Dogma F, ovvero il modello standard in dotazione al Team Ineos-Grenadiers. Nessuna sospensione e nessuno strumento meccanico sviluppato in maniera specifica per la classica del pavè.

Dalla bici di Van Baarle, vittorioso nel 2022 a quella di Ganna, vediamo cosa cambia sulla Dogma F. Entriamo nel dettaglio con Matteo Cornacchione.

Tubeless da 32 e disco da 160 davanti, 140 dietro
Tubeless da 32 e disco da 160 davanti, 140 dietro
Si può dire che la Pinarello F di Van Barle è stata una sorta di pesce pilota?

Diciamo che la vittoria di Van Barle alla Roubaix 2022 ci ha fatto ragionare. Ha vinto utilizzando una Pinarello F normalissima, ovvero quella normalmente usata per le corse tradizionali ed i grandi Giri. E’ necessario usare una bici specifica per il pavè, oppure ad oggi è possibile vincere alla Roubaix anche con una bicicletta convenzionale? Direi che Van Barle ha dimostrato che la seconda opzione è più che reale.

Quindi la bici che Ganna userà sulle pietre è “normale”?

E’ la Dogma F che normalmente utilizza per le gare classiche e nelle tappe dei grandi Giri. Ci sono le gomme tubeless più grandi, ma la bici è quella.

Nessun rinforzo aggiuntivo per il reggisella
Nessun rinforzo aggiuntivo per il reggisella
Con le biciclette che avete a disposizione oggi, è possibile sfruttare a pieno il mezzo meccanico su diversi terreni?

Decisamente si. Consideriamo, solo per fare un esempio, gli pneumatici e la forma dei cerchi. Oggi con il range di sezioni che abbiamo grazie ai tubeless, la versatilità e la possibilità di sfruttare la bicicletta aumenta in modo esponenziale. Al tempo stesso il corridore ha sempre lo stesso mezzo, con la stessa impostazione e non deve perdere tempo nell’adattamento.

Quindi per Ganna c’è una bici standard con la posizione in sella che usa normalmente?

Si, è proprio così. Ma non solo Ganna, tutti i corridori preferiscono limitare gli aggiustamenti e le variazioni della posizione in sella. Le uniche variabili sono legate ai componenti. Il corridore che chiede più variazioni dei componenti, o che fa delle scelte diverse dai compagni è Pidcock.

Sempre fedele alla Fizik Arione R1
Sempre fedele alla Fizik Arione R1
Come è montata la Dogma F di Ganna?

Ovviamente le valutazioni finali sono legate al meteo. Un set di ruote Shimano C50. Tubeless da 32 con pressioni comprese tra 3,5 e 4,5, da valutare a ridosso della partenza anche in base alle condizioni meteo. Rispetto agli standard inseriamo una quantità maggiore di liquido anti-foratura. I rapporti, 54-40 per le corone e pignoni 11-30. le pedivelle sono da 175 millimetri. La chiusura del reggisella è quella stampata in titanio, solo 36 grammi e resistentissima.

Una scelta standard per il nastro manubrio, oppure è previsto qualcosa di specifico?

E’ prevista una doppia nastratura con l’inserto in gel. Inoltre anche il cockpit è quello standard in carbonio, il Tallon che viene usato normalmente, un blocco unico in carbonio, rigidissimo. C’è la sella Arione di Fizik. Ganna ha voluto i comandi satellitari al manubrio.

Ganna, l’ultima distanza prima dell’Inferno

04.04.2023
6 min
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Oggi Ganna si è sparato l’ultima distanza prima del viaggio a Roubaix. Con lui c’era Dario Cioni, sull’ammiraglia, che lo ha fatto lavorare anche dietro macchina e gli ha fornito il supporto necessario in termini di rifornimento, simulando quasi gli schemi di gara. Alla partenza del Fiandre si è parlato parecchio dell’assenza del piemontese, soprattutto dopo l’ottima Sanremo: non gli sarebbe convenuto venire e provarci? Non gli avrebbe fatto bene anche in termini di colpo d’occhio? Così lo abbiamo chiesto a Cioni, durante la piccola porzione delle sei ore di allenamento in cui gli abbiamo fatto compagnia.

La Parigi-Roubaix parte in realtà da Compiegne e si snoda per 257 chilometri fino al confine con il Belgio
Il progetto Fiandre per Pippo quest’anno non si è proprio valutato?

No, perché è stato detto di puntare tutto sulla Roubaix. Il Fiandre sarebbe stato funzionale se non avesse fatto le gare prima, quindi Harelbeke, Gand e Dwars door Vlaanderen. E soprattutto, se domenica avesse corso il Fiandre, non avremmo potuto fare il blocco di lavoro che invece abbiamo concluso oggi. Abbiamo avuto tutta la settimana a disposizione, confidando nel fatto che il colpo d’occhio per certi percorsi Pippo l’abbia affinato nelle tre corse fatte in Belgio.

Intanto giovedì, dopo la Dwars door Vlaanderen, lo abbiamo visto (sui social) in ricognizione sul pavé della Roubaix.

Doveva farla il giorno dopo, poi è stata anticipata perché le previsioni per venerdì erano pessime. Non è stato l’ideale perché il giorno prima aveva corso, ma effettivamente venerdì ha diluviato tutto il giorno. E soprattutto non si trattava di fare solo alcuni settori, li ha fatti tutti. Alla fine è venuta fuori una ricognizione di cinque ore.

Giovedì scorso si sono valutati anche i materiali oppure quelli erano ormai definiti?

Aveva già provato un po’ di cose. E poi ha l’esperienza dell’anno scorso, sia della Roubaix sia della tappa del Tour, quindi non è stato un approccio al buio. La bici dovrebbe ricalcare quella che ha vinto la Roubaix lo scorso anno con Van Baarle, ma non ricordo se l’anno scorso avevano il 34, che abbiamo portato per certo al Tour. Davanti avrà la guarnitura con il 40-54 e non so se alla fine si deciderà di mettere il 42 o il 44. Il vantaggio di avere il 34 dietro è di poter tenere sempre la catena sul piatto grande. Quindi rimane più in tensione e non balla come quando è sulla guarnitura più piccola.

Il sopralluogo di Ganna su tutti i tratti di pavé si è svolto il 30 marzo (foto social Joshua Tarling)
Il sopralluogo di Ganna su tutti i tratti di pavé si è svolto il 30 marzo (foto social Joshua Tarling)
L’allenamento di oggi è l’ultimo duro prima di andare al Nord?

Ormai si parla di rifiniture. Il grosso del lavoro era stato fatto per la Tirreno e la Sanremo. Nell’ottica della Roubaix si spiega anche perché anche a Sanremo, a parte l’ottimo risultato, si era deciso di fare la gara nel finale dopo una distanza così importante.

Le sei ore di stamattina comprendevano anche dei lavori specifici?

Abbiamo fatto un lavoro importante. Non dico che sia stata una simulazione di gara, però comunque è venuto fuori un bel lavorone. Quello che in qualche modo, almeno come carico di lavoro, sarebbe stato il Fiandre.

Quando si parte per la Francia?

Io resto a casa, Filippo partirà venerdì. Era importante che lo seguissi oggi. Direi che non farà un altro sopralluogo, altrimenti dovrebbe partire giovedì, però non lo ha richiesto. Quindi oggi è stato il terzo giorno del blocco, domani recupera, giovedì farà un lavoro più corto ma brillante, mentre venerdì e sabato nulla di particolare, perché saremo a ridosso della gara.

Nel 2022 Ganna è stato costretto a inseguire per due volte, ma nell’Arenberg la sua azione è parsa molto efficace
Nel 2022 Ganna è stato costretto a inseguire per due volte, ma nell’Arenberg la sua azione è parsa molto efficace
Quest’ultimo blocco da cosa era composto?

Un classico blocco di tre giorni. Ha fatto intensità il primo giorno, domenica. Ieri ha fatto ripetute a elevata potenza e bassa cadenza (Torque). Oggi ha fatto la distanza con dei lavori, quindi comunque un blocco abbastanza importante.

Cosa ti è parso del suo adattamento al pavé durante quelle 5 ore?

A causa dell’anticipo, io non c’ero. Comunque aveva dimostrato già l’anno scorso di saper stare sul pavè. Quando ha avuto quei due incidenti meccanici, è sempre rientrato sul gruppetto davanti, che non lo ha aspettato. Invece nell’Arenberg è andato forte, quindi tendenzialmente ha dimostrato di essere un corridore che riesce ad andare su quelle strade. Si tratta di caratteristiche che hai oppure no. Come anche sul piano fisico: non ho mai visto un corridore peso piuma che vince la Roubaix, per andare forte sul pavé serve anche una certa struttura, anche se è questione di predisposizione. Il pavé del Fiandre ad esempio è un’altra cosa, basta considerare le velocità cui vanno…

Tu che ne hai viste tante, che tipo di vigilia sta vivendo Ganna?

Alla fine è un corridore che ha molta esperienza di eventi di un giorno, venendo dalla pista o dalle Olimpiadi. Rispetto ad altri colleghi è abituato a puntare su una data secca. Quello è il vantaggio di venire dalla pista rispetto a corridori che fanno i grandi Giri, che sono un evento spalmato sul lungo tempo. Qui quello che conta è la capacità di essere al top in un giorno ben preciso. E poi la buona prestazione della Sanremo ha confermato che abbiamo lavorato bene.

La scelta di montare un 34 come ingranaggio più grande permette di tenere sempre la catena sul 54
La scelta di montare un 34 come ingranaggio più grande permette di tenere sempre la catena sul 54
Sei ore tutte in Svizzera o anche in Italia?

Siamo stati un po’ in Svizzera e un po’ in Italia. Svizzera, Lago Maggiore e vallata di Domodossola: oltre 180 chilometri. Abbiamo fatto anche salite, perché in genere le strade di pianura sono più trafficate, quindi anche per stare un po’ più tranquilli si va in salita, è più facile. Quando poi Filippo fa le ripetute con la potenza giusta, va forte, quindi il traffico sarebbe un problema. Per cui sono state sei ore in cui si è recuperato lungo le discese. Si può anche fare la distanza a 30-32 all’ora, invece Filippo tiene sempre un buon ritmo.

Durante un giorno così, l’alimentazione è la stessa del giorno di gara?

Ormai anche in allenamento in queste giornate si alimentano quasi come in gara. Il discorso di avere una macchina in appoggio serve anche per questo aspetto, perché con quello che stanno mangiando ora in gara, farebbe fatica a portarsi tutto dietro. Bisogna che mangi bene anche in allenamento, per non arrivare sfinito.

Avete chiuso spingendo come in un finale di gara?

Nel finale c’era un paio di salite, quindi sicuramente non è stato un finale facile. Si parte seguendo il grande risultato, poi nella giornata puoi trovare anche quello che è uno scalino più forte. E allora chapeau a lui.

La base della bici di Ganna alla Roubaix di domenica prossima, giorno di Pasqua, è la Dogma F che ha vinto nel 2022 con Van Baarle
La base della bici di Ganna alla Roubaix è la Dogma F che ha vinto nel 2022 con Van Baarle
Gli olandesi scherzavano dicendo che Van Baarle è passato alla Jumbo-Visma perché Ganna punta alla Roubaix…

Credo fosse davvero una battuta. Alla fine Van Baarle ha vinto una Roubaix, non sarebbe mai stato uno per correre in appoggio. Partito lui, avremmo portato Ben Turner, ma si è rotto il radio nella caduta di domenica. Quindi penso che punteremo prevalentemente su Pippo, che sarà l’uomo più protetto, anche se normalmente non conviene partire alla Roubaix solo con una punta. La nostra punta quest’anno è Ganna.

Su il velo: ecco le nuove Pinarello della serie F e X

22.02.2023
6 min
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La piattaforma Dogma F rimane il punto di riferimento di Pinarello, una delle biciclette più vincenti degli ultimi lustri. La gamma si arricchisce grazie alle due serie F e X, rispettivamente race oriented e endurance.

F è accostabile alla Dogma, per design, concept e quel DNA votato alla competizione. X invece è votata all’endurance, rivolgendosi agli appassionati della bicicletta che non hanno il massimo risultato nella competizione come obiettivo principale.

L’aerodinamica e lo sviluppo della F, buone per ogni terreno e la vicinanza con la Dogma F è più che reale (foto @Roberto Bragotto-Pinarello)
L’aerodinamica e lo sviluppo della F, buone per ogni terreno e la vicinanza con la Dogma F è più che reale (foto Roberto Bragotto-Pinarello)

Una storia di peso

La lunga striscia di vittorie si riflette nello sviluppo di qualsiasi bicicletta che esce dalla maison veneta. Trenta grandi giri non sono briciole, ma un biglietto da visita che in pochi possono mostrare. E poi c’è quel marchio di fabbrica che è il disegno asimmetrico delle tubazioni e di conseguenza del telaio (e della forcella). La forma e i volumi dei profilati cambiano tra la sezione destra e quella sinistra, perché le forze in gioco, quelle espresse dal ciclista, sono differenti tra una parte e quella opposta.

Uno dei motivi per i quali la serie F può essere considerata a tutti gli effetti l’erede della Pinarello Dogma F, con una geometria che prende forma proprio da quest’ultima. Le versioni sono tre, F9, F7 e F5, con nove taglie in totale.

E poi c’è la X, un progetto che nasce con l’obiettivo del comfort, del piacere di guida e con una vocazione endurance pronunciata, pensando a chi pedala per giornate intere e non solo su asfalto. C’è una geometria che porta ad avere una posizione in sella non sacrificata e non estremizzata. Ma anche in questo caso il DNA racing non è stato soffocato e la nuova X è più leggera della versione precedente. Anche la X è disponibile in nove taglie e due versioni, X3 e X1.

Le Pinarello F ed X Series saranno disponibili nella sola versione disc brake.

La F9 con il Dura-Ace (foto Roberto Bragotto-Pinarello)
La F9 con il Dura-Ace (foto Roberto Bragotto-Pinarello)

Pinarello F si fa in 3

Come accennato in precedenza la serie F è disponibile in tre declinazioni. F9 e F7 che si basano sul carbonio Torayca di matrice T900 e fanno segnare un valore alla bilancia di 950 grammi (dichiarati e nella misura 53 con finitura grezza). F7 invece adotta la fibra di carbonio T700 (con un peso dichiarato di 990 grammi).

L’orientamento delle fibre di carbonio è differenziato in base alle zone e alle performances che si vogliono ottenere. Il telaio inoltre è ottenuto grazie ad un blend di tessuti compositi, HM (ad alto modulo) e HT (più elastico). La fibra composita è rinforzata grazie all’innesto di un polimero.

L’aerodinamica che caratterizza questa piattaforma è la discendente diretta di quella sviluppata per la Dogma F. In questo concetto sono da considerare non solo le tubazioni del telaio, ma anche il posizionamento dei portaborraccia e il seat-post. Quest’ultimo è il medesimo della Dogma F, con un design aero specifico. L’integrazione delle guaine è totale.

La forcella e il carro posteriore hanno una luce ampia per il passaggio delle coperture, fino a 30 millimetri di sezione. Inoltre la lunghezza del carro posteriore è compresa tra i 406 e 410 millimetri, in base alla taglia.

Cambia il blocco di serraggio del reggisella, che è uno stampato in titanio, molto resistente e di 36 grammi più leggero rispetto alla versione precedente.

Viene mantenuta la scatola oversize del movimento centrale, larga 65 millimetri, ma che adotta le due filettature con il passo italiano per l’innesto delle calotte dei cuscinetti. In questa sezione il cambiamento principale riguarda il posizionamento della batteria della trasmissione, che è alloggiata sopra l’asse passante della guarnitura e viene estratta dalla parte inferiore. Portando le masse verso il basso si hanno degli effetti positivi su guidabilità e stabilità.

Sei allestimenti in totale

Le F9, F7 e F5 sono disponibili in cinque colorazioni. La F9 è disponibile con due allestimenti top di gamma, Shimano Dura Ace, oppure Sram Red AXS, entrambi a 11.300 di listino. Pinarello F7 è a disposizione con il pacchetto Shimano Ultegra (8.350 euro), oppure Sram Force AXS (8.250 euro), mentre la F5 con lo Shimano 105 Di2 (da 5.880 a 6.500 euro in base alle ruote), oppure con lo Shimano Ultegra meccanico ad 11 velocità.

F9 e F7 hanno in dotazione il cockpit integrato Most Talon Ultra Light, mentre la F5 adotta la serie Tiger. Le F9 e F7 hanno in dote le ruote Most Ultrafast 40, che sono disponibili anche per la F5 Shimano 105 Di2 (con due varianti legate alla dotazione delle ruote Fulcrum Racing 800). E’ disponibile anche il frameset (solo la versione con il carbonio T900) a 4630 euro di listino.

L’inconfondibile design di Pinarello anche per la X (foto Roberto Bragotto)
L’inconfondibile design di Pinarello anche per la X (foto Roberto Bragotto)

La Pinarello X Series

Rispetto alla F Series cambiano il carbonio, le forme e anche le geometrie, proprio da queste ultime vogliamo partire per entrare nel dettaglio. A parità di taglia (se consideriamo una 53) la nuova Pinarello X è più corta di 13,1 millimetri (reach ridotto) e più alta di 33,2 (stack maggiorato). Traducendo, abbiamo una geometria che permette di sfruttare una posizione raccolta e che non obbliga a schiacciarsi verso l’avantreno, anche se lascia ampio spazio alla customizzazione del setting biomeccanico.

Le versioni sono due, X3 e X1, ed entrambe adottano la fibra di carbonio T600. Un segno distintivo importante è la curvatura, verso il basso, dei foderi obliqui (disegno Flexy Stays), voluta per aumentare contemporaneamente la dissipazione delle vibrazioni, la stabilità anche sullo sconnesso e di conseguenza il comfort. Il carro e la forcella permettono il passaggio di pneumatici fino a 32 millimetri di larghezza.

Come vuole Pinarello, la forcella fa parte della famiglia Onda, ma la sua costruzione è specifica per la piattaforma endurance. Usa la fibra T600, proprio come il telaio, per garantire il giusto blend tra resa tecnica, leggerezza e robustezza.

Come per le serie Dogma F e Pinarello F, anche la X rientra in quel progetto di ricerca e ottimizzazione aerodinamica. Le forme delle tubazioni portano questo messaggio, al pari di un’integrazione massimizzata e un rinnovato clamp del reggisella.

Tre montaggi diversi

In totale le combinazione cromatiche sono quattro, mentre gli allestimenti sono tre, due di matrice elettromeccanica e uno meccanico. Shimano 105 Di2 e Sram Rival AXS per la X3 con le ruote Fulcrum Racing 800 (rispettivamente a 5.360 e 5.770 euro), mentre è previsto il gruppo Shimano 105 meccanico, ad 11 rapporti per la Pinarello X1 (con ruote Shimano in alluminio, a 3.500 euro di listino). Il cockpit è il Most Tiger in alluminio con il passaggio interno delle guaine. Tutti i prezzi delle F e X Series si riferiscono al mercato italiano.

Pinarello

La Pinarello Dogma F di Rodriguez per Il Lombardia

08.10.2022
4 min
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Siamo andati in casa Ineos-Grenadiers a curiosare la Pinarello Dogma F del campione spagnolo in carica, Carlos Rodriguez.

L’iberico, per l’edizione 2022 de Il Lombardia utilizzerà la bicicletta numero 2, ovvero quella con le ruote dal profilo medio e una scala pignoni molto agile. Entriamo nel dettaglio.

La bici numero 2 di Rodriguez è quella per la salita
La bici numero 2 di Rodriguez è quella per la salita

Colori spagnoli

Fondo bianco lucido e la bandiera rossa e gialla che celebra la vittoria al Campionato Nazionale e, il titolo spagnolo non è per nulla facile da conquistare. La bicicletta di Rodriguez è una Pinarello Dogma F taglia 55. Ci sono i tubeless e le Dura-Ace C36 di Shimano e la rapportatura ha una combinazione interessante. Ci ha spiegato il mezzo meccanico Giacomo Panconi, che cura abitualmente il setting del corridore spagnolo.

«Carlos è un atleta molto serio e sempre concentrato, un corridore che è capace di vincere, ma soprattutto di essere un riferimento per la squadra quando è necessario fare del forcing. E’ un atleta che parla poco e pensa a fare bene il suo mestiere, ma sa fornire dei feeback interessanti anche sotto il profilo tecnico. Difficilmente cambia la sua posizione nel corso della stagione agonistica. Si tratta di un atleta longilineo bello da vedere pedalare, molto composto e ha un peso di 67 chilogrammi».

Con il numero 2

C’è un manubrio integrato full carbon Most con una larghezza di 42 centimetri e uno stem da 130. Le leve del cambio sono leggermente inclinate verso l’interno.

La sella è una Fizik Arione con il foro centrale di scarico. La versione è quella con i rails in carbonio e un’imbottitura di livello medio. Non è la 00 per intenderci.

La trasmissione è Shimano Dura Ace 12 velocità: 54/39 per il plateau anteriore, 11/34 per i pignoni. Le pedivelle sono da 172,5. C’è il chain-catcher che evita la caduta della catena ed è marchiato K-Edge e il power meter è quello della generazione precedente. I pedali sono Dura Ace.

«Rodriguez è uno di quei corridori ai quali piace la molla del pedale tirata a tutta-ci spiega Panconi-gli piace sentire la tensione e la scarpa bloccata sulla piattaforma del pedale. Quando gli faccio le regolazioni, la molla viene tirata a blocco e poi rilasciata di un mezzo giro, solo per sicurezza».

Sempre tubeless da 28

In occasione de Il Lombardia ci sono le ruote con il profilo medio, ovvero le C36, ma gli pneumatici sono quelli che vengono utilizzati sempre dallo spagnolo: i tubeless Continental GP5000s da 28. Saranno gonfiati con delle pressioni di 4,3 davanti e 4,4 dietro.

Fatturato Pinarello a +25% Aumenta efficienza e produzione

02.04.2022
4 min
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Fatturato in grande crescita, maggiore efficienza dei sistemi e del ciclo di lavoro ed un effettivo incremento della produzione. Nonostante la situazione estremamente complessa in cui si trova la bike industry mondiale, considerando i ritardi nella consegna di materia prima, di componentistica e il caro costi di trasporto, Pinarello ha recentemente annunciato una crescita importante del proprio fatturato. Un incremento del 25% registrato al 28 febbraio 2022 rispetto quanto messo a segno esattamente nella stessa data ma un anno prima.

Oltre a questo dato estremamente positivo, nei primi mesi di questa stagione, Pinarello ha anche avviato, nei confronti dei rivenditori specializzati e dei distributori di tutto il mondo, la presentazione della nuova collezione 2023. Una gamma che sarà pronta per essere introdotta sul mercato a partire dall’autunno di quest’anno. Con ordini in forte aumento – di oltre il 20% – rispetto alla stagione commerciale precedente.

Filippo Ganna e Pinarello un binomio indissolubile, soprattutto a cronometro
Filippo Ganna e Pinarello un binomio indissolubile, soprattutto a cronometro

Il successo di MyWay

Inoltre, nei primi giorni di febbraio è stata lanciata la nuova piattaforma MyWay per consentire tramite il web ufficiale di Pinarello una completa personalizzazione della bici top di gamma Dogma F. In poco più di un mese la sezione MyWay ha registrato ben 129.000 visite, con un tempo di permanenza medio di 4 minuti. Oltre 3.200 configurazioni sono state salvate, e più di 500 telai sono stati ordinati. E per la fine della primavera 2022 è inoltre previsto il lancio di una nuova collezione completa di bikewear di altissima gamma.

«Per far fronte a questa crescita della domanda – ha dichiarato Antonio Dus, l’Amministratore Delegato di Pinarello – abbiamo previsto alcuni investimenti. Nel mese di settembre è stata avviata una trasformazione della produzione nel sito di Villorba (Treviso) con un incremento dell’efficienza pari al 44%. Prevediamo inoltre un investimento aggiuntivo di 2,5 milioni di euro per un aumento della capacità produttiva del 40% entro la fine di questo anno.

«Vogliamo ringraziare tutti collaboratori che in questo periodo hanno gestito la confusione e l’incertezza legate alla catena di fornitura. In particolare il reparto produttivo che da oltre sei mesi è in regime di lavoro straordinario. Da evidenziare è anche la difficoltà di reperimento di personale specializzato, in modo particolare nel reparto di verniciatura. Abbiamo inserito 21 persone negli scorsi mesi, di cui dieci solamente dedicate alla linea di produzione e sono in corso ancora ricerche per rinforzare questo reparto».

La piattaforma MyWay di Pinarello ha avuto un successo incredibile in questi mesi con ben 500 telai ordinati
La pi
La Piattaforma MyWay di Pinarello ha avuto un successo incredibile in questi mesi con ben 500 telai ordinati

In 50 Paesi nel mondo

I prodotti Pinarello sono commercializzati in oltre 50 Paesi nel mondo tramite 700 punti vendita specializzati, tra cui 4 negozi monomarca rispettivamente a Treviso, Londra, Manchester e New York. Il fatturato 2021 è stato di 65 milioni di euro, mentre i mercati principali sono Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Giappone.

La maggior parte dei Paesi Europei è seguita direttamente dalla sede di Treviso, mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna sono presenti due filiali di proprietà. Nelle altre nazioni l’azienda si avvale di una consolidata rete di distributori che è andata via via radicandosi negli anni. 

Antonio Dus, CEO di Pinarello
Antonio Dus, CEO di Pinarello

Presso la sede storica di Treviso sono impiegate 90 persone. Significativa è la presenza di risorse dedicate ad attività di Ricerca&Sviluppo di nuovi prodotti e del marchio. E’ presente, inoltre, una importante linea di produzione e di assemblaggio delle biciclette più esclusive. Il Gruppo impiega a livello mondiale 150 collaboratori diretti e circa 600 dedicati a tempo pieno presso partner esterni. 

Pinarello

Pinarello MyWay: la nuova piattaforma di personalizzazione

01.02.2022
4 min
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Il sito ufficiale Pinarello aggiorna ed implementa le proprie funzioni, a beneficio di tutti gli appassionati del marchio nel mondo, introducendo una nuova versione della piattaforma di personalizzazione “MyWay”.

Il web del brand trevigiano consente un’esperienza di navigazione davvero incredibile per il consumatore. Ciò è possibile grazie in modo particolare alle nuovissime tecnologie utilizzate e derivate direttamente dalle più moderne piattaforme per il “gaming” 3D.

La nuova piattaforma MyWay consente a ciascun utente di scegliere tra tre diverse tipologie di grafica – “mono”, “faded” e “cut” . A cui si aggiunge un ventaglio di 27 diversi colori, tre tipologie di decalcomanie e due finiture superficiali. Il risultato, in termini prettamente matematici, sarà quello di poter contare per la personalizzazione grafica per il telaio su oltre 5.000 combinazioni differenti…

La personalizzazione della piattaforma “My Way” permette di scegliere fra tre diverse tipologie di grafica: mono, faded e cut
“My Way” permette di scegliere fra tre tipologie di grafica: mono, faded e cut

Si disegna un pezzo unico

Quella predisposta oggi da Pinarello attraverso la piattaforma “MyWay”, può essere considerata l’esperienza di personalizzazione più realistica disponibile nel settore dell’industria della bicicletta. Permetterà a tutti i ciclisti che lo vorranno di dare sfogo alla propria creatività e di disegnare una personale e assolutamente unica Dogma F.

Grazie alla raffinatissima tecnologia offerta dalla piattaforma “MyWay”, ciascun singolo telaio personalizzato viene considerato una vera e propria opera d’arte. Il quartier generale di Pinarello riproduce, completamente a mano, ogni singolo design. Trattandosi difatti spesso di creazioni estremamente complesse, queste ultime possono essere realizzate esclusivamente da verniciatori molto esperti. Ed in Pinarello ce ne sono ancora alcuni che possono vantare uno storico di oltre 30 anni di lavoro.

Dettaglio sulle sfumature realizzate dall’aerografo, uno dei dettagli che fa la differenza in Pinarello
Dettaglio sulle sfumature realizzate dall’aerografo, uno dei dettagli che fa la differenza in Pinarello

Come funziona

Entrando maggiormente nel dettaglio, il lungo processo di personalizzazione inizia con una attenta preparazione di ciascun telaio. Il primo strato superficiale si lucida attentamente a mano in modo da creare una superficie perfettamente liscia, e questo al fine di evitare qualsiasi imperfezione. Solamente quando la superficie del telaio sarà a dir poco… perfetta, quest’ultimo verrà spostato nel reparto verniciatura per una preparazione antecedente la verniciatura. 

Nel caso in cui il design selezionato dal cliente richiedesse più colori, dopo una prima fase di asciugatura, il telaio si rincarta prima di applicare la seconda. Successivamente, il “frame” in via di personalizzazione si libera dalle maschere e si completano i dettagli. Uno su tutti le sfumature, che spesso vengono realizzate da mani espertissime grazie all’impiego di un aerografo.

Lucidatura a mano del telaio, operazione che permette di creare una superficie perfettamente liscia
Lucidatura a mano del telaio, operazione che permette di creare una superficie perfettamente liscia

Tempi definiti e precisi

Ciascun passo di questo elaborato processo di personalizzazione richiede l’impiego di tempo, sia di “riposo” quanto di “cottura” in forno. Tempi ed attese che rendono questo procedimento lungo e complesso. Una volta ultimata la fase di verniciatura, sul telaio si applica uno strato finale di trasparente protettivo: lucido, opaco oppure entrambi, in base alla finitura scelta personalmente dal cliente. Il telaio riposa per un giorno prima dell’inizio di un’altra fase cruciale, quella dell’ispezione e della lucidatura, anch’esse effettuate interamente a mano. 

Nel passo finale si predispongono le decalcomanie (denominate “Decaplus” e di ultimissima generazione) che si applicano ad acqua e successivamente “cotte” in forno. Una nuova tipologia di grafica studiata appositamente per ridurne il peso rispetto a quelle collocate sotto vernice, consentendo inoltre l’ottenimento di una superficie perfettamente liscia e colori dalla brillantezza a dir poco eccezionale. 

Il telaio così “finito” si pulisce e si controlla un’ultima volta, per poi passare al reparto tecnico per una verifica di tutte le parti meccaniche.

Pinarello

Viviani, la Dogma F, i cerchi da 60 e i tubeless gonfiati di più

27.01.2022
6 min
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Viviani torna su Pinarello a quattro anni dall’ultima volta: nel mezzo i due anni Specialized della Quick Step e i due su De Rosa alla Cofidis. Avevamo già approfondito il tema con Matteo Cornacchione, meccanico Ineos Grenadiers, non appena la firma del veronese era stata ufficializzata. Ma oggi, avendogli lasciato il tempo per rifarsi un’idea, è proprio Elia a fornirci il punto di vista sulla Dogma F che utilizzerà nel 2022. L’occasione è una serata di fine lavoro nel velodromo di Montichiari, che ufficialmente è chiuso, ma viene concesso in uso alla nazionale.

«Sono arrivato al momento giusto – sorride – perché dopo quattro anni con i freni a disco, sarebbe stato difficile tornare a quelli tradizionali. Mi ritrovo fra le mani una bici completa, potendo lavorare sul peso con la scelta delle ruote. La configurazione più leggera arriva a 6,9 chili».

Ecco la Dogma F di Viviani, montata con il nuovo Shimano Dura Ace e le ruote da 60
Ecco la Dogma F di Viviani, montata con il nuovo Shimano Dura Ace e le ruote da 60

Elia spacca il capello, un fatto di attenzione e di atteggiamento nei confronti dei… ferri del mestiere. Per cui il discorso va avanti, cercando di capire il feeling che si va creando fra l’atleta e la sua bici.

Che cosa intendi per bici completa?

Che è leggera per andare bene in salita. E’ comoda. E ha tubi aero che la rendono veloce. Rispetto al telaio del 2017, sono salito di una taglia. Un cambiamento che avevo fatto passando alla Quick Step con Specialized e che ho mantenuto con De Rosa. La Dogma F10 con cui correvo nel 2017 era una 51,5, ora sono a 53 che poi per il gioco delle taglie di Pinarello sarebbe una 54,5. Di base gli angoli restano quelli, le forme sono le stesse della F10, ma la bici è stata aggiornata. I cavi sono tutti dentro, la forcella è più ampia per migliorare l’aerodinamica.

Questo aumento della taglia non ha conseguenze?

L’unica cosa è che sono più alto davanti rispetto al 2017. La serie sterzo è al minimo. Con la F10 ero a battuta e anche con la Dogma F. L’attacco è più corto. Potrebbe incidere sull’aerodinamica, ma dai test fatti, riesco a spingere meglio.

Fra le novità c’è anche il nuovo gruppo Shimano, giusto?

E’ migliorato tantissimo, soprattutto i freni che non sono più rumorosi. Nella versione precedente si surriscaldava l’olio nel serbatoio sulla leva, adesso quella zona è stata ingrandita. La leva potrebbe sembrare grande osservandola da fuori, ma si prende bene ed è molto confortevole.

Le nuove leve del Dura Ace sembrano grandi, ma secondo Viviani sono molto confrotevoli
Le nuove leve del Dura Ace sembrano grandi, ma secondo Viviani sono confrotevoli
Quale manubrio hai scelto?

Il MOST di Pinarello, quello previsto per la bici, misura 40 c/c con attacco da 120 e zero spessori sopra alla serie sterzo.

Alcuni velocisti usano i manubri… aperti, tipo gravel.

L’ho visto sulla bici di Nizzolo, perché evidentemente lo sponsor lo aveva a catalogo. Se ne vedono di più in pista, ma io mi trovo bene con la curva tradizionale.

Tornando alla bici, è credibile che lo stesso modello vada bene per gli scalatori e per i velocisti?

E’ reattiva e rigida. Quando correvo con Specialized, per i velocisti c’era la Venge, che però è stata tolta di produzione. Era una bici rigidissima fino a essere quasi scomoda. Al Giro del 2018 la utilizzai solo per le tappe che potevo vincere. La Dogma F ha una struttura veloce, non è costruita con tubazioni piccole da scalatore. Diciamo che questo è l’orientamento del mercato. Forse solo Cannondale e Giant hanno ancora la bici da velocista. La Reacto di Colbrelli è veloce, ma anche confortevole. La stessa De Rosa ha caratteristiche da bici universale.

Hai parlato delle ruote…

Giocheremo con i vari profili tanto per raggiungere le configurazioni migliori. Abbiamo tre altezze del cerchio: 36-50-60, la ruotona per la volata. Io uso sempre queste, anche in allenamento. Forse in qualche tappa di montagna o nelle corse del Nord passerò alle 50 per togliere peso e avere più comfort. In più c’è il discorso delle gomme…

La Venge è stata l’ultima bici da velocista usata da Viviani. Ora si punta su modelli all round
La Venge è stata l’ultima bici da velocista usata da Viviani. Ora si punta su modelli all round
Tubolari o tubeless?

Entrambi. Per abitudine mia, in gara ho sempre usato i tubolari, qui siamo 50 e 50. I test dicono che i tubeless sono più scorrevoli e comodi, per contro i tubolari sono più leggeri. Diciamo che si tratterà di trovare un compromesso, perché anche a livello di sensazioni, è evidente che il tubeless sia più scorrevole. Perciò, dato che comunque in volata voglio una ruota rigida, userò tubeless da 25 anziché da 28 e li gonfierò di più.

Si ottiene un “effetto tubolare” con più scorrevolezza?

E’ impossibile fare comparazioni durante lo sprint, ma quando sei lì e ti alzi sui pedali, la sensazione di affondare non è il massimo. Scegliendo tubeless più piccoli e gonfiandoli di più, si mantiene comunque il senso di superiore scorrevolezza e la bici rimane compatta.

Quindi addio tubolari?

No, li userò ancora, quando ad esempio sarà necessario che la bici sia anche più leggera. Immagino la Sanremo, dove quei 300 grammi risparmiati dopo 300 chilometri possono fare la differenza.

Invece, Elia, come siamo messi con la guarnitura?

Ho scelto una 40-54, mentre dietro avrò la scala 11-32. Ormai per noi velocisti il 54 è una scelta obbligata e Shimano ci ha tolto d’impaccio, visto che non produce più il 53. L’alternativa sarebbe il 36-52, con cui però non mi trovo. Certo la 40 come corona più piccola è grandicella, per cui abbiamo provato a montare una 36-54, ma non funziona come dovrebbe, perciò… pietra sopra!

Quando si cambia squadra si cambia anche la sella…

Sono tornato alla Fi’zi:k dopo due anni con Selle Italia. Ho scelto il modello Arione, con cui mi sono sempre trovato bene, perché ha un bell’appoggio largo e non ha il buco al centro. Le ho provate le selle forate, ma non mi sono mai trovato un granché.

La bici da pista è più lunga di 3 centimetri di quella da strada, per allungarsi nonostante l’assenza delle ruote
La bici da pista è più lunga di 3 centimetri di quella da strada, per allungarsi nonostante l’assenza delle ruote
Ad alcuni l’Arione non va giù perché è facile scivolare avanti e indietro…

E pensate che a me piace anche per quello. Mi piace potermi muovere a seconda della posizione e della fase di corsa. Quando c’è da menare a tutta, sono in punta. Altrimenti si riesce a stare più indietro ed è rilassante per la muscolatura.

Bici da strada e bici da pista: adesso entrambe Pinarello.

Ma con misure completamente diverse. Se quella da strada è lunga 54,5, la bici per prove di gruppo in pista è 57,5. Il manubrio è più stretto, la sella è diversa, solo l’attacco resta da 120 ed è uguale anche l’angolo di spinta, cioè l’arretramento e l’altezza.

Perché tanto più lunga?

Perché non hai le leve dei freni da prendere, quindi non puoi allungarti. In pista conta essere stretti e aerodinamici, ma anche quello è un settore che cambia. A Rio ero su una 55, ad esempio. Ma c’è un altro punto in comune, le pedivelle. Sia su strada sia in pista uso le 172,5.

Quindi che bilancio facciamo alla fine di questo viaggio nella tua bici?

Sono contento e finalmente fra poco si comincia. Prima però voglio mandare anche un augurio a Egan Bernal, il suo incidente non ci voleva. Speriamo che possa rimettersi al meglio e vedremo come cambieranno i programmi della squadra. Ho sentito Lombardi. Ha detto che è grave, ma dovrebbe recuperare al 100 per cento. Davvero una brutta tegola per lui…