Pedalare in pianura? Non è facile come sembra, parola di Fusaz

16.02.2024
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Nella nostra recente intervista a Davide De Cassan, sul suo ambientamento nel mondo dei professionisti, è emersa la difficoltà di reggere i loro ritmi in pianura. «Ho avuto modo di vedere quanto vanno forte – ci aveva detto – e questo mi ha impressionato. La differenza tra le due categorie è davvero tanta (under 23 e pro’, ndr). In inverno ci ho lavorato tanto, anche con allenamenti specifici come ripetute lunghe all’inizio e alla fine degli allenamenti. Oppure sprint e partenze da fermo». 

Siamo andati a verificare con Andrea Fusaz, allenatore del team Bahrain Victorious e del CTF Friuli. Lui, che lavora a cavallo tra queste due categorie, ci può fornire una visione d’insieme e aiutarci a comprendere le difficoltà nel riuscire a pedalare a certi ritmi

«In prima cosa – ci dice Fusaz – bisogna dire che il passaggio è più difficile per i corridori leggeri, come De Cassan. Nel mondo dei professionisti, e in particolare nel WorldTour, ci sono dei motori impressionanti. Di categoria in categoria le velocità medie aumentano, ma il vero gradino è tra U23 e pro’».

Un corridore leggero, come De Cassan (61 chili), fatica molto in pianura rispetto a atleti più strutturati
Un corridore leggero, come De Cassan (61 chili), fatica molto in pianura rispetto a atleti più strutturati

Questione di muscoli

Nonostante ci si ostini a far arrivare nel mondo WorldTour, e non solo, corridori sempre più giovani, ci si deve ricordare che spesso si parla di ragazzi di 19/20 anni. La maturazione fisica per alcuni di loro è già arrivata, mentre per altri no. 

«Un atleta professionista navigato – prosegue Fusaz – è molto più strutturato: ha una maggiore potenza e, di conseguenza, maggiore velocità in pianura. In salita i giovani faticano meno a tenere il passo, sono leggeri e meno strutturati. Questo li aiuta. E’ anche una questione di abitudine a certe velocità. Da under 23 in gara fai sforzi più brevi e intermittenti. Quando passi professionista lo sforzo aumenta e diventa una costante».

Nel WT ci sono motori dalle cilindrate elevatissime, come Van Aert, che in pianura fanno la differenza
Nel WT ci sono motori dalle cilindrate elevatissime, come Van Aert, che in pianura fanno la differenza
Perché la differenza maggiore si ha in pianura e non in salita?

Il tipo di pedalata che si fa in salita è tanto diverso rispetto a quello che si fa in pianura. La prima potremmo definirla un carico passivo: ovvero che la pendenza mi obbliga a fare uno sforzo, per questo in salita si fanno più watt. Al contrario, in pianura, lo sforzo è attivo, è l’atleta che deve decidere di aumentare l’andatura. 

Facci un esempio…

Il fondo: Z2 e Z3. Per migliorare in pianura bisogna allenare tanto queste zone e “alzarle”. La grande differenza tra un allenamento di un U23 e di un pro’ è la velocità media. Lo stesso percorso il primo lo fa ai 32 chilometri orari di media, il secondo a 35. Capite che quei 3 chilometri orari di differenza, nell’arco di 4-5 ore di allenamento, sono tanti. 

La salita attiva dei meccanismi diversi di pedalata, la falcata si allunga
La salita attiva dei meccanismi diversi di pedalata, la falcata si allunga
Che tipo di allenamenti si fanno per alzare il ritmo?

Per prima cosa direi che si devono aumentare le ripetute in pianura. Se chiedete agli atleti quando fanno le ripetute, il 90 per cento vi dirà che le fa in salita. Questo è utile se si hanno davanti gare con tanto dislivello, ma se ci si appresta a fare gare “piatte” serve a poco. La dinamica della pedalata tra pianura e salita è tanto diversa. La cosa migliore che un ragazzo può fare è allenarsi con ripetute lunghe in Z2 e Z3.

In che senso?

In salita si fanno pedalate più “lunghe” perché si devono sfruttare anche i momenti morti. In pianura nei punti morti non spingi, quindi la pedalata è più breve. L’atleta si trova a scaricare sulle pedivelle tutta la potenza in un breve periodo. Un’attività che insegna molto da questo punto di vista è la pista, dove una pedalata dura 100 millisecondi. 

La strada per diminuire la differenza di potenza passa dagli esercizi in palestra
La strada per diminuire la differenza di potenza passa dagli esercizi in palestra
Quindi sarebbe utile portare i ragazzi in pista, per fare lavori specifici?

Lo sarebbe, se ci fossero le strutture per farlo, ma in Italia questo non è possibile. Se avessimo qualche velodromo in più, specialmente coperto, vedremmo molti più ragazzi in pista ad allenarsi. E saremmo noi allenatori i primi a portarli. 

Fuori dalla bici, invece?

La palestra è un grande aiuto, sia con i macchinari che a corpo libero. Qui entra anche in gioco il discorso di prima dello sviluppo fisico. Se un ragazzo non ha finito la crescita muscolare certi lavori li assorbirà meno. In determinati esercizi buona parte la gioca il peso dell’atleta, inteso come massa muscolare. Se a livello ormonale un ragazzo non è pronto gli effetti si vedranno di meno. 

La pista tornerebbe molto utile per imparare a ottimizzare la pedalata in pianura
La pista tornerebbe molto utile per imparare a ottimizzare la pedalata in pianura
Che macchinari si usano?

Squat, a corpo libero e con sovraccarichi oppure stacchi da terra. Questi esercizi aiutano ad aumentare la forza e hanno una ricaduta sul fisico. 

Il Tavoliere delle Puglie, la pace del ciclista

29.09.2023
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La pianura è quel luogo dove il ciclista trova pace e riposo. Un terreno in cui alzare lo sguardo e godere dei panorami ponendo il limite solo dove l’occhio non arriva. La Puglia gode della seconda più vasta pianura d’Italia, quest’area geografica è chiamata Tavoliere delle Puglie: 4.000 chilometri quadrati delimitati a ovest dai Monti Dauni, a est dal Gargano e dal Mare Adriatico. Una tavola naturale, appunto, che ospita itinerari e una cultura che fonda le radici nell’agricoltura. 

Il Tavoliere è la più vasta pianura d’Italia dopo la Pianura Padana (foto Puglia.com)
Il Tavoliere è la più vasta pianura d’Italia dopo la Pianura Padana (foto Puglia.com)

Alto e Basso Tavoliere

A livello geografico, il Tavoliere viene solitamente suddiviso in Alto Tavoliere e Basso, aree che si distinguono per una serie di caratteristiche. L’Alto Tavoliere è caratterizzato da una serie di terrazzamenti e da un clima continentale. Il Basso Tavoliere è quasi tutto pianeggiante, con pendenze molto lievi. Un paradiso per il ciclista. 

La storia racconta che Federico II di Svevia sottolineava la bellezza di tale posto, tanto da dire che se Dio fosse stato a conoscenza di questa piana in Puglia, si sarebbe fermato a vivere proprio qui.

In epoca medievale questa zona della Puglia fu abbandonata dalle attività di monitoraggio per l’agricoltura e della regolamentazione fluviale, tant’é vero che successivamente fu sfruttata per secoli come terra di pascolo in inverno. Oggi quest’area pianeggiate è coltivata e tra i prodotti pugliesi che si ottengono spiccano il frumento, la barbabietola, i pomodori, e anche oliveti e vitigni che permettono la produzione di pregiati vini ed oli.

Un luogo che si sposa con l’animo avventuriero del cicloturista
Un luogo che si sposa con l’animo avventuriero del cicloturista

Una pianura ricca

L’autore di romanzi francese, René Fallet in una sua opera disse “quelli che vanno in bicicletta sanno che nella vita niente è mai piatto”. Una citazione che mostra un’interpretazione profonda di più concetti. Il cicloturista sa che questa è una delle verità che si incontra ogni volta che si sale in sella. 

«Il Tavoliere è un posto unico – ci racconta l’ex pro’ Giuseppe Muraglia – andare in bici e muoversi tra la zona dell’Alto e del Basso Tavoliere è uno spettacolo. Ci sono percorsi adatti a tutti e i panorami sono bellissimi. Essendo una pianura non è difficile incontrare il vento. Una condizione che può essere amica o nemica del ciclista. Quando il Giro d’Italia è passato da queste parti e ha incontrato il vento, si è trovato a far fronte a una corsa dura ma affascinante, fatta di tattica e fatica come una tappa dolomitica. 

«Per chi invece viene in Puglia per godersi una vacanza in bici – conclude Muraglia – pedalare qua è una scoperta che non lascia indifferenti. Pianure su cui muoversi con qualsiasi bici per conoscere tradizioni e gastronomia che a distanza di 5/10 chilometri offrono sempre qualcosa di nuovo».

Tra natura e cultura è anche teatro di grande ciclismo
Tra natura e cultura è anche teatro di grande ciclismo

A spasso tra i confini

Da una parte il Gargano e il mare, dall’altra i Monti Dauni. I cicloturisti hanno tutto quello che gli serve per spaziare in percorsi da consumare in sella. Come quello che da San Severo arrivo a Foggia: 33 chilometri con 100 metri di dislivello, adatto a tutti, anche alle famiglie. Un primo approccio al Tavoliere dove si saggia la scorrevolezza della propria bici in sinotonia con la cultura e una grande realtà come quella foggiana.

Oppure, da Foggia a Canosa. Un itinerario più lungo che conta 73 chilometri spalmati in appena 300 metri di dislivello. Strade amiche della bici che passano per paesi e città come Cerignola. Un comune che sorge su una piccola collina dove lo sguardo spazia sull’immensa pianura. Per arrivare infine a Canosa soprannominata la “piccola Roma”, per via dei sette colli. Un’occasione per ammirare e pedalare sul Ponte Romano (foto in apertura di Daniela Binetti) costruito tra I e II sec. d.C. lungo il tracciato della via Traiana, che fu anche importante snodo viario e punto di passaggio della Via Francigena, il cammino dei pellegrini verso la Terra Santa che arrivava proprio in Puglia. Un’opera iconica che attraversa il fiume Ofanto e unisce la provincia di Barletta-Andria-Trani a quella di Foggia.

Dal Gargano ai Monti Dauni c’è invece un percorso che abbraccia i territorio che fino ad oggi vi abbiamo raccontato. Da Manfredonia passando per Biccari fino a Roseto Val Fortore: 75 chilometri, dalla pianura ai monti per un totale di 1165 metri di dislivello che si districano tra le bellezze di una Puglia da vivere a colpi di pedale.

La tradizione che resiste

La natura del Tavoliere delle Puglie racchiusa tra due fiumi, Fortore ed Ofanto è nota ai più per la sua estetica inconfondibile. La tradizione però è uno degli aspetti che ancora oggi mantiene questo luogo vivo e riconosciuto nel trascorrere degli anni. L’area è stata ribattezzata il granaio d’Italia, sebbene non sia famosa unicamente per questo prodotto, bensì, anche per tanti altri ortaggi ed altri frutti di questa terra, fertile al punto giusto da regalare specialità davvero degne di nota. I prodotti tipici sono i veri protagonisti.

Sceso dalla bici, il ciclista ha l’occasione di saggiare i regali della terra e le leccornie gastronomiche. Non sarà infatti difficile incontrare feste patronali e sagre, fra degustazioni, momenti di relax, musica, ballo e tanto altro ancora. Punti panoramici da dove ammirare il Tavoliere, come Lucera, tenendo per mano un calice di “Cacc’e mmitte“. Oppure fermarsi a Cerignola per assaggiare la più grande oliva da tavola del mondo, la “La Bella della Daunia DOP” ottima da degustare nell’aperitivo pugliese. 

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