Tiralongo ce l’ha fatta e da stasera la sua nuova squadra, il Team Bike Sicilia, è realtà. La presentazione al Palazzo del Vermexio in Piazza Duomo a Ortigia (Siracusa) ha dato il via al nuovo progetto del corridore avolano.
I ragazzi si erano già radunati una decina di giorni fa nel resort Agua Beach, sul mare vicino Siracusa, fra Noto e Pachino. Le prime parole Paolo ce le aveva confidate un paio di anni fa, ma i siciliani sono bravissimi a dire e non dire. Ci eravamo perciò lasciati con la promessa che, non appena avesse avuto tutto pronto, saremmo stati i primi a saperlo. E così eccoci qua.
La Sicilia che pedala
Tiralongo ha sempre avuto a cuore le sorti dei ragazzini delle sue zone. Che nel siracusano ci fosse fermento lo aveva capito in occasione della partenza del Giro d’Italia 2022 da Avola verso l’Etna: la sua bravura è stata quella di intercettare le giuste frequenze, proponendo un progetto sportivo e sociale. Gli sponsor che hanno dato sostegno all’iniziativa sono fortemente radicati sul territorio e hanno tutto l’interesse a spingere affinché il ciclismo porti turismo e supporto per le giovani generazioni. E così la macchina si è messa in movimento.
«E’ un progetto che avevo in mente sin da quando correvo – racconta Tiralongo dopo il primo allenamento – perché volevo aiutare questi ragazzi. Per fortuna la tappa del Giro generò l’euforia che mancava. Andammo avanti a parlarne per tutta l’estate e a settembre 2022 decidemmo di partire. L’idea è sempre stata quella di fare la squadra. Però alla squadra sarà collegato tutto quel che riguarda il cicloturismo su queste strade. Vogliamo rilanciare la bicicletta in Sicilia, invogliare la gente a pedalare. Saranno realizzate delle piste ciclabili, alcune sono già in costruzione. Il nostro presidente ha un albergo ed è a capo degli albergatori. Hanno capito l’importanza di questo movimento».
Qual è il primo obiettivo?
L’obiettivo per il primo anno sarà crescere come team. Solo poi, si potrà creare un movimento che coinvolga le squadre juniores di qui, affinché continuino a fare ciclismo con il nostro appoggio. Non deve finire tutto al momento di passare U23. Chi se lo merita e ha voglia potrà venire nel nostro team e proseguire l’attività agonistica, restando in Sicilia nel periodo della scuola e venendo su durante l’estate.
La trafila per emergere è la stessa che toccò a te?
Fare il corridore è uguale a quando cominciai io. In Sicilia al momento ci sono poche corse. La più bella, che è anche nazionale, la organizza Salvatore D’Aquila a Monterosso Almo. Per il resto, c’è un panorama di corse piccole per cui a un certo punto si deve partire. Io farò la mia parte, però ci sono altre strutture che devono mettersi a disposizione per far crescere il movimento al Sud Italia. Da Roma in giù non c’è niente.
Chi sono i tuoi sponsor?
Aziende siciliane, importanti a livello nazionale. Penso a ICS Group che realizza pale eoliche, oppure a Dacia Italia che mi dà una grande mano tramite Multicar Amarù, di Riccardo Amarù che a sua volta è stato un corridore. Hotel Il Tiranno è del nostro presidente, mentre Ga.di opera nella produzione diyacht. E poi ho coinvolto vecchi amici con cui sono rimasto in contatto, che non si sono tirati indietro. Tutti imprenditori di qui, insomma, a parte Equistasi che si trova a Milano ed è un’azienda che mi sostiene da tanti anni.
Come li hai convinti?
Sono persone che hanno fatto sport. Chi viene dal canottaggio, chi dal tennis, chi dalla bicicletta. Tutta gente che ha passione e ha apprezzato il progetto. Ci tengo a dire infatti che ci sarà una ricaduta nel sociale, perché abbiamo intenzione di andare nelle scuole a promuovere la bicicletta e lo sport in genere. I ragazzi stanno sempre seduti con telefonini e videogiochi. Rispetto a noi sono più avanti mentalmente, però nel momento di concludere qualcosa, non hanno inventiva. Spento il telefonino, si spengono anche loro e non è bello.
Sapendo che nasceva la squadra, hai ricevuto tante candidature?
Ci sono tantissimi juniores a cui ho dovuto dire di no, perché non posso prendere solo giovani. Ho optato per aiutare i ragazzi siciliani e per ora non è una squadra che avrà l’obbligo del risultato. Dobbiamo avere una bella immagine e farci vedere nelle corse cui parteciperemo. Ora l’importante è partire, restando umili e con i piedi per terra. Stiamo calmi, creiamo la struttura e prendiamoci il primo anno per capire se siamo pronti per fare altri passi.
Ci sarà un ritiro al Nord?
Terremo quello della Palazzago, ma sto vedendo per una base in Toscana e ci sarebbe anche un progetto interessante a Parma. Io farò il manager e il direttore sportivo, perché mi piace stare a contatto con i ragazzi, essere presente, seguirli, motivarli, spronarli e soprattutto farli diventare uomini prima che atleti. Tanti sono dei bambini, sono viziati. Ci sono ancora i genitori che ti chiamano quando i figli hanno problemi, una cosa che mio papà non ha mai fatto. Noi stavamo muti, non avevamo pretese: dovevamo solo menare.
Come immagini la struttura del team?
Avremo un preparatore, che è Paolo Alberati. Un meccanico fisso a Palazzago. E come direttore sportivo mi piacerebbe coinvolgere Leonardo Giordani, che ha il terzo livello, ha lavorato con gli juniores e secondo me se lo merita.
Sponsor tecnici?
Abbiamo comprato da Rosario Fina le biciclette Look montate con il 105 elettronico e ruote Corima. Ho provato a cercare uno sponsor, ma il momento non era agevole per una cosa del genere. Vediamo se cambierà l’anno prossimo, quando magari avremo una buona immagine. Dama ci dà l’abbigliamento. Salice i caschi e gli occhiali. Prologo ci dà le selle. Le ammiraglie sono Dacia. Piano piano abbiamo sistemato tutti i tasselli e non è stato facile. Di una cosa sono certo: ora che è venuta fuori la maglia, tanti vedendo quelle scritte si mangeranno le mani.
Come è andato il ritiro?
Bene, siamo riusciti a lavorare molto bene nel Resort Agua Beach, che è diventato anche nostro sponsor. Partiremo dalla Firenze-Empoli e una cosa che posso dire è che non faremo la doppia attività, perché ci sono tanti ragazzi che vanno a scuola e la priorità è che la finiscano. Perciò fino all’estate, i più vecchiotti tireranno la cinghia per dimostrare il loro valore. Sono ragazzi di terzo-quarto anno, sono loro quelli che devono mettersi in mostra. Mi aspetto che siamo protagonisti. Fra i giovani, segnatevi Militello che è andato a fare i test a Montichiari, è un ragazzo di secondo anno ed è molto interessante. Insomma, abbiamo tutto. Non resta che partire.