In questi giorni abbiamo parlato con atleti e preparatori per capire quanto possa essere necessaria una Tirreno-Adriatico in funzione di altri obiettivi. Ma gli altri obiettivi sono anche altre corse. Gli altri obiettivi non sono solo la Sanremo o la Roubaix. I goal possono essere quelli di accrescere la propria condizione a prescindere o da gare come la Coppi e Bartali. Ed è quello che ci ha raccontato Gianluca Brambilla.
Il corridore veneto è approdato quest’anno alla Q36.5. Sin qui, complice anche qualche problema di salute, non ha corso moltissimo: la Tirreno è stata la sua terza gara della stagione, la seconda a tappe. E forse ancora di più per Brambilla è stata un momento di preparazione, ammesso sia questo il termine corretto.
Sfortune alle spalle
«Il percorso di questa Tirreno – ci ha detto Brambilla – in generale è stato molto duro. Duro sotto ogni punto di vista: chilometrico, altimetrico, dei trasferimenti. Stressante quasi fosse un Giro d’Italia.
«Quindi se ci mettiamo che, a livello personale, non ci sono arrivato in ottime condizioni tutto sommato sono “soddisfatto”».
«E’ tutto l’inverno che inseguo la condizione, però grazie anche a questa Tirreno adesso spero che le sfortune siano finite. Prima ho avuto l’appendicite, poi l’influenza intestinale la sera prima del debutto stagionale. Al rientro, debilitato, abbiamo preso la neve al Gran Cammino, poi ancora una scivolata in corsa e per finire una banale caduta prima della della crono di Camaiore. Sono caduto dalle scale del bus. Il che può far ridere ma ho picchiato la schiena…
«Per questo ora spero di vedere la luce in vista dei prossimi appuntamenti e dei prossimi obiettivi. E questi sono la Sanremo, okay, ma anche la Coppi e Bartali, dove voglio tornare davanti. Voglio fare bene».
Primo picco
E qui si apre il capitolo preparazione. Con la nuova squadra, per Brambilla sono cambiate molte cose, tra cui i calendari. Tempo fa Gianluca ci disse che il vero goal dell’anno sarebbe stato il Giro di Svizzera. Qualcosa d’insolito, ma al tempo stesso stimolante.
«Se quello della Coppi e Bartali potrebbe essere il primo picco di condizione della stagione? Oggi è difficile prepararsi in corsa, però penso anche che quando si hanno basi solide come le avevo io, si possa fare una buona dose di lavoro. Come ho fatto io alla Tirreno per fare bene alla Sanremo e alla Coppi e Bartali».
Verso lo Svizzera
Ma la primavera di Brambilla non si fermerà certo a Carpi, ultima tappa della gara dedicata ai due immensi campioni. Sulla via di Gianluca c’è anche il Tour of the Alps.
«Da lì scatterà veramente la rincorsa al Giro di Svizzera – va avanti il vicentino – il primo grande obiettivo della squadra. Dopo quella corsa infatti andrò in altura».
Brambilla è sempre stato un attaccante con la “A” maiuscola. Un lottatore. E’ un corridore della vecchia guardia che meglio di altri è riuscito ad adeguarsi al ciclismo moderno, pertanto è ben conscio dell’importanza dei dettagli. Se vorrà essere al top per Tour de Suisse, appunto, tutto dovrà filare al meglio. E per far sì che tutto vada per il meglio ecco come ha già iniziato a comportarsi alla Tirreno.
«Durante la Tirreno ho cercato di essere attento ad ogni cosa. L’altro giorno a Sassotetto, per esempio, visto l’andazzo, non sono sceso in ammiraglia, ma in bici. Alla fine era il modo più veloce per filare via veloce verso la doccia. Mi sono coperto tutto, il più possibile e sono sceso a valle. E lo stesso con l’alimentazione. Ho cercato di mantenere il serbatoio sempre ben pieno. Rispetto al passato si mangia molto di più, anche perché il dispendio calorico in corsa è altissimo visti i ritmi. E poi a mio parere l’eventuale dieta meglio farla a casa che in corsa».