Sono stati Giochi a due facce per l’Italia del ciclismo a Orano. Prima di lasciare la città algerina in cui lo scrittore Albert Camus ambientò il suo celeberrimo romanzo “La Peste” abbiamo chiacchierato con il segretario generale del Coni Carlo Mornati e con il capo missione Giampiero Pastore di quanto le due ruote siano importanti nella rassegna che raggruppa i 26 Paesi di cultura mediterranea.
Ciclismo open
In campo femminile è stato un trionfo grazie alle due stoccate d’oro di Vittoria Guazzini nella cronometro e di Barbara Guarischi nella prova in linea. In campo maschile invece, gli azzurri non sono riusciti a graffiare. Nella prova in linea, i ragazzi di Amadori hanno mancato la fuga a 12 che poi ha deciso la corsa, con la tripletta francese. Oro a Paul Penhoet, argento a Ewen Costiou e bronzo per Valentin Retailleau.
Carlo Mornati, ex canottiere argento a Sydney, è Segretario generale del Coni (Pentaphoto) Giampiero Pastore, ex schermidore, è stato capo missione a Orano (foto Coni)
Carlo Mornati, ex canottiere argento a Sydney, è Segretario generale del Coni (Pentaphoto) Giampiero Pastore, ex schermidore, è stato capo missione a Orano (foto Coni)
«Sul ciclismo non c’erano indicazioni sull’età dei partecipanti ed è una gara open – spiega Pastore – come lo è sempre stata in passato. L’unica limitazione d’età era nel calcio, in cui hanno giocato le Nazionali Under 18, mentre sulle due ruote si poteva portare chiunque, ovviamente limitatamente agli impegni in contemporanea, su tutti il Tour de France e il Giro Donne».
Un percorso accettabile
Sul percorso, ecco i commenti di Mornati: «Dal punto di vista tecnico, ci siamo dovuti accontentare. Devo dire che l’Uci non era così scontenta, perché rispetto allo standard non c’erano tantissime pecche. Certo, la partenza alla pompa di benzina non era il massimo, però poi l’asfalto era ottimo e il percorso era interessante. Non ci sono state lamentele di sorta, per cui direi che è andata bene».


Prossima fermata: Taranto 2026
Si lavora già per il futuro anche perché tra quattro anni, la compagine azzurra potrà contare sul fattore campo di Taranto 2026. L’obiettivo è di rinverdire anche la tradizione maschile, visto che l’albo d’oro è ricco di gemme azzurre, basti pensare al successo di Nicola Ruffoni a Mersin 2013 in una rassegna in cui Davide Martinelli fu quinto contro le lancette o alla trionfale edizione di Tarragona 2018 dove ai successi di Elena Cecchini (crono, davanti alla compagna Lisa Morzenti) ed Elisa Longo Borghini (linea, con Erica Magnaldi bronzo) si aggiunsero le tre medaglie maschili grazie alla doppietta in linea firmata Jalel Duranti (oro) e Filippo Tagliani (argento) e alla cavalcata vincente nella prova contro il tempo dell’attuale corridore del Team Jumbo-Visma Edoardo Affini.
A Tarragona 2018, Amadori guidò Affini all’oro nella crono e Duranti su strada (foto Coni) Ancora a Tarragona, Cecchini e Morzenti oro e argento nella crono e Longo Borghini oro su strada (foto Coni)
A Tarragona 2018, Amadori guidò Affini all’oro nella crono e Duranti su strada (foto Coni) Ancora a Tarragona, Cecchini e Morzenti oro e argento nella crono e Longo Borghini oro su strada (foto Coni)
«Taranto è ancora lontana – spiega Mornati – ma quando sarà il momento coinvolgeremo le nostre Federazioni, il vantaggio di avere Davide Tizzano come presidente del Comitato internazionale dei Giochi e quello di giocare in casa vanno sicuramente sfruttati. Saremo a stretto contatto con il Comitato organizzatore pugliese per cercare di scegliere le migliori condizioni per gli sport all’aria aperta, come ad esempio il ciclismo e il canottaggio».
Un problema di date
Le quattro prove si terranno tra il 13 e il 26 giugno 2026, le date già designate per la ventesima edizione dei Giochi.
«Cercheremo di lavorare con le Federazioni internazionali e servirà fare un po’ di lobby – prosegue Mornati – perché è sempre più difficile inserirsi nei calendari che col passare degli anni si affollano di eventi. Quest’anno, ad esempio, i mondiali di nuoto erano stati prima cancellati e, invece, poi sono caduti proprio a ridosso della manifestazione a Orano. Le Federazioni internazionali prevalgono, anche perché poi partecipano all’organizzazione stretta dei Giochi».


Anteprima olimpica
Le contemporaneità degli eventi possono dare la possibilità alle seconde linee di brillare e di lanciarsi nel firmamento, come avvenuto anche nel ciclismo nella storia della rassegna.
«I Giochi del Mediterraneo sono una manifestazione molto importante per noi come Coni – conferma Mornati – soprattutto per prendere le misure in vista delle Olimpiadi. Dal punto di vista organizzativo, non ci sono differenze e ci serve che le squadre e i loro staff inizino a capire quali sono le dinamiche che si hanno nei Giochi multi-sport. Ci fa estremamente piacere che, oltre al ciclismo che l’ha sempre fatto, anche altri sport portino atleti giovani, perché poi questi te li ritrovi alle Olimpiadi, a cui arrivano già conoscendo il meccanismo. Dalla vita al Villaggio al fatto di non essere in una rassegna mono-sport, ma di una in cui la propria gara è inserita nel calendario più vasto di tutta la manifestazione. Altrimenti il rischio è di arrivare alle Olimpiadi senza conoscere le dinamiche e si rischia di fallire sul palcoscenico più prestigioso per delle banalità».


Donne in crescita
I punti in comune non si fermano qui perché nelle ultime due edizioni a cinque cerchi, l’Italia ha raccolto due bronzi con Elisa Longo Borghini e anche a Orano sono state le donne a fare la voce grossa rispetto agli uomini, almeno per quanto riguarda la strada e senza nulla togliere alle due gemme arrivate nel velodromo di Izu (oro nell’inseguimento a squadre e bronzo di Elia Viviani nell’omnium).
«Il trend delle donne non è soltanto nel ciclismo – risponde Mornati – ma è presente in tutti gli sport. Il ciclismo è figlio di questa tendenza, ma la speranza è che la strada maschile ritorni a essere protagonista, anche se a Tokyo lo è stato in pista».
La vittoria di Guarischi su strada ha chiuso il cerchio (foto Coni/Pagliaricci) Barbara Guarischi ha ritrovato la nazionale dopo anni fuori dalla porta e l’ha onorata così (foto Coni/Pagliaricci)
La vittoria di Guarischi su strada ha chiuso il cerchio (foto Coni/Pagliaricci) Barbara Guarischi ha ritrovato la nazionale dopo anni fuori dalla porta e l’ha onorata così (foto Coni/Pagliaricci)
Obiettivo Parigi 2024
Il 2024 non è così lontano. Mornati lo sa: «Sono stato tanto con il presidente Cordiano Dagnoni, ma non abbiamo ancora approfondito il discorso su Parigi. Ci ritorniamo il prossimo 20 luglio con la Preparazione olimpica e ci sarà un’ispezione generale, per cui cominceremo ad avere qualche idea anche per il percorso della prova in linea di ciclismo. Per quanto riguarda la Federciclismo nazionale, ci sono stati tanti cambiamenti negli ultimi anni, ma per noi è fondamentale perché storicamente è una di quelle che ha portato più medaglie. E’ uno sport che ha un impatto mediatico altissimo e speriamo che arrivino degli ottimi risultati anche in Francia. Tokyo ha alzato di molto l’asticella e generato un volano non indifferente. Vedere al Tour atleti che hanno vinto una medaglia olimpica appena 11 mesi fa è un motivo d’orgoglio anche per noi, perché ora sono professionisti affermati».


Al lavoro per Montichiari
Sul versante pista, Pastore rilancia: «Abbiamo un progetto molto solido sul velodromo di Montichiari e stiamo lavorando con la Federazione su questo. Con la strumentazione adeguata agli standard di adesso, si possono raccogliere tutti i dati necessari per lo staff azzurro e permettere agli atleti di esprimersi al meglio. Tra i nostri collaboratori dell’Istituto di Scienza dello Sport e i collaboratori della Federazione si punta a farlo diventare un centro d’eccellenza».