E’ arrivato il grande giorno della presentazione. Sulla scia del successo riscontrato dal modello di evento “expo&test”, nasce a Treviso una nuova manifestazione 100% dedicata alla bicicletta. In programma dal 11 al 13 giugno presso la perfetta struttura espositiva Opendream.
Mondo bici
Open Bike Fest – questo il nome dell’iniziativa- sarà esposizione sia indoor che outdoor dei grandi marchi delle due ruote. Test-bike sui percorsi road, gravel, e-bike e Mtb di un’area naturalmente vocata alle due ruote. A cominciare dall’incontro “naturale” con la Treviso-Ostiglia, la stupenda ciclabile che letteralmente attraversa la zona expo. Senza dimenticare le aree tematiche dedicate alle esperienze ciclabili sul territorio. Alla cultura. Alla formazione. All’approfondimento sul mondo delle due ruote. E alla scoperta di tutte quelle eccellenze turistiche ed enogastronomiche che caratterizzano Treviso, il Veneto e l’Italia.
OBF e bici.PRO
Il primo appuntamento per poter entrare in contatto con Open Bike Fest, per scoprirne – anche se solo virtualmente – l’area espositiva, e per poter conoscere il team organizzatore, è quello di oggi alle 11,30. Una presentazione alla quale siete tutti calorosamente invitati!
bici.PRO è doppiamente partner dell’evento. In primis come web media di settore. E poi come responsabile commerciale dell’iniziativa, alla quale si potrà partecipare scegliendo una tra le tre distinte opportunità espositive denominate Area, Stand e Box.
Come ci ha raccontato nei giorni scorsi il presidente di OBF Luca Businaro, gli ultimi nodi saranno sciolti attorno alla metà di marzo quando, verificata la situazione del Covid e le eventuali restrizioni, si deciderà se procedere nel 2021 o rimandare al 2022.
Luca Businaro, classe 1971, è stato da sempre un grande appassionato di sport. Presidente per 8 anni di AssoSport (l’Associazione nazionale dei produttori di articoli sportivi), inizialmente il cuore batteva soprattutto per il rugby e lo sci. Di recente tuttavia s’è trovato catapultato nel ciclismo come presidente di OBF, l’Open Bike Fest trevigiano, di cui avevamo già iniziato a raccontare qualche tempo fa. Non è proprio semplice mettere in piedi una tale organizzazione nel periodo Covid – fra eventi pedalati, esposizione ed enogastronomia – così siamo andati a vederci più chiaro, facendoci raccontare il punto della situazione e le prospettive concrete, approfittando di un tono di voce sereno e davvero disponibile.
Prima domanda: quando Businaro arriva in OBF è già tutto pronto oppure c’è ancora tanto da fare?
C’era un embrione di progetto, da cui siamo partiti a più mani. Il settore bici tira molto a livello industriale, con una crescita che dalla pandemia in avanti è a doppia cifra. Abbiamo pensato di coniugare questo dato con un territorio che si addice al ciclismo e può mettere a bilancio, come contraltare alla produzione di bici, il turismo e l’enogastronomia. L’idea funziona.
Non è un mistero che si abbia tutti una gran voglia di ripartire, qual è stata la risposta del territorio?
C’è una grandissima voglia di un evento di questo tipo, che ben si sposa con il trevigiano. E sarà un evento destinato a durare, si aggiornerà anno dopo anno, andando a pescare in un tessuto produttivo e turistico locale che è già importante però vorrebbe uscire dalla nicchia per diventare più internazionale. Questa continuità è ciò che invoglia a crederci.
Avete avuto risposte positive dalle aziende?
Le aziende, come tutti del resto, hanno bisogno di uscire. Vediamo già sui social la grande voglia di esserci. In una fase storica in cui la nostra vita si svolge sul web, avere un’area espositiva fisica e così ampia come l’ex Pagnossin (fabbrica di ceramiche dismessa nell’area circostante l’aeroporto di Treviso, ndr) è molto importante.
All’interno anche spazi per dibattiti a tema
La zona è già predisposta per l’accogiena delle bici
L’area espositiva è immensa, in interno ed esterno
L’ex Pagnossin sorge lungo la ciclabile Treviso-Ostiglia
Ma c’è di mezzo il Covid…
A dire il vero, OBF ben si sposa con le richieste di attenzione del periodo. Si svolge tutto all’aperto in spazi immensi. Per ora quindi, stando alle normative del momento, si riuscirà a fare tutto com’è nelle nostre idee, mettendo in atto i necessari controlli e gestendo flussi e sanificazione degli spazi. Se servisse il tampone per entrare, già significherebbe non avere libertà di movimento. Quello che ancora incide è l’incertezza se a giugno la situazione sarà effettivamente più aperta. Per cui diciamo che il Covid non condiziona l’evento, ma a marzo dovremo guardarci negli occhie prendere una decisione.
Perché marzo?
Perché abbiamo tracciato una linea tre mesi prima dell’evento, che è un periodo cruciale per rispetto verso le aziende che hanno scelto di crederci e un tempo tecnico per noi che dobbiamo organizzare l’evento. Il pubblico avrebbe bisogno di minor preavviso.
State ottenendo appoggio dalle Istituzioni?
La Regione Veneto sta definendo l’entità dell’appoggio economico. I grandi eventi sono competenza del Presidente Zaia e la nostra speranza è che si tratti di un contributo significativo per avere di conseguenza una miglior ricaduta sul territorio. Di sicuro a livello di Autorità Locali hanno compreso perfettamente la portata dell’evento, soprattutto in favore della produzione alimentare locale.
Fermarsi, stazione di servizio…Fermarsi, stazione di servizio…
Già, perché l’industria ciclistica tira, ma l’accoglienza e l’enogastronomia soffrono, stanti i mille divieti…
Si parla tanto di alimentare che tira, esatto, ma si omette di dire che si sta parlando della grande distribuzione. La produzione locale è ferma o comunque non trova sbocchi, non si vede l’ora di ripartire.
A metà marzo si decide: è prevista un’opzione di programma ridotto per stare eventualmente nelle regole?
No, nel dubbio rinviamo. Vogliamo organizzare un grande evento in modo professionale, per cui dovrà essere come lo abbiamo pensato. Vogliamo evitare un flop e di svilire la nostra immagine. Se non sarà nel 2021, sarà certamente l’anno successivo. Un pensiero per volta, lavoriamo perché la prossima edizione si svolga fra tre mesi.
Open Bike Fest è un evento che si svolgerà a Treviso dall'11 al 13 giugno. Coniuga cibo e bicicletta. Teatro gli stabilimenti ex-Pagnossin zona aeroporto
Open Bike Fest, l’evento che non c’era. E’ questo lo slogan per descrivere ciò che accadrà a Treviso dall’11 al 13 giugno. La base logistica sarà Opendream, l’ex area industriale Pagnossin, situata vicino all’aeroporto di Treviso e a due chilometri dal centro, con accesso diretto alla Treviso-Ostiglia, una delle ciclabili più belle del Nord Est. Una superficie di 38.000 metri quadrati da cui le 4 anime del ciclismo spiccheranno il volo seguendo le attività proposte. Un po’ fiera, un po’ scoperta. Come è nato l’evento che non c’era? E quali sono gli obiettivi che persegue?
«L’idea è venuta a un imprenditore di nome Damaso Zanardo (sulla sinistra nella foto di apertura, assieme a Mario Conte, sindaco di Treviso, e all’Assessore Regionale Federico Caner) che opera nel settore della logistica e che ha rilevato l’ex-Pagnossin di Treviso, un’azienda specializzata in ceramiche che a suo tempo sponsorizzò anche il basket. Quando l’azienda chiuse, i capannoni rimasero abbandonati, fino a questa rinascita».
Parla Maurizio Evangelista, che già abbiamo conosciuto nel suo ruolo al Tour of the Alps, chiamato a coordinare le forze che daranno vita a Open Bike Fest.
Ecco un rendering di come Open Dream accoglierà il pubblico di OBFEcco un rendering di come Open Dream accoglierà il pubblico
Qual è l’idea di partenza?
Coniugare nello stesso evento il cibo e la mobilità dolce. L’eccellenza enogastronomica come gate di ingresso a qualcosa che riguarda la bicicletta. Non sarà un’attività spot, nel senso che l’obiettivo è la nascita di un polo permanente, in cui i bambini possano pedalare liberamente, trovando la pista di pump-track, ad esempio, e tutto ciò che può essere propedeutico al ciclismo. All’interno c’è già la bottega del ciclista, il bike bistrot e presto ci saranno altre infrastrutture, compreso un villaggio del gusto che sia volano per le realtà produttive locali. La location si presta incredibilmente per gli eventi, anche se il momento non è dei più facili. E comunque proprio per scongiurare gli assembramenti, vale la pena sottolineare che Opendream sarà soltanto la base logistica.
Chi è questo Damaso Zanardo?
Un imprenditore con la passionaccia per il ciclismo, in un territorio in cui la bicicletta è una cosa viva. Treviso è sinonimo di ciclabilità sportiva, ma c’è forte anche la spinta verso il cicloturismo. Questo evento è un segnale forte per portare avanti il filone.
Il complesso ex-Pagnossin si trova vicino alla ciclabile Trevisto-OstigliaL’ex-Pagnossin è vicino alla Trevisto-Ostiglia
Cosa si farà a Open Bike Fest?
Expo Test, con gli stand della aziende del settore. Lo svago, magari per i più piccoli, con ogni tipo di animazione su due ruote. Cultura, raccontando la storia della bicicletta con l’esposizione di esemplari vintage ma anche attraverso il racconto di personaggi celebri. Business, perché dovrà essere un volano per l’economia. Gusto, perché si scopriranno le piccole e grandi aziende che parteciperanno. E poi Think-Tank, con i suoi workshop alla presenza di personaggi di spicco.
In che senso Opendream sarà solo la base logistica?
Nel senso che l’evento è fatto per andare fuori. La struttura sarà l’hub in cui ci saranno i servizi informativi e di svago per i bambini, ma i percorsi per bici da strada, Mtb, gravel, urban ed e-Bike porteranno fuori.
Il Covid potrebbe essere un ostacolo?
All’interno ci sono spazi immensi, se avessimo problemi di assembramento vorrebbe dire che l’evento ha richiamato davvero una folla enorme. In ogni caso la situazione è un po’ particolare, non bisogna farsi prendere dal panico, visto che mancano 5 mesi e magari la campagna dei vaccini per allora sarà più avanzata. Semmai ci sarà da intervenire sulla programmazione per far fronte agli eventuali problemi.
L’interno dei capannoni offre superfici coperte di 38.000 metri quadratiL’interno dei capannoni offre superfici coperte di 38.000 metri quadrati
Treviso ha accolto bene l’idea?
Decisamente sì, anche grazie al fiuto e al tempismo di questo imprenditore. Il tessuto produttivo ha colto l’opportunità, perché si tratta di un evento trasversale. C’è la bici. Ci sono le colline del Prosecco e gli itinerari, come la Strada del Radicchio. Un evento che si sposa benissimo con il turismo slow. Le aziende di settore sono interessate soprattutto per quello che va oltre l’evento.
Perché definirlo l’evento che non c’era?
Perché è diverso dal Bike Festival, ad esempio, che ha solo la mountain bike, mentre qui ci sono 4 filoni. Negli altri eventi manca la parte dell’approfondimento, la formazione per gli addetti ai lavori e una ricaduta sul pubblico. Ci saranno dei talk con personaggi dello sport, dello spettacolo e della società civile, per i quali la bici è diventata uno stile di vita. Per questo è l’evento che non c’era. Per questo e per molto altro…
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