Da un paio di giorni Luca Mozzato è sull’Etna, cercando di dribblare la perturbazione annunciata sul vulcano e preparando nel frattempo la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, dopo il debutto all’Etoile de Besseges. Il vicentino è approdato alla Arkea-Samsic (che giusto ieri ha annunciato il prolungamento della sponsorizzazione fino al 2025) dopo la chiusura della B&B Hotels ed ha avuto veramente poco tempo per abituarsi alla nuova squadra.
«A livello generale – spiega – non ho trovato grosse differenze. Gli ambienti sono molto simili, il modo di lavorare, la mentalità sono un po’ quelle. Poi ovviamente ci sono delle cose che funzionano meglio, altre che funzionano un po’ peggio, però mi trovo bene. Quello che è successo alla vecchia squadra è stato una bella bastonata. Zero preavviso, era da metà stagione che si parlava di questo gran progetto. Invece da quello che si è capito, erano stati presi degli accordi senza avere niente di scritto. E noi siamo rimasti in mezzo alla strada».
La curiosità che ci ha spinto a cercare Mozzato riguarda il passaggio dalla KTM Revelator Alto alla nuova Bianchi Oltre, di cui avevamo già parlato con Warren Barguil, ricordando che da junior Mozzato aveva già usato le bici Bianchi alla Contri Autozai.
«Mi aspettavo di prenderla in ritiro – racconta – solo che la mia situazione è stata gestita molto in fretta, quindi a dicembre la bici non era ancora pronta. Mi è arrivata a casa ai primi di gennaio, già montata nella scatola. Ho dovuto solo stringere due viti e poi era pronta da usare».
E’ stato difficile abituarsi?
E’ tanto diversa dalla KTM, però sono uno che non ci mette tanto ad abituarsi ai cambiamenti. Abbiamo fatto piccoli interventi sulla posizione. Avendo lo sterzo tanto più basso, sono riuscito ad abbassarmi parecchio. Già in precedenza avrei voluto essere più aerodinamico, ma non era possibile perché avevo lo sterzo in battuta. Quindi non c’erano spessori da togliere e non riuscivo ad andare più in basso.
Non potevi mettere un attacco con l’angolo negativo?
L’ho sempre avuto così, infatti, almeno finché c’erano cannotti della forcella rotondi, per cui si riuscivano a montare attacchi di tutte le misure e tutti gli angoli. Invece nell’ultimo periodo, ogni marchio sta provando a fare dei pezzi esclusivi, soprattutto attacco manubrio e reggisella. Ormai sono personalizzati per ciascun telaio, quindi non è facile fare certe variazioni.
Come si comporta la nuova bici?
Sono contento. Stando in mezzo al gruppo nelle prime gare, la sensazione è che quando si va veramente forte, quindi sopra i 45-50 orari, la bici sia veramente veloce. Magari non si lancia proprio subito, però una volta che ha raggiunto la velocità di crociera, senti che la tiene bene.
Merito delle ruote o del telaio?
Del pacchetto completo. Sentendo parlare gli altri che lo scorso anno avevano già Shimano, vedo che anche loro globalmente sono contenti. Al momento ho preso un paio di ruote abbastanza standard, le Shimano da 50 millimetri. Non ho ancora fatto tapponi di alta montagna o grandi piattoni, per cui con quelle da 50 si va dovunque. Magari il giorno in cui andremo alla Scheldeprijs, che è un biliardo, allora magari potrò partire con le ruote da 60 o anche più alte. Quando invece ci sarà in ballo una tappa del Giro con 4.000 metri di dislivello, magari passerò alle ruote da 30.
Hai provato a fare qualche volata?
E’ molto reattiva, almeno io ho la sensazione che nel momento in cui sprigioni la forza oppure quando esci di ruota, la bici acceleri velocemente.
E’ tanto diversa dalla Bianchi che avevi da junior?
Sono due concetti diversi. Da junior usavo principalmente la Bianchi Sempre, un modello abbastanza ibrido. Invece per il mondiale a Doha, la squadra, mi aveva fornito una delle prime Oltre XR4 che era appena uscita. Già allora si cominciava a spingere verso la ricerca dell’aerodinamica e quella era una bici veloce, anche se non leggerissima. Se ben ricordo, era più verso gli 8 chili, però in pianura andava forte. Non ho in mano tutti i dati, sono sensazioni personali, però secondo me rispetto ai modelli precedenti, la nuova Oltre è ancor più polivalente. Magari è un po’ meno reattiva sul fatto di alzarsi in piedi in salita, però sui tratti pedalabili, a velocità intorno ai 20-25 e pendenze fra il 4 e il 6 per cento, senti che la bici va.
Secondo te è una bici con cui potresti fare anche le corse del Nord?
E’ una bella domanda, perché soprattutto per la parte anteriore, quindi la forcella e il manubrio integrato, potrebbe essere un problema. Proprio in questi giorni, un gruppo di corridori con dei tecnici Bianchi sono andati a fare dei test sulle strade del Nord. Hanno fatto ricognizioni sul percorso della Gand, di Harelbeke e della Roubaix, per provare due o tre tipologie differenti di telaio, le ruote, le pressioni, forse anche il manubrio. E quindi a seconda di quello che concluderanno, avremo le informazioni per partire il più preparati possibile.
Usi le ruote con tubeless, tubolari o copertoncini?
Ci lasciano liberi. Io negli ultimi tre anni ho usato il tubeless e mi sono sempre trovato bene. In ritiro a gennaio ho provato il tubolare per 2-3 giorni e la sensazione è stata completamente diversa. La prima uscita è stata non dico traumatizzante, però ti rendi conto che a parità di velocità, le sensazioni sono completamente diverse. Il tubolare è molto più diretto, il tubeless, anche a livello di tenuta, ti perdona qualcosa di più. Secondo me è dovuto anche al fatto che il tubeless si può gonfiare meno, quindi quando ci sono piccole sconnessioni dell’asfalto, hai una maggiore tolleranza. Così sono tornato al tubeless.
Quindi si guida anche meglio?
In discesa soprattutto, fra le curve la bici dà grande fiducia. Prima avevo spesso l’impressione di andare molto più forte, nel senso che sentivo di essere spesso vicino al limite di sicurezza. Invece adesso ho l’impressione che la bici ti dia talmente tanta fiducia, che nelle parti guidate e nelle curve veloci ti spinga maggiormente verso il limite e di fatto vai più forte. Il problema è che quando ti molla, magari ti molla forte.
Hai cambiato anche sella e pedali?
Ho cambiato tutto. Per la sella sono su un modello standard di Selle Italia, la SLR classica col buco e al momento mi trovo bene. Per i pedali sono tornato a Shimano dopo tre anni con Look e non ho faticato a riabituarmi.
Tornando alla posizione, visto che ti sei abbassato, ti sei anche allungato?
In teoria sarebbe così, ma il telaio è un po’ più corto, quindi di conseguenza la distanza fra sella e manubrio rimane molto simile. Poi ovviamente c’è stato qualche aggiustamento sia a livello di arretramento che di altezza di sella, però si parla di millimetri. Due anni fa ho avuto un fastidio al ginocchio, quindi l’idea per quando vado a toccare la posizione è di non stravolgerla mai. Piuttosto meglio cambiare poco a poco.
Quindi contento della nuova bici?
In squadra siamo tutti veramente contenti. L’arrivo di Bianchi è stato proprio una bella notizia. Quando è arrivata l’informazione, abbiamo cominciato a vedere qualche video e abbiamo visto che c’era questo progetto nuovo. Sembra che ci abbiano investito parecchio e che ci siano delle idee innovative che funzionano.