Doppi comandi per la BMC di Pozzovivo

22.10.2020
3 min
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La Bmc Teammachine Slr_01 di Domenico Pozzovivo nasconde molte chicche. Una bici quella della NTT Pro Cycling che spicca per la pulizia del suo design e per la qualità, must del brand svizzero. 

Comandi accessibili

Il lucano come è noto ha grossi problemi di postura dovuti all’incidente dello scorso anno. Per esempio non riesce a distendere bene il braccio sinistro. A tal proposito una delle cose che risalta all’occhio è il doppio comando del cambio. Oltre alle classiche leve, Domenico ha scelto anche i bottoncini all’interno della piega. Il gruppo Shimano Dura Ace Di2 consente questa soluzione, molto comoda per i velocisti e spesso utilizzata nelle classiche del pavé quando non sempre si può staccare le mani dal manubrio. In questo caso a quanto pare anche per chi ha una mobilità in qualche modo limitata.

Il disco anteriore da 180 millimetri
Il disco anteriore da 180 millimetri

Altro elemento di spicco che si può legare alla situazione posturale del Pozzo è la scelta dei dischi. Davanti infatti Domenico monta un disco con diametro da 180 millimetri. Una misura davvero grande per una bici da strada e ancor di più se si pensa che il suo peso è inferiore ai 60 chili.

Rigidità e guidabilità

Il telaio BMC Teammachine Srl_01 è veramente rigido e leggero, tanto più nella misura 51 che adotta il Pozzo. Per questo ha scelto tubolari Vittoria Corsa Graphene 2.0 da 25 millimetri, gonfiati a 8 bar davanti e a 8,5 dietro. Le ruote? Le Enve full carbon con profilo da 35 millimetri. Leggere e ben guidabili. E a proposito di guidabilità, il rake della sua forcella è di ben 48 millimetri. Uno scostamento importante, ma vista la qualità del telaio e delle ruote la scorrevolezza e la reattività nei rilanci non sono compromessi.

Il manubrio è integrato e “made in Bmc”. Ha una larghezza di 400 millimetri e la misura dell’attacco è di 110. I comandi del cambio sono regolati in modo simmetrico. Eventuali asimmetrie (sempre legate al problema del braccio) non si notano.

Il nastro grippante sulla sella della prima bici
Il nastro grippante sulla sella della prima bici

Rapporti da scalatore

La sella è la Selle Italia Flite, posizionata tutta in avanti. Va segnalato che nella prima bici c’è applicato un nastro aderente, su quella di scorta invece questo nastro non è presente.

Vista la sua statura, Pozzovivo utilizza pedivelle da 170 millimetri, con sensore integrato per potenza e cadenza. I rapporti scelti per la tappa di oggi, ricca di salite tra cui lo Stelvio, sono l’11-30 al posteriore e il 53-39 all’anteriore. Da scalatore puro Pozzo non rinuncia alle “vecchie” dentature. Per esempio Almeida ha scelto un 36.

Matteo_Sobrero_crono_Palermo_Giro2020

Palermo, Sobrero settimo con paura

04.10.2020
2 min
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Sobrero settimo nella prima crono del Giro. Cosa c’è di strano, verrebbe da chiedersi? Il ragazzo è stato campione italiano di specialità fra gli under 23 e al campionato italiano di Cittadella è arrivato quinto. Ma non è tutto così facile. Perché Sobrero una crono così difficile e veloce non l’aveva mai fatta. E quando al mattino è andato a provare il percorso, gli è venuta addosso una paura tremenda.

Sopralluogo ad alta tensione

«Ero veramente spaventato – dice – quella velocità in discesa su una bici da crono non l’avevo mai fatta. Poi mi sono detto che toccava a tutti, perciò mi sono messo davanti alla televisione a guardare come guidavano gli altri. E quando è toccato a me, ho impostato le traiettorie come quelli prima di me».

Matteo_Sobrero_Giro2020
Matteo Sobrero, primo anno da professionista e primo Giro d’Italia
Matteo_Sobrero_Giro2020
Matteo Sobrero, primo anno da professionista e primo Giro d’Italia

Senza squadra per il 2021

Sobrero non ha squadra per il 2020, almeno non l’aveva al momento della prima crono. La Ntt ha ammesso di non avere sponsor e di fatto ha lasciato tutti liberi. Proprio in avvio del Giro è trapelato che Battistella, iridato U23 del 2019, sarebbe in procinto di passare all’Astana. E Sobrero, che pure avrebbe il contratto anche per il 2021, si è imposto di vivere alla giornata. Questo è il suo primo Giro d’Italia al primo anno da professionista. Meglio non pensare ad altro.

Il Giro, il suo sogno

«Sono venuto per fare esperienza – dice – provare qualche fuga. Un settimo posto nella crono di apertura dà morale. Era nei patti dall’inizio che avrei fatto il Giro, poi il Covid ha fermato tutto. E quando la squadra ha rimesso mano ai programmi, mi hanno chiesto se mi andasse bene confermare la corsa rosa. E io ho detto di sì. Era un sogno che si avverava. E anche adesso che in teoria sono senza squadra, penso sia meglio fare il massimo, perché poi magari qualcosa si trova».

Fare il massimo, pur essendo un cronoman, mettendo però le mani avanti dopo aver visto il percorso di Palermo.

«Vedendo il percorso – sorride – e le sue caratteristiche, ho subito detto ai direttori che non sarei mai arrivato davanti. Perso 63 chili, 20 meno di Ganna che l’ha vinta, e di fatto pensavo fosse una crono adatta a ragazzi più pesanti di me. Ma sto bene. Dopo l’italiano, ho fatto il Coppi e Bartali e non stavo benissimo. Poi sono andato in altura con Ganna e Gasparotto e ho fatto un ottimo lavoro per il Giro. E adesso che è appena iniziato, proviamo a portare a casa il meglio che si possa».