Mentre in testa al gruppo Annemiek Van Vleuten sceglieva il modo per vincere la Omloop Het Nieuwsblad, alle sue spalle e già ultima nell’ordine di arrivo, Anastasia Carbonari portava a casa la fatica e la soddisfazione di essere arrivata in fondo.
La sua non è stata una resa da piegarsi sulle ginocchia, ma la conseguenza di una fuga andata via presto e ripresa a 40 chilometri dall’arrivo nella prima corsa di stagione e la prima sul pavé. Per la ragazza marchigiana, arrivata quest’anno alla Valcar-Travel&Service, una rapida scuola di tecnica e strada, suggerita da Davide “Capo” Arzeni.


Un ricordo da scacciare
Ci può essere soddisfazione nell’arrivare ultimi? C’è sempre soddisfazione nell’arrivare: se si è capaci di fare tesoro di ogni esperienza, anche la resa può insegnare qualcosa.
«Partiamo da come ho lasciato il Belgio due anni fa – racconta – quando non vedevo l’ora di andarmene. Ho fatto Liegi e Freccia e ovviamente erano andate malissimo. Neanche le avevo finite e da lì avevo iniziato a pensare che magari veramente il ciclismo non fosse fatto per me.
«Quindi tornare con la migliore squadra d’Italia, poter correre tra le big e riuscire a mettere la testa fuori andando anche in fuga, non nego che per me sia stata una soddisfazione grandissima. Non è niente, lo so. In confronto a piazzarsi o arrivare alla fine con le prime non è niente. Ma come inizio e per come mi ero lasciata con questi posti, dico che sono veramente soddisfatta».


Un nuovo nascere
Quel debutto nelle Ardenne porta la data del 2020. Qualche mese prima, alla fine di luglio 2019, Anastasia si era ritrovata sull’asfalto con una vertebra rotta per un’auto che le aveva tagliato la strada. L’arrivo nella squadra di Valentino Villa ha pertanto il sapore di un vero battesimo. E visto che la marchigiana era davvero digiuna di pavé, incontrato nel pomeriggio di vigilia, il diesse Arzeni ci aveva anticipato che l’avrebbe mandata in fuga. Per darle confidenza con le stradine e permetterle di credere di più in se stessa.
«Non avevo mai corso sul pavé – dice – Liegi e Freccia sono tutte su asfalto, quindi anche provare quelle stradine nella ricognizione e riconoscere i posti in cui vedevo sempre i ciclisti professionisti in televisione, è stata un’emozione grandissima. Sono contenta di averla finita».


Che cosa significa averla finita?
Per me è un punto di partenza non indifferente. Sono molto contenta della fiducia che mi ha dato Capo, di portarmi qui e darmi la possibilità di farmi vedere e di crescere. Eravamo tutti consapevoli che fosse la mia prima volta sul pavé e che per fare queste corse serve molta esperienza. Sono contenta, è stata una grande emozione.
Come hai esorcizzato la paura del pavé?
Capo mi ha detto di andare in fuga, perché essendo la prima volta, l’impatto sarebbe potuto essere traumatico. Mi ha detto: «Vai davanti, così fai esperienza e prendi il pavé non in gruppo».
E tu?
E io sono andata in fuga. Alla fine mi ci sono trovata abbastanza bene e con un bel feeling. Negli ultimi muri mi sono staccata perché ero arrivata a cottura.


Una fatica diversa?
Io penso che più impari ad andarci e meno fatica fai. Quindi essendo la prima volta ed essendo del tutto inesperta, è ovvio che abbia penato più alle altre. Penso di avere una certa affinità per questo tipo di percorsi. La mia fortuna è che in bici non ho molta paura, so guidarla, mi sono trovata abbastanza bene.
Che cos’altro porti a casa?
La presentazione con tutte le luci, il fatto poter correre lassù. Sabato veramente ho realizzato che sono arrivata in questa squadra, che sono qui con le migliori atlete italiane e posso essere al loro fianco. Imparare da loro per me è una soddisfazione grandissima. Non vedo l’ora di continuare questa stagione e di crescere. Penso di essere nella squadra giusta.


E il pubblico?
Quella gente è stupenda. Passare tra gli odori di birra e patatine fritte e sentire nell’aria il profumo del Belgio. Sentire l’incitamento che ricevi anche nell’ultimo gruppo è qualcosa di stupendo… Mi hanno sempre detto che per capirlo devi provarlo, ora l’ho provato e posso dire che è veramente unico.
Prossime corse?
Strade Bianche, Freccia e Liegi. Voglio vedere come andrà questa volta.