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Nicola Bagioli dalla bici alle pentole di pietra: la sua vittoria

21.11.2021
5 min
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Dalla bici alle pentole di pietra. Quando Nicola Bagioli risponde al telefono è indaffaratissimo. Forse neanche da corridore ha vissuto giornate tanto frenetiche. Il valtellinese ha appeso la bici al chiodo. Anche se ha solo 26 anni, anche se poteva ancora fare bene. Lo ha annunciato lui stesso qualche giorno fa.

Ma perché? La sua, come altre volte abbiamo visto, non è stata una scelta dettata dal “non trovo più squadra”, ma da un qualcosa che ha ponderato lui stesso. Una scelta figlia di un altro (bel) progetto. «Ho detto basta perché non riuscivo più a fare le due attività», spiega Bagioli mentre sta andando a pranzo. Già, ma quale attività?

Tornitore nel DNA

Nicola, assieme alla sua compagna Arianna, produce pentole in pietra ollare. Ha messo su un’azienda di fatto, la Lavec come il nome di queste pentole. Tutto nasce dopo l’incidente del 2019.

«Da quei giorni – dice Bagioli – avevo grossi problemi alla schiena e non sapevo se sarei tornato come prima. Sapevo che in casa c’era un tornio. Era “sepolto” nella legnaia. In famiglia si faceva questo mestiere tipico della Valtellina. Ho fatto una “ricerca” con mia nonna. E “spulciando” tra i ricordi è risultato che in casa si faceva questo mestiere da almeno cinque generazioni. Ma forse anche di più visto che è un’attività che già c’era nel 1500».

Nel 2020 all’Androni, Nicola ha fatto questa ultima stagione con la B&B Hotels
Nel 2020 all’Androni, Nicola ha fatto questa ultima stagione con la B&B Hotels

La bici? Il piano B

Bagioli è stato un buon passista-scalatore. Anche abbastanza veloce, come testimoniano le gare vinte alla Zalf da U23 o nel Canturino 1902 da juniores. Fino a poche settimane fa vestiva la maglia della francese B&B Hotels. Passò professionista nella Nippo-Vini Fantini. Lui e il fratello Andrea sono sempre andati forte, specie nelle categorie giovanili. Poi il “fratellino” è letteralmente esploso anche tra i grandi e adesso è una delle preziose carte nel mazzo della Deceuninck-Quick Step.

Ma Nicola dice che vedere il fratello a quei livelli non ha inciso sulla sua decisione.

«No, non credo proprio sia dipeso da questo – spiega il classe 1995 – è stata una scelta mia. Negli ultimi periodi mi dava più soddisfazione l’attività al tornio che quella in bici. Vedevo che le mie pentole erano apprezzate, che arrivavano nelle cucine di chef importanti… E questo è stato il mio spartiacque. Il piano B semmai era diventato la bici».

«Così ho gareggiato fino al Tour de Bretagne (fine settembre, ndr). Poi ho continuato a pedalare nel caso avessi dovuto gareggiare ancora. Ma quando la squadra mi ha detto che avevo finito, la bici non l’ho più toccata. Non ho tempo! Iniziamo alle 8 e finiamo alle 23,30. Due brevi pause, a pranzo e cena, e dopocena pensiamo ai pacchi da spedire.

«Inviamo le nostre pentole fatte in modo naturale, senza vernici o metalli antiaderenti, che consentono una cucina più naturale. Le mandiamo principalmente in Italia, ma abbiamo fatto dei pacchi anche per gli Stati Uniti e il Canada. Ultimamente si affacciano anche hotel e chef di ristoranti stellati della guida Michelin».

Solo bei ricordi

«Cosa mi resta di questo viaggio nel professionismo? Beh, posso dire di aver conosciuto tanta gente. Ho imparato l’inglese ed il francese, ho viaggiato per il mondo. Chiaro, quando sono passato avevo altri sogni. All’epoca speravo in una lunga carriera. Il mio ricordo più bello è legato alla conquista della maglia verde nella Tirreno-Adriatico. Ricordo anche la fatica fatta ogni giorno su tutti i Gpm per difenderla».

La cosa più bella del parlare con Nicola Bagioli è quella di sentire un ragazzo che davvero non ha rimpianti, che è consapevole della scelta fatta. Che è sereno.

«Oggi è già difficile fare il pro’ quando sei al 100 per cento con il fisico e con la testa, figuriamoci se in ballo c’è un’altra attività che ti dà soddisfazione».

Nicola Bagioli

La giostra di Nicola Bagioli riparte dalla Francia

30.11.2020
4 min
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Nicola Bagioli è uno di quei valtellinesi che non lo fermi neanche a cannonate. Soprattutto dopo i periodi in cui le cose non vanno bene. A metà del 2019 era stato investito da un’auto e in seguito a quell’incidente aveva avuto problemi seri alla schiena. Problemi che per un po’ gli avevano anche fatto pensare di dover smettere. E invece adesso eccolo qua. Pronto a ripartire da zero.

Bagioli lo farà dalla Francia, presso la B&B Hotel, di Pierre Rolland. Una tipica squadra francese, in cui la corsa all’attacco, nel vento, nelle fughe, in collina… è nel Dna. Una squadra ideale per ripartire, in cui giovani e coraggiosi possono dire la loro, visto che non ci sono capitani “ingombranti”.

Nicola, da quanto ci hai scritto su WhatsApp hai già ripreso ad allenarti…

Sì, qualche uscita in bici. Non l’avevo toccata per quattro settimane. Dopo la Paris-Camembert, ho fatto due settimane di stacco totale, poi un paio di settimane di passeggiate e parecchie arrampicate.

Nicola Bagioli
Nicola Bagioli (25 anni) in arrampicata
Nicola Bagioli
Nicola Bagioli (25 anni) in arrampicata
Beh sei in una terra di arrampicatori. Dalle tue parti nascono i “sassisti” (arrampicatori in libera)…

Beh quelli sono in Val di Mello, che non è vicinissima. Io vado in Val Malenco, ma adesso che comincia a fare fresco vado più in basso verso Lecco. Ci vado con alcuni amici e la mia ragazza, Arianna.

Il tuo 2020…

Un anno strano e non troppo positivo. Avevo fatto solo una corsa prima del lockdown e venivo da una stagione non positiva dopo l’incidente. Avevo lesionato delle vertebre, poi a forza di girare medici ho trovato chi mi ha risolto il problema. Però ho delle protusioni. 

Devi fare una ginnastica particolare?

Sì, stretching e soprattutto addominali. Da quasi un anno però così facendo non ho più problemi.

E quindi, tornando al tuo 2020?

Dopo il Laigueglia c’è stato il lockdown e non sono mai riuscito a trovare la condizione. Ho corso molto poco. Sono andato bene al Trittico (ha fatto 7° arrivando nel drappello con Van Avermaet e Nibali, ndr), ma poi nulla più.

Perché non hai trovato la forma?

Perché mi è mancata una corsa a tappe. Ho corso qua e là senza un calendario definito. L’unica che ho fatto, la Tirreno-Adriatico, mi sono ammalato dopo due tappe. Così qualche giorno dopo l’ultima gara ho davvero staccato. Niente bici per un mese.

Che sensazioni hai provato a risalirci dopo tanto tempo?

Belle perché mi sentivo motivato e fresco. Brutte per quel che riguarda la posizione: sembrava fossero cambiate le misure e dopo due ore sembrava ne avessi fatte sei!

Adesso si profila un’avventura nuova alla B&B Hotel. Come è andata la trattativa con il team francese?

Tramite il mio manager, Manuel Quinziato, abbiamo cercato altre soluzioni dopo l’Androni-Giocattoli e si è profilata questa. L’idea di andare all’estero mi piace: mentalità nuova, si esce dall’Italia, posso stare a contatto con chi ragiona in modo diverso. Certo, dovrò imparare la lingua. Il francese non lo conosco e infatti mi iscriverò presto ad un corso.

Nicola Bagioli
Nicola era ripartito dalla Strade Bianche. Prima, solo un giorno di corsa: il Laigueglia
Nicola Bagioli
Nicola era ripartito dalla Strade Bianche. Prima, solo un giorno di corsa: il Laigueglia
Beh tuo fratello Andrea qualche dritta te l’avrà data…

Ma la Deceuninck-Quick Step più che straniera è internazionale. E’ talmente grande. Però sono tranquillo. Per ora non  conosco nessuno, ma mi sono sembrati tutti molto disponibili. Ho parlato un po’ di più con Luca Mozzato, che è l’altro ed unico italiano del team. A metà dicembre faremo un mini ritiro in Francia e già sono stato nella sede di Nantes per prendere le misure. 

E che bici avrete?

Le Ktm con gruppo Shimano. Arriverà credo in settimana la nuova bici.

Pertanto l’obiettivo del prossimo anno è?

Tornare a fare una bella stagione, a correre con regolarità e magari a vincere anche qualche corsa. Quello sarebbe il massimo.

Esci sempre con tuo fratello in allenamento?

Adesso lui è ancora fermo, visto che ha finito tardi. Dipende dai programmi che abbiamo, se riusciamo a farli combaciare cerchiamo di uscire insieme. Qui in Valtellina siamo un bel gruppetto. Io e mio fratello, Gioele Bertolini, Simone Petilli, Francesco Gavazzi e Matteo Badilatti, anche se lui è svizzero, ma sta a Poschiavo.

A tavola chi è il più pignolo?

Uguali, più o meno.

Okay, ma ci sarà uno un po’ più goloso…

Io! Mi piacciono il cioccolato, il gelato e in generale i dolci.

E fuori dalla bici, condividete molto tu e tuo fratello, non so passioni, sport…

Io quando stacco, stacco… mi piace arrampicare sciare, lui invece è più focalizzato sulla bici.