Piacere, Gaia Segato. Mi manda Casarotto…

17.06.2022
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Datele una salita e la vedrete protagonista. Gaia Segato (in apertura nella foto Ossola), junior del Breganze Millenium, vorrebbe correre solo all’insù, ma in realtà ha imparato ad andare forte quasi dappertutto. Non a caso tutte le sue amiche-rivali, quando le abbiamo sentite in questi mesi, l’hanno sempre inserita tra le ragazze da tenere più in considerazione, specie per le gare dure.

E così – un po’ incuriositi da questi riscontri, un po’ attirati dai suoi risultati – abbiamo voluto conoscere meglio la classe 2004 trevigiana di Maserada sul Piave che frequenta il liceo scientifico sportivo Da Vinci a Treviso e che l’anno prossimo avrà la maturità.

Garantisce Casarotto

Il diesse della Segato è Davide Casarotto – ex pro’ dal ’96 al 2003 con 8 vittorie tra cui una tappa alla Tirreno-Adriatico – che guida il Breganze dal 2011.

«Dopo un 2021 di difficile ambientamento nella nuova categoria – dice – quest’anno Gaia è cresciuta tantissimo, ha cambiato passo. Da esordiente e allieva non andava forte come le sue avversarie, ma non è stata condizionata. Questo per me è uno dei suoi migliori aspetti. Sapevo che avrebbe avuto una bella crescita graduale. Gaia è una scalatrice pura, ma non ha paura di prendere il vento in faccia o di andare in fuga. Anche a crono ha fatto grandi progressi. Ho voluto che ci lavorasse su per non farla arrivare tra le elite troppo impreparata».

Un diesse concreto

Da tecnico, Casarotto (che amava le gare del Nord in cui ottenne nel ’97 due quinti posti a Fiandre e Roubaix) ha fatto passare tante ragazze, ma non si sbilancia in paragoni col passato.

«Tra le tante – snocciola – ho avuto Bariani, Patuelli, Tomasi, Trevisi, Bertizzolo e Beggin. Per me il suo ritiro resta un grande rimpianto perché aveva grandi doti in salita. Ecco Gaia forse somiglia un po’ a lei, ma è difficile confrontarle. Ogni ragazza è sempre diversa dall’altra. La raccomandazione che le faccio è di restare umile, di crescere ancora con calma e di non scoraggiarsi quando da elite prenderà delle legnate. Perché arriveranno, come è stato per tutti, ma non dovrà mollare. Gaia ha determinazione e, se avrà anche un po’ di fortuna, fra qualche anno la vedremo davanti tra le big nelle gare dure».

Parola a Gaia

Intanto la Segato sta procedendo con la sua annata che finora le ha fruttato tanti piazzamenti nelle top five. Ma soprattutto si è guadagnata la convocazione in nazionale per il Tour du Gevaudan Occitanie, in cui le azzurre di Sangalli si sono ben distinte, conquistando la classifica a squadre pur non vincendo la piccola gara a tappe.

Gaia partiamo da qui. Che esperienza è stata in Francia?

E’ andata molto bene. Abbiamo corso a Mende. Ho fatto quarta nella prima frazione che si concludeva sulla Montée Laurent Jalabert (ribattezzata così in onore del campione francese dopo la sua vittoria al Tour ’95 nel giorno della festa nazionale, ndr). Il giorno dopo siamo arrivate allo sprint e alla fine ho chiusa quarta nella generale a 3” dal podio (successo della francese Rayer, ndr). Sono contenta di come è andata e mi fa piacere essere stata presa in considerazione dal cittì.

Invece che effetto ti fa essere considerata anche dalle tue avversarie?

Davvero? Ovviamente mi rende felice. Sono tutte praticamente amiche, le conosco da sempre. Diventare forte come loro è sempre stato il mio obiettivo. Ora che sono lì a giocarmela con loro, mi inorgoglisce. E sono più serena.

Gaia Segato ha vestito la maglia azzurra al Tour du Gevaudan Occitanie dove ha conquistato il 4° posto nella generale (foto Segato)
Gaia Segato ha vestito la maglia azzurra al Tour du Gevaudan Occitanie dove ha conquistato il 4° posto nella generale (foto Segato)
Cosa c’è dietro questa maggiore tranquillità?

Ho più fiducia in me stessa. Forse i buoni risultati derivano dal fatto che in allenamento, magari su alcune salite vicino a casa, avvertivo buone sensazioni rispetto all’anno scorso. Non so a cosa sia dovuto, forse ad una maturazione generale. Infatti, non solo in gara, ma anche a scuola e in mezzo alla gente mi sento meglio, più a mio agio.

Da quanto corri? Che caratteristiche pensi di avere?

Ho iniziato da G1 nell’Ucs Ottavio Zuliani, che è la società del mio paese. Poi esordiente ed allieva sono stata nel Team Arcade, in pratica la formazione che ha organizzato la gara open dello scorso weekend (in cui ha fatto quarta assoluta e terza di categoria, ndr). Amo le gare con della salita, ma al momento sto andando abbastanza bene anche a cronometro. In volata invece… ci sto lavorando, non sono veloce. Immagino che Davide ve lo abbia già detto (ride, ndr).

Ti ispiri a qualcuno in particolare?

Tra i maschi ho sempre ammirato Nibali. Tra le donne invece impossibile non dire Longo Borghini. Però negli ultimi anni mi piace tantissimo anche la Cavalli. Diventare come loro sarebbe il massimo, un sogno.

Loro due potresti vederle l’anno prossimo tra le elite. Stai già pensando al passaggio, magari anche all’estero?

Onestamente no. Ho avuto qualche contatto con la Top Girls ma senza alcun impegno. Solo qualche chiacchierata. Ci penserò più avanti. Valuterò tutto, anche eventuali chiamate da fuori Italia, però l’anno prossimo avrò la maturità. Dovrò scegliere una formazione che possa farmi fare la prima parte di stagione in modo adeguato senza pressioni.

Ti manca solo la vittoria quest’anno. Quali sono i prossimi programmi?

Spero che arrivi presto, non smetterò di cercarla. Il campionato italiano del 2 luglio a Cherasco è senza dubbio un obiettivo. Poi vorrei fare bene in tutte le altre gare, specie quelle con salita. Quelle mi piacciono tutte (ride, ndr).

Confalonieri: lampi al Nord, poi testa agli europei

02.04.2022
5 min
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Muri, pietre, Fiandre. Quando Maria Giulia Confalonieri sente nominare queste parole le si illuminano gli occhi. Le gare in Belgio – o del Nord in generale – sono quelle che la fresca ventinovenne (compleanno festeggiato il 30 marzo) più ama, sia al servizio delle compagne sia… mettendosi in proprio.

Alla vigilia della Ronde abbiamo voluto sentire la passista della Ceratizit-WNT che negli ultimi venti giorni ha ottenuto due terzi posti. Prima il podio al Gp Oetingen condiviso con Wiebes e Consonni, poi quello alla Gand-Wevelgem con Balsamo e Vos. Risultati qualitativamente e moralmente importanti.

Confalonieri beve lo spumante sul podio della Gand-Wevelgem sotto lo sguardo divertito della sua amica Balsamo
Confalonieri beve lo spumante sul podio della Gand, sotto lo sguardo divertito dell’amica Balsamo
“Confa” stai attraversando un bel momento di forma…

Sì. Come ogni anno il mio focus nella prima parte di stagione è per queste gare al Nord. Mi piacciono molto e stavolta ci tenevo a fare bene. Anche l’anno scorso avevo una buona condizione, ma ero a disposizione di Lisa (la Brennauer, ndr). Quest’anno però, visto che lei ha iniziato a correre da pochissimi giorni, avevo più carta bianca e ho sfruttato al meglio le chance di giocarmi le mie possibilità. Correrò anche la Roubaix.

Domani al Fiandre c’è l’incognita del meteo?

Stamattina (ieri per chi legge, ndr) ci siamo svegliati con una bella spruzzata di neve, però poi è arrivato il vento che ha un po’ ripulito tutto. Domani dovrebbe esserci una giornata fredda ma asciutta, anche se bisognerà vedere come sarà il tempo. Molte di noi firmerebbero per correre con 8/9 gradi e solo col cielo coperto. Non dovrebbe esserci vento, si può prevedere un arrivo di un gruppetto di una dozzina di atlete.

Sarai tu quella deputata a fare la corsa della tua squadra?

Sto bene e spero di potermela giocare fin sul traguardo, benché sappia che il Fiandre è una corsa dura. Tante formazioni vorranno fare selezione e cercare di non arrivare in volata. Il faro della corsa sarà la SD Worx che schiera tutte atlete che possono vincere. Noi giocheremo un po’ di rimessa e nel finale potremmo essere presenti con Brennauer, che ha fatto seconda l’anno scorso, e Marta Lach. L’ideale sarebbe entrare in una buona fuga prima che possano muoversi i grandi nomi. Magari cercare di prendere davanti l’Oude Kwaremont, cercare di tenere più duro possibile e poi vedere com’è la situazione.

Il resto del tuo calendario agonistico cosa prevede?

Indicativamente lo abbiamo già stilato, salvo cambiamenti o imprevisti dell’ultimo momento. Dovrei fare il Thuringen Ladies Tour in Germania a fine maggio, il Women’s Tour in Gran Bretagna a giugno, poi Giochi del Mediterraneo, Tour de France Femmes ed europei a Monaco di Baviera. Ecco, qui il circuito cittadino potrebbe piacermi ed essere adatto alle mie caratteristiche.

Parlando di nazionale, anche tu pensi come le tue colleghe che sia importante sapere già a quali manifestazioni partecipare?

Devo dire che Paolo (il cittì Sangalli, ndr) sta gestendo molto bene gli impegni di noi ragazze. Sono sempre stata tifosa della meritocrazia, quindi se andrò forte sarà giusto convocarmi. Altrimenti spazio giustamente a chi sarà più in forma ed io cercherò di farmi trovare pronta per l’appuntamento successivo. Però credo che lui, esponendoci i suoi pensieri molto prima, ci faciliti la preparazione in vista di un determinato appuntamento. Possiamo organizzarci e prepararci a dovere. Meglio avere già un cerchio sull’obiettivo che vivere nei dubbi. Questo è certamente uno dei punti a favore di Paolo.

Sei al terzo anno alla Ceratizit-WNT. Come ti trovi?

E’ stata la prima volta in carriera che mi sono trovata in un ambiente così internazionale. Non abbiamo tantissimo personale come alcuni team del WWT ma c’è tantissima professionalità. Si respira ancora un clima famigliare pur essendo una continental importante. Si sta molto bene, soprattutto prima delle gare. Non siamo uno squadrone come altre e questo al momento ci aiuta a non avere il peso della corsa sulle spalle.

Ti sei trovata, insieme a Lara Vieceli, a fare gli onori di casa a Martina Fidanza e Camilla Alessio. Immaginiamo le abbiate agevolate nel loro inserimento.

Quando sono arrivata nel 2020 Lara ed Erica Magnaldi, che ora è al UAE Team Adq, erano già qui da un anno quindi so quanto sia importante avere già un riferimento. Martina e Camilla sono molto giovani e fanno parte di quel grande rinnovamento che ha fatto la squadra. Abbiamo un roster con una età media più bassa rispetto a prima. Loro due credo che ci daranno soddisfazioni a stagione in corso, anche se purtroppo Martina ha avuto un incidente alla Nokere Koerse e starà fuori per un po’ (ha subìto le fratture di due vertebre, ndr). Sono contenta che siano nella nostra squadra.

Dopo questi due bei terzi posti, ti sei prefissata qualche obiettivo stagionale in più?

Visto questo inizio, spero di riuscire a timbrare il cartellino presto, come si dice in gergo (ce lo dice sorridendo, ndr). Vincere è sempre difficile e per riuscirci nelle gare WT, con gli squadroni che ci sono, devi tirare fuori il coniglio dal cilindro. Però l’importante è essere sempre nel vivo della corsa. Questa estate spero di figurare bene, anche con la nazionale. Certo, non sono io la campionessa in casa Italia e quindi non avrei problemi ad essere nuovamente di supporto alle compagne come a Leuven. In ogni caso se per i Giochi del Mediterraneo o europei il cittì mi desse i gradi di capitana non mi tirerei indietro e ne sarei orgogliosa a maggior ragione.