EDITORIALE / Campionati italiani, appunti e strappi

26.06.2023
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I campionati italiani juniores del prossimo fine settimana in Veneto e quelli allievi di luglio a Boario Terme assegneranno gli ultimi titoli della strada. Frattanto Comano Terme e Mordano hanno ospitato le rassegne delle altre categorie.

Stile trentino

Gli organizzatori del GS Alto Garda, che in aprile mettono su strada il Tour of the Alps nel Trentino in cui nel 2012 fu organizzata l’ultima Settimana Tricolore, hanno portato a casa un ottimo risultato, con il passo del grande evento: i campionati europei di Trento 2021 sono un ricordo ancora fresco. Nei giorni fra giovedì e domenica si sono succedute le crono individuali di tutte le categorie, poi le prove su strada di professionisti e donne elite.

Il Trentino ha fatto sistema e il territorio di Comano Terme è diventato teatro di manifestazioni nel segno dell’efficienza e senza concessioni allo sfarzo. I percorsi hanno riscosso il gradimento di atleti e tecnici, nelle hospitality si degustavano prodotti tipici, si è tenuta aperta una porta sul turismo e pare che la sola cena di gala organizzata il sabato abbia visto la partecipazione di pochi invitati.

Al via della gara pro’ a Comano, anche 9 under 23 di squadre continental. Perché non correre a Mordano?
Al via della gara pro’ a Comano, anche 9 under 23 di squadre continental. Perché non correre a Mordano?

I pro’ al sabato

Ha fatto parlare tuttavia la scelta di invertire le gare del sabato e della domenica, anticipando i professionisti rispetto alle donne. La decisione, annunciata il 2 marzo alla presentazione dell’evento, era già stata ventilata a dicembre, quando i tecnici azzurri andarono a Comano per visionare i percorsi.

Il motivo dello spostamento, come spiegato da Maurizio Evangelista (general manager del GS Alto Garda), sta nell’aver voluto concedere un giorno di recupero in più agli atleti che saranno impegnati al Tour e una vetrina più importante per le donne elite. Ugualmente la scelta ha creato qualche contrattempo.

Solo i giornalisti di tre testate sono rimasti a Comano per la gara delle donne elite, vinta da Longo Borghini
Solo i giornalisti di tre testate sono rimasti a Comano per la gara delle donne elite, vinta da Longo Borghini

La fuga dei media

Il primo va a disonore della categoria cui apparteniamo. Seguita la gara dei professionisti, gli inviati di alcune delle testate più prestigiose sono stati richiamati alla base. Così ieri a raccontare la vittoria di Elisa Longo Borghini, tolto chi scrive, si sono ritrovati i colleghi di Tuttobiciweb e di InBici.net. Dopo aver dovuto digerire l’assenza della diretta televisiva nella crono, la campionessa italiana ha mandato giù un altro boccone amaro.

Il secondo ha creato una sovrapposizione evidente fra gli organizzatori trentini e quelli romagnoli che per sabato avevano in programma il tricolore degli under 23, conquistato da Francesco Busatto. Qualcuno fra coloro che sono preposti allo studio dei calendari avrebbe potuto accorgersene nei tre mesi a disposizione e mettere sul tappeto le possibili soluzioni? Si poteva valutare che si proponevano i campionati italiani in piena maturità? Oggi Eleonora Ciabocco, che ieri ha corso a Comano, ha avuto gli orali…

Impossibile che il tricolore U23si corresse sulle strade del mondiale: è nato così il tracciato di Mordano
Impossibile che il tricolore U23si corresse sulle strade del mondiale: è nato così il tracciato di Mordano

L’alluvione in Romagna

Una premessa si rende ora necessaria. Dopo l’alluvione della Romagna, per mantenere il tricolore U23 gli uomini di Extra Giro hanno dovuto ridisegnare un nuovo percorso in tempo record. Le strade di Riolo Terme e delle colline dei dintorni sono infatti impraticabili e chissà per quanto ancora lo saranno. Sembra il loro destino, che pure parla di una struttura agile e buone capacità organizzative. Se Trento ha organizzato gli europei, non dimentichiamo che l’anno prima Extra Giro tirò fuori dal cilindro un mondiale a tempo di record.

Non più il tracciato ispirato a quei mondiali, dunque, bensì uno nuovo che richiamava Imola 1968: il mondiale di Adorni. La situazione avrebbe richiesto che le istituzioni avessero un occhio di riguardo. Che il presidente, ad esempio, andasse sul posto, anziché mandare il consigliere federale Cazzola.

Se il tricolore U23 fosse stato spostato alla domenica, avrebbe ricevuto un’attenzione mediatica superiore? Se le donne avessero corso il sabato sarebbe cambiato qualcosa? E se qualcuno avesse pensato a una progettazione di alto livello, si sarebbero potuti fare collegamenti dalla Romagna durante la gara dei pro’? La RAI avrebbe affrontato le spese di un’altra diretta da Mordano? Molto probabilmente no.

In rappresentanza della FCI ai campionati italiani di Mordano, il consigliere federale Cazzola, secondo da destra (foto Extra Giro)
In rappresentanza della FCI a Mordano, il consigliere federale Cazzola, primo da destra (foto Extra Giro)

Il momento di Extra Giro

Non è un mistero che, dopo aver prosperato grazie al sostegno esterno di Cassani e con l’appoggio del presidente Di Rocco – risollevando il Giro U23, organizzando corse nel post pandemia e addirittura quei mondiali del 2020 – Extra Giro sia stata messa ai margini, seguendo il destino dello stesso Cassani. Quando va così, purtroppo la tendenza è quella di saltare giù dal carro. Gli sponsor. Gli amici. I politici. I media… La cosa può infastidire, ma non certo stupire.

Dipende però da come si vive il disagio. Se comanda la rabbia, perché l’emergenza, lo scoramento, la stanchezza e l’esasperazione sfociano spesso in rabbia, può capitare che si alzino i toni.

Selleri è sul punto di mollare tutto e si spiega così probabilmente il post su Facebook in cui si è complimentato con gli atleti di Comano Terme, ma ha colpito la capacità organizzativa del GS Alto Garda. Ci risulta che nella telefonata successiva fra lui e Maurizio Evangelista, i toni non siano stati concilianti: tutt’altro. Lo scontro è fra adulti, sapranno gestirlo benissimo senza interventi esterni.

Una guerra sterile

Gli sponsor vanno dove ottengono di più, l’errore più grosso è cadere in una guerra fra bande. Il GS Alto Garda fa da anni la sua strada, senza neppure cercare intese con altri soggetti. E’ la loro scelta, che ad esempio li porta fuori dalla trattativa della Lega per i diritti televisivi e su binari totalmente autonomi.

Extra Giro fa fatica a trovare risorse e visibilità, danneggiata ad esempio dal passaggio del Giro d’Italia U23 nelle mani di RCS Sport, con un bando per loro inaccessibile. La cosa può infastidire, ma puntare il dito contro chi invece sta a galla, è l’errore più comune. Ricordiamo ad esempio che nei giorni in cui il Giro U23 aveva i favori di sponsor e palazzi, gli organizzatori del Val d’Aosta – lontani dalle logiche romane – masticavano amaro, ma rimasero sempre zitti.

Anziché farsi giustizia sui social, sarebbe più utile chiedere risposte alla FCI. Ad esempio sulle cause dell’enorme esborso di denaro per il Giro Donne oppure sul prolungamento del commissariamento della Lega. Le società affiliate sono soci con diritto di voto, sono azionisti della Federazione: sarebbe ora che la smettessero di sentirsi parti lese o di spendersi per ottenere le amicizie giuste. Che entrino semmai nel vivo delle scelte. Molto meglio portare avanti il proprio lavoro senza dover dire grazie a nessuno. E semmai, se qualcosa non va, chiedere che si lavori meglio o si mandi a casa chi non riesce a far andare la macchina.

A Busatto il titolo U23 con testa e gambe da campione

25.06.2023
6 min
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«Ancora devo realizzare di aver vinto il campionato italiano. L’ho sempre vista come una corsa difficile tatticamente. Credo sia l’apice di una crescita e spero di continuare così». Ha colto subito nel segno  Francesco Busatto neo campione italiano under 23. Il corridore della Circus-ReUz dopo l’arrivo ha parlato subito di gioia, di tattica e di crescita. 

Dopo l’alluvione in Romagna, Marco Selleri e Marco Pavarini, dirigenti di ExtraGiro, hanno fatto un altro piccolo miracolo (foto M. Isola)
Dopo l’alluvione in Romagna, Marco Selleri e Marco Pavarini, dirigenti di ExtraGiro hanno fatto un altro piccolo miracolo (foto M. Isola)

La corsa

La gara di Mordano si snodava sul circuito dei Tre Monti, quello famoso per il mondiale di Adorni e in parte di Alaphilippe

Da fare 171 chilometri e 2.300 metri di dislivello. Caldo, ma non impossibile e corsa subito vivace. Fuori c’è una fuga numerosa. Al quarto dei nove giri, sul forcing di Sergio Merisin, vanno via in otto, tra cui i tre del podio, Busatto appunto, Luca Cretti della Colpack-Ballan e Dario Igor Belletta della Jumbo-Visma Development. All’ottava tornata l’azione decisiva.

Busatto attacca deciso e solo Cretti riesce a rispondergli e anzi anche a rilanciare. Si capisce subito che i due ne hanno di più e scappano. E’ sprint a due… ma non c’è storia. Dopo la Liegi e l’Orlen Nations Grand Prix, Busatto infila un altro prestigioso successo.

«E’ un sogno che si realizza – ha detto Busatto dopo l’arrivo – non lontano da qui, sulla salita di Gallisterna, avevo visto vincere il mondiale ad Alaphilippe e anche io ci avevo corso su quelle strade. Strade che mi si addicevano oggi. Il percorso, con strappi pendenti alternati a tratti in cui la salita spianava, mi piaceva».

Partenza e arrivo a Mordano: 164 iscritti, 171 km, 2.300 m di dislivello percorsi a 40,343 di media oraria (foto M. Isola)
Partenza e arrivo a Mordano: 164 iscritti, 171 km, 2.300 m di dislivello percorsi a 40,343 di media oraria (foto M. Isola)

La tattica

Non è la prima volta che durante l’anno Busatto gioca bene le sue carte. E quando all’inizio ha parlato di tattica lo ha fatto a ragione.

«Della mia squadra – spiega il veneto – eravamo solo due e questo mi preoccupava. Abbiamo cercato di correre di rimessa all’inizio, lavorando per ricucire sulla prima fuga. Da lì però ho cercato di farmi trovare pronto su ogni attacco».

Come si dice: spesso la miglior difesa è l’attacco. Francesco aveva capito che non poteva permettersi di restare indietro nuovamente, meglio anticipare, anche perché era ben consapevole delle sue doti di finissseur.

Sul circuito dei Tre Monti sempre una bella cornice di pubblico (immagine Instagram)
Sul circuito dei Tre Monti sempre una bella cornice di pubblico (immagine Instagram)

Lucidità da campione

Nessuno gli aveva detto di correre così. Anche perché i diesse al seguito di Francesco e del suo compagno, Alessio Delle Vedove, non c’erano. E anche durante la settimana non si erano parlati poi così tanto.

«Non ci siamo parlati più di tanto – ha detto poi a mente fredda Francesco – ma ho cercato di correre secondo la mia esperienza, cercando di fare tutto il più diligentemente possibile».

«Sapevo di essere veloce, ma non ero sicuro di vincere. Ho capito però che potevo farcela quando all’imbocco dell’ultima salita il vantaggio continuava ad aumentare.

«In più io stavo bene ed ero pronto a rispondere a tutti gli scatti che avrebbe fatto Cretti, pur di cercare di arrivare in volata. Anche se devo dire che alla fine siamo andati abbastanza di comune accordo fino all’arrivo. E forse è stata anche un po’ più semplice di quello che mi aspettavo».

Busatto parla davvero con la lucidità del campione. Di chi ha tutto sotto controllo o semplicemente di chi è sicuro di sé. E questa sicurezza è un tassello di cui lui stesso ci ha parlato.

«Una sicurezza che ti viene con i buoni risultati e probabilmente adesso con questa maglia sarà ancora di più. Anche se un po’ di sicurezza l’avevo presa dopo la Liegi.

«In realtà poi non ero poi così sicuro. Anche perché la gamba non era proprio il massimo e soprattutto durante le prime salite ho avuto dei problemi di stomaco. Ho cercato di non mollare, di mangiare il più possibile… e per fortuna alla fine la gamba c’era. Forse perché anche gli altri non erano freschissimi».

Cretti (2001) all’attacco, Busatto (2002) lo incalza (foto Zannoni, come in apertura)
Cretti (2001) all’attacco, Busatto (2002) lo incalza (foto Zannoni, come in apertura)

Dediche speciali

Francesco racconta di un post Giro Next non facile. La stanchezza per la corsa rosa, unita al primo caldo lo hanno fiaccato. Ha detto che paga molto il primo caldo e anche per questo in settimana aveva fatto solo scarico.

«Nessun allenamento tirato – ha detto il bassanese – ho pensato solo a recuperare. Poi sarò uscito dal Giro Next anche con una grande gamba, ma a livello di sensazioni non mi sentivo proprio benissimo. Ripeto, la prima settimana di caldo la pago sempre un po’».

Prima di lasciarci c’è l’immancabile dedica: «A chi la dedico? Alla mia famiglia prima di tutto. Nei tanti anni in cui non ho avuto grandi risultati, quando facevo persino fatica a trovare squadra, loro ci sono sempre stati. Poi la dedico alla mia squadra. E ancora al mio preparatore, Paolo Santello. E’ grazie a lui se ho fatto un bel salto di qualità e se mi ha dato un modo diverso di vedere le cose.

«E infine una dedica va alla Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino che mi ha ospitato due giorni per questa gara e che due anni fa mi ha preso quando ero praticamente “per strada”. Senza di loro non sarei qui adesso».

Il podio con Busatto, Cretti e Belletta. Quest’ultimo in volata ha regolato (a 1’47”) un drappello di 8 corridori
Il podio con Busatto, Cretti e Belletta. Quest’ultimo in volata ha regolato (a 1’47”) un drappello di 8 corridori

Parola a Piva

E poi c’è Valerio Piva, diesse della WorldTour di Busatto dal prossimo anno, la Intermarché-Wanty Gobert. Valerio è di ritorno dall’italiano dei pro’ quando lo intercettiamo. Da una parte gioisce, dall’altra meno, perché se Francesco ha vinto, Lorenzo Rota ha fatto ancora una volta secondo.

«Busatto è uscito bene dal Giro Next – dice Piva – e sapevamo che stesse bene. Sapevamo che si sarebbe potuto giocare le sue carte. Già durante il Giro ci era andato vicino due volte. Ancora non ho parlato con lui. Lo farò domani (oggi, ndr) e mi dirà bene come è andata la corsa».

Quella di Francesco è un’altra vittoria importante. Una vittoria che soprattutto arriva tra diversi piazzamenti altrettanto importanti, segno che il ragazzo ha una certa continuità di rendimento.

«E’ frutto di un lavoro di squadra, del suo direttore sportivo Kévin Van Melsen, del nostro staff. E infatti anche altri ragazzi stanno andando forte. Noi abbiamo investito su di lui. Ci abbiamo creduto. Fondriest ce ne aveva parlato bene. Lo abbiamo monitorato e lo abbiamo scelto. Ma questo non significa che ci fermiamo o che lui si dovrà fermare. Dobbiamo continuare a farlo crescere».

Coati-Nencini, pareggiati i conti. ExtraGiro, si va…

18.04.2021
4 min
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Nel ciclismo c’è sempre la possibilità di una rivincita, basta crederci. A Bubano di Mordano, nella “100° Anniversario Antonio Placci” nell’ambito delle manifestazioni di aprile di ExtraGiro, Luca Coati con la maglia della nazionale italiana – davanti al cittì Davide Cassani – conquista una splendida vittoria superando in una volata di gruppo Tommaso Nencini della Petroli Firenze-Hopplà (in apertura, foto Instagram), che lo aveva battuto lo scorso 27 febbraio alla Firenze-Empoli nella prima gara stagionale.

Considerando che sul terzo gradino del podio è salito Gregorio Ferri, compagno di Nencini, si può dire che Coati (che nel 2019-2020 correva a sua volta nella squadra gestita da Piscina e Provini) abbia vendicato quell’ordine d’arrivo in Toscana, dato che sul traguardo di Empoli alle sue spalle erano finiti Bonaldo e Puppio, suoi compagni in maglia Qhubeka

Il veneto cresciuto nella Ausonia Pescantina, curiosamente sa vincere solo ad alte velocità: nel 2019 nel circuito ad Alzano Scrivia a quasi 48 di media, l’anno scorso alla crono di Ponsacco a 49 ed ora sul traguardo di via Lume sfiorando i 47.

Luca Coati dopo l’arrivo, raccontando lo sprint al cittì Cassani
Luca Coati dopo l’arrivo, raccontando lo sprint al cittì Cassani
Luca innanzitutto che gara e volata sono state?

E’ stata una corsa velocissima, la squadra nonostante la giovanissima età media ha fatto un lavoro impeccabile per me che ero deputato a disputare lo sprint. Il mio compagno Puppio mi ha pilotato in modo magnifico fino ai 300 metri e poi è toccato a me completare l’opera.

Sei stato agevolato dal malinteso dei due della Petroli Firenze?

No, ero in terza posizione fino all’ultima curva dietro un atleta della Biesse Arvedi (Carlo Alberto Giordani, ndr) e quando è partito lui, sono partito anch’io. Oggi sentivo di avere la gamba giusta.

Come ti trovi nel team continental della Qhubeka?

E’ una formazione tranquilla, ci fa lavorare bene, siamo seguiti al 100 per cento in tutto. Li ringrazio perché se sono arrivato in forma a questo appuntamento, guadagnandomi la convocazione in nazionale, è merito anche loro.

Che effetto fa vincere con l’azzurro addosso?

E’ senz’altro una grande emozione. Ringrazio anche tutto lo staff azzurro, a cominciare dal cittì Marino Amadori.

A proposito, stessa domanda che avevamo fatto a Puppio, il passaggio al professionismo è da conquistare o è già fatto?

No, ce lo dobbiamo meritare gara dopo gara. Adesso sono in un buon periodo di forma e devo sfruttarlo. Speriamo bene.

Prossimi obiettivi?

Non ne ho uno preciso, voglio fare bene in tutte le corse cui partecipo. Ad esempio la vittoria di oggi ha un valore particolare anche perché l’organizzazione è da professionismo.

Ferri sta ritrovando lo spunto, ma nel finale la Petro Firenze ha pasticciato
Ferri sta ritrovando finalmente lo spunto

Ferri cresce

Sconsolato in cerca di spiegazione e riscatto c’è Gregorio Ferri che, dopo un 2020 deludente, sta ritrovando il giusto colpo di pedale come due anni fa e finora gli manca solo la vittoria (per lui anche un secondo e un quarto posto in stagione). Prima di salire sul palco delle premiazioni prova ad analizzare la volata con Nencini, senza trovare forse una vera risposta. Cose che capitano ma che lasciano tanto rammarico.

Gregorio che finale è stato?

Eravamo stati compatti fino a 3 chilometri dall’arrivo, poi c’è stata una gran confusione in gruppo con spallate e ci siamo persi, non ci siamo più capiti bene. Mio fratello Edoardo ci ha tenuti davanti tanto, poi è toccato a Ferrari portarmi fino ai 500. A quel punto ho perso Nencini, non sapevo dov’era poi l’ho visto spuntare e partire ai 250 metri. Anche se un po’ chiuso, sono uscito e alla fine ho fatto terzo in rimonta.

Un gran caos insomma.

Sì, non ho ben capito cosa sia successo dietro di me, tant’è che dopo il traguardo un altro corridore è venuto a chiedermi spiegazioni sul mio spostamento a sinistra, ma io non me ne sono accorto. Anzi chiedo scusa a tutti se ho fatto una scorrettezza, mi dispiace ma non è da me farle. Speriamo che vadano meglio le prossime gare, saranno tutte rivincite.

Ci tenevi a fare bene visto che abiti non troppo distante da qua.

Esatto, abito a Calcara di Valsamoggia e volevo fare bene. Dobbiamo sfruttare al meglio queste gare per intenderci meglio. Abbiamo lo stimolo per rimediare il prima possibile a questo doppio piazzamento che brucia un po’, anche perché la gamba gira bene.