Astana Women Team, Tour Down Under 2020, Katia Ragusa, Yareli Salazar

Addio Astana, le ragioni di Fabretto

13.12.2020
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Maurizio Fabretto, classe 1958, sta al ciclismo femminile più o meno come l’Arena sta a Verona. Se devi chiedere un parere a qualcuno, dalle sue parti ci passi sempre. Basta poco e la memoria va a sponsor come H2O, Safi, poi Pasta Zara e Diadora. Ragazze come Zabirova, Brandli, Polikeviciute, Cooke, Bronzini, Cantele, Zugno, Tamanini, Parietti, Bastianelli, Ziliute, Carrara, Romoli, Borgato, Neben, Bertizzolo, Paternoster e Pirrone sono passate di lì collezionando vittorie a grappoli.

«Finché un giorno – racconta – venne a cercarmi Vinokourov e mi chiese se avevo la possibilità di fare una squadra femminile che si chiamasse Astana. Era un bel nome, da pensare che fossimo collegati alla squadra WorldTour, ma non è mai stato così. Anzi, mi sentivo proprio di serie B. Guardavo la Trek-Segafredo, la Mitchelton e la Movistar, con i pullman e i camion dei pro’ e noi niente. Giusto un pugno di ragazze kazake che si staccavano in partenza e che dopo tanto tempo non hanno imparato una parola di italiano. Per cui ci siamo lasciati, di fronte al fatto che loro non avevano interesse. In così tanti anni non sono mai andato in Kazakhstan…».

Nuova maglia Monex, Maurizio Fabretto 2021
La nuova maglia Monex per il 2021
Nuova maglia Monex, Maurizio Fabretto 2021
La nuova maglia Monex per il 2021

Nuovo sponsor

Il comunicato, diffuso nelle scorse settimane, recita quello che ieri ha confermato anche Katia Ragusa: “chiuso il capitolo Astana, il team presieduto da Maurizio Fabretto si è immediatamente messo al lavoro ed oggi è orgoglioso di annunciare ufficialmente la nascita della A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team”.

Volendo andare oltre, una telefonata con il capo ci sta tutta. Fabretto risponde, non si fa pregare e parte subito alla carica.

«Non è possibile quello che stanno facendo – dice dopo aver sottolineato che il team sarà affiliato in Italia – i militari si devono fare le loro squadre. Il doppio contratto non è possibile. Paghiamo noi le ragazze e loro se le portano via. Di questo passo, nessuno investirà più sulle giovani. Qua non parliamo di un ciclismo nazionale. Normalmente la stagione di queste ragazze inizia dall’Australia e va avanti di aereo in aereo. In Italia c’è davvero poco ormai. E noi paghiamo tutto per vedercele portare via? Da nessuna parte il pubblico fa concorrenza al privato, senza contare che i soldi dei corpi militari sono i soldi delle nostre tasse. Voglio vedere se la prossima federazione metterà mano a questa cosa. Io avrò sempre le italiane, ma non posso più investire su quelle forti».

Renato Di Rocco, Noemi Cantele 2014
Renato Di Rocco e Noemi Cantele alla presentazione del team nel 2014
Renato Di Rocco, Noemi Cantele 2014
Di Rocco e Cantele alla presentazione del team nel 2014
Chiuso con l’Astana, come sei arrivato al nuovo sponsor?

Avevo due o tre cosette importanti e ho fatto questo accordo. La squadra delle donne resterà internazionale, quella di mountain bike e al continental su strada saranno moto messicane, perché dentro ci sono dei soldi del Governo. E la banca online cui faremo riferimento ha la sede a Città del Messico e filiali in tutto il mondo, dal Canada alla Gran Bretagna e forse a breve anche in Italia.

La squadra delle donne terrà lo stesso impianto?

Non ne abbiamo tenute tante, anche perché le kazake non ci saranno più. però abbiamo ancora Lizbeth Salazar, che ha appena vinto in pista a Cali, in Colombia, Katia Ragusa (le due sono insieme nella foto di apertura, ndr) e Arlenis Sierra. Poi abbiamo preso delle ragazze giovani. Eider Merino, che viene dalla Movistar. Martinez che ha vinto i Giochi Panamericani e una francesina campionessa nazionale.

Sofia Bertizzolo, Giro d'Italia donne 2016
Sofia Bertizzolo in maglia Astana al Giro d’Italia 2016
Sofia Bertizzolo, Giro d'Italia donne 2016
Sofia Bertizzolo al Giro d’Italia 2016
Cosa pensa Fabretto di Katia Ragusa?

Sta crescendo bene. Prima nessuno la conosceva, mentre dal Giro d’Italia in avanti ha iniziato a farsi vedere. E’ andata bene anche ai mondiali. Spero solo che non me la portino via i militari.

Chi avrete in ammiraglia?

Il capo resta Aldo Piccolo. Poi ci sono Plaza e Giuseppina Grassi che sono entrambi messicani. Pensate che lei è la figlia del custode del velodromo di Città del Messico di quando Moser fece il record dell’Ora e ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino.

Ancora bici Wilier?

No, non si poteva più. Così abbiamo scelto Liv, dato che Giant si è fatta avanti subito. Loro in Messico hanno Scott, ma non c’era margine di fare diversamente. La squadra a fine settembre era già a posto con i pagamenti delle assicurazioni. Me la trovate in Italia un’altra così?