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Gravel in the Land of Venice: la Waterway Experience

19.06.2023
5 min
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MONTEGROTTO TERME – Il progetto “Gravel in the Land of Venice” prosegue con il tour organizzato assieme a Slow Flow: il “Veneto Waterways Experience” prevedeva tre giorni di pedalata tra i sentieri gravel del Veneto ed i segreti in essi nascosti. Al primo giorno la partenza è avvenuta a Montegrotto Terme e dopo una breve pedalata ci ha accolto Villa dei Vescovi. Su questa parte dei Colli Euganei, le ville si susseguono, appoggiate su irti pendii, verdi balconi dai quali si affacciano queste magnifiche opere d’arte

Villa dei Vescovi

La sua bellezza inizialmente spiazza il visitatore che non si aspetta di trovare dietro un remoto angolo, accanto ad una stradina, uno spettacolo del genere. Villa dei Vescovi è parte del patrimonio del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). La struttura è del 1500, anche se la prima costruzione risale al 1077, si trattava della chiesa di San Martino, poi spostata nel corso dei secoli. 

L’impianto della villa e la sua costruzione sono opera del volere di Francesco Pisani, figlio della famiglia Pisani dal Banco. L’intento era quello di costruire un rifugio dalla vita da Vescovo, nel quale coltivare le sue passioni: tra le principali c’erano lo studio della storia greca e romana. La struttura di Villa dei Vescovi è infatti pensata come quella di una domus romana, con un impianto centrale quadrato. Si tratta di un unico blocco che sorge dalla collina a dominare il paesaggio circostante. 

Museo del Vino

La pedalata gravel tra i vari sentieri prosegue sulla ciclabile dei Colli Euganei, circondati da distese di campi coltivati che terminano in prossimità delle prime montagne. Si arriva a Vo’ Euganeo, dove è possibile immergersi nella storia geologica locale, dalla quale è nata poi la coltivazione della vite. La formazione dei colli euganei avviene tra i 43 ed i 33 milioni di anni fa. Attraverso un’attività sub-vulcanica che porta alla nascita di “coni” e “cupole” di rocce: riolite, trachite e latite. 

Lo studio della geologia è alla base dell’attività di coltivazione della vite, la quale occupa 2.500 dei quasi 19.000 ettari del Parco Regionale dei Colli Euganei. Ci accoglie Andrea Gianesini, segretario del Consorzio Vini. 

«Uno dei ragionamenti fatti quando è nato il Museo del Vino – racconta – è stato capire che impronta dargli. Abbiamo voluto spiegare la viticoltura dei Colli partendo dalla storia che parte fin dall’antichità. La collaborazione con il territorio è importante, per questo abbiamo aperto anche alle visite delle scuole, di tutti i tipi. A partire dai bambini delle scuole elementari fino ad arrivare agli studenti di agraria, i quali si immergono maggiormente nel discorso tecnico». 

Le vie d’acqua

Il nostro percorso ciclabile ci conduce fino a Este, per poi arrivare a Monselice dove scorre il canale Bisatto. Nome dato dagli abitanti a causa della sua forma che ricorda un’anguilla: bisatto in dialetto padovano. Navigando su queste calme acque, le quali una volta erano la principale via di comunicazione e di commercio, si arriva fino alla diga della Conca. Si tratta della seconda più alta d’Europa, che collega il Bisatto con il fiume Bacchiglione. Dopo pochi minuti di navigazione, nel paese di Battaglia Terme, ci fermiamo al Museo della Navigazione

«Territorio di grande attività portuale – racconta Maurizio Uliana, presidente dell’Associazione TVB (Traditional Venetian Boats) – quindi, navigazione, e l’imbarcazione principale è il Burcio. Come tutte le barche da laguna o canale, ha il fondo piatto, non essendoci le profondità per navigare con altre imbarcazioni. La prua sale dal fondo, questo stratagemma serviva ai barcari per caricare la stiva. Infatti le imbarcazioni venivano girate per la prua ed avvicinate alla riva per imbarcare la merce».

«Su questo tipo di barche – conclude Uliana, che gestisce il museo per conto del comune di Battaglia Terme – la vita dei barcari era piena, difatti viene definito come il “mestiere dei mille mestieri”. Veniva coinvolta anche la famiglia, chiaramente, ed ogni membro era in grado di fare tutto: moglie e marito erano intercambiabili. Nel tempo il mestiere è venuto meno a causa del progresso tecnologico, ed i barcari sono andati a lavorare in fabbrica. Il Museo della Navigazione nasce da qui, dai ricordi del vissuto dei figli di queste famiglie».

Gravel in the Land of Venice

Ancora Ulissi. Vince la serenità UAE

16.10.2020
3 min
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Peter Sagan o Diego Ulissi. Erano questi i nomi più gettonati al via della tappa numero 13 di questo bellissimo e mai scontato Giro d’Italia. Quei due dentelli, brevi ma cattivissimi, sui Colli Euganei potevano mettere i velocisti puri fuori gioco. E così è stato.

Se dopo la prima salita la bilancia pendeva a favore di Sagan, dopo la seconda le quotazioni di Ulissi sono schizzate alle stelle.

Maturità e sangue freddo.

Diego va per i 31 anni. L’eterno ragazzino due volte iridate juniores alla fine è diventato maturo, come lui stesso ci tiene a dire.

«Aver vinto all’inizio ad Agrigento mi ha dato subito fiducia nella mia condizione. Durante un Giro ci sono giorni meno belli come quello di ieri. Per me che soffro particolarmente il freddo è stata dura. Oggi invece ho risentito una buona condizione e così ci abbiamo provato.

Ulissi precede Almeida al colpo di reni sul traguardo di Monselice
Ulissi precede Almeida al colpo di reni

«Il mio scatto era per togliere definitivamente dalle ruote i velocisti. Come sempre Valerio Conti ha impostato un grande ritmo. Mi ha portato fuori e poi io ho fatto la mia azione. La salita era breve ma davvero cattiva. Quando ho visto che si erano mossi anche gli uomini di classifica ho pensato di restare lì. Inoltre Brandon McNulty, che è il nostro uomo per la generale era un po’ in difficoltà. Così non ho insistito, ma a quel punto andava bene così. L’obiettivo di staccare i velocisti lo avevo raggiunto».

Ma lo spunto veloce resta

A quel punto con Demare indietro, Sagan che tentava una rimonta disperata, Ulissi sfrutta il lavoro della Deceuninck-Quick Step (sempre presente) che vuol portare la maglia rosa allo sprint. Almeida cannibale?

«Joao ha uno spunto veloce, è giovane e gasato dalla maglia rosa: era normale che volesse provarci. Loro hanno lavorato bene, ma NcNulty che era come me è stato bravissimo. E’ andato oltre ogni aspettativa. Nel finale gli ho detto di tenermi davanti in vista delle ultime curve e, se ce la faceva, anche di lanciarmi. Ha fatto tutto alla perfezione. Nel rettilineo finale c’era vento contro e non era facile. Sono uscito bene dalla sua ruota e…», ed è andata come abbiamo visto.

Tutti a disposizione di tutti: in UAE ci corre compatti
In UAE ci corre compatti

In UAE si ride

Ulissi mette così a segno l’ottavo sigillo al Giro. La serenità del suo team si riflette nei suoi occhi. La Uae sembra una macchina perfetta che fa correre i suoi corridori senza pressione. Lo si è visto al Tour de France con Pogacar e oggi con Conti e McNulty che hanno svolto al meglio il loro compito. Sapevano esattamente cosa fare. E lo stesso Ulissi non ha insistito quando ha visto il compagno in difficoltà. 

Richeze che lavora per Gaviria. Conti che lavora per Ulissi. Ulissi che tira per McNulty e viceversa…

«Da due anni a questa parte (guarda caso da quando c’è Matxin, ndr) cerchiamo di essere anche un gruppo di amici», ha concluso Ulissi.