EDITORIALE / Le donne, la nazionale e l’appello di Villa

21.08.2023
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Oltre alla sua competenza, quello che faceva funzionare la gestione Salvoldi fra le donne è che Dino aveva in mano la strada e la pista, per cui l’impegno trasversale, oltre che richiesto, faceva parte di un patto (non sempre semplice da onorare) fra il tecnico e le atlete. Quando i due… poteri sono stati sdoppiati, con Sangalli alla strada e Villa alla pista, è successo qualcosa che si poteva prevedere e che il tecnico milanese ha fatto notare nel velodromo di Glasgow dopo aver toccato con mano il calo di rendimento delle azzurre.

Guazzini è uscita sfinita dal Tour, ha corso in pista e poi nella crono
Guazzini è uscita sfinita dal Tour, ha corso in pista e poi nella crono

Un calo di tensione

Facciamo una premessa: il professionismo è arrivato fra le donne con la velocità e la forza di un tornado. Il solo calendario che conti è quello WorldTour, per cui le ragazze più rappresentative corrono senza soluzione di continuità. La programmazione c’è, ma avendo organici all’osso, è frequente che salti. Non è facile gestirsi e gestire il proprio tempo, quando si gira come trottole. Soprattutto se a richiedere la tua presenza in pista c’è un tecnico come Villa, che non impone regole rigide, ma si affida al buon senso e al professionismo dei suoi atleti.

Forse lo scorso anno, conquistate dai suoi metodi e dalla novità di lavorare con i ragazzi, le azzurre hanno mantenuto alta l’asticella vincendo titoli in abbondanza. Quest’anno invece, con il prevalere dell’impegno su strada, alcune hanno subito un calo di tensione, limando laddove nessuno le chiamava a rendere conto: la pista. A ciò si aggiunga che l’anno pre-olimpico per chi fa la doppia attività è sempre un trabocchetto, soprattutto al confronto con chi invece punta sulla specializzazione ed è già in tabella per i Giochi, come Villa ha sottolineato con chiarezza.

Per Balsamo incidente, ripresa, 6 tappe al Tour, mondiale pista e poi strada: un po’ troppo?
Per Balsamo incidente, ripresa, 6 tappe al Tour, mondiale pista e poi strada: un po’ troppo?

Il metodo Villa

Le parole pronunciate a Glasgow dal tecnico della pista subito dopo l’oro di Ganna sono state infatti chiarissime, ma molto pacate come nel suo stile.

«Le donne hanno un calendario che conoscono poco – ha detto Villa – lo stanno testando con mano da un paio d’anni. In più è capitato un Tour a ridosso del mondiale e per chi fa pista non è stato il massimo, però siamo lì. Le ragazze del quartetto francese non hanno fatto il Tour, eppure hanno vinto per 2 decimi su di noi. Loro hanno fatto una preparazione mirata, noi da italiani siamo andati a fare il Tour perché le squadre l’hanno voluto. Lungi da me dire di non andare alle gare su strada, perché sono il primo a cercarle per definire la condizione in vista di un mondiale. Però quello che un po’ manca è il sistema e gliel’ho spiegato.

«Devono cercare di venire in pista quando sono a casa libere. Fare il sacrificio di venire almeno una volta alla settimana per fare i richiami. Quindi dipende più da loro che dalle squadre. Non è che le sto rimproverando, sto chiedendo di mettere in atto il sistema di allenamento che con gli uomini ha dato ottimi frutti senza compromettere nulla dell’attività su strada. Chiedo questo, perché ho notato che la partecipazione è un po’ calata rispetto all’anno scorso, con l’aggiunta degli infortuni di Balsamo e Guazzini».

Consonni (qui con Martina Fidanza) ha corso Giro Donne, Tour, mondiali pista e poi strada
Consonni (qui con Martina Fidanza) ha corso Giro Donne, Tour, mondiali pista e poi strada

Patto Villa-Sangalli

E’ una chiamata alla responsabilità dopo aver riscontrato che a fronte di messaggi diretti e decisi, alcune ragazze non hanno risposto come Villa e Masotti si aspettavano. Ad esempio dopo il Giro d’Italia, Consonni è rientrata dalla Sardegna per andare a Montichiari, trovando Balsamo e Guazzini scesa di proposito da Livigno, mentre altre (pur contattate) sono rimaste sulla spiaggia.

Quando si tratterà di giocarsi le medaglie olimpiche, serviranno una presa di coscienza da parte delle ragazze e un patto di ferro fra Villa e Sangalli – nel parlare con le società e nel programmare con rispetto la stagione delle atlete – perché si possano varare meccanismi più efficaci, traendo reciproci vantaggi. Anche perché il gruppo di riferimento è pressoché identico su entrambi i terreni. E troviamo rischioso continuare a spremere le atlete a sei mani, senza curarsi del rischio di esaurirne troppo presto la vena.

Scartezzini, mea culpa su Grenchen e obiettivo mondiali

16.10.2021
3 min
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Dal messaggio di Villa che si scusava con lui per l’esclusione dalle Olimpiadi sono passati ormai tre mesi e Michele Scartezzini è nuovamente a Montichiari, lavorando per andare ai mondiali di Roubaix. Il passaggio agli europei di Grenchen non ha convinto (in apertura il veneto durante la madison con Viviani), il gruppo azzurro è parso scollato e la tirata di orecchie di Ganna ha fatto parlare.

«L’argomento ha fatto scalpore – dice Michele – ma ci siamo chiariti lunedì. Con Pippo divido la stanza, è tutto a posto. Dà fastidio se al nostro livello non otteniamo risultati e agli europei ci siamo mangiati una medaglia. A Villa non siamo piaciuti e ha ragione. E’ stato un errore che ci è pesato e che magari ci darà qualcosa di più come rabbia per i mondiali».

Europei sotto tono

In sintesi, siamo usciti dagli europei come se non fossimo la nazionale che ha vinto il quartetto olimpico. Tolto il bellissimo inseguimento individuale di Jonathan Milan, nelle altre specialità abbiamo balbettato e non era troppo lecito aspettarselo. Anzi, si poteva quasi pensare che gli esclusi da Tokyo andassero col fuoco addosso, per prendersi la loro parte di gloria.

Capita spesso che dopo le Olimpiadi le squadre si rilassino, ma ad esempio fra le ragazze è successo che il quartetto ha centrato l’argento, così come ha preso l’argento Paternoster nell’eliminazione e Barbieri il bronzo nell’omnium.

A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
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Qualcosa di sbagliato nella preparazione?

La condizione c’era, ma avevo detto da subito nel mio caso che il traguardo per far dimenticare l’esclusione da Tokyo sarebbero stati i mondiali. Gli europei avevano un calendario strano e arrivarci al top, soprattutto adesso che siamo a fine stagione e le energie sono limitate, poteva essere un rischio. Quello di arrivare a Roubaix senza le giuste forze. Due settimane sono un bel periodo, in cui la condizione può cambiare.

Che cosa si sa della pista di Roubaix? Ci avete mai corso?

Ci andammo nel 2019 in preparazione ai mondiali di Pruzskow, però Marco (Villa, ndr) ci diceva che hanno avuto problemi con il legno della pista. Per cui lo hanno levigato e hanno dato un diverso impregnante. La pista in sé ha curve strette e rettilinei lunghi, dovremo girarci per abituarci. Bastano 20-30 giri per trovare il feeling.

E la levigatura e la scorrevolezza incidono sulle scelte tecniche?

Certamente. Se non è scorrevole devi ragionare sui rapporti e la tabella su cui impostare la gara. C’è di buono che sarà così per tutti, quindi nessuno sarà avvantaggiato.

C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
Dopo i mondiali si va in vacanza?

Niente da fare. Quest’anno ho comprato casa, quindi le vacanze si fanno lì. E poi farò due Sei Giorni, a Gand e Rotterdam. Sercu voleva che le facessi con Lamon, ma almeno per la prima Francesco sarà in vacanza e correrò con un ragazzo belga della Lotto Soudal. Invece a Rotterdam, se la confermano, faremo una coppia azzurra.

Come si vive la vigilia a Montichiari?

Bene, come al solito. Ieri abbiamo fatto due prove cronometrate. La prima è andata bene, nella seconda sono caduti Milan e Donegà, quindi è servita a poco. E su quelle Marco ha dato le squadre (oltre al quartetto olimpico, voleranno a Roubaix appunto Scartezzini, Bertazzo e Viviani, ndr). Si parte domani, ormai manca poco.