Si parla sempre tanto, di questi tempi, dei “tre tenori” come paladini della multidisciplina, ma guardando i calendari che Van Der Poel, Pidcock e Van Aert hanno messo a punto per la stagione di ciclocross, ci si accorge che anche loro sono stati costretti a mettere da parte tante velleità individuali. Soprattutto considerando che siamo nell’anno olimpico, che certamente influisce e cambia gli equilibri, perché una medaglia a cinque cerchi fa gola a tutti e vale una carriera intera.
Preparazione rimodellata
Focalizzandosi su Van Aert, si nota che il suo programma di cross sia stato fortemente compresso: per ora sono ufficiali appena 8 gare, partendo dalla prova dell’Exact Cross di Essen. Il belga ha tenuto aperta la porta a un paio di altre uscite, per cercare di calmare gli animi in seno all’Uci che non vedono assolutamente di buon occhio la poca considerazione che i tre tenori (ma anche altri) hanno nei confronti della challenge ufficiale della federazione privilegiando altre, più remunerative gare.
Ma la scelta di Van Aert ha radici profonde, che il suo allenatore Mathieu Heijboer ha specificato in un’intervista rilasciata al media belga Sporza, nella quale ha chiarito anche quale sia il suo apporto. Il tecnico ha già lavorato con Van Aert facendo parte dello staff della Jumbo-Visma (dal 2024 Visma-Lease a Bike) in qualità di Head of Performance, ma in vista del delicatissimo 2024 ha preso direttamente in mano la situazione diventando il referente principale di Wout. Una scelta voluta anche da quest’ultimo, che si è reso ben conto di come fosse necessario cambiare qualcosa per centrare importanti appuntamenti dopo troppe vittorie sfuggite di un nulla.
Conta il lavoro sul fondo
Heijboer ha affrontato la questione di petto, cambiando completamente l’approccio alla primavera, primo vero pilastro della stagione del fiammingo. Ciclocross mantenuto in agenda, ma in maniera “soft”, evitando soprattutto lo stress e le fatiche del mondiale, sia dal punto di vista fisico che per evitare una nuova sconfitta pesante dal punto di vista psicologico.
«Il ciclocross – ha spiegato Heijboer – dovrebbe essere un punto fondamentale nella sua stagione e non un punto di rottura. Ma io devo guardare il quadro generale di una stagione più difficile delle altre. Wout vorrebbe sicuramente fare più gare e scalpita per iniziare a competere, ma capisce che tutto vada visto in prospettiva. L’inverno è incentrato sulle prestazioni della primavera, c’è da lavorare sul fondo che è fondamentale per avere la condizione giusta al momento giusto».
Recupero post-ciclocross
Heijboer ha messo l’accento su quanto comporta l’attività del ciclocross: «Ho guardato le stagioni precedenti, notando che la preparazione dei mondiali di ciclocross e il successivo necessario periodo di decompressione hanno influito fortemente sulla sua primavera, a prescindere dai risultati e dalle sue vittorie. Wout doveva prendersi necessari periodi di riposo prima delle classiche, questi hanno influito sulla sua forma, quindi andava ripensato il tutto, ridistribuita la sua attività. Io voglio che Wout arrivi al Fiandre e alla Roubaix affamato, carico, fisicamente in piena evoluzione. Con un programma più limitato so che non ci saranno più lacune nella sua preparazione».
Per Van Aert è un sacrificio importante, ma fatto di buon grado considerando anche che sulla soglia dei 30 anni, vuole anche cambiare un po’ le sue caratteristiche. Non è un segreto il fatto che dopo anni il belga abbia deciso di saltare il Tour de France e soprattutto di rivedere il suo ruolo nei grandi Giri, come regista in corsa e luogotenente dei capitani deputati alla conquista del simbolo del primato. Van Aert punta ormai apertamente al Giro d’Italia (anche se nei giorni scorsi ha raccontato a La Lanterne Rouge di avere a cuore le tappe più che la classifica), con tutte le incognite che ciò comporta.
No alla Sanremo
Per questo il suo calendario su strada sarà molto diverso dal solito. Esordio alla Volta ao Algarve a metà febbraio e niente Milano-Sanremo, puntando invece alla Strade Bianche. Nel periodo delle classiche “all in” sulle prove del Nord, Fiandre e Roubaix con l’intenzione di fare la magica doppietta. Poi l’avvicinamento al Giro E solo poi, mente focalizzata sulla preparazione delle sfide di Parigi, a cronometro e in linea su un percorso che potrebbe esaltare le sue caratteristiche. E se c’è da fare qualche rinuncia, ben venga: all’Uci se ne dovranno fare una ragione…