Ursus Miura C37 Disc e TC47 Disc per la Colpack-Ballan

18.06.2022
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Affidabilità e reattività: sono la caratteristiche principali delle ruote Ursus Miura C37 Disc e Miura TC47 Disc, le ruote che non a caso sono state scelte dalla Colpack-Ballan per i suoi corridori.

Al Giro d’Italia U23, i ragazzi di Bevilacqua e Valoti le stanno usando entrambe, tra l’altro con ottimi risultati. Per loro già due podi in altrettante tappe.

Parola al corridore

Davide Persico (nella foto di apertura, ndr) il corridore con maggior sensibilità tecnica del clan bergamasco, ci parla di queste Ursus.

«Non solo affidabilità direi – dice Persico – sono anche molto performanti. Si tratta di ruote molto rigide e scorrevoli. Io utilizzo molto spesso quella con profilo da 37 millimetri (nonostante Davide sia un velocista, ndr), specie su percorsi ondulati, come per esempio è stato quello dell’altro giorno a Peveragno.

«Questo profilo va bene un po’ dappertutto: è aero e leggero al tempo stesso. Anche perché questa è una ruota per copertoncino. Noi la utilizziamo con delle speciali camere d’aria molto leggere, ovvero le Smart Tube e coperture Pirelli da 28 millimetri. Il peso resta basso e la massa rotante ne guadagna.

«Abbiamo anche quelle con profilo da 47 millimetri che utilizziamo nelle tappe più piatte, laddove la velocità e la volontà di mantenere alta l’andatura diventano i fattori più importanti».

Raggi curatissimi

E allora “studiamole” queste ruote. Le Miura C37 sono per copertoncino (o comunque tubeless ready) come detto. Una soluzione “nuova” per Ursus, che ricalca quel che si vede in alcuni team WorldTour. Hanno il profilo da 37 millimetri, il canale interno da 17 millimetri e mozzo RD30, chiaramente per perno passante. Le Miura C37 pesano 1.600 grammi (710 all’anteriore e 890 al posteriore).

Le Miura TC47 hanno invece un’altezza di 47 millimetri e il canale interno da 21. Il mozzo RD50 è più corposo. Queste ruote fermano l’ago della bilancia a 1.660 grammi (780 grammi all’anteriore e 890 al posteriore). In termini di peso, rispetto alle 37, la differenza non è molta, ma le performance cambiano parecchio.

I due modelli hanno anche delle caratteristiche in comune, come ad esempio i raggi: i Sapim CX-Sprint. Si tratta di raggi di tipo straight-pull: in pratica sono dritti anche nell’innesto col mozzo e questo aumenta a dismisura la rigidità e la reattività della ruota. Si spiega così la necessità di mantenere le flange dei mozzi con un profilo non eccessivamente pronunciato.

Tra l’altro, per le TC47 il meccanico tensiona i raggi in modo diverso per i velocisti. Un “giro di nipples in più” per renderle un po’ più reattive.

Tornando ai raggi e al cerchio. I primi sono sono costituiti da un materiale estremamente rigido chiamato “acciaio al carbonio”. Altra caratteristica in comune è il materiale utilizzato per i cerchi monoscocca: carbonio con finitura UD.

Infine un dettaglio (decisivo visto che si lega alla sicurezza): le etichette possono essere personalizzate (nero o bianco) ma entrambe sono riflettenti, a tutto vantaggio della visibilità passiva.

Maneggevolezza sempre

Quando si ha a che fare con profili più alti, spesso quando ci si alza sui pedali si ha una sorta di “effetto pendolo”, ma con queste Ursus, tale sensazione pare non esserci.

«Niente effetto pendolo – dice Persico – la ruota è stabile e non flette mai, neanche sotto sforzo o in volata. Grazie al perno passante e alla struttura robusta che si ha per il freno disco, la ruota resta rigida.

«La differenza tra i due profili non si sente poi tantissimo, a meno che non ci sia vento laterale e in quel caso scegliamo il set sul momento. Solo quando ci si alza in piedi, si avverte una leggera differenza di peso chiaramente, ma la scorrevolezza maggiore delle TC47 Disc colma questo gap. E anche la maneggevolezza non ne risente: merito del canale largo. Personalmente mi trovo molto bene.

«Le due ruote si equivalgono anche dal punto di vista del comfort. Per assurdo quella da 47 è un po’ più comoda, perché almeno nel nostro caso le abbiamo con il tubeless. Senza contare che dall’inizio del Giro non abbiamo mai forato».

Ma se il corridore bada alla prestazione, il meccanico bada anche alla sostanza e alla praticità. Stefano Casiraghi, meccanico della Colpack-Ballan, esalta il sistema del corpetto estraibile. 

«Si tratta – dice Casiraghi – di un sistema molto pratico. Io ormai non smonto più i pacchi pignoni. Con questo sistema a pressione cambio direttamente il corpetto. Ed è compatibile con tutti i gruppi».