Da Maddaloni arriva Pascarella, ciclista coi libri appresso

06.06.2025
5 min
Salva

La storia di Michele Pascarella, impegnato negli scorsi giorni al Giro del Friuli per juniores, è particolare perché per qualche verso ricorda quella di suoi predecessori, pochi per la verità perché la Campania non è mai stata particolarmente prodiga di ciclisti venuti alla ribalta. Forse l’ultimo è Raffaele Illiano, rimasto poi nell’ambiente del ciclismo anche in veste di organizzatore e preparatore. Michele, vincitore della 2 Giorni di Bergamo e Brescia, viene da Caserta, ma per emergere è dovuto ciclisticamente emigrare, approdando al Team Franco Ballerini.

Bisogna ben intendersi su questo punto, perché la base di allenamento (ma sarebbe meglio dire di vita quotidiana) resta per lui sempre Maddaloni, centro della provincia casertana, ma il sapore del corridore costretto a emigrare per emergere resta e bisogna dire grazie alla “longa manus” di Scinto e Citracca, che si sono studiati con attenzione la sua attività da allievo se Pascarella ha potuto affrontare la carriera da junior ed emergere.

L’arrivo solitario di Pascarella, con 14″ sul gruppo, vincendo la 2 Giorni di Brescia e Bergamo (foto Rodella)
L’arrivo solitario di Pascarella, con 14″ sul gruppo, vincendo la 2 Giorni di Brescia e Bergamo (foto Rodella)

«Da allievo avevo vinto 15 gare – racconta – rimanendo però sempre nella mia regione. Loro un giorno sono venuti a casa a Maddaloni, a parlare con me e la mia famiglia. Le loro idee hanno convinto i miei genitori, anche perché io sono rimasto a casa, per seguire la scuola. Per i miei la preminenza degli studi non era in discussione, così abbiamo trovato un accordo. Con me è entrato un altro ragazzo delle mie parti, Giuseppe Sciarra, con cui mi alleno».

Quindi fai la spola fra Campania e Toscana?

Sì, mi sposto per le gare, se poi sono particolarmente concentrate rimango più giorni in Toscana in modo da affrontare tutto il periodo. Quest’anno però è abbastanza complicato perché è l’anno della maturità. Studio al Liceo Scientifico Scienze Applicate e queste settimane sono particolarmente intense. Gareggio, ma la mente è anche allo studio, all’esame. Per questo la vittoria in Lombardia ha un sapore speciale.

Nello scorso anno 7 top 10 per il campano, in questa stagione la prima vittoria da junior (foto Paletti)
Nello scorso anno 7 top 10 per il campano, in questa stagione la prima vittoria da junior (foto Paletti)
A scuola come vedono la tua attività sportiva?

Devo dire che ho trovato davvero una grande disponibilità. Mi hanno permesso di fare le assenze necessarie per le trasferte ma anche orari ridotti per gli allenamenti, a condizione naturalmente che seguissi il corso delle lezioni e fossi preparato per le interrogazioni. Quest’anno è tosta, ma ce la sto facendo e poi per me lo studio è importante, infatti voglio andare avanti, vorrei frequentare la facoltà di Scienze Motorie e Fisioterapia. Questo influirà sulle mie scelte future, sull’eventualità di trasferirmi in pianta stabile.

Veniamo alla tua attività ciclistica…

Penso di essere un corridore abbastanza completo, con una buona propensione per la salita e per i percorsi duri e selettivi. Sono anche abbastanza veloce, quindi mi adatto bene alle corse dove si formano gruppi ristretti.

Il campano si era messo in luce da allievo con 15 vittorie, nel Team Cesaro (foto Facebook)
Il campano si era messo in luce da allievo con 15 vittorie, nel Team Cesaro (foto Facebook)
Come nella seconda tappa della 2 Giorni, che ti ha permesso di vincere la classifica combinata?

Sì, era una corsa che avevo visto subito potesse essere adatta alle mie caratteristiche. Erano 5 giri piatti e poi 4 giri con una salita di 2 chilometri che ha fatto la selezione. Quando la strada iniziava a salire provavo a fare selezione, poi all’ultimo giro ho preso l’iniziativa e sono salito con il mio passo finché sono rimasto da solo. Arrivare braccia alzate senza nessuno dietro è stata una bella sensazione.

Non capita spesso di parlare di corridori campani, qual è la situazione nella vostra regione, perché siete così pochi a emergere e cercare di andare avanti?

La situazione è un po’ complessa perché a livello di giovanissimi c’è tanta attività, di bambini che vanno in bici ce ne sono molti. Il problema inizia a comparire quando si sale fra gli esordienti perché ci sono poche società e quindi c’è anche un calendario molto scarno, poche possibilità per emergere e potersi mettere in mostra. Bisogna gareggiare soprattutto fuori regione, ma quante società possono permetterselo? Quindi per tanti ragazzini l’attività va presto a ridursi e spegnersi. Devo dire grazie ad Aurelio Cesaro e alla sua società se ho potuto mettermi in mostra perché ci ha portato in giro per l’Italia a gareggiare mettendoci tanto di suo.

Anche in Friuli Pascarella si è messo in evidenza con fughe da lontano. Ora punta al tricolore
Anche in Friuli Pascarella si è messo in evidenza con fughe da lontano. Ora punta al tricolore
Quale pensi sia la strada giusta per emergere?

Io ho la tendenza a provarci sempre. L’ho fatto anche al Giro del Friuli, nell’ultima tappa ho tentato la fuga da lontano fino ad avere oltre un minuto e mezzo sul gruppo della maglia gialla, poi mi hanno ripreso a 3 chilometri dall’arrivo. Ho portato a casa la piazza d’onore nella classifica dei Gran Premi della Montagna. Io sono così, non mi arrendo facilmente.

Si avvicina però il momento delle scelte…

Ci penserò dopo gli esami e dopo le gare d’inizio estate, il campionato italiano in primis. Vedremo che cosa fare, ma deciderò sempre con la mia famiglia. A maggior ragione se arriverà una proposta dall’estero, quel che conta è poter seguire sì l’attività, ma continuare anche la mia carriera negli studi.

Nel mondo degli allievi non c’è solo Magagnotti

04.12.2023
5 min
Salva

Che stagione è stata quella degli allievi? Qual è lo stato di salute dei più giovani italiani in bici, alle porte della categoria juniores e di un vero salto di qualità nella gestione stessa dell’attività? Trattare l’argomento è sempre delicato. Rischiamo di scivolare nella spasmodica ricerca del risultato a tutti i costi, elevando l’aspetto agonistico oltre il dovuto visto che parliamo ancora di ragazzini. A parte il fatto che l’attività a quel livello deve mantenere ancora un aspetto ludico, c’è da mettere in conto che siamo di fronte a fisici completamente in costruzione. Quindi quel che vale oggi a 15 anni potrà essere completamente stravolto anche solo due-tre anni dopo.

E’ anche vero però che uno sguardo d’insieme si può dare, ma lo facciamo in maniera diversa rispetto ai vari procuratori. Essi ormai guardano verso gli allievi con attenzione sempre crescente, alla ricerca di talenti prematuri. La stagione ha già messo in grande evidenza Alessio Magagnotti: tutti ne hanno parlato (anche noi…) viste le sue imprese in Italia con la conquista della Coppa d’Oro (foto di apertura) in mezzo a oltre 10 affermazioni in totale, ma anche all’estero con la piazza d’onore agli Eyof.

Dietro il talentuoso trentino c’è comunque un movimento davvero valido. Abbiamo analizzato tutti gli ordini d’arrivo della stagione, notando che ci sono ben 523 corridori che hanno centrato almeno una top 10. Un numero enorme, anche abbastanza sparso geograficamente. Fra loro in 15 si sono ripetuti almeno 20 volte, ben 114 ne hanno ottenute almeno 10. Confrontando questo numero con il totale, ci accorgiamo che siamo di fronte a un movimento dove c’è indubbiamente qualità. Bisognerà solamente saper lavorare di cesello negli anni a venire, soprattutto per mantenere alta la passione, la voglia di cimentarsi nel ciclismo su strada e non solo.

Edoardo Augusto Caresia, laureatosi quest’anno campione italiano allievi (foto Italiaciclismo)
Edoardo Augusto Caresia, laureatosi quest’anno campione italiano allievi (foto Italiaciclismo)

Tutti amanti della multidisciplina

Questo è un aspetto importante. Molti di quelli che hanno brillato durante la stagione su strada, li abbiamo già ritrovati nel cross, a battagliare al Giro d’Italia e non solo. Giacomo Serangeli, compagno di squadra alla DP66 di quello Stefano Viezzi che sta riportando in auge il ciclocross italiano all’estero, lo ha degnamente sostituito sul trono rosa, ma fa parte anche di quella ristretta elite con oltre 20 piazzamenti. Lo stesso dicasi per Mattia Agostinacchio, Mattia Proietti Gagliardoni, Francesco Baruzzi. Tutti ragazzi passati di categoria e che vogliono dimostrare nel 2024 di essere in grado di continuare a crescere.

La multidisciplina per questi ragazzi è un principio fondamentale. Lo stesso Viezzi nelle sue interviste ha spesso detto di non voler essere chiamato a scegliere. Più che i ragazzi, saranno forse i dirigenti dei club a doversi adeguare alla nuova cultura e questo sarebbe un bene.

Dopo tanti buoni risultati su strada, Giacomo Serangeli sta emergendo anche da junior nel ciclocross (foto Billiani)
Dopo tanti buoni risultati su strada, Giacomo Serangeli sta emergendo anche da junior nel ciclocross (foto Billiani)

I problemi del Sud Italia

Guardando alla stagione, ci sono anche altri spunti che meritano una riflessione. Parlavamo prima della diffusione geografica, pressoché totale ma è anche vero che continua ad esserci una sproporzione nell’attività fra Nord e Sud. La situazione nel Meridione merita una riflessione: in regioni come Sicilia e Sardegna il calendario è piuttosto ricco. Forse anche oltre le effettive possibilità del movimento regionale, tanto è vero che non di rado capitano gare con meno di 10 arrivati. In altre regioni (Calabria e Basilicata in particolare, ma stupisce anche la Puglia che pure nelle categorie maggiori è più presente) l’attività è davvero carente. Ci sono pochissime occasioni di confronto e questo penalizza la passione di chi vuol crederci davvero in quest’attività.

Un altro aspetto da considerare è quello degli spostamenti, con ragazzini e società del Sud che si spostano spesso verso le regioni centrali e oltre. Possiamo solo immaginare quanto ciò costi in termini economici e di tempo (parliamo sempre di ragazzi fortemente impegnati negli studi). Un esempio balzato agli occhi è quello di Michele Pascarella, ragazzino campano del Team Cesaro. Lo abbiamo visto comparire negli ordini d’arrivo un po’ in tutta Italia, con qualche vittoria a corollario. A parte il talento, non si può negare che ci sia tanta voglia di emergere, pur venendo da una regione che non ha una tradizione così forte e recente.

Michele Pascarella vittorioso al GP Fabbi di Imola. Il campano ha girato tutta Italia per correre (foto Italiaciclismo)
Michele Pascarella vittorioso al GP Fabbi di Imola. Il campano ha girato tutta Italia per correre (foto Italiaciclismo)

Una spalla per Magagnotti

Un altro nome che ricorre negli ordini d’arrivo degli allievi è quello di Melsan Idrizi, corridore che alla cittadinanza italiana unisce quella macedone e che ha militato nel CC Forti e Veloci risultando una splendida spalla per Magagnotti, che seguirà nel 2024 nel primo anno da junior al Team Autozai Petrucci Contri.

Loro, ma non solo loro. Tanti sono infatti i ragazzi che hanno collezionato molteplici vittorie, solo il tempo dirà se riusciranno a confermarsi, ma le stesse probabilità le hanno anche coloro che sono comparsi sporadicamente negli ordini di arrivo. Tutto dipende dalla crescita fisica e dalla passione.

Sara Tola, ragazzina sarda che ha spesso messo in fila i suoi coetanei (foto Nuova Sardegna)
Sara Tola, ragazzina sarda che ha spesso messo in fila i suoi coetanei (foto Nuova Sardegna)

Un nome da tenere a mente c’è…

Un nome però in conclusione vogliamo farlo, perché il fatto che una ragazzina si piazzi più volte in mezzo ai maschi è degno di menzione. Anche perché Sara Tola, la ciclista in questione viene dalla Sardegna, è una realtà in evoluzione. Il suo nome, per le capacità mostrate in un contesto così particolare, merita di essere annotato sul nostro taccuino.