Da quest’anno Vittoria è tornato ad essere un marchio del tutto italiano. Si progetta e si testa a Brembate. E non a caso l’azienda bergamasca è sponsor della nazionale italiana. Il suo bus trasporta gli azzurri negli eventi in cui sono impegnati, come ai recenti mondiali di Imola.
Dario Acquaroli, due volte iridato nella Mtb, ci racconta dell’azienda per la quale lavora dal 2013.
Sezioni sempre più larghe
«Il mercato e lo sviluppo seguono il mondo dei professionisti. Oggi la tendenza è quella di aumentare la sezione delle gomme. Si è passati dagli standard da 19 millimetri di fine anni ’90 ai 25 millimetri attuali. E molti stanno utilizzando i 28 millimetri. Non solo, ma con i telai per freno a disco si è creato lo spazio anche per gomme fino a 32 millimetri. Ne guadagnano la tenuta, la scorrevolezza e l’aerodinamica. Con i cerchi per freni a disco inoltre ci si sta spostando sempre più sul tubeless».
Carcassa in cotone, mescole sofisticatissime (ogni compound è l’insieme di almeno 60 elementi), tutto ciò fa sì che l’aumento di peso incida davvero poco. Soprattutto se si tiene conto del miglioramento della scorrevolezza.
Più scorrevolezza, meno forature
E Acquaroli insiste proprio sulla scorrevolezza: «Abbiamo macchinari che registrano ogni cosa. Quando abbiamo realizzato il primo copertoncino abbiamo subito notato che migliorava molto la scorrevolezza. La camera d’aria crea attrito e lo stesso vale per il tubolare».
«La Mtb è il pilota per le tecnologie delle gomme», riprende il responsabile di Vittoria. «In Mtb il tubeless è arrivato 20 anni fa, la strada lo sta scoprendo solo recentemente. Questa tipologia di gomma è interessante per molti aspetti. Diminuiscono anche le forature grazie al maggior volume d’aria presente nella gomma. Noi ne registriamo sempre meno durante le gare dei pro’: l’80 per cento in meno da quando si usa il 25 millimetri. C’è bisogno di un po’ più di manutenzione. Bisogna inserire il liquido antiforatura all’interno della gomma, ma non è nulla di complesso».
Tubeless messi sotto stress
Tuttavia non è facile produrre un tubeless da strada perché deve sopportare pressioni maggiori rispetto a una gomma destinata alla Mtb.
«Nella Mtb si lavora con pressioni inferiori ai 2 bar», conclude Acquaroli. «Su strada si parla di 6-8 bar e sono parecchi perché non stalloni e il cerchietto della gomma resti ben saldo alla spalla del cerchio. I nostri copertoni sono certificati per 9 bar, ma questo significa che lo testiamo almeno al doppio, 18-20 bar».