Van Der Meulen: sembrava sparito, ma in Italia è risorto

15.05.2024
5 min
Salva

Alla corte di Renzo Boscolo, al CTF Victorious, è arrivato all’inizio di questa stagione un ragazzo olandese: Max Van Der Meulen (in apertura foto DirectVelo/Florian Frison). La continental friulana è solamente un punto di appoggio tra il passato nel devo team della DSM e il futuro in Bahrain Victorious, nel WorldTour. Com’è già capitato con Bruttomesso, un corridore promesso sposo al team del Bahrein finisce la sua maturazione tra le file del CTF. 

Max Van Der Meulen, CTF Victorious, vince la seconda tappa alla Ronde de l’Isard (foto DirectVelo/Florian Frison)
Max Van Der Meulen vince la seconda tappa alla Ronde de l’Isard (foto DirectVelo/Florian Frison)

Prima vittoria

Con i colori della squadra friulana Van Der Meulen ha trovato la sua prima vittoria dopo tanto tempo. Lo ha fatto in una corsa difficile come la Ronde de l’Isard, dove il parterre era di tutto rispetto e le tappe impegnative, per corridori veri. Un successo che testimonia come determinate qualità non si possano perdere in poco tempo. 

«Quella in Francia, alla Ronde de l’Isard – racconta – è stata la mia prima vittoria da under 23, mi è piaciuta moltissimo. Purtroppo nella prima tappa ho preso tanto freddo e sono uscito subito di classifica. La sera ero un po’ amareggiato, ma parlando con il team abbiamo deciso di prendere ogni frazione come una corsa di un giorno. Vincere è stato fantastico, ero molto felice per me, ma anche per il team e i miei compagni che mi hanno dato una grande mano. Ho lavorato duramente a partire da questo inverno e vedere che tutti gli sforzi hanno portato a qualcosa è bello, gratificante».

Da junior la bici era un divertimento, senza lo stress del risultato (foto DirectVelo/Aurélien Regnoult)
Da junior la bici era un divertimento, senza lo stress del risultato (foto DirectVelo/Aurélien Regnoult)

Perso in casa sua

La storia di Van Der Meulen è particolare: il giovane corridore olandese, classe 2004, tra gli juniores volava. Vi basti sapere che nel solo 2022, l’ultimo anno nella categoria, aveva ottenuto sei vittorie tra cui quella alla Classique Des Alpes. Risultati che lo avevano portato ad essere il secondo miglior junior al mondo. Poi la chiamata nel devo team di casa, la strada che sembrava già delineata, ma non tutto è andato secondo i piani. 

«Quando ero junior – ci dice subito – mi godevo il fatto di andare in bici e non prendevo la cosa troppo seriamente, per me il ciclismo era un divertimento. Poi sono andato al Development Team DSM e le cose sono cambiate parecchio, tutto veniva fatto al 100 per cento. Gli allenamenti erano diversi, si curava tanto l’alimentazione, è cambiato tutto. Non sto dicendo che la DSM sia sbagliata, ma che io non ero fatto per un ambiente del genere. Quello che non ha funzionato è a livello personale, non dal lato del corridore. Ho inseguito per tanto tempo la mia migliore condizione senza mai trovarla, non ero felice e questa per me è una cosa importante per performare».

L’Italia e il gusto di ritrovarsi

«Il giovane talento olandese – ci aveva detto qualche giorno fa Renzo Boscolo team manager del CTF – è uno dei corridori che viene recuperato da un team italiano, la soddisfazione sta nel far vedere che non tutto l’oro dell’estero luccica più del nostro. Qui da noi si possono fare le cose bene, con metodo e passione. Siamo riusciti a recuperare un ragazzo forte e questo è il nostro orgoglio, nonché di tutto il pianeta Bahrain».

Allora partendo dalle parole di Boscolo la curiosità di sapere cosa Van Der Meulen abbia trovato di diverso da noi ci morde da dentro e la domanda nasce spontanea: «Per me è un modo di fare totalmente differente – dice – il CTF è come una famiglia, siamo molto uniti. Ci sono degli obiettivi, per fare in modo di lavorare bene, ma non importa che siano personali o di squadra qui tutti danno sempre il massimo. C’è molta più motivazione e tanta felicità nel godersi il ciclismo, è una squadra passionale. Mi piace averli intorno, con lo staff si lavora benissimo e mi danno tanto supporto».

Van Der Meulen, scalatore puro, ora fa rotta sul Giro Next Gen (foto DirectVelo/Florian Frison)
Van Der Meulen, scalatore puro, ora fa rotta sul Giro Next Gen (foto DirectVelo/Florian Frison)

Il sogno rosa e il futuro nel WT

Tra meno di un mese toccherà agli under 23 darsi battaglia lungo tutto lo stivale, o in buona parte di esso, per conquistare la maglia rosa. Il Giro Next Gen, alla luce della recente vittoria e delle qualità di Van Der Meulen, diventa un obiettivo per risalire un altro gradino che lo porterà, comunque vada, nel WT il prossimo anno. 

«Sto bene – continua a raccontarci – sono tornato dalla Francia, ho recuperato bene e sono partito per Andorra. Ora mi trovo qui da una settimana, insieme a due miei compagni di squadra, e starò altre due per preparare al meglio il Giro Next Gen. Prima però sarò in Repubblica Ceca per correre l’appuntamento di Nations Cup con la nazionale olandese.

«Sono fiducioso di poter fare ancora tanto quest’anno – conclude Van Der Meulen – in vista del mio approdo alla Bahrain Victorious. Voglio migliorare tanto per superare quel gradino che mi manca ma sono fiducioso. Il CTF da questo punto di vista mi dà una grande mano, mi fa crescere sia come corridore che come persona. Non ho paura di quello che potrà succedere in futuro».

Van Der Meulen: tappa al CTF e il 2025 alla Bahrain

27.09.2023
5 min
Salva

Renzo Boscolo sotto questo sole d’autunno, che colora tutto di arancione, corre da una parte all’altra. Riunioni, decisioni, progetti e tanto altro bolle in pentola in casa CTF Friuli: novità che rendono frenetico questo finale di stagione.

«Quello che stiamo decidendo in questi giorni – racconta Boscolo in uno dei brevi momenti di pausa – è tutto in vista del 2024. L’attività del 2023 va avanti da sola fino a metà ottobre e terminerà così come sta andando. Per il futuro abbiamo parecchie idee e un po’ di cose da guardare, vogliamo fare un altro significativo passo in avanti».

Max Van Der Meulen ha corso negli juniores con la Willebrord Wil Vooruit (foto DirectVelo)
Max Van Der Meulen ha corso negli juniores con la Willebrord Wil Vooruit (foto DirectVelo)

Arrivo dall’Olanda

Una novità, proprio in vista della stagione 2024, è l’arrivo al CTF Friuli del corridore olandese Max Van Der Meulen. Il giovane, classe 2004 ha corso quest’anno con il Development Team della DSM-Firmenich. Van Der Meulen nel 2024 farà un passaggio al CTF Friuli, per poi andare in Bahrain Victorious nel 2025. Un percorso simile a quello fatto da Alberto Bruttomesso. 

«E’ un grande prospetto – ci dice Boscolo – da junior ha avuto un ruolino di marcia davvero impressionante. Ha vinto tre corse a tappe, tra cui due appuntamenti di Nations Cup, La Classique des Alpes Junior e poi è arrivato quarto al Giro delle Fiandre. E’ un ragazzo che arriva dal progetto Bahrain, una cosa che stanno facendo già altri atleti. Lui ha già il contratto con il team WorldTour ma ha bisogno di un anno intermedio, di ulteriore apprendimento e formazione».

Ha vinto tante corse importanti, tra cui la Classique des Alpes Juniors (foto DirectVelo)
Ha vinto tante corse importanti, tra cui la Classique des Alpes Juniors (foto DirectVelo)

Legame continuo

Tra CTF Friuli e Bahrain Victorious c’è un legame continuo che porta tanti ragazzi a fare questo passaggio. D’altronde la continental friulana ha dimostrato di saper lavorare bene con i giovani fin da subito. Questo è semplicemente un continuo di questo percorso. 

«Tra noi e la Bahrain – spiega ancora Boscolo – c’è un legame continuo e un passaggio di informazioni costante. Fusaz è il nostro collante tra noi e loro, ha un ottimo occhio per vedere le opportunità future, ovvero corridori della categoria inferiore (juniores, ndr) che hanno prospettive di crescita importanti.

«Nel caso di Van Der Meulen – prosegue – l’interesse della Bahrain era noto da tempo, poi il ragazzo ha corso nel Devo Team della DSM, ma qualcosa non ha funzionato. Rispetto ai suoi risultati da junior non ha performato quanto ci si potesse aspettare. Il ragazzo arrivava da un team juniores di grande tradizione: il Willebrord Wil Vooruit, che ha formato corridori come Dylan Groenewegen e Niky Terpstra. Non sempre nelle squadre devo i corridori trovano la loro giusta dimensione».

Il passaggio al Development Team DSM-Firmenich non è andato come sperato (foto DirectVelo)
Il passaggio al Development Team DSM-Firmenich non è andato come sperato (foto DirectVelo)

Più autonomia

Il CTF Friuli rimane una squadra fedele alle proprie idee e con un accordo con un team WorldTour, ma non è un Devo Team. Quella dei friulani è una scelta che permette anche di salvaguardare la propria identità.

«Ho letto la vostra intervista ad Axel Merckx – dice Boscolo – e condivido pienamente le sue parole. Lui con la sua Hagens Berman ha effettuato la nostra stessa scelta, che per noi si è rivelata vincente e positiva. Secondo me le nostre due squadre (CTF e Hagens Berman, ndr) hanno la stessa idea, ovvero che i team continental devono essere un’accademia per far crescere i giovani corridori.

«Un esempio – spiega nuovamente – è quello che abbiamo fatto con Bruttomesso, che per certi versi può anticipare quello che farà Van Der Meulen. Se si guarda ai numeri Bruttomesso ha vinto di meno, ma se si guarda alla prestazioni è cresciuto tantissimo. Ha corso molte gare a tappe, portandole tutte a termine e conquistando almeno un podio in qualche tappa. E’ un corridore più resistente, questa formazione è quella che ci chiede la Bahrain. In realtà è ciò che abbiamo sempre fatto anche quando non lavoravamo con loro: i fratelli Bais, Milan e Pietrobon ne sono degli esempi. 

Uno sprazzo di talento è arrivato alla Parigi-Roubaix U23, conclusa al sesto posto (foto DirectVelo)
Uno sprazzo di talento è arrivato alla Parigi-Roubaix U23, conclusa al sesto posto (foto DirectVelo)

Progetti e crescita

Cosa aspettarsi l’anno prossimo da Van Der Meulen è una domanda che non ha risposta, però si può capire il percorso che il ragazzo deve fare e quali punti migliorare per arrivare pronto al mondo dei professionisti. 

«La prima cosa – riprende Boscolo – è stata vedere i suoi valori ed il suo storico, poi più avanti faremo un progetto più approfondito. Verrà da noi nei nostri laboratori e capiremo tutto quello che dovremo fare con lui e in che campi migliorare. Probabilmente, guardandolo da fuori, dovremo lavorare sulla personalità e sulla stabilità delle prestazioni. E’ una cosa che abbiamo notato quest’anno con Bruttomesso e gli altri ragazzi, lui è partito da gare nazionali per poi aumentare sempre di più il livello. Infatti, non è un caso che a fine stagione abbia corso contro corridori del WorldTour facendo bene».

Il CTF Friuli ha corso tanto anche al Nord, su percorsi dove Van Der Meulen ha già fatto vedere cose promettenti fin dagli juniores. 

«E’ vero – conclude il diesse – tra Alsace, Gent-Wevelgem e Youngster Coster Challenge abbiamo messo piede parecchio al Nord. Noi cerchiamo di avere un ventaglio di corse che permette ai nostri ragazzi di misurarsi con i più forti e di crescere. Un’altra importante responsabilità ce l’hanno le varie nazionali di riferimento, perché tanti appuntamenti come le tappe di Nations Cup e il Tour de l’Avenir sono fondamentali per i corridori».