CARPI – Apre Cavagna e chiude Cavagna, ma Schmid conquista la generale facendo fruttare al massimo tre secondi posti. La Soudal Quick-Step domina e vince per la prima volta la Settimana Internazionale Coppi e Bartali, che sta diventando sempre di più un banco di prova significativo per chi ambisce a prendersi i gradi di capitano in corse di uno status maggiore.
La crono di Carpi ha espresso il verdetto che in tanti si aspettavano fin dall’inizio della gara. Fra i tanti c’era anche Davide Bramati, diesse del “Wolfpack”, che conosce bene le qualità di Cavagna e Schmid su percorsi del genere, ma che tuttavia restava cauto prima della partenza della crono dello svizzero. Alla fine il pericolo sarà scampato.
«Dopo la vittoria di Remi ed il secondo posto di Mauro a Riccione – spiega mentre scende dall’auto dopo aver accompagnato i suoi atleti nella ricognizione – ero certo che fosse più il secondo a fare la corsa che il primo. Remi è in condizione, ma è pesante per tracciati come questo. Quando davanti aprono il gas lui fatica. Poteva salvarsi se avessero fatto strappi e salite ad un passo regolare o più basso. Mauro invece è molto più adatto e sa andare forte in tappe come quelle che abbiamo fatto finora. A crono va bene, ma non ha un margine troppo alto e dovrà difendersi andando a tutta perché dietro c’è qualcuno che va più di lui».
Italia portafortuna
Nel nostro Paese, Mauro Schmid si trova a proprio agio, grazie anche alle sue abilità maturate su Mtb e nel ciclocross. La vittoria più bella è quella della tappa degli sterrati a Montalcino al Giro del 2021. L’anno scorso alla Coppi e Bartali aveva vinto la prima frazione a Riccione e oggi ha conquistato la generale. In teoria potremmo rivederlo al Giro in supporto a Evenepoel, ma intanto ci parla della prova contro il tempo di Carpi in cui ha chiuso all’ottavo posto.
«La cronometro è stata molto difficile a causa del vento – racconta il 23enne di Bulach mentre scende dal podio con due mortadelle da cinque chili l’una come premio – e la mia prestazione ha risentito del fatto che non riuscivo a fare il passo che volevo. Ho cercato di non strafare nella prima parte del tracciato per tenermi delle energie nella seconda che prevedeva tante curve e rilanci. Mi basavo anche sui tempi degli avversari più diretti per avere dei riferimenti. Ho cercato di controllare al meglio la situazione ma alla fine ho sofferto.
«La mia stagione – prosegue Schmid – è stata molto buona finora. In Australia sono andato bene (quinto al Tour Down Under, ndr) poi abbiamo vinto la cronosquadre al UAE Tour. Adesso qua ho vinto la generale e già dall’anno scorso pensavo che un giorno avrei potuto farlo. Naturalmente devo ringraziare la squadra che in questi giorni mi ha permesso di stare davanti proteggendomi nei momenti più delicati. Sono molto contento anche delle due vittorie di Remi (il compagno Cavagna, ndr) e penso che questa sia stata una settimana perfetta».
Il podio e Pozzo
Nella generale a ruota del team belga è arrivato un blocco della EF Education-EasyPost. La formazione statunitense, che si porta a casa la tappa del mix “gravel-pista” di Forlì con Healy, alla vigilia della crono sperava di ribaltare tutto negli ultimi 18,6 chilometri. Invece ci è riuscita a metà completando podio finale con Shaw ed Healy (che ha spodestato il combattivo Calzoni della Q36,5 che doveva testarsi su un esercizio del genere) piazzando Padun quarto.
Il giovane Leo Hayter della Ineos Grenadiers riesce ad entrare nella top five proprio grazie alla crono finale scalzando l’eterno Pozzovivo. Lo scalatore della Israel Premier Tech non era convinto di poter salire sul podio o mantenere la quinta piazza, ma era comunque certo che non avrebbe perso troppo terreno da altri rivali. Rivedere “Pozzo” così pimpante è stato un segnale incoraggiante per lui e per i suoi tifosi. Ci aveva detto pochi giorni fa che puntava a centrare un piazzamento nei dieci e lui ha fatto meglio. La sua condizione psico-fisica è in crescita e al Tour of the Alps siamo sicuri che lo vedremo ancora protagonista.