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La Liv di Katia Ragusa e una diversa idea di bici

27.03.2021
6 min
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Ci sono due squadre nel grande giro ad utilizzare biciclette Liv: quella ufficiale nel WorldTour, in cui corrono Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin, e la Monex Pro Cycling di Katia Ragusa e patron Maurizio Fabretto. Eppure non tragga in inganno il fatto che tali bici siano in mano ad autentiche guerriere, perché nella filosofia Liv le gare sono l’ultimo dei pensieri.

«La mia Liv Langma è una signora bici – commenta una Katia Ragusa sorridente all’alba delle gare in Belgio – che ho in mano da un paio di mesi e con cui mi trovo benissimo. Prima volta con i freni a disco e una geometria particolare. Devo ancora trovare il giusto assetto, ma quando scatto, la sento che mi segue. Non è un peso da portare via. Va bene in pianura e anche in salita».

Giorno di quasi primavera a Bassano del Grappa, davanti al Bike Hotel Alla Corte che gentilmente ha acconsentito a fare da set a questo incontro tecnico con la ragazza vicentina.

Katia Ragusa ci ha raggiunti a Bassano del Grappa per questo test
Katia Ragusa ci ha raggunti a Bassano del Grappa per questo test

Filosofia Liv

Ne parliamo da un po’ con Marta Villa, di Liv Italia, quando ci rendiamo conto che lo scopo del settore femminile di Giant è quello di diffondere l’uso della bici piuttosto che creare schiere di nuove atlete con il numero sulla schiena.

«Le ragazze del team WorldTour – dice – sono il modo per Giant di tenere un piede nell’agonismo di alto livello, non avendo più la squadra maschile. Inoltre le squadre sono un faro per far vedere in giro il prodotto e per il suo sviluppo, anche se Liv non è orientata sulla performance. Sono bici sviluppate da ragazze per ragazze, ma senza nessuna velleità agonistica. Se gli uomini che comprano la bici da corsa sognano di emulare Nibali e Van der Poel, le nostre clienti vogliono andare in bici per stare bene. Tanto che quando uscì il modello Langma, prevedemmo anche una versione super top di gamma da quasi 9.000 euro, che però non fu confermata, visto che non si vendeva».

I numeri del boom

Come tutte le aziende inserite nella nostra inchiesta di mercato (Giant non è stata interpellata soltanto perché non fornisce più le bici a team WorldTour, ma ne avrebbe pieno diritto), anche per Liv la riapertura delle porte dopo il lockdown di marzo 2020 ha significato un aumento consistente delle vendite e di riflesso l’insorgere di problemi legati alle consegne, in linea con quelli degli altri.

«Dati alla mano – prosegue Marta Villa – c’è stato un incremento delle vendite soprattutto con l’elettrico e in una fascia di donne sopra i 35 anni che magari non aveva mai praticato ciclismo o al massimo usava la bici in modo non così assiduo. E poi è anche aumentata la richiesta di gravel, con il nostro modello Devote, che sta andando benissimo».

Langma Disc

Il modello Langma che Katia Ragusa ci sta illustrando è davvero una signora bici, come una signora atleta è la ragazza di Breganze, che lo scorso anno è arrivata seconda al campionato italiano vinto da Elisa Longo Borghini.

Il telaio è compatto e realizzato con tubazioni Advanced-Grade Composite. I tubi hanno diametri esigui e la rigidità viene ottimizzata da geometrie studiate accuratamente. La singolarità del triangolo principale, che forse risponde alle esigenze di comfort più che alla ricerca della prestazione, è l’altezza del tubo di sterzo. Al punto da consigliare quasi una misura più piccola (se non fosse per il successivo problema di lunghezza) per riuscire ad abbassarsi al massimo come vuole di solito chi corre. La sagomatura dei tubi e il fatto di non ricorrere a diametri tondi fa sì che la bici sia anche piuttosto aerodinamica e rigida, grazie al movimento centrale PowerCore che conferisce grande rigidità nella zona della scatola.

Ecco la visione d’insieme della Langma Disc
Ecco la visione d’insieme della Langma Disc

«La vera sorpresa – spiega Ragusa – sono i freni a disco. Mi rendo conto di quanto si stacchi meglio in discesa, sono un bel vantaggio. La geometria è particolare, per cui mi trovo benissimo, ma devo anche entrarci in totale confidenza. Ad esempio, penso che per trovare la posizione perfetta e scendere come piace a me, metterò un attacco manubrio negativo.».

Non solo Langma

Le bici alla Monex Pro Cycling sono arrivate per l’intercessione della filiale messicana di Liv, dato che il team ha affiliazione proprio laggiù. Le ragazze di Fabretto hanno quasi tutte il modello Langma, ma le più veloci sono state dotate dell’Enviliv Advanced, che magari pesa di più in salita, ma nelle corse veloci è davvero un’arma vincente.

«Fra le caratteristiche di Langma – spiega ancora Marta Villa – c’è quella di disporre di telai moto piccoli, XS o addirittura XXS e la Monex ci ha chiesto proprio un paio di bici così piccoline».

Katia Ragusa a Cittiglio, domani correrà la Gand-Wevelgem
Katia Ragusa a Cittiglio, domani correrà la Gand-Wevelgem

Le bici del team di Fabretto sono montate con lo Shimano Ultegra e quasi tutti componenti Giant. La sella invece è Prologo Dimension 143.

Domani Katia Ragusa e la sua Liv Langma saranno impegnate nella Gand-Wevelgem: 143 chilometri da Ieper (in realtà) fino allo stesso traguardo degli uomini.

Eider Merino

Nasce la A.R. Monex Liv Women’s Team

22.01.2021
3 min
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Lo scorso mese di dicembre si è aperto un nuovo capitolo nella storia di Maurizio Fabretto, figura di riferimento in Italia per quel che riguarda il ciclismo femminile. Dopo il legame con Astana durato diverse stagioni ecco nascere la formazione A.R. Monex Liv Women’s Team, frutto di un progetto di durata triennale.

In sella a Liv

Le grandi ambizioni per il 2021 passano anche da un importante e prestigioso accordo per quanto riguarda le biciclette sulle quali pedaleranno le ragazze del team. Tra gli sponsor ci sarà infatti il gruppo Giant e questo significa che le atlete dell’organico gareggeranno su biciclette marchiate Liv.

La nuova maglia della A.R. Monex Liv Women’s Team
La nuova maglia della A.R. Monex Liv Women's Team
La nuova maglia della A.R. Monex Liv Women’s Team

Quello di Liv è un brand lanciato da Giant nel 2008 ed è dedicato esclusivamente alle donne tanto da diventare nel corso degli anni un vero e proprio punto di riferimento per tante cicliste, da quelle di più alto livello, a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo della bicicletta.

Maglie Northwave

Il logo di Liv sarà ovviamente presente anche sulle nuove maglie della squadra che saranno realizzate da Northwave, già partner di lunga data della squadra e sempre attenta alla ricerca per offrire materiali e tessuti di primissima qualità ed efficienza. Il colore nero è quello che accomunerà tutte a tre le squadre del progetto A.R. Program Cycling Team, quella femminile, quella maschile e quella di mountain bike.

Logo A.R. Monex Liv Team
Il progetto A.R. Program Cycling Team si spinge anche nel ciclismo maschile e off road
Logo A.R. Monex Liv Team
Il progetto A.R. Program Cycling Team si spinge anche nel ciclismo maschile e off road

Tanta Italia

In totale saranno 14 le atlete che formeranno il roster per il 2021 con un forte gruppo di atlete provenienti dall’America Latina arricchito dalla scalatrice spagnola Eider Merino (foto in apertura) proveniente dalla Movistar. Non manca anche una componente italiana formata da Katia Ragusa, Maria Vittoria Sperotto, Maria Pia Chiatto, Emma Faoro e Gaia Benzi. Quest’ultima atleta ha costruito la prima parte della sua carriera nel windsurf mettendo comunque in mostra un potenziale interessante anche sulla bicicletta da strada.
«Sarà una squadra molto rinnovata – spiega il presidente Maurizio Fabretto – ma abbiamo cercato di ingaggiare atlete che hanno già messo in mostra qualità interessanti, alcune giovani che possono crescere facendo esperienza, altre che puntano a rilanciarsi dopo problemi fisici».

liv-cycling.com

Astana Women Team, Tour Down Under 2020, Katia Ragusa, Yareli Salazar

Addio Astana, le ragioni di Fabretto

13.12.2020
4 min
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Maurizio Fabretto, classe 1958, sta al ciclismo femminile più o meno come l’Arena sta a Verona. Se devi chiedere un parere a qualcuno, dalle sue parti ci passi sempre. Basta poco e la memoria va a sponsor come H2O, Safi, poi Pasta Zara e Diadora. Ragazze come Zabirova, Brandli, Polikeviciute, Cooke, Bronzini, Cantele, Zugno, Tamanini, Parietti, Bastianelli, Ziliute, Carrara, Romoli, Borgato, Neben, Bertizzolo, Paternoster e Pirrone sono passate di lì collezionando vittorie a grappoli.

«Finché un giorno – racconta – venne a cercarmi Vinokourov e mi chiese se avevo la possibilità di fare una squadra femminile che si chiamasse Astana. Era un bel nome, da pensare che fossimo collegati alla squadra WorldTour, ma non è mai stato così. Anzi, mi sentivo proprio di serie B. Guardavo la Trek-Segafredo, la Mitchelton e la Movistar, con i pullman e i camion dei pro’ e noi niente. Giusto un pugno di ragazze kazake che si staccavano in partenza e che dopo tanto tempo non hanno imparato una parola di italiano. Per cui ci siamo lasciati, di fronte al fatto che loro non avevano interesse. In così tanti anni non sono mai andato in Kazakhstan…».

Nuova maglia Monex, Maurizio Fabretto 2021
La nuova maglia Monex per il 2021
Nuova maglia Monex, Maurizio Fabretto 2021
La nuova maglia Monex per il 2021

Nuovo sponsor

Il comunicato, diffuso nelle scorse settimane, recita quello che ieri ha confermato anche Katia Ragusa: “chiuso il capitolo Astana, il team presieduto da Maurizio Fabretto si è immediatamente messo al lavoro ed oggi è orgoglioso di annunciare ufficialmente la nascita della A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team”.

Volendo andare oltre, una telefonata con il capo ci sta tutta. Fabretto risponde, non si fa pregare e parte subito alla carica.

«Non è possibile quello che stanno facendo – dice dopo aver sottolineato che il team sarà affiliato in Italia – i militari si devono fare le loro squadre. Il doppio contratto non è possibile. Paghiamo noi le ragazze e loro se le portano via. Di questo passo, nessuno investirà più sulle giovani. Qua non parliamo di un ciclismo nazionale. Normalmente la stagione di queste ragazze inizia dall’Australia e va avanti di aereo in aereo. In Italia c’è davvero poco ormai. E noi paghiamo tutto per vedercele portare via? Da nessuna parte il pubblico fa concorrenza al privato, senza contare che i soldi dei corpi militari sono i soldi delle nostre tasse. Voglio vedere se la prossima federazione metterà mano a questa cosa. Io avrò sempre le italiane, ma non posso più investire su quelle forti».

Renato Di Rocco, Noemi Cantele 2014
Renato Di Rocco e Noemi Cantele alla presentazione del team nel 2014
Renato Di Rocco, Noemi Cantele 2014
Di Rocco e Cantele alla presentazione del team nel 2014
Chiuso con l’Astana, come sei arrivato al nuovo sponsor?

Avevo due o tre cosette importanti e ho fatto questo accordo. La squadra delle donne resterà internazionale, quella di mountain bike e al continental su strada saranno moto messicane, perché dentro ci sono dei soldi del Governo. E la banca online cui faremo riferimento ha la sede a Città del Messico e filiali in tutto il mondo, dal Canada alla Gran Bretagna e forse a breve anche in Italia.

La squadra delle donne terrà lo stesso impianto?

Non ne abbiamo tenute tante, anche perché le kazake non ci saranno più. però abbiamo ancora Lizbeth Salazar, che ha appena vinto in pista a Cali, in Colombia, Katia Ragusa (le due sono insieme nella foto di apertura, ndr) e Arlenis Sierra. Poi abbiamo preso delle ragazze giovani. Eider Merino, che viene dalla Movistar. Martinez che ha vinto i Giochi Panamericani e una francesina campionessa nazionale.

Sofia Bertizzolo, Giro d'Italia donne 2016
Sofia Bertizzolo in maglia Astana al Giro d’Italia 2016
Sofia Bertizzolo, Giro d'Italia donne 2016
Sofia Bertizzolo al Giro d’Italia 2016
Cosa pensa Fabretto di Katia Ragusa?

Sta crescendo bene. Prima nessuno la conosceva, mentre dal Giro d’Italia in avanti ha iniziato a farsi vedere. E’ andata bene anche ai mondiali. Spero solo che non me la portino via i militari.

Chi avrete in ammiraglia?

Il capo resta Aldo Piccolo. Poi ci sono Plaza e Giuseppina Grassi che sono entrambi messicani. Pensate che lei è la figlia del custode del velodromo di Città del Messico di quando Moser fece il record dell’Ora e ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino.

Ancora bici Wilier?

No, non si poteva più. Così abbiamo scelto Liv, dato che Giant si è fatta avanti subito. Loro in Messico hanno Scott, ma non c’era margine di fare diversamente. La squadra a fine settembre era già a posto con i pagamenti delle assicurazioni. Me la trovate in Italia un’altra così?