Alaphilippe, Merlier, Vansevenant: Bramati affila le sue punte

01.05.2024
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«Non è stata un selezione facile, come immagino avvenga in tutte le squadre, perché in tanti vogliono venire al Giro d’Italia, ma questi sono gli otto uomini che abbiamo deciso di portare e cercheremo di ottenere il massimo con loro». Davide Bramati esordisce così parlando della Soudal-Quick Step.

Un po’ come abbiamo fatto ieri con Roberto Damiani per la Cofidis, scopriamo dunque gli otto alfieri del team belga: Tim Merlier, Mauri Vansevenant, Pieter Serry, Josef Cerny, Bert Van Lerberghe, Luke Lamperti, Jan Hirt e Julian Alaphilippe. Una squadra disegnata per dare assalto alle tappe, come del resto era nel suo Dna prima dell’esplosione di Remco Evenepoel.

Davide Bramati (classe 1968) è sull’ammiraglia della Soudal-Quick Step da 14 stagioni
Davide Bramati (classe 1968) è sull’ammiraglia della Soudal-Quick Step da 14 stagioni
Davide, come stanno i tuoi ragazzi?

Bene, sono tutti motivati e pronti a dare il massimo. Direi che ci presentiamo al Giro d’Italia con un’ottima squadra. Tim (Merlier, ndr) ha vinto tanto, Vansevenant ha dimostrato di andare forte nelle classiche delle Ardenne e Alaphilippe mi sembra molto motivato.

Partiamo proprio da Vansevenant…

Di occasioni per lui ce ne potranno essere molte. Viene da un quarto posto all’Amstel e un sesto alla Liegi. Alla Freccia, come molti altri, ha patito il freddo, ma sta bene.

Sta bene però ormai questo ragazzo (è un classe 1999) deve  anche far capire chi è davvero: scalatore, uomo da classiche, attaccante…

Come detto, esce bene dalle classiche. Alla Liegi mi è piaciuto, tenendo le ruote dei migliori sullo Stockeu e andando forte anche sulla Redoute. Si è preparato a puntino e credo che in questo Giro o meglio al termine di questo Giro, sapremo effettivamente qualcosa di più su di lui. Anche perché è la prima volta che veramente riesce ad arrivare ad un grande Giro in ottima condizione. Mauri tiene in salita, è veloce, sono certo che lo vedremo e, come detto, poi ne sapremo di più.

Vansevenant ha mostrato un’ottima condizione nelle Ardenne. Con Alaphilippe formerà una coppia d’attacco affatto banale
Vansevenant ha mostrato un’ottima condizione nelle Ardenne. Con Alaphilippe formerà una coppia d’attacco affatto banale
Capitolo velocisti: Merlier. Lui è un grande nome. Come sta?

E’ dalla Roubaix che non corre. Come da programma si è riposato bene. Viene da un’ottima prima parte di stagione e giustamente ha osservato il suo periodo di recupero. Arriverà oggi in Italia e ci parlerò per bene. Parlerò con lui ma anche con altri, per stabilire bene le strategie di questo Giro. Crediamo molto in Tim.

Chi sarà il suo ultimo uomo?

Bert Van Lerberghe, esperto e ideale per questo ruolo. Ma se avete visto abbiamo portato anche Lamperti. E’ al suo primo grande Giro, ma si è meritato questa convocazione. Io credo che un’esperienza simile gli potrà dare tanto e in chiave futura. Un grande Giro ti lascia sempre qualcosa. Lui sarà inserito nel treno per Merlier. E’ un velocista, ma tiene bene sugli strappi brevi. Credo che stare vicino a due corridori di esperienza come Bert e Tim gli farà solo che bene.

Per Tim Merlier già 7 vittorie in questa stagione tra cui la Scheldeprijs, nella foto
Per Tim Merlier già 7 vittorie in questa stagione tra cui la Scheldeprijs, nella foto
Squadra di attaccanti, ma poi c’è Jan Hirt che butterà anche un occhio alla classifica? Nel 2022 arrivò sesto nella generale…

Anche Jan ha fatto una buona prima parte di stagione, mettendosi in evidenza all’Oman soprattutto, e non facendo male al Catalunya. Ha preparato bene il Giro d’Italia: è già arrivato sesto e anche vinto una tappa… non dimentichiamolo (come a sottolineare che prima viene la tappa e poi la classifica, ndr) Per lui sarà importante essere subito pronto, visto che già dopo due tappe non dico che si saprà chi non lo vince, al netto di Pogacar, ma già si conosceranno bene i valori in campo e chi è in condizione. E’ una partenza del Giro differente rispetto agli ultimi anni.

E poi c’è il nome grande: Julian Alaphilippe…

E’ motivato veramente. Julian è alla sua prima partecipazione al Giro. Lo stuzzica l’idea di poter vincere una tappa anche qui visto che ne ha già conquistate sia al Tour che alla Vuelta. Le possibilità per lui ce ne sono, tutto sta a sfruttarle. Ha classe e già sabato, nella prima tappa, con il tanto tatticismo che immagino potrà esserci, Julian potrebbe avere una buona occasione.

Alaphilippe è al debutto al Giro. Al Romandia ha lavorato per la squadra e per la ricerca della forma migliore
Alaphilippe è al debutto al Giro. Al Romandia ha lavorato per la squadra e per la ricerca della forma migliore
E delle “altre occasioni” avete già parlato? O al contrario è stato lui a chiederti di una frazione in particolare?

No, come detto ancora non ci ho parlato bene. Avremo giovedì e venerdì per stilare una strategia più approfondita. In questi ultimi giorni tra Romandia e Giro ho preferito lasciarlo del tutto tranquillo a riposarsi. Di fatto è stato a casa solo tre giorni.

E’ motivato e Alaphilippe in Italia è amatissimo, una sua vittoria farebbe bene a tutti: a lui, alla squadra, al Giro, ai tifosi. Ma come sta veramente? Non viene da una super stagione…

Vi dico questa. Al Romandia, nel tappone di sabato, doveva aiutare Van Wilder. Nella prima salita, dura, erano rimasti in quindici e lui c’era. Alaphilippe si è preparato bene. Vedrete. 

Vansevenant, lo scalatore venuto dalle Fiandre

27.03.2021
4 min
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Mauri Vansevenant sembra un ragazzo quasi timido, semplice, educato… salvo che poi sotto al “cofano” nasconde uno di quei motori che fanno paura, che mordono per davvero. Il corridore della Deceuninck-Quick Step lo avevamo già “conosciuto” quando vinse il Giro della Val d’Aosta 2019, salvo poi ritrovarlo qualche giorno fa a Laigueglia, terzo, e a Larciano, primo.

E finalmente siamo riusciti a parlarci durante la Coppi e Bartali. Capello biondo, fisico longilineo, 22 anni da compiere e le salite nel Dna. E un nome non certo fiammingo che deriva da Melchior Mauri, corridore spagnolo re della Vuelta 1991.

E’ con la squadra di Lefevere dalla scorsa estate, prima doveva finire la scuola, un istituto elettromeccanico.

Vansevenant alla Coppi e Bartali. Il belga ha un contratto con la Deceuninck fino al 2023
Vansevenant alla Coppi e Bartali. Il belga ha un contratto con la Deceuninck fino al 2023
Mauri, partiamo dalla tua prima vittoria da professionista, Larciano, te l’aspettavi o è stata una sorpresa?

La prima corsa conquistata tra i pro’ è sempre una sorpresa perché vincere non è mai facile e perché quel giorno a Larciano c’erano dei grandi corridori forti. Quindi sono molto felice – sorride Vansevenant – Ho vinto abbastanza presto, ad inizio stagione, e questo è un qualcosa di speciale, perché ti rende più tranquillo.

Nella Deceuninck-Quick Step ci sono tanti giovani molto forti: è un punto di forza per te o è una competizione che porta stress? 

Noi lavoriamo ogni giorno e ogni anno per fare meglio e non vedo i miei compagni come dei rivali. E comunque questa situazione non c’è solo alla Deceuninck, ma anche in altre squadre. Penso alla Lotto Soudal, alla Ef Procyling… anche da loro ci sono tanti corridori forti.

Sono iniziate le corse nel suo Paese, il Belgio. Ci saranno tantissime classiche dalle Fiandre alle Ardenne. Quale preferisci?

Preferisco le Ardenne.

Vansevenant vince il Gp Industria & Artigianato di Larciano
Vansevenant vince il Gp Industria & Artigianato di Larciano
Ma sei fiammingo!

Eh, ma io preferisco le salite più lunghe, sono decisamente migliori per me. Io – e lo sottolinea con il tono della voce – sono un grimpeur.

E cosa significa per te andare forte in salita?

Per tutti è la cosa più dura e affascinante. Tutti vorrebbero andare forte in salita. Il corpo fa una fatica enorme, ma per il mio fisico, abbastanza piccolo (in realtà Vansevenant non è basso, è 175 centimetri, ndr) è meno dura. E cerco di sfruttarlo.

E qual è stata la salita più tosta che hai mai fatto?

Il Col de la Loze, dove è arrivato anche il Tour l’anno scorso. L’ho scalata nel Tour de l’Avenir due anni fa. E’ stata un qualcosa di terribile. Anche perché arrivava a 2.300 metri e io non sono abituato a quelle quote.

Dove vivi?

Nel Nord del Belgio, vicino Bruges, verso il mare. Una zona molto piatta!

E come fai allenarti in salita?

Eh, non è facile. Ci sono i muri delle Classiche oppure qualche volta prendo la macchina e vado verso le Ardenne, è un’ora e mezza di strada almeno.

E pensi di cambiare residenza in futuro?

No, no… – dice secco Vansevenant – per ora proprio non ci penso. Mi piace dove abito, è parte della mia vita, ho i miei percorsi, la mia famiglia. Non saprei vedermi lontano da casa.

Nel 2019 il belga è stato primo al Val d’Aosta (in foto) e sesto al Tour de l’Avenir
Nel 2019 il belga è stato primo al Val d’Aosta (in foto) e sesto al Tour de l’Avenir
Tu sei figlio d’arte, tuo padre Wim correva: è stato lui che ti ha messo in bici, che ti ha spinto al ciclismo?

Mio padre ha corso fino al 2008 e io ho iniziato nel 2011, semplicemente volevo fare sport e ho scelto la bici. Poi volevo sempre fare un po’ di più ed eccomi qui.

In Deceuninck hai un corridore di riferimento?

Ah tutti! Sono tutti forti, quasi tutti più grandi di me e grandi corridori. C’è solo da imparare. Farne parte è un sogno.

Oggi termina la Coppi e Bartali, si può ancora vincere o Vingegaard è più forte?

Beh, noi faremo di tutto per provarci. Di sicuro lui e la sua squadra sono molto forti, ma io non ho nulla da perdere.

Ti vedremo al Giro?

No, forse farò la Vuelta.