Stagione juniores al via, ma Salvoldi si è già fatto un’idea

20.02.2024
5 min
Salva

Il momento del via è sempre più vicino. Il 3 marzo con il GP Giuliano Baronti in Toscana inizierà la stagione nazionale degli juniores, che comprende 38 gare. I vari team stanno preparandosi per l’esordio, ma anche il cittì azzurro Dino Salvoldi è attentissimo, pronto a vedere i primi riscontri dopo la lunga preparazione invernale. Preparazione che lo ha visto protagonista, intanto con i due pomeriggi a settimana dedicati alla pista, poi con i raduni specifici.

«Ne abbiamo già fatto uno a gennaio – spiega Salvoldi direttamente da Montichiari – un secondo lo facciamo proprio in questi giorni sempre qui, dedicando uno spazio specifico alla strada, iniziando proprio da oggi».

Bessega e Montagner, con Giaimi, hanno già vinto l’oro europeo nel team relay
Bessega e Montagner, con Giaimi, hanno già vinto l’oro europeo nel team relay
Non avendo ancora riscontri oggettivi in mano, come ti gestisci fra i 1° e 2° anno?

E’ vero che non ci sono gare che sono il principale metro di misurazione, ma mi sono già dovuto fare un’idea e il mio taccuino è straricco di nomi e indicazioni. Anche perché a questo punto devo già avere un nucleo di 10-12 nomi sui quali lavorare in funzione della Nations Cup. Per i nati del 2006 ho preso in considerazione l’intero andamento della passata stagione, per il 2007 ho sì guardato ai riscontri delle gare allievi, ma li prendo con molto beneficio d’inventario. Preferisco basarmi più su quel che ho visto in questi raduni, nei quali sono passati tra pista e strada tantissimi ragazzi e poi mi affido molto al passaparola.

Una scelta molto anticipata…

Non sarà una stagione semplicissima – ammette Salvoldi – intanto so che i mondiali proporranno un percorso impegnativo. Devo assolutamente andarlo a vedere di persona e quindi devo cercare ragazzi che abbiamo spiccate qualità in salita. Poi devo considerare le gare di Nations Cup alle quali parteciperemo. Non tutte, perché sarebbe un impegno economico insostenibile fare 10 gare a tappe e una in linea. Noi punteremo su 6 gare, le più importanti fra quelle di più giorni tenendoci aperta la porta per quella finale se saremo in corsa per la vittoria nella classifica generale. Intanto però devo costruire uno zoccolo duro di atleti, basato sui 2° anno.

Ludovico Mellano è atteso da un anno di grandi progressi. Nel 2023 ha vinto anche in Spagna (foto Facebook)
Ludovico Mellano è atteso da un anno di grandi progressi. Nel 2023 ha vinto anche in Spagna (foto Facebook)
Chi comprende?

Per ora abbiamo, in ordine alfabetico, Bessega, Cettolin, Finn, Mellano, Montagner e Sambinello. Conto però di accludere anche Viezzi, che quest’anno farà più attività su strada.

Con Finn ti trovi di fronte a una novità assoluta, un corridore facente parte di un team estero

Ho già avuto contatti con i suoi dirigenti – specifica Salvoldi – oltretutto il Team Auto Eder sarà in ritiro a Peschiera del Garda. Nei prossimi giorni andrò per parlare personalmente con lui e i diesse per stabilire la giusta programmazione. Lo stesso con Viezzi: con lui non ho ancora parlato, ma mi sono sentito spesso sia con Pontoni che con i responsabili della Work Service e conto di coinvolgerlo nel prossimo raduno su strada di marzo. So che Stefano si è giustamente preso un po’ di riposo ed inizierà la sua stagione il 10 marzo.

Il Grenke-Auto Eder, la multinazionale tedesca nella quale milita Finn (dietro, 2° da sinistra)
Il Grenke-Auto Eder, la multinazionale tedesca nella quale milita Finn (dietro, 2° da sinistra)
L’attività estera sarà quindi rivolta esclusivamente alle corse a tappe, una scelta fondamentale visti i calendari che i pari età affrontano nei loro Paesi.

Per noi quelle gare sono un momento di confronto importante. Il nostro obiettivo sono le gare di un giorno, ma gli avversari li affronti, li conosci meglio nelle prove a tappe. Inoltre il periodo da metà aprile a inizio giugno avrà la maggiore concentrazione d’impegni: noi saremo alle prove più importanti, come la Corsa della Pace e il Trophée Morbihan. Abbiamo bisogno di confrontarci con i vertici della categoria, anche se poi l’obiettivo vero è molto in là nel tempo.

Una stagione che quindi ricalca quella dello scorso anno, ma inserirai qualche novità?

Sì, cerchiamo di ottimizzare le risorse. Infatti quest’anno a differenza del 2023 potremo prevedere anche un periodo di allenamento in altura prima dei mondiali – sottolinea Salvoldi con sooddisfazione – cosa che ci era molto mancata, poi faremo altri appuntamenti di gruppo proprio per cementare la squadra per un evento al quale tengo molto.

Mattia Sambinello pronto a seguire le orme del fratello Enea, intanto è nel giro azzurro (foto Instagram)
Mattia Sambinello pronto a seguire le orme del fratello Enea, intanto è nel giro azzurro (foto Instagram)
Abbiamo parlato dei corridori che hai avuto modo di conoscere direttamente. Per quel che riguarda i nuovi che idee ti sei fatto?

Ho visto qualità individuali molto interessanti, ma chiaramente mi posso solo basare sugli allenamenti. Passando di categoria cambia moltissimo per questi ragazzi: fra gli allievi sono abituati a corse dove emergono quasi unicamente le qualità individuali, fra gli juniores invece ha un peso specifico il lavoro di squadra e questo cambia completamente il loro modo di vedere le corse. E’ presto per fare previsioni e capire chi si adatterà prima e meglio. Io comunque sono ottimista, ho visto elementi molto promettenti.

Torniamo al discorso del calendario italiano. Rispetto agli under 23 il numero di gare nazionali è molto inferiore, ma l’attività è infarcita di prove locali. Per te è un bene?

E’ un calendario che compensa molto con l’attività nelle singole regioni – spiega Salvoldi – ma dobbiamo tenere conto che parliamo di un movimento che ha 750-800 elementi e bisogna consentire a tutti di correre. C’è quindi bisogno di almeno 5 gare a domenica per dare possibilità di fare attività al maggior numero possibile di ragazzi. Qualcosa però andava fatto: fino allo scorso anno c’erano corse con team di 15 atleti che si confrontavano con altri team di 6, una sproporzione esagerata. E’ stato messo il limite di 10 atleti a gara per singola squadra e questo permette un equilibrio tattico maggiore. C’è però un altro aspetto sul quale porre l’accento.

Sprinter e non solo. Filippo Cettolin va a caccia di vittorie di prestigio (photors.it)
Sprinter e non solo. Filippo Cettolin va a caccia di vittorie di prestigio (photors.it)
Quale?

Bisogna educare i ragazzi a programmarsi durante la stagione. Correre tutte le domeniche a tutta non va bene, non serve, consuma. Capisco che ora per l’inizio stagione siano tutti gasati a mille, poi però bisognerà concentrarsi sui propri obiettivi, lavorare per quelli in allenamento come in gara, pensare a medio-lungo termine. E’ un aspetto fondamentale sul quale dobbiamo lavorare.

Merckx ci presenta la nuova Hagens, con forze italiane

20.01.2024
5 min
Salva

E’ un anno importante per l’Hagens Berman Jayco, dopo aver stretto una importante collaborazione con il Team Jayco+AlUla. Axel Merckx, che della squadra è il mentore, ha sempre detto che il suo non è un devo team, ma è un semplice riferimento per la squadra australiana, il che significa che anche gli altri team possono accedere ai suoi gioielli e provare a convincerli a firmare il contratto.

Per la formazione americana è un passaggio fondamentale anche dal punto di vista prettamente italiano, perché per la prima volta vestiranno la sua casacca due corridori nostrani, Samuele Privitera e Mattia Sambinello, arrivati non senza sorpresa alla corte del dirigente belga che molto crede nelle loro possibilità.

Per Axel Merckx gennaio in Canada dove studia la figlia Athina, ma ora si ricomincia…
Per Axel Merckx gennaio in Canada dove studia la figlia Athina, ma ora si ricomincia…

Ritorno dei ritiri in Toscana

La stagione del team è iniziata con una semplice presa di contatto a dicembre, ma il primo vero raduno, dove si lavorerà insieme e si prenderanno le misure alla nuova stagione avverrà nella prima decade di febbraio, in una sede diventata inconsueta, Castagneto Carducci. Sì, proprio quel territorio che nel secolo scorso era metà di quasi tutti i team professionistici italiani (e non solo…) vedrà i ragazzi dell’Hagens percorrere le sue strade, inizialmente gli europei, poi si aggiungeranno coloro che vengono da oltreoceano.

«Ci sono stati tanti cambi nella nostra squadra – ammette Merckx – ci ritroviamo con il 70 per cento del team rinnovato, è come ripartire da zero. E’ una bella scommessa, vediamo il gruppo come crescerà, ma servirà tempo e pazienza anche se so che la stagione ci regalerà i nostri momenti. Dobbiamo anche considerare che abbiamo in squadra molti ragazzi ancora alle prese con gli impegni scolastici, quindi è tutto un discorso in divenire».

Primo ritiro del team a dicembre con la consegna delle maglie. Ci si rivede presto in Toscana
Primo ritiro del team a dicembre con la consegna delle maglie. Ci si rivede presto in Toscana
La sensazione però è che, rispetto al passato, manchi il leader, il corridore di riferimento per tutti…

All’interno del gruppo un vero e proprio leader non c’è mai stato, forse qualcuno faceva più risultati di altri ma questo non influiva sui rapporti di forze. D’altronde nel team c’è anche chi ha già ottenuto risultati di un certo peso, ad esempio Hamish McKenzie bronzo ai mondiali U23 nella cronometro o Ben Wiggins sul podio iridato da junior sempre contro il tempo. La base c’è, serve il lavoro. Con il nuovo sponsor poi abbiamo più sicurezza e tranquillità anche perché il contratto ci copre per 3 anni, pur lasciandoci pienamente liberi e soprattutto lasciando liberi i ragazzi di fare le loro scelte.

Come va a proposito la collaborazione con il team australiano del WorldTour?

Molto bene, è parso sin da subito evidente che lavoriamo con la stessa mentalità. Vogliamo costruire qualcosa che invogli i corridori a venire, da qualsiasi angolo del mondo provengano. Come da noi, al Team Jayco-AlUla condividono la ricerca di un ambiente di lavoro tranquillo e all’insegna della concentrazione, di un impegno serio in qualsiasi momento della giornata, in corsa e fuori. Siamo ancora all’inizio, ma c’è molta condivisione d’intenti e un contatto pressoché continuo.

Hamish KcKenzie, bronzo mondiale U23 a cronometro, ha già fatto esperienze con il Team Jayco AlUla
Hamish KcKenzie, bronzo mondiale U23 a cronometro, ha già fatto esperienze con il Team Jayco AlUla
Da quest’anno il vostro team si veste anche di tricolore con due ragazzi italiani. Che impressione ne hai avuto?

Ottima, sono due giovani promettenti che hanno voglia di fare e che si sono approcciati a questa nuova realtà con lo spirito giusto. Non hanno un passato esaltante, non sono l’Herzog della situazione ma questo significa solo che hanno spazio per imparare e maggiori margini di crescita. La prima cosa che ho notato conoscendoli è che avevano voglia di esserci, di condividere quest’esperienza all’estero, fare qualcosa di diverso anche in una realtà non della loro lingua. Privitera era già stato con noi in ritiro nel 2023, Mattia si è mostrato serio e intelligente, sono molto ottimista su di loro.

Hanno avuto difficoltà di adattamento?

Nessuna, hanno mostrato subito voglia di lavorare e fatto gruppo con gli altri. Forse addirittura hanno “troppa” voglia di fare, ma lì sta a noi guidarli nella maniera giusta. Per il resto sono esattamente come gli altri, partono tutti dallo stesso punto, non ci sono capitani e gregari.

Il giovane danese Holm Jorgensen, qui vincitore di tappa all’ultimo Tour de l’Avenir (foto team)
Il giovane danese Holm Jorgensen, qui vincitore di tappa all’ultimo Tour de l’Avenir (foto team)
Il calendario lo avete già studiato?

Per sommi capi, ma ne parleremo in ritiro. Non sarà comunque molto diverso da quello del 2023, speriamo nell’invito al Giro Next Gen e di fare bene in quell’occasione come in passato. Inizieremo a marzo, con parte della squadra all’Istrian Spring Trophy e l’altra parte al Tour of Rhodes in Grecia.

Sei ottimista?

Mi sentirei di dire che sono semplicemente realista. Abbiamo una buona squadra e soprattutto abbiamo un progetto che non si esaurisce in questa stagione ma comprende tre anni, quindi abbiamo tempo per fare un buon lavoro. So che già quest’anno qualche risultato arriverà all’altezza delle stagioni passate, ma il nostro occhio dovrà guardare più lontano. E’ questo il nostro compito.

L’esperienza di Borghi per i giovani della sua Cantù

06.12.2023
5 min
Salva

Ruggero Borghi ha una storia da raccontare che si sposa benissimo con i tempi moderni e con il suo ruolo attuale: quello del preparatore. Borghi è sceso dalla bici 16 anni fa, vive a Cantù, e da 8 anni collabora con il CC Canturino, curando la parte atletica. 

«Mi piace passare parte della mia esperienza ai giovani – ci racconta Borghi – ho iniziato a correre tardi, al secondo anno da allievo. In realtà avevo messo il sedere sulla bici anche da più piccolo, ma c’era di mezzo il pallone e andai su quello. Poi a 16 anni tornai al ciclismo. Ho fatto il dilettante con grandi prestazioni e 12 anni da pro’ che non hanno ripercorso gli stessi risultati. Sono sempre stato appassionato di preparazione atletica, così una volta smesso trovare la mia strada è stato facile». 

Di cosa hanno bisogno ora i ragazzi?

Di un aiuto, perché sono molto intelligenti e preparati, ma devono capire bene come funziona. Mi rendo conto che questi ragazzi guardano tanto alla tecnologia (misuratore di potenza in particolare, ndr). E’ importante saper usare gli strumenti, ma bisogna farlo nel modo corretto. Prima viene il rapporto tra il preparatore e il ragazzo. 

Come si costruisce?

Nel tempo. Il lavoro del preparatore è fare test e dare tabelle di allenamento, ma il rapporto vero lo si crea attraverso i feedback dell’atleta. Quando la stagione non parte bene, loro ti chiedono, fanno domande. Tu devi essere bravo a non fargli perdere la fiducia, ci sono tanti fattori esterni. Tante cose possono fare la differenza…

Una volta terminata la carriera, Borghi è diventato preparatore: otto anni la fa la chiamata del CC Canturino
Una volta terminata la carriera, Borghi è diventato preparatore: otto anni la fa la chiamata del CC Canturino
Quali?

La testa. I ragazzi devono capire che è quella che fa la differenza. Hanno la scuola, una vita da costruire e tanti impegni. Da juniores non è obbligatorio vincere, ma crescere e imparare. Io cerco di farglielo capire. E’ vero che se vinci, è più probabile che trovi squadra, ma c’è un percorso da fare. 

La crescita?

Sì. Vincere da junior serve il giusto. A questa età c’è chi è più sviluppato e chi meno. Non puoi pretendere che tutti spingano il 53×11 (il riferimento è all’uso dei rapporti liberi nella categoria juniores, ndr). E’ da under 23 che costruisci la tua carriera e devi farlo con i tempi giusti

Quali sono i tempi giusti?

La categoria under 23 dura quattro anni. Anche lì c’è tanta fretta di andare e di arrivare. Tutto si è velocizzato molto, ma devi costruire. Io da dilettante andavo fortissimo, ci ho messo anni a trovare il ritmo tra i professionisti. 

A sinistra uno dei primi corridori seguiti da Borghi: lo riconoscete? E’ Andrea Bagioli
A sinistra uno dei primi corridori seguiti da Borghi: lo riconoscete? E’ Andrea Bagioli
La fretta arriva anche dai Devo Team del WT, che spesso fanno solamente due anni di contratto. 

Un esempio è qui al CC Canturino: Mattia Sambinello. Lui andrà all’estero (alla Hagens Berman, ndr) ma io gli ho parlato tanto. Mi sarebbe piaciuto fosse rimasto in Italia a correre. Ma Sambinello ha la sua mentalità e dice che all’estero ha più occasioni. In Italia però c’è tanta cultura del ciclismo e squadre che fanno un’attività adeguata. 

Tante continental non hanno fatto il cambio di passo che ci si sarebbe aspettati…

Vero anche questo, però i team ci sono. La Colpack e il CTF sono un bell’esempio.

Tu hai iniziato a lavorare con gli juniores 8 anni fa, il mondo del ciclismo era tanto diverso. Cos’è cambiato?

Il primo anno che ho lavorato con il CC Canturino c’era qui Andrea Bagioli. Lui è uno che ha fatto un bel percorso, rimanendo sempre in Italia, è passato con la Colpack e poi è andato nel WorldTour. 

Fancellu è un altro dei ragazzi passati dal CC Canturino
Fancellu è un altro dei ragazzi passati dal CC Canturino
Ma 8 anni fa i Devo Team non esistevano, quindi si era abituati a rimanere in Italia. Ora l’estero è più attrattivo.

Entrare in quel mondo ti permette di avere un piede nel professionismo e questo va bene per i corridori che sono pronti, che hanno testa. Bagioli era uno di quelli che era predisposto, anche da junior, a fare il corridore. La sua carriera ne è un esempio. Altri ragazzi non lo erano o lo erano di meno. Mi viene in mente Fancellu, che forse avrebbe fatto meglio a rimanere in Italia e fare un percorso più tradizionale. I talenti li abbiamo…

Di questo siamo certi…

Altrimenti non verrebbero a prenderli dall’estero. Sono davvero tanti i ragazzi che finita la categoria juniores se ne vanno via (ora anche gli juniores possono andare all’estero, ndr). Serve un progetto per farli rimanere qui, per dare loro un’alternativa che possano ritenere valida. 

Conosciamo Mattia Sambinello, l’altro italiano della Hagens

18.11.2023
5 min
Salva

La maturità scolastica ce l’avrà la prossima estate, quella agonistica sembra proprio averla trovata quest’anno. Un salto qualitativo, condito da quattro vittorie e una quindicina di piazzamenti, che ha permesso a Mattia Sambinello di essere preso dalla Hagens Berman Axeon-Jayco (in apertura foto Davide Morello).

Guardando lo score ottenuto quest’anno dal diciottenne varesino di Corgeno con la maglia del Canturino, si potrebbe dire che sia un corridore per tutte le stagioni. O quanto meno Sambinello ha dimostrato di saper vincere – ed esprimersi al meglio – da marzo a ottobre con grande costanza. Normale che anche su di lui fossero arrivati gli occhi degli osservatori stranieri. Il suo è l’ennesimo passaggio di un nostro junior in una formazione estera. Un trend che, al netto delle motivazioni, si sta allargando sempre di più ed è spesso sognato dagli stessi ragazzi. Abbiamo quindi voluto seguire Mattia nel suo cammino verso il team continental gestito da Axel Merckx, dove troverà Samuele Privitera.

Sambinello conquista la prima vittoria a marzo a Lodrino, in Svizzera. Battuti Arthur Guillet e Luca Giaimi (foto instagram)
Sambinello conquista la prima vittoria a marzo a Lodrino, in Svizzera. Battuti Arthur Guillet e Luca Giaimi (foto instagram)
Com’è andato il tuo 2023 in generale?

E’ stata una stagione molto buona, con tanti piazzamenti di valore, oltre alle quattro vittorie. Onestamente non mi aspettavo di fare così bene. Mi sono sentito più maturo rispetto all’anno prima ed ora lo sono ancora di più per il passaggio alla Hagens.

Cos’è cambiato principalmente dall’anno scorso?

Nel 2022 era normale che mi mettessi al servizio della squadra, che imparassi a conoscere la categoria. Però direi che quest’anno sono entrato più in sintonia col mio diesse Andrea Arnaboldi e col mio preparatore Ruggero Borghi (ex pro’ per dodici anni a cavallo del Duemila, ndr). Fra di noi c’è stata un’evoluzione e tutto è stato più semplice. Riuscivo a mettere in pratica meglio i loro tanti consigli. E poi c’è stato anche l’aspetto fisico. Ad esempio, avevo lavorato bene in inverno in palestra per essere pronto ai nuovi rapporti liberi da spingere. Quest’anno sentivo sempre la catena in tiro e ne ho beneficiato in corsa.

Che tipo di corridore sei?

Devo ancora scoprirmi fino in fondo, però mi definisco un passista veloce. Fisicamente sono 1,80 per 66 chilogrammi e per la verità me la cavo abbastanza bene anche in salita. Su quelle lunghe e regolari, anche se fatte forte, riesco a stare davanti. Soffro ancora invece i cambi di ritmo. Su questo e altro lavorerò per la nuova avventura che mi attende.

Sambinello ha doti da passista veloce e tiene bene anche sulle salite lunghe, ma soffre i cambi di ritmo (foto Davide Morello)
Sambinello ha doti da passista veloce e tiene bene anche sulle salite lunghe, ma soffre i cambi di ritmo (foto Davide Morello)
Cosa ti aspetti dal prossimo anno?

Sono sulla stessa lunghezza d’onda di Samuele (Privitera, ndr). Anch’io, come vi ha detto lui, mi aspetterò di prendere delle bastonate. Sono preparato a questo. Dovrò abituarmi a tante situazioni difficili in corsa, ma credo che dopo tante “botte”, saprò anche reagire e prendere le giuste contromisure. Anzi, a tal proposito avere in squadra Samuele sarà importante. Ci conosciamo bene da tanto tempo e sono sicuro che ci supporteremo reciprocamente. Lo dicevo con lui che saremo un riferimento l’uno per l’altro.

Il contatto con la Hagens come è avvenuto?

Premetto che quest’anno, se avessi fatto un certo tipo di risultati, ero partito con l’intenzione di andare all’estero, soprattutto per un’esperienza di vita. Il tutto è nato grazie al mio procuratore che a maggio mi fece fare un test incrementale da mostrare a qualche squadra. La Hagens era una di queste e a giugno mi hanno contattato per approfondire il discorso. Devo dire che già a marzo/aprile si erano fatte avanti alcune squadre italiane, però era ancora un po’ presto per intavolare certe trattative.

Sambinello vorrebbe restare nel giro azzurro anche da U23. Quest’anno ha disputato il Trophée Centre Morbihan (foto CA Photographies)
Sambinello vorrebbe restare nel giro azzurro anche da U23. Quest’anno ha disputato il Trophée Centre Morbihan (foto CA Photographies)
Con chi ti sei sentito della nuova squadra?

Mi hanno chiamato sia Koos Moerenhout che Axel Merckx (rispettivamente diesse e team manager, ndr) e potete immaginare la mia gioia. L’impressione è stata subito ottima. So che troverò una squadra molto organizzata e con una bella mentalità. Mi sto già allenando con la nuova bici e finora non mi hanno fatto mancare nulla.

C’è qualcosa che ti ha colpito dai colloqui con loro?

Sì, certo, soprattutto la chiacchierata con Axel. Mi ha detto che nel 2024 dovrò mettere la scuola al primo posto (Mattia frequenta l’istituto aeronautico di Gallarate dove studia trasporti e logistica con una buona media voti, ndr). Anzi, se dovessi iniziare ad andare male, non mi farà correre finché non recupererò. Questo è un grande stimolo per me. Penso di avere più stimoli che pressioni. Potrò preparare la maturità con serenità e contestualmente crescere con calma senza l’assillo dei risultati con la squadra.

Il quarto ed ultimo successo Sambinello lo ottiene in Piemonte a metà settembre, superando Perracchione e Mellano (foto instagram)
Il quarto ed ultimo successo Sambinello lo ottiene in Piemonte a metà settembre, superando Perracchione e Mellano (foto instagram)
Mattia Sambinello che obiettivi si è prefissato per la nuova stagione?

Ne ho tanti, tutti legati fra loro. Mi concentrerò sull’essere ciclista a tutti gli effetti e su tanti dettagli pre e post gara. Tutti aspetti che accresceranno la mia esperienza, specie nelle gare al Nord o in quelle a tappe. Mi piacerebbe correre il Giro NextGen, ma dovrò organizzarmi bene con la maturità. Vorrei anche tenere vivo il legame con la nazionale dopo le corse di quest’anno. Ai risultati ci penserò in un secondo momento, non devo avere fretta. Ho firmato un contratto di due anni e so che alla Hagens, se uno è forte, prima o poi riesce a venir fuori.