Cinque anni con la stessa squadra e poi l’addio, Ivan Toselli saluta la Vangi-Sama Ricambi-Il Pirata e passa tra gli under 23. L’allievo che ha festeggiato la vittoria del campionato italiano imitando il suo idolo Mathieu Van Der Poel è diventato grande. Forse lo era già da prima, quando ad appena tredici anni prese il treno per andare al ritiro di Sezze, nel Lazio, con la maglia della Vangi. Dal 2020 al 2024, crescendo, imparando e vincendo, ma soprattutto perdendo, dice lui.
Come racchiudere un periodo così lungo e importante della propria vita in un’intervista? Difficile, speriamo di esserne in grado, perché la storia personale di Ivan Toselli merita di essere conosciuta. Intanto partiamo dalle novità, ovvero che dal 2025 sarà under 23 e correrà con la Technipes #InEmiliaRomagna di Davide Cassani.
Un addio sentito
Ma ora facciamo i passi con il giusto tempo, parliamo di queste cinque stagioni vissute tutte con la Vangi. E’ arrivato da piccolissimo, se ne va ormai grande e sicuramente più maturo.
«I primi tre anni – racconta il laziale – l’ultimo da esordiente e quelli da allievo li ho corsi con Il Pirata. Poi nel 2023 hanno aggiunto la formazione juniores ed è diventata Vangi-Sama Ricambi-Il Pirata. Salutarli è stato difficile, ho avuto un po’ il magone. Sono stato bene con loro e sono cresciuto tanto».
Come sei arrivato alla Vangi?
Grazie a una chiamata di Andrea Campagnaro, mi aveva visto a una corsa del suo paese quando ero esordiente primo anno, nel 2019. Ricordo che durante l’inverno non vedevo l’ora che iniziasse la stagione successiva. Per me correre con la maglia della Vangi era un sogno. Insomma, era la squadra di riferimento ad ogni gara.
Che sensazione hai provato quando hai indossato la loro divisa per la prima volta?
Ero felicissimo, non stavo più nella pelle. Però ammetto che mi sembrava strano avere come compagni di squadra i ragazzi che fino a pochi mesi prima erano avversari. Questa è stata una costante dei miei anni qui alla Vangi. Ogni volta che ho trovato avversari forti poi l’anno dopo li ho avuto al mio fianco. L’ultimo è stato Enea Sambinello nel 2024.
Da allievo avevi stupito tutti ottenendo grandi risultati…
Al primo anno nella categoria avevo vinto il campionato italiano e poi erano arrivati tanti piazzamenti. Nel 2022, invece, ho vinto la Coppa d’Oro. Sicuramente sono state due stagioni che ricordo con grande piacere. Alla fine del secondo anno da allievo mi aveva anche contattato la Auto Eder per andare a correre da loro.
E tu?
Pensavo fosse uno scherzo. Mi aveva scritto Christian Schrot su Instagram. Pensai di accettare, poi parlando con le persone che avevo intorno rifiutai. Mi consultai anche con Davide Cassani, una figura importante nella mia carriera fino ad ora. La decisione di non andare alla Auto Eder derivò anche dal fatto che andare all’estero al primo anno da juniores sarebbe stato troppo impegnativo.
Non si fecero più sentire?
No. La cosa non andò avanti. Ma non ho rimpianti, sono felice di aver fatto il mio percorso.
Vincere così tanto da allievo ha alzato molto le aspettative su di te una volta juniores, come le hai gestite?
Di quello che pensa la gente non me ne frega molto. Tutti si aspettavano potessi fare dei bei risultati, in un certo senso replicare quello che avevo fatto da allievo. Queste due stagioni da juniores non sono state facili, ma mi hanno fatto crescere tanto dal punto di vista mentale. A me interessa andare in bici e divertirmi nel farlo. Sono un corridore leggero e nella categoria allievi e juniores non ci sono tantissime gare adatte a me. Allora mi diverto quando attacco, quando provo e mi muovo in anticipo.
Il 2023 è stato l’anno più nero?
Sicuramente. E’ stato veramente brutto, mi sono rotto la clavicola e ho perso praticamente tutta la stagione. Mi sono ripreso solamente nelle ultime gare. Quest’anno, invece, sono riuscito a tornare alla vittoria, che mancava dalla Coppa d’Oro del 2022. Trovare il successo dopo quasi un anno e mezzo è stato davvero una grande soddisfazione. Nonostante tutto anche il 2024 non è stata una stagione fortunatissima. Ho rotto l’altra clavicola, la destra, e ho saltato il Giro della Lunigiana. Ma ho ritrovato la voglia di attaccare senza paura, temevo di averla persa e invece non è accaduto.
Sei contento della scelta di andare alla Techinipes?
Molto. Cassani è una figura di riferimento per me e correre nella sua squadra sarà un bellissimo stimolo. Il team fa un calendario interessante, ho visto con grande interesse quello che ha fatto Crescioli con loro quest’anno.
Come mai Cassani è così importante per te?
Perché nel mio periodo più difficile, nel 2023, mi invitò a stare una settimana a casa sua. Mi portò da diversi specialisti per far visitare la spalla e ci allenammo insieme sulle strade dei mondiali di Imola.
In che modo arrivi tra gli under 23?
Mi sento forte, soprattutto mentalmente. Arrivo da tante sconfitte e questo mi ha permesso di creare una “corazza” in grado di subire e affrontare le delusioni. Molti ragazzi arrivano da vincenti e poi appena perdono si sciolgono. Io questo passo l’ho già fatto.
Hai vissuto tutte le epoche della Vangi, compresa l’ultima con Matteo Berti.
Lui ha rivoluzionato la squadra e l’ha resa grande. Gli devo un grazie immenso perché ci ha portati a essere una delle poche realtà di livello nella categoria.
Quale ricordo porti con te di questi cinque anni?
I ritiri a Calenzano o a Massa ad allenarci tutti insieme. Sia in inverno che durante l’estate difficilmente stavo a casa. Il mare, anche se vicino, lo abbiamo visto solo in sella alla bici ma ci siamo divertiti veramente tanto.
Sei stato tanto lontano da casa, a che età sei andato via da solo per la prima volta?
A tredici anni ho preso il treno da solo per andare a Fezze. All’epoca la squadra aveva la sede lì. Ricordo che sbagliai treno, presi quello per Latina. Mio padre chiamò Trenitalia, un controllore mi trovò e mi fece scendere alla stazione successiva. Alla fine presi il treno giusto e arrivai.
Sei diventato grande presto…
Sono avventure e storie che rimarranno sempre dentro di me e che mi hanno fatto diventare quello che sono ora. Sono cresciuto e maturato tanto, per questo forse ho tanta fame e voglia di andare in bici.
Un desiderio di Ivan Toselli per il 2025?
Ritornare all’attacco e cercare di togliermi tante soddisfazioni, soprattutto nelle gare importanti. Ci proverò, statene certi.
Allora buona fortuna e ci vediamo alle gare.
Grazie! A presto!