Possiamo considerare questa intervista a Ludovico Crescioli un continuo di quella fatta un anno fa (era il 14 dicembre 2022). Un altro anno è passato e il giovane toscano in forza alla Mastromarco Sensi Nibali dal 2024 sarà con la Technipes #InEmiliaRomagna e fa di nuovo un punto insieme a noi. Crescioli era uscito alla ribalta in quel famoso Giro della Lunigiana del 2021. Aveva terminato la corsa alle spalle di Lenny Martinez, i due erano divisi da 34 secondi. Nel proseguire della carriera le loro strade hanno preso direzioni tanto diverse.
Martinez quest’anno ha esordito alla Vuelta, indossando la maglia rossa per due tappe. Crescioli, invece, ha messo in fila il suo secondo anno da under 23 alla Mastromarco. Di domande e spunti di riflessione ce ne sono tanti e Crescioli con l’intelligenza e la lucidità che ha sempre dimostrato, li analizza con noi.
Intanto come stai?
Bene, tutto bene. Ho ripreso ad allenarmi da un mese abbondante. Ieri (domenica per chi legge, ndr) ho fatto 5 ore in bici. Oggi, invece, è stata una giornata di scarico. Sto ancora alternando bici e palestra. Ho già iniziato a lavorare con Alessandro Malaguti, preparatore della Technipes. Insieme alla squadra ci siamo incontrati già un paio di volte, l’ultima settimana scorsa: sono fiducioso, l’ambiente mi piace molto. Abbiamo un preparatore e anche un nutrizionista.
E’ la prima volta che ti rapporti con figure del genere?
Da under 23 sì. Alla Mastromarco ci seguiva Balducci, che faceva da diesse e preparatore. Non avevamo un nutrizionista e mi basavo sulle cose imparate al Casano quando ero juniores. Quest’anno in Technipes c’è uno staff più ampio, dove tutti hanno il proprio ruolo. Più consigli si hanno e meglio è (dice con una risata, ndr).
Il 2023 che anno è stato?
Travagliato, all’inizio della stagione mi sono ammalato parecchie volte. Avevo spesso bronchiti, tosse e febbre. Capitava che mi ammalassi dopo una corsa, così dovevo restare fermo una settimana e non riuscivo mai ad avere il colpo di pedale giusto. Questo fino a maggio.
Poi che è successo?
Mi sono sistemato con la salute ed ho messo insieme due esperienze importanti. Prima l’Orlen Nations Grand Prix con la nazionale di Amadori, poi il Giro Next Gen con la Mastromarco. La vera svolta è stato proprio il Giro, da lì in poi ho trovato il colpo di pedale giusto, infatti al campionato italiano sono arrivato nono.
E la corsa con la nazionale che cosa ti ha lasciato?
Una bella esperienza. Non avevo una condizione super, ma ho aiutato tanto i miei compagni. In più ho avuto occasione di mettermi alla prova in un contesto internazionale. Essere stato convocato mi ha fatto un enorme piacere. Dopo il Giro Next Gen sono anche andato a Sestriere per una decina di giorni e mi sono allenato con la nazionale. Non sono andato subito in ritiro perché ci tenevo a correre la Bassano-Monte Grappa e la Zanè-Monte Cengio. Peccato che poi il 10 agosto, in gara sono caduto e mi sono rotto il polso.
Non il miglior modo per presentarsi al finale di stagione.
No, anche se poi quando sono tornato in gruppo ero contento. Mi interessava correre e farlo prima dell’inverno, per avere anche il morale giusto.
Il colpo di pedale giusto lo hai trovato dopo le due corse a tappe: Orlen e Giro Next Gen, non è un caso. Forse ti sono mancate queste corse per crescere…
Di corse a tappe ne ho fatte due da junior (tra cui il Giro della Lunigiana, ndr). Poi da primo anno under 23 ho corso al Valle d’Aosta, infine in questa stagione ho aggiunto Orlen e Giro Next Gen.
Dopo due anni da under 23 che tipo di corridore pensi di poter diventare?
Da quel Giro della Lunigiana avevo messo nel mirino di crescere nelle corse a tappe. Ho pensato che quella potesse diventare la mia strada.
Ma alla Mastromarco, in questi due anni ne hai fatte poche, solo tre.
Da loro mi sono trovato bene, specialmente il primo anno, quando avevo ancora la scuola da finire. Poi nel 2023 mi sono accorto che avevo bisogno di crescere ancora e così ho deciso di cambiare. Questo anche per fare un calendario più importante. In Mastromarco ho corso tante gare regionali e nazionali, ma poche internazionali.
Quando sei andato a misurarti in contesti come Orlen e Giro che hai visto?
Che sono una spanna sopra, che erano diversi. Questo è stato un ulteriore stimolo a volermi migliorare, a crescere. Credo molto nella Technipes e loro credono in me. Me lo hanno dimostrato fin da subito, ho parlato tanto con Chicchi e Cassani, ma anche con Chiesa e Coppolillo. Proprio con Chicchi, che è toscano, ho fatto il viaggio in macchina per andare al ritiro della settimana scorsa.
Che cosa ti ha detto?
Ho percepito che sono contenti di avermi tra di loro. Sono fiduciosi e io lo sono verso la squadra, sono una continental e questo, secondo me, mi aiuterà a fare il passo in più che cerco.
Dopo il Lunigiana si diceva che fossero venuti a cercarti anche dei Devo Team…
Sono andato alla Mastromarco e non me ne pento, con loro avevo un accordo da prima del Lunigiana. In questi due anni con loro sono cresciuto ed ora è giunto il momento di crescere ancora, questo è il motivo del cambio di squadra.
Nel 2021, ultimo tuo anno da junior, iniziavano i trasferimenti dei ragazzi all’estero, ora sono una normalità. Secondo te hai pagato questa tempistica?
Quando ero secondo anno io, sono passati professionisti Pellizzari e Pinarello (quest’ultimo arrivato terzo al Giro della Lunigiana di quell’anno, ndr). Il fatto dei trasferimenti all’estero si è sdoganato dai 2004 in poi. Chiaro che in un Devo Team sei più seguito e guardato, però non rimpiango quello che ho fatto.
Saremo contenti di fare un punto con te durante la prossima stagione, intanto ti facciamo un grande in bocca al lupo per il 2024.
Va bene e W il lupo!