Ilario Contessa continua a rinnovarsi. Corridore, massaggiatore, direttore sportivo e di nuovo massaggiatore. Solo che stavolta il “pesce” è grosso. Il veneto infatti è approdato nella fila della Bahrain-Victorious, uno dei maggiori team del WorldTour.
Dopo una carriera passata tra ammiraglie e corse giovanili, Contessa ha deciso di cambiare prospettiva, tornando ad una mansione che di certo non gli era mai stata del tutto estranea. E così, dopo aver chiuso il capitolo da direttore sportivo alla Work Service, si è ritrovato ad avere tra le mani le gambe dei campioni della Bahrain-Victorious. Una storia di ciclismo, di amicizie e di legami che resistono nel tempo.
Adesso Contessa si trova a Lievin per i Mondiali di ciclocross, chiamato dal commissario tecnico Daniele Pontoni a prendersi cura degli azzurri. Un attestato di stima che dimostra quanto il suo ruolo, sia riconosciuto e apprezzato nell’ambiente. Ma come è nato questo nuovo capitolo della sua carriera?
Ilario, inizia una bella avventura…
Sì, sono molto contento. Ho cambiato mansione, ma sempre nel ciclismo, che è il mio mondo. Sono felice di essere rientrato da un’altra porta, grazie a tanti amici. Durante gli anni ti fai delle conoscenze e a volte si concretizzano in opportunità importanti.
Quali conoscenze?
Grazie a Pontoni, che mi ha fatto entrare nel giro già lo scorso anno al Mondiale gravel. E a Renzo Boscolo, che ha creduto in me e mi ha aiutato a firmare il contratto con Bahrain, tanto più ora che il Cycling Team Friuli e la development della Bahrain sono divenute una cosa sola.
Qual è il tuo ruolo adesso nella Bahrain-Victorious? Sei nella Devo o anche nel WorldTour?
Sono massaggiatore della Bahrain Victorious. Siamo tre ragazzi che seguono la devo, ma facciamo anche dei giorni con la WorldTour. Ho già un calendario stabilito con entrambe le squadre: principalmente seguo la devo, ma avrò anche una bella fetta di giorni con la WorldTour. In Spagna abbiamo fatto il primo ritiro tutti assieme, massaggiatori della prima squadra e della giovanile, con lo stesso metodo di lavoro. Adesso la stagione è iniziata e ci alterniamo tra le due formazioni.
Certo questo cambio di ruolo è curioso…
Ho fatto il direttore sportivo per 22 anni, ma ho sempre praticato anche la parte di massaggiatore. Già nei primi anni con il Cycling Team Friuli, 15 anni fa, andavo con Renzo Boscolo. Non ho imparato quest’inverno, ecco! E’ una competenza che ho sviluppato nel tempo. Come direttore sportivo non ho trovato una soluzione che mi convincesse e sono rientrato nel ruolo di massaggiatore.
Ilario, ti aiuta aver ricoperto gli altri due ruoli? Pensiamo al “giro delle stanze” che faceva il diesse, a come ti interfacciavi con lui quando eri un atleta e quando al contrario il giro delle stanze lo facevi tu. E ancora, a come t’interfacciavi con il tuo massaggiatore…
Ve lo confermo. Da corridore hai sempre un po’ di timore nel parlare con il direttore sportivo, mentre col massaggiatore ti confidi di più. Durante un’ora di massaggio racconti tutta la giornata. Il direttore lo vedi a cena o in ammiraglia, ma è difficile avere lo stesso tipo di rapporto. Il massaggiatore ha un ruolo più manuale, non decisionale, quindi i corridori si aprono di più. Però i ruoli vanno distinti: ora sono massaggiatore e basta. Conosco tanti ragazzi che seguo nel team di sviluppo e anche qualcuno nella WorldTour, come Edoardo Zambanini, che avevo alla Zalf. Queste connessioni aiutano.
Il WorldTour che hai trovato è come te lo aspettavi?
No, è ancora più grande di quanto pensassi. Io ho fatto tutte le categorie, dai giovanissimi alla continental all’alto livello, quando in Work Service avevamo Rebellin e Lucca, ma qui siamo due o tre spanne sopra. L’organizzazione, i mezzi, gli atleti, tutto è curato nei minimi dettagli. Abbiamo fatto un ritiro in cui devo e WorldTour erano insieme in tutto: allenamenti, massaggi, pasti, rifornimenti. Una sinergia incredibile.
Hai già incrociato Zambanini in ritiro allora?
Purtroppo no, quando sono andato in Spagna lui era già al Teide per un ritiro. Gli avevano cambiato i programmi. Ci siamo sentiti per telefono, così come con Pasqualon, che è della mia zona, ma non ho ancora avuto modo di rivederlo. Spero di incontrarli presto. Erano contenti che fossi lì.
Chi hai massaggiato tra i tuoi vecchi amici?
In Spagna ho seguito la devo e ho ritrovato ragazzi con cui ho già lavorato lo scorso anno al Giro d’Italia e al Tour Alsazia, come Capra, Olivo e Borgo. Proprio Borgo era alla Work Service, non con me, ma comunque l’ho incrociato nel percorso.