Horizons, una scelta forte dalla parte delle donne

15.11.2024
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All’orizzonte, è proprio il caso di dirlo, c’è una formazione che vuole continuare a crescere. La campagna acquisti dell’Horizons Cycling Club per il 2025 non è passata inosservata con un paio di colpi mirati e ben assestati, tenendo conto del suo status.

La formazione trentina, con forte vocazione vicentina, non è affiliata all’UCI, però sta mostrando anima e mentalità da “continental”. Gli importanti ingaggi di Martina Testa e Anita Baima proiettano la Horizons verso quella direzione, anche se nella prossima stagione la volontà è quella di portare avanti il proprio progetto. Lo farà diffondendo messaggi sociali fondamentali per il movimento femminile, come è stata Scarpetta Rossa con Giro Women. Attraverso le parole del presidente Marino Ongarato abbiamo approfondito la conoscenza della sua società.

Il presidente Marino Ongarato (il primo a sinistra in seconda fila) vorrebbe prendere la licenza “continental” nei prossimi anni
Il presidente Marino Ongarato (il primo a sinistra in seconda fila) vorrebbe prendere la licenza “continental” nei prossimi anni
Partiamo facendo un passo indietro. Come nasce la vostra realtà?

Prima ero presidente del Team 1971, formazione che è arrivata fino alle juniores poi l’abbiamo chiusa nel 2022. L’anno scorso ho conosciuto alcuni dirigenti della Acca Due O Manhattan ed è iniziata una collaborazione grazie alla quale siamo comparsi sulla loro divisa. Alla fine questa è stata la nostra prima vera stagione, in cui avevamo deciso di dare un nome diverso, con un senso.

Parlacene pure.

Qualche anno fa avevo conosciuto Alessandro Tegner (responsabile marketing e comunicazione della Soudal-Quick-Step, ndr) che ora ci cura la comunicazione, che mi raccontava aneddoti della sua vita lavorativa e da lì avevamo ragionato per il nostro attuale progetto femminile. Ci piace coniugare le storie delle nostre aziende a quelle delle ragazze. Ovvero pensare che le nostre ragazze hanno un orizzonte da raggiungere, un sogno da realizzare. Infatti il nome Horizons è nato proprio così, parlando con una nostra collaboratrice che ci intravedeva questo significato. Ed anche la nostra maglia l’abbiamo pensata con i colori di un ipotetico orizzonte che ammiri. In gruppo siamo ben riconoscibili e non è un aspetto secondario. Anzi, ci facciamo portavoce di messaggi importanti.

Sensibilizzazione fondamentale. Al centro della maglia della Horizons c’è il 1522, il Numero Antiviolenza e Stalking
Sensibilizzazione fondamentale. Al centro della maglia della Horizons c’è il 1522, il Numero Antiviolenza e Stalking
Quali?

Quando abbiamo iniziato questa avventura ci sono stati fatti gravissimi di violenze nei confronti di giovani donne. Così visto che avevamo una squadra di ragazze attorno ai vent’anni, abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto. Abbiamo contattato i gestori del 1522, il Numero Antiviolenza e Stalking, dicendogli che volevamo metterlo al centro della nostra maglia per sensibilizzare questo importante tema. Ci ha ringraziato Elisa Ercoli, presidentessa di Differenza Donna, l’associazione che gestisce il 1522 per conto del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Siamo l’unica squadra in Italia ad averlo fatto e questo simbolo ci riempie d’orgoglio.

Com’è andato il 2024?

Come dicevo prima è stato il nostro primo vero anno di vita. Non avevamo particolari aspettative. Ovviamente abbiamo incontrato alcune difficoltà perché non avevamo storia e quindi anche nella composizione del nostro organico inizialmente non trovavamo le atlete perché non ci conoscevano. Siamo andati per conoscenze dirette delle ragazze e per stima. E allo stesso modo abbiamo fatto per ricevere inviti a certe gare. Tuttavia, dopo un inizio contratto abbiamo avuto un forte crescendo. Con Sara Luccon siamo stati protagonisti al Giro di Lunigiana. Ha vinto la prima tappa a crono, ha fatto seconda il giorno successivo e seconda nella generale. Pertanto il bilancio è decisamente buono.

E’ stata questa la molla che vi ha spinto a prendere ragazze di spicco?

Abbiamo un po’ rivoluzionato la nostra squadra ed abbiamo colto alcune occasioni che si sono evolute. Tenete conto che a fine ottobre arrivano le telefonate dei team continental italiani che rilasciano le atlete in esubero. E contestualmente abbiamo cercato certi profili tra le juniores. Nel complesso, tra l’anno scorso e quest’anno, abbiamo pensato a quelle ragazze che per motivi di studio o intoppi fisici non sono riuscite ad esprimersi a dovere.

Fatto sta che avete messo sotto contratto una plurimedagliata della pista come Anita Baima. Com’è nato il suo ingaggio?

Conosco la famiglia di Anita e ci siamo consultati. Si è creata una determinata situazione per cui valeva pena sfruttarla. Anita è una delle migliori atlete del suo anno, che ha fatto benissimo con la BFT Burzoni, oltre che essere un vero talento. Il suo arrivo ci permetterà di andare a fare esperienze all’estero e sperare in qualche invito supplementare. Devo dire che sono estremamente contento perché abbiamo vinto la concorrenza, a sorpresa dirà giustamente la gente. Il problema è che tutte le continental sono sempre in cerca del talento o che le stesse ragazze vogliono farsi vedere per andare nei team più importanti, però non si capisce mai fino in fondo l’aspetto dell’esame di maturità per le ragazze al primo anno elite. Così poi nascono le scelte sbagliate oppure le ragazze si perdono o demoralizzano.

Che squadra sarà quella della Horizons nel 2025?

Avremo sette U23, una elite e tre juniores. Tra le “grandi” abbiamo riconfermato Ongarato e Trussardo, che per me è uno dei migliori prospetti tra le giovani scalatrici, ma che quest’anno è stata fortemente rallentata dalla mononucleosi. Sono arrivate Semoli dal Vaiano, Miotto dalla Mendelspeck e Testa dalla BePink. Quest’ultima è quella che ha fatto più esperienza internazionale col suo team ed è una ragazza forte su gare dure. Dalle juniores del Racconigi abbiamo preso Rabbia, ragazza tenace che ama andare all’attacco su ogni percorso. In uscita ci tengo a dire che Luccon e Foligno passeranno con la Top Girls Fassa Bortolo, che è una formazione molto importante e per noi è motivo di vanto avergli dato due nostre juniores.

La Horizon (qui al Cycling Stars Criterium) disputerà tutto il calendario italiano e diverse gare all’estero (foto facebook)
La Horizons (qui al Cycling Stars Criterium) disputerà tutto il calendario italiano e diverse gare all’estero (foto facebook)
Al presidente Marino Ongarato è mai venuta voglia di diventare un team continental?

E’ un’idea che avevamo e che abbiamo tuttora. Chiaramente non si può improvvisare e vanno ricercati più sponsor e comunque vanno coinvolti con uno sforzo economico maggiore. Tuttavia avevamo già deciso di restare così come siamo perché aspettiamo di capire come si evolverà la situazione delle professional. C’è in atto una riforma che non è ancora chiara e siamo curiosi di capire cosa sarà delle continental, specialmente quelle italiane. Al momento siamo piccolini, pensiamo a fare una bella stagione come ci auspichiamo, poi vedremo cosa fare fra qualche anno.

Stage femminile, una rarità. BePink prima a farlo

06.10.2023
7 min
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Lo stage è sempre un momento importante nel quale l’atleta può scoprire il ciclismo del piano superiore e il diesse può verificare la sua opera di scouting. Tra gli uomini è ormai una consuetudine, con i “dilettanti” che possono provare tra i pro’, tra le donne invece è una novità, quantomeno per il ciclismo italiano. A sdoganare questa prassi è stata recentemente la BePink-Gold, che ha reclutato le junior Martina Testa e Vittoria Grassi per le gare di fine stagione.

L’impatto per le ragazze può anche essere più traumatico di quello dei colleghi maschi. Giovani di 18 anni abituate al massimo a gare open (miste tra elite e juniores) e di colpo catapultate in corse internazionali per capire cosa le attenderà l’anno successivo. Per capire meglio com’è andato questo periodo di apprendistato, abbiamo voluto sentire sia Testa (in apertura foto BePink) sia Walter Zini, team manager del team continental lombardo.

Novità. Zini ha sperimentato con piacere lo stage e propone di promuoverlo maggiormente (foto BePink)
Novità. Zini ha sperimentato con piacere lo stage e propone di promuoverlo maggiormente (foto BePink)

Investimento per il futuro

«La nostra iniziativa – spiega il tecnico della BePink-Gold – è stata una novità per il ciclismo italiano. All’estero so che qualche squadra lo ha già fatto, ma qui siamo stati i primi. Dopo i campionati italiani di fine giugno ho iniziato a pensarci, visto che qualche contatto lo avevo già. I regolamenti consentono di provare un massimo di due atlete maggiorenni che corrono tra le juniores e quindi ho chiamato queste due ragazze. Onestamente devo dire che siamo contenti di aver sfruttato la possibilità e un pochino mi pento di non averlo fatto prima, anche se non tutti gli anni o le circostanze sono uguali. La Federazione non promuove molto questa situazione, ma dovrebbe incentivarla di più, magari anche per più di due ragazze. Per noi team è un piccolo investimento per il futuro.

Due atlete diverse

«Martina e Vittoria – prosegue Zini – sono due atlete agli antipodi non solo nelle caratteristiche fisiche ma anche in quelle caratteriali. Martina nasce passista scalatrice, però deve ancora capire quali siano le sue vere doti, visto che quest’anno si è buttata spesso e volentieri in volata. E’ piuttosto riservata, ma ha tanta grinta e del fondo. Ha debuttato al Gp Reynders in Belgio, corsa di oltre 130 chilometri che ha finito bene. E sapete bene come siano le gare in Belgio. Ha avuto un assaggio di quello che farà l’anno prossimo. Vittoria invece è una velocista ed è una vera agonista. E’ più abituata a certi contesti visto che è nel giro azzurro di strada e pista. Col suo team (la BFT Burzoni, ndr) aveva già corso all’estero. Entrambe hanno fatto buone gare, dandosi da fare, ed entrambe nel 2024 dovrebbero correre con noi anche se manca ancora l’ufficialità».

Testa e Grassi (seconda e terza da sx) dopo le gare da stagiste saranno compagne di squadra nel 2024 (foto Facebook)
Testa e Grassi dopo le gare da stagiste saranno compagne di squadra nel 2024 (foto Facebook)

Il tirocinio di Martina

Sette gare da stagista non sono poche, anzi sono proprio un bel banco di prova, soprattutto se le corri tra Belgio e nord della Francia. Martina Testa corre per il Canturino ed in stagione ha conquistato due terzi posti oltre ad una lunga serie di piazzamenti nelle top 10. Con la BePink-Gold però ha forse ottenuto qualcosa di meglio rispetto a quei risultati. Benché abbia un carattere abbastanza timido, la determinazione in bici è una risorsa che le ha consentito di farsi notare.

«So che Walter – racconta la bergamasca di Cene – stava controllando i miei risultati e il primo contatto con lui c’è stato a maggio. Mi ha chiesto se fossi disposta a fare lo stage dal primo di agosto in poi, ma che mi avrebbe voluto riparlare solo dopo il mio diciottesimo compleanno (17 luglio, ndr) per capire se nel frattempo fosse cambiato qualcosa. Queste gare da stagiste sono state dure, tutte di alto livello e con percorsi impegnativi. Tuttavia è stata un’esperienza incredibile, specialmente con la prima trasferta in Belgio dove c’è tanto pubblico e tanto tifo. Quell’atmosfera ti dà molta carica».

Assaggio di futuro

«E’ stato un anticipo di quello che troverò la prossima stagione – riflette – e ringrazio il Canturino, Walter e la BePink per avermi permesso di fare queste corse» Conoscevo le ragazze della BePink – continua Testa – solo di nome, non avevo mai parlato con nessuna nemmeno alle gare open. Mi hanno accolto molto bene, ho legato subito con tutte. Silvia Zanardi ha fatto gli onori di casa presentandomi tutte le compagne e lo staff. Sono stata spesso in camera con lei per ricevere tanti consigli visto che lei è la ragazza più esperta. Sinceramente mi sono tolta un bel po’ di ansia con questa sua introduzione, così l’anno prossimo posso arrivare più preparata».

Differenze e insegnamenti

Correre una gara internazionale tra le elite quando sei ancora una junior del secondo anno è un bel salto nel buio. Non ci sono solo il chilometraggio o il ritmo di diverso, ma anche tutti i momenti che non vengono mai indicati in un ordine d’arrivo.

«Ovviamente ho corso con la mia bici – va avanti Martina – usando il mio casco e le mie scarpe, ma l’abbigliamento, tra divisa estiva e qualche capo più pesante, era tutto preparato in modo impeccabile con le mie taglie. La prima differenza che ho notato è stato lo staff. Il Canturino è una squadra ottima per le junior, ma siamo abituate ad andare alle corse col nostro allenatore, che fa quasi tutto lui, e con altre poche persone. Alla BePink naturalmente c’erano più figure ed ognuna di loro con un ruolo ben definito. L’altra grande differenza è l’ammiraglia in appoggio, che per me è stato più mentale che pratico. In ogni caso in queste corse volevo rendermi utile per le compagne e un po’ di volte sono andata io dall’ammiraglia per prendere da bere e mangiare per loro. Ho avuto qualche problema a prendere le borracce, ma sto imparando come si fa.

Testa ha disputato il Giro di Lunigiana col Canturino vincendo la maglia a pois di miglior scalatrice (foto facebook)
Testa ha disputato il Giro di Lunigiana col Canturino vincendo la maglia a pois di miglior scalatrice (foto facebook)

I rifornimenti

«Sono rimasta sorpresa dai rifornimenti – va avanti – prima della partenza lo staff della BePink allestisce un tavolo su cui mettono gel, barrette energetiche o proteiche o ancora paninetti. Oppure le borracce con sola acqua o sali minerali o maltodestrine. In pratica è come se tu componessi il tuo sacchetto da prendere durante la corsa. Naturalmente tra le juniores non siamo abituate così. D’altronde prima del debutto in Belgio Walter mi aveva detto che sarebbe stato come il mio primo giorno di scuola. Tutto nuovo e diverso, dovevo scordare quello che avevo visto o fatto fino a quel momento. In generale mi ha detto che devo continuare ad essere determinata sempre, in ogni gara. Ho capito subito che Walter è un tecnico severo e che pretende molto dalle sue atlete, però è stato anche molto comprensivo con me, visto che stavo disputando le mie primissime gare internazionali tra le elite».

Obiettivi futuri

Martina Testa ha sicuramente tratto delle indicazioni per l’anno prossimo, oltre ad un bel ritmo nelle ultime uscite. Per il 2024 però dovrà fare i conti con una stagione che si dividerà per forza di cose tra maturità e bici. La sua determinazione si palesa anche su questi argomenti.

«Le gare all’estero fanno la differenza – spiega – e ho sentito che avevo un altro passo nelle corse juniores e open che ho disputato nel mezzo. Rispetto all’anno scorso, ho fatto una bella crescita. Da quando corro, questo è stato il primo anno in cui sono andata forte, facendo risultati. E’ stato un bel crescendo. A settembre, ad esempio, ho notato quanto fossi migliorata sotto tanti punti di vista, a cominciare dalle tattiche di gara. Devo ancora imparare molto, ma sono pronta a farlo».

Zanardi ha fatto gli onori di casa con Testa, presentandole staff e compagne (foto uff. stampa BePink)
Zanardi ha fatto gli onori di casa con Testa, presentandole staff e compagne (foto uff. stampa BePink)

Diploma e bici

«Nella prossima stagione – conclude Testa – vorrei diplomarmi senza problemi a scuola (frequenta a Bergamo un istituto tecnico con indirizzo ambientale, ndr) e fare bene nelle gare di inizio stagione. Tengo molto alla scuola, ma altrettanto al ciclismo. La mia intenzione è quella di portare avanti gli impegni da subito senza dover aspettare per forza la fine della maturità per dedicare più tempo alla bici. Di questo sono convinta, così come mi piacerebbe iniziare a lavorare sulle crono. Non ne ho fatte tante però mi piacciono e vorrei capire se ne sono portata o meno».