Bissoli: «Un bel voto ai miei ragazzi»

29.10.2020
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Per la Autozai Contri Cycling Team il 2020 si può archiviare con segno positivo. Il suo direttore sportivo Mauro Bissoli assegna un bel voto ai suoi ragazzi.

Quello veneto è un sodalizio storico, nel quale passò anche Davide Rebellin. La loro sede è nella Valle d’Illasi, uno scorcio di terra dolce coltivata a vigneti tra la pianura veronese e i Monti Lessini, che sono la loro palestra ideale. Sia per i percorsi, che per la scarsità di traffico.

Team super giovane

«Se penso che su dieci corridori otto erano di primo anno – dice il tecnico veneto – non posso che essere soddisfatto. Alcuni di loro non avevano corso molto da allievi. Era importante che potessero fare più attività, ma con le imposizioni sul numero massimo dei corridori da schierare va da sé che spesso ci si è dovuto orientare su coloro che andavano più forte. Mentre quei ragazzi magari avevano necessità di fare esperienza».

Marco Palomba, ha vinto a Cappella Magggiore (Vr)
Marco Palomba, ha vinto a Cappella Magggiore (Vr)

Tra i corridori di Bissoli spicca Marco Palomba. Lui ha vinto a Cappella Maggiore e ha colto il secondo posto nel campionato regionale veneto. Bravo anche Samuele Disconzi.

Secondo Bissoli, la categoria juniores è un limbo delicato: tra gli allievi che sono giovani e gli U23 che sono ormai dei professionisti. Da una parte gli si chiede di tutelarli e farli crescere, dall’altra di prepararli e valorizzarli: «Noi cerchiamo sempre quel sottile equilibrio».

Rosa più ampia

Come il suo collega Centomo, anche per Bissoli e la sua squadra in vista del prossimo anno si è fatto un sacrifico. Si passerà da 10 a 12 corridori. 

«Abbiamo definito gli sponsor giusto la scorsa settimana e grazie al presidente Enrico Mantovanelli siamo riusciti a confermare questi nostri “amici” più che sponsor. Avremo 5 conferme e 7 primo anno. E dire che volevamo ridurre ad otto la rosa visto il periodo di incertezza economica. Però volevamo anche aiutare i ragazzi, in quanto molte squadre spariranno. Mi dispiace che non tutti avranno la possibilità di correre in bici».

Sistema italiano o mondiale?

Il discorso sui giovani e sullo stato del ciclismo italiano in particolare s’intensifica. E Bissoli fa un’analisi molto interessante.

«Rispetto a dieci anni fa ci sono meno gare. Prima solo in Veneto ogni domenica ne avevamo 4 o 5. Adesso quel numero se va bene c’è in tutta Italia. Il livello delle corse aumenta e così le spese per le società.

Un team affiatato, divertimento e serietà si alternano
Un team affiatato, divertimento e serietà si alternano

«Credo che tra allievi e junior ci sia un imbuto enorme. Quando poi sento che i ragazzi tra gli junior sono sfruttati dico che non è vero. Oggi tutti vanno a scuola, tutti escono alle 14 e le ore di sole sono le stesse. Questo in Italia. Per attrarre i ragazzi gli abbiamo fatto credere che il ciclismo non era troppo faticoso, abbiamo ridotto i chilometraggi e passato il messaggio che non c’è bisogno sin da subito di una “vita da atleta”, fatte le dovute proporzioni sia chiaro. Mentre nel mondo si va nella direzione opposta. Pensiamo ad Hindley che a 17-18 anni ha lasciato l’Australia per fare il corridore. I nostri ragazzi finiscono la scuola a 19 anni, all’estero lo fanno un anno prima. Un anno molto importante. Senza contare che in molti altri Stati è la scuola che ti indirizza allo sport che ti è più congeniale».

Il ruolo dei media

«La precocità dei campioni – conclude Bissoli – non si riscontra solo nel ciclismo. Questo lo pensiamo noi. E’ così in tutti gli sport. Inoltre con tutto il rispetto dei Coppi e Bartali, spesso si sente ancora parlare di loro. Per un adolescente come può essere interessante quel mondo così lontano? Meglio far vedere la corsa del giorno prima piuttosto. Qualche problema deve esserci se mai come in questo periodo storico abbiamo tanti amatori e pochi giovani. Il ciclismo è la quarta scelta dopo calcio, rugby, basket… Nel calcio hanno messo le telecamere negli spogliatoi, noi non possiamo metterne una sui bus, piuttosto che sentire chiacchiere inutili e staccate dalla realtà?».