Guarnitura Sram 39-52 Trek Segafredo

Sram al Giro con due guarniture diverse

30.10.2020
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Le parole di Frapporti sul gruppo Sram della sua Ktm ci hanno incuriosito e così, tirando il filo del discorso siamo arrivati da Stefano Faustini di Amg (uno dei due importatori italiani di Sram, l’altro è Beltrami) e ad una interessante scoperta.

Per quale motivo i corridori della Vini Zabù-Ktm hanno dovuto correre il Giro d’Italia (e le altre gare di stagione) con guarnitura 37-50 mentre Nibali e la Movistar (foto di apertura) hanno avuto il 52? E perché non è stato possibile un adeguamento per i corridori di Scinto?

«Quando è nato il Red Etap Axs a 12 velocità – spiega Faustini – sono state presentate nuove combinazioni di rapporti. Al posteriore ci sarebbe stato il pignone da 10 in due configurazioni (10-26 e 10-33). Questo avrebbe permesso un salto inferiore rispetto alle corone davanti, abbinate in combinazione 33-46, 35-48, 37-50. La più venduta sul mercato è stato subito la 35-48 mentre la 33-46 è più per cicloturisti veri e propri. L’obiettivo di Sram era di favorire i passaggi ravvicinati, tanto è vero che dal 10 al 17 i pignoni sono tutti in fila per uno…».

Guarnitura Sram 37-50 Trek Segafredo
La guarnitura Sram 37-50 con cui ha corso la Vini Zabù-Ktm
Guarnitura Sram 37-50 Trek Segafredo
Sram 37-50 con cui ha corso la Vini Zabù-Ktm
Ma quando si parla di professionisti?

Diciamo che per la prima volta un gruppo è stato pensato per l’acquirente finale, quindi per un impiego amatoriale, e non per il professionista. Ma il problema si è posto l’anno scorso al Tour, quando la Katusha ci ha chiesto di avere corone più grandi. Il professionista ha più potenza di un amatore, è innegabile.

Quindi che cosa ha fatto Sram?

Dato che il passaggio da 11 a 10 al posteriore è impegnativo, sono state realizzate delle guarniture 41-54 con cui Mollema ha vinto il Lombardia e Pedersen il mondiale. Quest’anno la richiesta identica è partita da altri corridori, credo Nibali per primo. E così per Trek-Segafredo e Movistar abbiamo realizzato un 39-52.

E gli altri come la Vini Zabù?

Loro hanno avuto materiale di serie. La fornitura Trek e Movistar è stata frutto di un accordo privato fra Sram e le squadre, ma a questo punto…

A questo punto?

Non si potrebbe dire, ma visto che c’è richiesta per prodotti di quel tipo…

Li metterete in catalogo?

Sembrerà strano ma le guarniture classiche 39-53 rappresentavano il 3-5 per cento delle nostre vendite. Ma è chiaro che se si passa a un 52, il 10 viene sacrificato.

Ci hanno detto che il 10 è troppo piccolo e la catena nel girarci attorno genera troppo attrito.

Mi sembra davvero strano, perché la catena è stata riprogettata per il 10 con un diverso accoppiamento con il pignone. I piolini hanno diametro maggiore proprio per compensare gli attriti della catena standard. Diciamo che in questo settore molto spesso sono le abitudini a fare la differenza, ma è chiaro che se un certo tipo di richiesta esiste, non si può lasciarla inevasa…

Marco Frapporti, Giro d'Italia 2020

Frapporti, la fatica e un bimbo in arrivo

30.10.2020
3 min
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Poco dopo la fine del Giro, quando di solito si torna dai propri cari per raccontare le proprie avventure, Marco Frapporti ha scritto su Facebook un messaggio carico di amarezza, che parlava di fatica, di delusione e di un anno storto, lasciando anche intuire l’incertezza sul futuro. In effetti la corsa del bresciano è stata una faticosa rincorsa, nella quale si possono rintracciare i temi di tutto in questa stagione così strana.

Tutto sul Giro

«Avevo dato tanta attenzione al Giro – spiega “Frappo” – invece niente è andato come volevo. Forse il Covid. Forse il freddo. Forse la stagione. Avevo fatto un bel lavoro di forza alla ripresa dopo il lockdown. Poi due ritiri in altura a Livigno prima e dopo la Tirreno-Adriatico, ma quando sono arrivato al via non ho mai avuto una sensazione accettabile. Non so se abbia pagato le ore sui rulli durante la chiusura, ma non sono di quelli che ci passava sopra le giornate. Il fatto è che sono arrivato a Palermo imballato e non mi sono mai ripreso. Anche se finire il Giro con la paura che si aveva di non riuscirci è stato bello. Nonostante la fatica, ci siamo tutti divertiti».

Marco Frapporti, Tirreno-Adriatico 2020
Prima del Giro d’Italia per Frapporti la Tirreno-Adriatico
Marco Frapporti, Tirreno-Adriatico 2020
Prima del Giro, la Tirreno-Adriatico

Attesa e gratitudine

Dopo un anno non esaltante alla Androni Giocattoli, Frapporti aveva riparato alla Vini Zabù-Ktm e per palese gratitudine avrebbe voluto ripagare il team.

«Citracca dice che sono un suo corridore – sorride – ma ancora non si è parlato di contratto. Il Covid ha gelato ogni cosa, mi sento di dire che rimarrò con rispetto e gratitudine, ma sarebbe bello avere qualche risposta. L’idea di puntare tutto sul Giro in qualche modo l’abbiamo condivisa, perché sarebbe stata la vetrina migliore. Purtroppo la caduta di Wackermann è stata un duro colpo. Avremmo lottato per lui nelle tappe più adatte e questo avrebbe dato morale a tutta la squadra. E quando alla fine è arrivato il ritiro di Visconti, sembrava che fosse finito il Giro. E non è stato bellissimo per chi è rimasto».

Rapporti corti

Ma nel Giro sfortunato di Frapporti, si è vista anche la differenza abissale fra squadre WorldTour e resto del mondo.

«Me ne sono accorto – dice – e l’ho provato sulla mia pelle. Quando aprivano il gas, la differenza era abissale. Vedi che sono in un altro mondo, possono permettersi di spendere e dedicare attenzione alle bici e ai dettagli. E così quando guardi i wattaggi in corsa, vedi che non sono troppo lontani da te, ma la differenza cronometrica è enorme. Vuol dire che a (quasi) parità di sforzo, loro vanno più veloci».

I corridori delle Vini Zabù-Ktm poi correvano con guarnitura Sram 37-50 e dietro il pacco pignoni con la scala che partiva dal 10. Non certo l’ideale per le giornate più veloci.

«Ed è stato un problema – dice – che nemmeno era risolvibile. So che Citracca ci ha provato ed è venuto fuori che Sram ha fatto una fornitura personalizzata con la guarnitura più grande per la Trek-Segafredo e la Movistar, mentre a noi è rimasta quella di serie. Che non è compatibile con altri gruppi in circolazione. E devo dire che quando si andava a 60 all’ora, girare il 50×11 ci imballava tantissimo. Il 10 non puoi usarlo troppo, se non in discesa, perché è molto piccolo e aumentano gli attriti. Pensare che negli altri anni, io andavo abitualmente con il 54…».

Arriva l’inverno

In attesa dell’inverno, una settimana di riposo dopo il Giro e poi si ricomincerà da lunedì con la mountain bike e qualche camminata in montagna.

«E visto che in Trentino si può cenare negli hotel – sorride – e finora ho trascurato la mia ragazza, ho prenotato un weekend a Pinzolo, mentre domani raggiungo un mio grande amico in Val Passiria, che è lassù con moglie e bimbi. Non vi dico chi è, perché sennò si guasta la sorpresa. Vi basti sapere che è più piccolo di me e ha cominciato nella squadra dei miei genitori».

D’accordo, acqua in bocca. Speriamo che non se ne accorga, speriamo che un contratto arrivi presto e speriamo che la sorpresa alla fine riesca. Anche se la vera sorpresa arriva alla fine della chiacchierata, davanti a una semplice domanda.

Come si chiama la tua ragazza?

Loris Corli… e se vuoi dirlo, diventerò papà a maggio dell’anno prossimo. Inizio a dirlo ora. Abbiamo aspettato il terzo mese per essere certi. Siamo insieme da poco, è un amore sbocciato velocemente e inaspettatamente. Uscivano entrambi da storie lunghe e ci siamo trovati».

Bè, cosa dire d’altro a questo punto: auguri, ragazzi!