Gli Scott Bike Summer Camp raddoppiano con la nuova sede di Massa Marittima (Grosseto). Nelle scorse settimane avevamo anticipato la grande novità Pro Week, impreziosita dalla presenza di Marco Aurelio Fontana, protagonista insieme ai ragazzi del Camp in programma dal 30 giugno al 6 luglio 2024. Mancava solamente la location di questo prestigioso appuntamento, che adesso è confermata: sarà difatti il Bike Hotel Massa Vecchia ad ospitare l’evento 2024! Per il Bike Summer Camp era in cantiere da tempo l’apertura di una seconda destinazione e l’arrivo di Scott negli ultimi tre anni ha conferito la spinta necessaria per effettuare questo grande passo. Da mesi gli organizzatori Fabio Spezzani e Samuel Marangoni erano alla ricerca della sede perfetta, trovandola nel Bike Hotel Massa Vecchia: una struttura ideata e costruita per il turismo a due ruote.
«Con Massa Vecchia – ha affermato Fabio Spezzani, presidente di Bike Summer Camp – è stato subito un colpo di fulmine. Qui abbiamo trovato l’ambiente familiare che caratterizza il nostro lavoro ed è stato facile trovare la soluzione migliore insieme alla famiglia Hutmacher. Per noi, dopo 10 anni, è un grande passo quello di lanciarci in una seconda apertura, ma questa volta la affrontiamo sicuri della nostra organizzazione consolidata, con l’aiuto di un marchio importante come Scott e con la partecipazione di un grande campione come Marco Aurelio Fontana».
Marco Aurelio Fontana (al centro) sarà lo special guest dello Scott Bike Summer CampMarco Aurelio Fontana (al centro) sarà lo special guest dello Scott Bike Summer Camp
Spettacolo e divertimento
In questa scelta, anche Scott ha rivestito una grande importanza considerato che da molti anni Massa Vecchia è un suo vero e proprio punto di riferimento…
«Il Bike Hotel Massa Vecchia – ha aggiunto Ivano Camozzi, che di Scott Sports Italia è il brand manager – è una location alla quale teniamo molto. Collaboriamo con Ernesto e con il suo team da molti anni, ed ogni volta che si parla di un progetto dedicato alla Mountain Bike, Massa è il primo referente con il quale entriamo in contatto. Siamo certi che questa nuova avventura porterà a tutti delle grandissime soddisfazioni».
La base del Summer Camp di Scott sarà al Bike Hotel Massa VecchiaLa base del Summer Camp di Scott sarà al Bike Hotel Massa Vecchia
Anche la famiglia Hutmacher, con il padre Ernesto, creatore della realtà Massa Vecchia, e le figlie Alice e Arianna, hanno accolto con entusiasmo il progetto Scott Bike Summer Camp. «Siamo molto fieri ed entusiasti di ospitare lo Scott Bike Summer Camp il prossimo anno. Da sempre ospitiamo e crediamo fortemente nei giovani che vengono ad allenarsi da noi. Lo Scott Bike Summer Camp è un binomio tra attività sportiva e ludica, fatica e divertimento, il tutto nella bellissima Trail Area di Massa Marittima… E con lo Special Guest Marco Aurelio Fontana il divertimento e lo spettacolo sono assicurati!».
E’ ufficiale: Marco Aurelio Fontana entra nel team dello Scott Bike Summer Camp. In occasione del (primo) decennale di Bike Summer Camp, ecco dunque svelata una prima, gustosa novità: viene difatti introdotta dal prossimo anno la settimana con il professionista. E dal 30 giugno al 6 luglio questa nuova “PRO Week” avrà un protagonista d’eccezione: Marco Aurelio Fontana.
Il 2024 rappresenta un anno speciale per il Bike Summer Camp, che proprio in giugno spegnerà la fatidica decima candelina. Un traguardo importante, che Fabio Spezzani e Samuel Marangoni, i fondatori del Camp, hanno deciso di festeggiare all’insegna di un “rebranding” di immagine, ma anche con l’avvio di una stretta collaborazione con Marco Aurelio Fontana.
L’impulso di Scott Italia
«Da sempre siamo alla ricerca di novità e migliorie per il nostro Camp – ha dichiarato Fabio Spezzani – e dare il via a questa nuova collaborazione è sicuramente fonte di ispirazione e di entusiasmo per tutto il nostro staff che da diversi mesi sta lavorando all’edizione del nostro decennale».
«La PRO Week sarà una settimana dedicata a tutti quei ragazzi che si allenano già in bicicletta e che seguono Fontana come un modello al quale ispirarsi. Sin dal primo incontro e confronto con Marco posso dire che è nata una sintonia ed un grande desiderio di condivisione che ci stanno portando a progettare una settimana davvero unica nel proprio genere».
Dal 30 giugno al 6 luglio chi parteciperà allo Scott BIke Summer Camp 2024 potrà contare sui consigli di FontanaDal 30 giugno al 6 luglio chi parteciperà allo Scott BIke Summer Camp 2024 potrà contare sui consigli di Fontana
Centrale per la nascita di questa collaborazione è stato il ruolo di Scott, che in questi anni ha sempre più avuto un ruolo di acceleratore e di promotore di novità per il Bike Summer Camp.
«La collaborazione tra Marco Aurelio Fontana e lo Scott Bike Summer Camp – ha ribattuto Ivano Camozzi, brand manager di Scott Sports Italia – rappresenta la sintesi perfetta di come in azienda cerchiamo di ricercare sinergie tra i nostri partner. Siamo certi che questa collaborazione possa essere un nuovo punto di partenza per offrire ai giovani il miglior know-how possibile, sia per la parte tecnica agonistica quanto per quella etica».
Il turno settimanale assieme a Marco Fontana ha già una data, dal 30 giugno al 6 luglio. La location, invece, sarà definita nelle prossime settimane.
Per oltre trent’anni Guerciotti e Selle Italia hanno affrontato fianco a fianco, anzi spalla a spalla, i circuiti di ciclocross di tutto il mondo. Insieme hanno scritto pagine importanti nella storia di questa nobile disciplina. Oggi, dopo aver ottenuto insieme tanti prestigiosi successi, le due aziende hanno deciso di intraprendere percorsi differenti. Non si tratta però di un addio, ma di un arrivederci.
L’hanno voluto sottolineare Paolo e Alessandro Guerciotti attraverso un comunicato stampa fatto per ringraziare Selle Italia per la storica e fruttuosa collaborazione e nello stesso tempo anticipare l’arrivo a breve di un nuovo partner. Tutto ciò ci conferma che continueremo a vedere ancora per lungo tempo sui campi di gara la storica maglia giallonera di Guerciotti con la stella al centro, da sempre simbolo del marchio milanese.
Gioele Bertolini è uno dei volti più promettenti del ciclocross italianoIn campo femminile il nome del team Selle Italia Guerciotti ha incrociato il talento di Alice Maria ArzuffiGioele Bertolini è uno dei volti più promettenti del ciclocross italianoIn campo femminile il nome del team Selle Italia Guerciotti ha incrociato il talento di Alice Maria Arzuffi
Anche il titolo mondiale
La collaborazione fra Guerciotti e Selle Italia ha portato in dote tantissimi trofei. Tra questi spicca il titolo mondiale conquistato a Monaco di Baviera da Daniele Pontoni nel 1997. A ripercorrere le tappe più significative di una storia ricca di successi è Alessandro Guerciotti, team manager Selle Italia – Guerciotti. Un’occasione questa per ringraziare l’azienda di Casella d’Asolo, in provincia di Treviso, per il sostegno dato in trent’anni di attività sportiva.
«Ringraziamo Selle Italia per averci sostenuto in questi anni – ha affermato Alessandro Guerciotti – ed aver contribuito a rendere grande il nostro team. In questi 30 anni abbiamo scritto pagine storiche del ciclocross italiano e internazionale. Abbiamo conquistato l’ultimo titolo iridato elite da parte di un italiano con Daniele Pontoni, oltre ad una storica coppa del mondo di ciclocross, senza contare i numerosi titoli italiani conquistati. I più grandi ciclocrossisti italiani degli ultimi anni hanno corso con il binomio Selle Italia-Guerciotti sul petto. Tra di loro citiamo Marco Aurelio Fontana, Enrico Franzoi, Sanne Cant, Gioele Bertolini, Alice Arzuffi.
«In tutti questi anni, il Team Selle Italia-Guerciotti è stato il sogno per qualunque ragazzo iniziasse a correre il ciclocross e molti di loro sono riusciti ad esaudirlo. Difficilmente si riuscirà a costruire una collaborazione cosi vincente e longeva in una disciplina sportiva».
In passato un altro grande nome del mondo fuoristrada ha corso con la maglia Selle Italia Guerciotti: Marco Aurelio FontanaIn passato un altro grande nome del mondo fuoristrada ha corso con la maglia Selle Italia Guerciotti: Marco Aurelio Fontana
Un nuovo sponsor
Una delle caratteristiche che contraddistingue la famiglia Guerciotti, ed in particolare papà Paolo, è la capacità di rimboccarsi sempre le maniche e guardare avanti. Sarà così anche per il team che il prossimo autunno si presenterà sui campi di gara. A breve sarà annunciato un nuovo sponsor che figurerà come primo nome sulla maglia.
«Tutte le cose belle prima o poi sono destinate a finire – ha affermato Paolo Guerciotti – ma siamo entusiasti del nuovo corso che stiamo prendendo e della nuova collaborazione che abbiamo appena siglato con una importante azienda esterna al settore del ciclo. L’obiettivo non è solo quello di ripetere le vittorie che hanno costellato il nostro passato, ma anche arrivare a superare traguardi ancora più ambiziosi. Non possiamo che ringraziare la Selle Italia e, soprattutto Giuseppe Bigolin, per tutti questi anni di collaborazione, accompagnati da numerose vittorie. Ma nella vita non si può mai sapere, potrebbe solo essere un arrivederci”.
Il nuovo sponsor verrà rivelato nelle prossime settimane. Nel frattempo prosegue la promozione Guerciotti dedicata al modello Lembeek Disc rivolta a tutti i tesserati FCI e altri enti. L’utente finale che presenterà la propria tessera al rivenditore di riferimento, potrà acquistare la bici completa montata con ruote in carbonio Ursus Orion Disc a partire da 2.520 euro IVA inclusa.
Nonostante successi sempre più prestigiosi su strada, Tom Pidcock continua a lanciare messaggi d’amore alla mountain bike. A volte diretti, come quando dice: «Io sono e resterò un biker». A volte indiretti, quando dice: «Non cambierei i successi su strada con la vittoria delle Olimpiadi in mtb». Ma da cosa si percepisce che è un biker? Proviamo a capirlo con Marco Aurelio Fontana, super ex della mtb.
Il “Fonzie” nazionale ha visto Pidcock in azione sia su strada che in mtb (e anche nel cross). Lo vede muoversi nei due ambienti e sulle due bici e una sua idea ce l’ha, eccome…
Marco Aurelio Fontana ha corso domenica la FG Strade Bianche…Ma nel 2015 aveva disputato la corsa vera con la maglia della nazionaleMarco Aurelio Fontana ha corso domenica la FG Strade Bianche…Ma nel 2015 aveva disputato la corsa vera con la maglia della nazionale
Biker inside
«Il fatto stesso – dice Fontana – che dopo una vittoria come la Strade Bianche, Tom non abbia detto: “Adesso voglio una Roubaix”. Oppure: “Punto ad un altro grande successo su strada”, la dice lunga. Uno stradista avrebbe risposto diversamente».
In Ineos Grenadiersè proprio Tom l’uomo per il Tour de France, ma questo oltre alle gambe, richiede una concentrazione e un approccio nei mesi precedenti di grande disciplina. Non fraintendeteci, non vogliamo dire che Pidcock sia poco serio negli allenamenti, anzi si allenava pure con la spalla rotta per non saltare le Olimpiadi, ma di certo la classifica nei grandi Giri richiede un altro impegno.
Le gare che vorrebbe fare in mtb, come le prove di Coppa del mondo, non sono così scontate. C’è tutto un percorso di programmazione: carico, scarico, gare, altura… da seguire. In qualche modo sei più vincolato e meno “selvaggio”.
«In effetti – va avanti Fontana – sono paletti importanti. Un conto è andare al Tour come lo scorso anno per vincere una tappa o fare esperienza, e un conto è andarci per fare classifica. Io non ho mai fatto un Tour, ma tutti gli amici stradisti con cui parlo mi dicono che c’è una pressione senza eguali, specie per chi punta alla maglia gialla.
«Poi è anche vero che Tom ci ha sorpreso tante volte. Lui è uno di quei fenomeni… che si è messo tra i fenomeni. Uno di quelli che ha cambiato il ciclismo. Prima Sagan, poi Van der Poel e Van Aert, poi ancora Pogacar ed Evenepeol… adesso c’è lui. Magari riesce a stare bene anche in quel contesto.
«Mi dicono che tutte le squadre WorldTour sono serie, delle scuderie da F1, ma la Ineos lo è ancora di più. Magari alla fine avranno ragione loro. E se non è quest’anno, il Tour lo vince fra 2-3 anni e quel video della folle discesa postato sui social – per dire del suo spirito da biker – è meno fuori contesto».
Secondo Fontana, Pidcock è un “biker inside”, ma è anche molto maturo e per questo si adatta bene alla strada… anche mentalmenteSecondo Fontana, Pidcock è un “biker inside”, ma è anche molto maturo e per questo si adatta bene alla strada… anche mentalmente
Giovane maturo
L’analisi di Fontana va avanti. Fonzie cerca di spiegarsi facendo ricorso ai paragoni con i colleghi di Pidcock, uno su tutti, Mathieu Van der Poel, chiaramente, biker anche lui.
«Al netto del suo essere biker dentro, Tom mi sembra più maturo dell’età che ha. Ha un approccio molto più adulto alle gare rispetto a Van der Poel, per dire. Alla sua età Mathieu arrivava e vinceva perché aveva una super gamba, una forza incredibile, ma “non lo sapeva”. Più volte ho detto: “Ragazzi quando questo qui si accorge di cosa sta facendo vincerà meno, perché automaticamente penserà di più! E così è andata, qualche problemino lo ha avuto anche lui dopo aver preso consapevolezza.
«Era difficile dopo un evento vedere VdP più o meno contento a prescindere dal risultato. Tom invece dopo il quarto posto nel mondiale di mtb lo scorso anno era deluso. Lo vedo dunque più sul pezzo, più consapevole, più grande della sua età».
E questo potrebbe essere un punto a suo favore tornando a pensare a quella sfida chiamata Tour de France.
Per Fontana, Tom ha una posizione “da biker”: più avanzato sui pedali, più alto di spalle e più raccolto col busto rispetto agli stradisti puriPer Fontana, Tom ha una posizione “da biker”: più avanzato sui pedali, più alto di spalle e più raccolto col busto rispetto agli stradisti puri
Posizione personale
Fontana poi rivede il biker anche da un punto di vista tecnico. E fa un’analisi tecnica della sua pedalata. E lo fa partendo proprio da una frase di Pidcock dopo la vittoria di Siena, quando l’inglese ha detto: «Vedevo gente che faceva fatica sullo sterrato, mentre io ero a mio agio».
«Tom pedala da biker – spiega Fontana – e lo vedo ancora di più quando è nel contesto delle gare coi pro’ su strada. Lo riconosco subito. Lo stesso Van der Poel, è più stradista. Lui ha una pedalata potente, piena, quella di Tom non è così…
«Non è facile da spiegare, ma non si tratta neanche di alta cadenza. Anzi, quella magari a volte è anche più bassa, solo che quando cambia la pendenza e si fa più dura resta sempre quella. In questo senso mi ricorda Miguel Martinez.
«Anche la posizione è diversa. Gli altri sono allungati, distesi sulla bici. Tom ha un attacco più corto, il telaio della giusta misura perché deve e vuole guidare in quel mondo. In questo mi rivedo molto in lui. Non gliene importa nulla di spianarsi sulla bici perché deve andare a 50 all’ora. Va in bici come piace a lui. Non fa come gli altri che si adattano».
Andiamo un po' a vedere chi è il ragazzo che dopo la stagione del cross passerà alla Ineos. Un fenomeno. Iridato su ogni bici. Simbolo di una città in crisi
Tanta grinta, ma poche gambe per Carapaz, che crolla sul Fedaia. La sua Ineos-Grenadiers lo aveva anche lanciato. E adesso in squadra ci sono musi lunghi
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“Fonzie” non è mai banale. Marco Aurelio Fontana, ex grande biker azzurro, oggi commenta le gare di Coppa del mondo per RedBull Tv e il suo occhio è stato “al servizio per noi”. Con il bronzo di Londra 2012 vogliamo tornare ad analizzare quei due fenomeni che corrispondono ai nomi diTom Pidcocke Mathieu Van der Poel.
Marco Aurelio Fontana (37 anni), oggi e-biker e commentatore per RedBull TvMarco Aurelio Fontana (37 anni), oggi e-biker e commentatore per RedBull Tv
Marco, Tom e Mathieu: come li ha visti?
Ho visto che vanno fortissimo. E’ vero però che la stagione degli stradisti è stata più corposa. Loro due hanno corso tanto e da tanto tempo. I biker no. In Francia non avevano gare, in Svizzera ne hanno fatte tre in croce, Avancini che viene dal Brasile poco o niente. Ci sta che vanno molto più forte adesso e che abbiano un altro ritmo. Poi che siano forti si sa. Inoltre sono giovani e sono più avvantaggiati da questa situazione.
Cioè?
Cioè che hanno poco più di 20 anni, sono soli, quando sei giovane passi meglio i problemi, come il Covid – fa una pausa Fontana – Penso a Schurter, 35 anni, la famiglia, il contratto da rivedere, un calo (anche se minimo) della sua parabola agonistica… Tutte queste cose incidono. Pidcock ha 15 anni meno di lui. Penso che una volta che Koretzky e Andreassen, giovani anche loro, trovano il ritmo possano fare bene lo stesso.
Analizziamo questi ragazzi. Partiamo da Pidcock…
E’ un fenomeno, gli piace quello che fa e quando è così ti spuntano le ali. Ha vinto in Svizzera la prima gara a cui ha partecipato e poi ha vinto a Nove Mesto, una gara così lenta, con così tanti tratti a piedi non si vedeva da Spa del 2007. In queste situazioni i crossisti come lui e Van der Poel sono avvantaggiati. In più Pidcock pesa poco. E vedere Van der Poel che si lamenta perché uno di lui è più leggero credo sia stata la prima volta. Ma sapete cosa mi colpisce?
Cosa?
Che due anni fa si diceva: ecco, Van der Poel, il numero uno in assoluto, un fenomeno che scalza Schurter. Poi arriva questo inglesino di 5 anni, 15 chili e 20 centimetri in meno dell’olandese e lo mette all’angolo. VdP fortissimo su strada punta alle Olimpiadi in Mtb e Tom dopo Nove Mesto ha detto: sono nato per la Mtb. Ecco, mi stupisce quanto cambi velocemente oggi lo sport.
Tom Pidcock e Mathieu Van der Poel: per Fontana i favoriti a TokyoTom Pidcock e Mathieu Van der Poel: per Fontana i favoriti a Tokyo
Absalon ci ha detto che Pidcock guida molto forte in discesa. Che vada forte ad Albstadt, tracciato tra i meno tecnici, ci sta, ma che vinca nella super tecnica Nove Mesto il discorso cambia…
Vero. Guida forte e per avere 20 anni è molto calmo, rischia il giusto. Sentivo gli enduristi che mi dicevano: va piano. No, dico io, è composto. Questo significa che va per gradi.
E Van der Poel, come lo hai visto?
Tecnicamente è bravo anche lui. Semplicemente adesso non ha quel super ritmo. C’era chi andava più forte e lui non teneva i primi. Sì, faceva delle variazioni di ritmo molto nette su un tratto, ma nel giro era più lento. Tra il suo best lap e quello di Pidcock c’erano quasi 30”.
Pidcock era “costretto” a partire forte perché non aveva punti e doveva farne per non partire troppo indietro a Tokyo, mentre Van der Poel aveva già un posto nelle prime posizioni: magari l’olandese è più imballato perché sta seguendo un altro percorso, forse è in una fase di carico di lavoro. Ci può stare?
Sì, ci può stare. Questo è uno che ad ottobre volava sul Koppenberg, a gennaio dominava a Koksijde e in primavera vinceva la Strade Bianche. lui quando va, va… Mathieu è “on-off”. E’ difficile leggere in lui un percorso di avvicinamento verso un picco di forma. Insomma vince quando è il più forte.
Van der Poel più potente di Pidcock, ma meno brillante nelle prime gare di CoppaVan der Poel più potente di Pidcock, ma meno brillante nelle prime gare di Coppa
Il percorso di Tokyo chi avvantaggia?
Ammetto che non so molto sul tracciato giapponese, ma Van der Poel è super esplosivo, anche Pid lo è. Se ripenso alla volata che ha fatto (sbagliando) nello short track di Nove Mesto fa paura. Però se proprio dovessi scommettere, a Tokyo punterei su Van der Poel. Di certo sarà una gara più aperta di Nove Mesto.
E invece parlando dei biker puri, chi può contrastarli?
Bella domanda. A Nino manca l’occhio della tigre e infatti vederlo arrabbiato dopo Nove Mesto è stato bello. Koretzky ha fatto una bella gara e se questo lo porti all’ultimo giro non lo togli così. Un conto è una gara di 300 chilometri come la Sanremo e un conto un cross country che dura un’ora e mezza. Però Tom e Mathieu non sono “intelligenti” (occhio a non fraintendermi, specifica Fontana): nel senso che non risparmiano, non limano, non seguono gli altri. No, dai, non ce l’ho un nome oltre loro due tra i biker puri. I favoriti sono Tom e Mathieu.