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Orbea Gain, per un’assistenza naturale

26.05.2023
3 min
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Pedalare in maniera naturale con l’aiuto di una propulsione che si integra al meglio con il concetto del cicloturismo. La Orbea Gain ha la potenza necessaria per ridurre un po’ la gravità, senza togliere ogni soddisfazione personale. Un modo di intendere l’assistenza applicata alla bici da corsa che si distoglie da performance estreme o concetti di velocità. L’anima di questo modello è improntato al puro scopo di macinare chilometri in maniera più spensierata.  

La zona del manubrio risulta essere pulita dai cavi e aerodinamica
La zona del manubrio risulta essere pulita dai cavi e aerodinamica

Filosofia di Gain

Enough Power è un concetto centrale nella visione che ha Orbea nei confronti dell’e-road. Un sistema completamente integrato che riunisce potenza e autonomia per dare una guida naturale con un’assistenza discreta e praticamente silenziosa. Con una maneggevolezza naturale la geometria e la rigidità sono ottimizzate per le prestazioni necessarie. In questo senso, la Gain è proprio come qualsiasi bici da strada. 

L’assistenza è silenziosa e discreta a velocità inferiori, senza alcun attrito aggiuntivo, lasciando l’utilizzatore libero di pedalare normalmente anche a velocità più elevate. L’erogazione di potenza e la coppia sono state sviluppate con centinaia di ore di prova. La resa è infatti più fluida e meno invadente. La massima assistenza arriva tra i 75 e i 95 giri/min, una cadenza in cui si lavora alla miglior efficienza. Ciò significa che proprio quando si sta dando di più, il motore interviene per aiutare in modo vivace e reattivo.

Nelle discese, la combinazione della Dynamic Structure della Gain e l’ottima distribuzione del peso consentono una guida sicura e divertente.

Il modello Gain viene anche utilizzato in occasione del GiroE dal TeaM Sara Assicurazioni
Il modello Gain viene anche utilizzato in occasione del GiroE dal TeaM Sara Assicurazioni

Due versioni

La Gain è stata progettata con due cuori pulsanti e due anime costruttive differenti, alluminio e carbonio. 

Nella versione carbon il motore Mahle X20 è il sistema di azionamento per e-bike più leggero e compatto sul mercato. 55 Nm di assistenza praticamente silenziosa e senza attrito forniscono una potenza più che sufficiente anche per le salite più difficili, il tutto con un peso totale del sistema di 3,2 chili, compresa la batteria da 350 Wh. Con un’autonomia stimata di 4.000 m di dislivello. E’ inoltre possibile acquistare un range extender da 171 Wh per la Gain Carbon.

Nella versione alluminio invece, il motore Mahle X35+ fornisce fino a 40 Nm di assistenza. Il sofisticato sistema di trasmissione fornisce un’assistenza alla pedalata fluida, equilibrata e affidabile, per migliorare le pedalate senza renderle troppo facili. 250 Wh per un’autonomia che si attesta sui 1.600 m di dislivello. 

La batteria è uno dei componenti più evidenti di un sistema elettrico. È stato quindi fatto ogni sforzo per trovare quella più leggera, piccola e discreta. Il vantaggio del Secure Battery System è quello di consentire l’inserimento di più batterie in uno spazio più piccolo. 

I prezzi partono da 6.599 euro, per arrivare al modello top di gamma che parte da 9.999 euro. 

Orbea

La nuova Orbea Gain, e-road con feeling naturale

19.01.2023
5 min
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Orbea Gain è la nuova e-road sviluppata per offrire un feeling di pedalata naturale e paragonabile ad una bicicletta standard. E’ disponibile in due versioni, Carbon e Nydro (con telaio in alluminio), ha l’unità di supporto Mahle X20 ed ha una geometria specifica.

Sei taglie e ben undici allestimenti, con prezzi compresi tra i 2.999 e 9.999 euro, un po’ per tutti i palati, anche quelli che pensano ad un gravel leggero. Entriamo nel dettaglio.

Impostazione comoda per una e-road versatile (@orbea)
Impostazione comoda per una e-road versatile

Parola d’ordine: divertimento

La prima versione della e-road di Orbea nasce nel 2018 e oggi l’azienda basca ufficializza la seconda generazione della sua bici stradale dotata di unità elettrica. Molto è cambiato da allora, con una bicicletta che ha l’obiettivo di essere divertente, sicura e facile da guidare anche per chi entra nel mondo della bicicletta. Non solo, perché il cardine della fase progettuale è stato: garantire un feeling ottimale, capace di dare la sensazione di pedalare su una bicicletta classica senza motore e senza batteria.

La presa di ricarica sopra la scatola del movimento centrale
La presa di ricarica sopra la scatola del movimento centrale

Unità Mahle X20 customizzata

La base del motore è la Mahle X20 con 55Nm di coppia, con la batteria integrata nella tubazione obliqua da 350Wh (la versione precedente ne erogava 250). Si parla di personalizzazione, perché il firmware attuale che appartiene alla Orbea Gain è specifico per questa piattaforma e insieme al pacchetto X20 offre alcuni vantaggi, oltre a quelli citati in precedenza.

La batteria ha un’autonomia maggiore di una volta e mezza, rispetto all’X35, anche grazie ad un risparmio di peso complessivo di circa 300 grammi. Permette di coprire fino a 4.000 metri di dislivello positivo (se consideriamo un ciclista di 70 chilogrammi) e con la prima modalità di assistenza; 2.300 con la seconda e 1.500 con la terza. C’è la possibilità di aggiungere il range extender, con un’aggiunta di 171Wh.

Rispetto ad un motore X20 standard, quello montato sulla Gain è ancor più silenzioso. Questa unità porta in dote il concetto Enough Power, che identifica la personalizzazione Orbea in fase di erogazione. Quest’ultima non è mai aggressiva, grazie al blend ottimale che combina la potenza, l’autonomia e l’interfaccia selezionata, fattore che permette di sfruttare la carica della batteria nei diversi contesti.

Una geometria unica

Per certi aspetti si posiziona all’interno di una gamma endurance, ma con delle particolarità votate a non sacrificare l’aerodinamica e al piacere di una guida reattiva. Taglia per taglia si hanno degli ottimi valori dello stack, più alti, per non obbligare a sacrifici e schiacciamenti verso il basso e dei reach che permettono di allungare la schiena in orizzontale.

Il retrotreno è stato accorciato di 5 millimetri, rispetto alla versione precedente. E’ stato aumentato anche il drop, tra il movimento centrale e la linea orizzontale con i perni passanti, un concept che segue quello sviluppato sulla Orbea Orca Aero.

Gli allestimenti

La versione Orbea Gain Carbon si sviluppa grazie a 6 modelli con altrettanti allestimenti, tutti personalizzabili nelle combinazioni cromatiche grazie alla soluzione MyO. La Gain M10i (9.999 euro di listino) ha il frame in carbonio monoscocca OMR, la forcella sempre full carbon e la trasmissione Shimano Dura Ace 2×12. Le ruote sono in carbonio con il profilo da 42 millimetri. Si passa alla M20i (7.499 euro) che si basa sulla trasmissione Shimano Ultegra 2×12. Le versioni off-road oriented sono la M21e 1X e la M31e 1X (rispettivamente 7.599 e 6.599 euro), entrambe con la monocorona (trasmissioni Sram Force AXS e Rival AXS) e gli pneumatici gravel da 35 in dotazione. Chiudono la categoria Gain Carbon le versioni M30i (6.299 euro) e M30 (5.499 euro) con le trasmissioni Shimano 105, Di2 e meccanico ad 11 velocità.

Passando alle versioni Hydro, sono cinque e hanno il frame in alluminio 6061 idroformato e forcella full carbon. Adottano il suffisso D e sono la D30i (4.499 euro) con la trasmissione Shimano 105 Di2 e gli pneumatici da 30. La D30 1X (3.999) con trasmissione GRX e monocorona anteriore. Orbea Gain D30, D40 e D50 completano l’offerta (rispettivamente 3.799, 3.399 e 2.999 euro, con trasmissioni 105 meccanico, Tiagra e Claris).

Orbea

Roadmachine AMP, 140 km di autonomia e tanta voglia di fare

28.06.2022
7 min
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Normale. E’ un aggettivo audace da utilizzare nei confronti di una e-bike pronta a conquistare il mercato mondiale. No, non alludiamo alle incredibili caratteristiche del nuovo gioiellino Roadmachine AMP firmato BMC, bensì alla sua estetica. Anche sotto questo aspetto però non ci riferiamo alle magnifiche linee della sorella ispiratrice Roadmachine. Per “normale” si intende la sua silhouette che nasconde ogni riferimento all’elettrico, oppure l’esperienza di guida che rende armonico l’aiuto del motore con quello del ciclismo più puro. Questa bici rappresenta un nuovo capitolo della generazione e-bike che conosciamo, sotto molti aspetti.

Se l’anima è quella impressa dal marchio elvetico, il cervello e il cuore pulsante sono quelli di Mahle. Il motore infatti è un valore aggiunto che eleva questa bici e la spinge letteralmente verso orizzonti lontani, grazie all’autonomia, ma anche in direzioni ambiziose per quanto riguarda le performance. Tanta autonomia, comfort e un’estetica da bici muscolare sono i punti su cui gli ingegneri e progettisti del team svizzero hanno modellato il carbonio di questa bici. 

Siamo andati a provarla sulle montagne svizzere a Grenchen, dove Bmc ha le sue radici e dove è stata concepita la Roadmachine AMP. E queste sono le nostre impressioni.

La Roadmachine prende ispirazione dalla geometria della sorella maggiore muscolare e ne conserva quasi tutte le linee
La Roadmachine si ispira alla geometria della versione muscolare e ne conserva quasi tutte le linee

Indole endurance

BMC sbarca nel segmento delle biciclette elettriche da strada e lo fa un po’ in ritardo rispetto alla concorrenza. Un’attesa che si è tramutata in aspettative alte da parte degli utenti. Ma si può affermare che ne sia valsa la pena. Se la Roadmachine è il modello di riferimento per i ciclisti che apprezzano il comfort, il controllo e la versatilità, la Roadmachine AMP è la risposta della casa elvetica in campo elettrico. E’ una bicicletta in grado di affermare che le prestazioni su strada e l’assistenza alla pedalata possono coesistere, senza dover scendere a compromessi.

Questo modello è dotato di TCC Endurance, la versione più spinta della tecnologia Tuned Compliance Concept. Una geometria concepita per le strade più difficili, che mette in condizione di spingere in modo più efficace e più a lungo. Il risultato finale è un equilibrio perfetto tra comfort e prestazioni per una guida sicura e allo stesso tempo veloce. 

Qui è possibile vedere una sezione tagliata del tubo obliquo, dove viene riposta la batteria da 350 Wh (foto ILL PROD, Jérémie Reuiller)
Sezione tagliata del tubo obliquo, dove viene riposta la batteria da 350 Wh (foto ILL PROD, Jérémie Reuiller)

Testa e cuore

Ogni prestazione deve essere domata ed espressa nel modo più efficace ed intelligente. Mahle è cuore pulsante delle Ferrari di Formula 1 con i suoi pistoni e seppur sotto forma di energia elettrica fa lo stesso per questa BMC. Il motore scelto è l’X20, l’unità motrice più leggera al mondo ( 3,2 Kg complessivi). Questo motore vanta un rapporto potenza/peso senza eguali nel settore, un sistema di trasmissione innovativo e un’intelligenza artificiale che consente alla bicicletta di adattarsi automaticamente al ciclista, al contesto e allo sforzo, per una sensazione sempre naturale.

Peso di 3,2 Kg complessivi, con motore posteriore e una batteria da 350 Wh (2.250 g). La coppia è incredibilmente bassa per la potenza percepita. Mahle comunica un livello di coppia simile a quello di un sistema di trasmissione centrale da 55 Nm. 

Gli aiuti sono quattro. Bianco senza assistenza, poi verde, arancione, viola per il massimo aiuto. Durante la nostra esperienza in sella su un giro di circa 120 chilometri, gli aiuti maggiormente utilizzati, nonostante la media montagna, sono stati verde e arancione, con qualche momento in viola per gli strappi più impegnativi. 

Il comando sul tubo orizzontale oltre a segnalare il tipo di assistenza indica anche l’autonomia residua
Il comando sul tubo orizzontale oltre a segnalare il tipo di assistenza indica anche l’autonomia residua

Autonomia senza pensieri

Mahle in collaborazione con BMC comunica un’autonomia che varia di molto la sua efficienza. Il test a cui abbiamo partecipato misurava 120 chilometri con un dislivello di 2.300 metri. L’autonomia residua è stata di un 20% per un utilizzo complessivo con aiuto del motore del 54,7%. Numeri che stupiscono, ma che vanno valutati considerando le limitazioni europee di 25 km/h su strada pianeggiante, dove la spinta è muscolare. 

Secondo la tabella comunicata da BMC l’autonomia è davvero un punto forte di questa bici. Infatti per un peso di un utilizzatore di 94 chili (max 120), full assist, si calcolano 136 km su di un dislivello di 2.050 metri. In conclusione vengono dichiarati un massimo di 200 chilometri di cui 140 chilometri con la iX350 più 60 chilometri con il Range Extender.  

E’ possibile estendere ulteriormente la capacità con il Range Extender da 173 Wh (1100 grammi). Si collega alla bicicletta con un cavo supplementare e si inserisce nel portaborraccia Mahle. Il sistema è compatibile anche con la batteria da 250 Wh che però riduce notevolmente l’autonomia con l’unico vantaggio di risparmiare 750 grammi.

Per quanto riguarda una ricarica completa riferita a 350 Wh, sono necessarie circa 3 ore 30’ e, se scaricata al 20%, una carica completa richiede circa 2 ore. 

Il connettore che collega il motore ai cavi è comodo perché fisso e di semplice installazione
Il connettore che collega il motore ai cavi è comodo perché fisso e di semplice installazione

Sensazioni alla guida

La Roadmachine AMP l’abbiamo provata sulle strade della terza tappa del Tour de Suisse, con arrivo proprio a pochi metri dallo stabilimento BMC. Strade di media montagna con strappi, discese ripide e asfalto perfetto. La bici si è comportata bene, anzi benissimo. La distribuzione dei pesi di motore e batteria dopo qualche chilometro si assimilano bene nello stile di guida. Gli 11,8 chili abbinati alle coperture da 28 (Vittoria Rubino Pro) rendono il mezzo ancora più stabile in pianura, quasi fosse su un binario. Uscendo dalle curve però ci si ricorda del motore nel mozzo posteriore che rende il retrotreno meno agile, se non spinto con qualche watt in più.

Il telaio endurance è una garanzia di comfort, mentre la rigidità è leggermente smorzata dalle linee, il che rende nel complesso la bici una compagna di viaggio perfetta. Sulle salite il peso piuma del motore Mahle abbinato alla sua coppia intelligente rende tutto più agevole e fluido. I fuorisella sono facili e la coppia fa rimbalzare i pedali alleggerendo la pedalata al punto giusto. Un consiglio utile potrebbe essere quello di giocare molto sull’attacco manubrio, la Roadmachine ha un’indole comoda ed è facile sentirsi “seduti” sulla bici. Togliendo qualche grado sull’avantreno si può ricavare una rotazione del bacino che ci proietta in una posizione leggermente più cattiva e dinamica.

In discesa le sensazioni sono analoghe a quelle della pianura. La bici è letteralmente incollata a terra. In una parola… filante. Una volta impostata la curva non si scompone e permette un’ottima percorrenza. Rimane il neo del limite dei 25 km/h che tendono ad affogare la bici in uscita di curva e in fase di rilancio, lasciando gestire tutti gli 11,8 chili alle proprie gambe. 

Versioni e prezzi

BMC ha strutturato le versioni di questo modello su tre livelli, con prezzi che si posizionano in una fascia intermedia, molto appetibile sul mercato e-bike.

La Roadmachine AMP ONE, è allestita con SRAM Force eTap AXS 12v, a un prezzo di 7.999 euro.

La Roadmachine AMP TWO, è allestita con SRAM Rival eTap AXS 12v, a un prezzo di 6.999 euro.

Queste due versioni saranno disponibili dal 1° luglio. Mentre l’ultima versione la Roadmachine AMP THREE, con Shimano 105, sarà disponibile da agosto a un prezzo di 5.999 euro. Le taglie selezionabili rendono questa bici accessibile da ogni utente. Infatti è disponibile in sei misure: 47, 51, 54, 56, 58 e 61. 

Le nostre considerazioni

Questa Roadmachine AMP di normale ha ben poco. Ci siamo smentiti, è vero. Ma pedalata dopo pedalata quell’apparenza che non si distacca dalle bici da corsa tradizionali viene smentita da un ventaglio di caratteristiche e pregi che fanno venire voglia di non scendere mai di sella. Tanta autonomia e un motore intelligente che ci capisce subito, fanno di questa bici la candidata a rivoluzionare il modo di intendere le e-bike da corsa. 

BMC

Wilier Filante Hybrid, ambiziosa e molto road

20.04.2022
5 min
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Il futuro delle e-road passa anche dalle nuove biciclette che si avvicinano sempre più a quelle tradizionali, per design e forme. La Wilier Filante Hybrid ne è un esempio

La Wilier Filante Hybrid non è solo una e-road, ma il nuovo progetto destinato a cambiare la categoria delle bici stradali con assistenza alla pedalata. Le sue forme e il design sono accostabili a quella Filante SLR utilizzata nel World Tour, così come la fibra di carbonio che è quella di altissima gamma. C’è però una geometria endurance e l’ultima unità di supporto X20 sviluppata da Mahle. L’abbiamo vista e fotografata alle giornate BCA di Massa Marittima.

Wilier Filante Hybrid con trasmissione Shimano Ultegra (@mirror_media BCA)
Wilier Filante Hybrid con trasmissione Shimano Ultegra (@mirror_media BCA)

Strada ed e-road, mai così vicine

Che piaccia oppure no, la categoria delle e-bike, nello specifico quelle delle e-road, sono una realtà consolidata. Queste biciclette hanno aperto la categoria a molti utilizzatori, rimasti lontani dal mondo delle due ruote a pedali per troppo tempo. Le biciclette che integrano una batteria e un motore, non sono da considerare alla stregua di un motorino, pur avendo uno strumento di erogazione che aiuta durante la profusione dello sforzo. Il concetto da metabolizzare e fare proprio è che una bicicletta dotata di unità di supporto, dà la possibilità di gestire lo sforzo fisico, anche nelle situazioni più impegnative, ad esempio in salita. La Wilier Filante Hybrid, oltre all’efficienza fa collimare anche un’estetica ricercata, che avvicina questa e-road di ultima generazione ad una bici da corsa tradizionale.

L’inserzione dei foderi obliqui al piantone, tipico del progetto Filante (@mirror_media BCA)
L’inserzione dei foderi obliqui al piantone, tipico del progetto Filante (@mirror_media BCA)

Filante Hybrid, come è allestita

Il kit telaio è costruito con la stessa fibra composita della sorella Filante SLR, si, proprio quella utilizzata da pro. Per la Wilier Filante Hybrid c’è un’applicazione differente delle pelli di tessuto composito, per ottimizzare dei carichi diversi che si generano sulla struttura e per via del suo DNA endurance. Concetto endurance che si riflette proprio sulla geometria, meno esigente e più adatta a chi non approccia la bicicletta con intento agonistico.

Il progetto può sfruttare la componentistica tradizionale, per trasmissioni (anche Sram) e per le ruote. Ci sono i freni a disco con i relativi perni passanti, ma in particolare quella dietro non è avvitata con dei bulloni. Un vantaggio, perché si può montare una ruota tradizionale (ovviamente viene meno il suo essere e-road). Il carro posteriore e la forcella non adottano la soluzione SpeedRelease, mentre il diametro dei perni è classico: 12×100 anteriore, 12×142 posteriore. Scompaiono i fili esterni.

Il pacchetto Mahle

Wilier Filante Hybrid utilizza l’unità Mahle, con la batteria integrata (250Wh) nel profilato obliquo e il motore nel mozzo della ruota posteriore. E’ completamente nuovo e possiamo considerare definire questo pacchetto come “miniaturizzato”. Ha un valore alla bilancia (dichiarato) di 3,5 chilogrammi ed eroga 60Nm di coppia. Inoltre è possibile usare una batteria supplementare, tramite il secondo portaborraccia e in grado di fornire 185Wh in aggiunta a quelli standard. La presa di ricarica è sopra alla scatola del movimento centrale. In questo punto il piantone ha un’inclinazione e un disegno particolari, pensati per evitare l’accumulo di acqua e umidità vicino alla presa elettrica.

Un altro dettaglio di primaria importanza è legato al sensore di torsione. Questo è posizionato nel movimento centrale a favore di un’efficienza maggiore, a prescindere dal numero di pedalate e forza impressa sui pedali. C’è un dialogo migliore e maggiormente sfruttabile, proprio tra l’unità elettrica, i suoi vari componenti e l’utilizzatore.

C’è anche il display Pulsar One

Il pacchetto elettrico prevede anche il display Pulsar One da 2,1”, da montare frontalmente al manubrio. Anche in questo caso abbiamo un accostamento ad una vera bicicletta stradale “normale”, con il device gps montato frontalmente al manubrio. L’accensione (iWoc) è sull’attacco manubrio integrato, full carbon e monoscocca; molto più che un valore aggiunto, ma un completamento del progetto che non tralascia nulla in termini di integrazione.

Sotto i 10 chili? Si può fare

Prima di tutto le taglie, che sono 6 in totale, dalla xs, fino ad arrivare alla xxl. Quattro è il numero degli allestimenti disponibili (due Shimano, Dura Ace Di2 e Ultegra Di2 2×12, due Sram, Red AXS e Force AXS 2×12, tutte con ruote Wilier), per due combinazioni cromatiche. I prezzi hanno un range compreso tra i 9400 euro e i 12300 euro. La versione al top del listino ha un peso dichiarato di 10,3 chilogrammi, un valore impensabile da raggiungere fino a qualche stagione a dietro.

Wilier

Scott e-ride

Scott. Una e-road dal carattere corsaiolo

16.09.2020
< 1 min
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E’ stata presentata a settembre la nuova Scott Addict eRIDE. A prima vista assomiglia molto alla versione muscolare in dotazione ai professionisti della Mitchelton-Scott. In realtà si tratta della prima bici da strada elettrica del marchio svizzero. Grazie al manubrio Syncros Creston iC il livello di integrazione è massimo. L’Addict eRIDE si presenta con un look pulito, infatti non ci sono cavi esterni. Tutti i modelli sono dotati della combinazione Syncros Creston iC o manubrio / attacco manubrio. Il telaio ha un peso di 1.040 grammi per un peso completo poco sopra i 10 chilogrammi. Gli ingegneri del progetto eride e road hanno lavorato insieme per bilanciare al meglio le necessità che richiede un’unità di trasmissione con il telaio in carbonio di una bici da strada World Tour. Il motore Mahle con 40 Nm di coppia è posto nel mozzo della ruota posteriore. La batteria è integrata nel tubo obliquo. Scott da la possibilità di allungare l’autonomia delle proprie uscite grazie ad una batteria supplementare da 208 Wh. La tecnologia di proprietà di Scott rende questa seconda batteria simile a una seconda borraccia. Facile da portare nel portaborraccia posto lungo il tubo verticale, permette di avere una capacità totale di 460 Wh. Il sistema si adatta automaticamente per essere alimentato da due sorgenti differenti. La Scott Addict eRIDE è disponibile in quattro diversi modelli, inclusa una versione Contessa dedicata alle donne come parte della collezione Contessa Signature di Scott lanciata di recente. Addict eRIDE sarà disponibile presso i rivenditori locali entro novembre 2020.

Prezzo a partire da euro 4.499,00

scott-sports.com