Sheffield, il bambino terribile con il carattere da grande

14.08.2022
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Al Tour, Magnus Sheffield non c’era. La Ineos Grenadiers ha preferito riservarlo per altre gare più brevi, a cominciare dal Giro di Polonia, per continuare a farlo crescere per gradi, considerando che parliamo di un americano poco più che ventenne. Ma se trattiamo la nuovissima “Usa connection” che in terra francese ha fatto mirabilie, non possiamo non considerare anche Sheffield, che in primavera è stato il portacolori a stelle e strisce che più ha fatto parlare di sé.
La sua impresa alla Freccia del Brabante, con quella vittoria in condizioni climatiche molto difficili e sul classico pavé non poteva passare inosservata e per certi versi è come se avesse chiuso la prima fase di una storia velocissima, perché questo ragazzone di Minneapolis, ma cresciuto a New York è abituato ad andare a tutta velocità. Lo ha sempre fatto, la sua crescita ciclistica è infatti durata lo spazio di pochissimi anni, chiudendo la precedente parentesi dedicata allo sci alpino.

Nella sua evoluzione lo spostamento da Minneapolis a New York ha un suo peso. Da una città americana a quella che molti considerano un “pezzo d’Europa” trasferito oltre Atlantico, Sheffield ha sempre avuto nel suo cuore una forte vocazione europea, probabilmente mutuata dalla madre norvegese. Per anni Magnus, che ha il doppio passaporto, aveva proprio seguito le orme materne. Appena arrivavano i mesi freddi, via verso le montagne, con gli amati sci ai piedi. In Colorado o in Europa, sulle Alpi, a imparare e divertirsi, a guardare i campioni come Bode Miller. Sognava di essere come lui, ma pian piano quella bici che era il suo strumento per mantenere la condizione d’estate ha preso il sopravvento.

Ineos Polonia 2022
Il gruppo Ineos, primo a squadre al Tour de Pologne. Per Sheffield una grande esperienza (foto Szymon Gruchalski)
Ineos Polonia 2022
Il gruppo Ineos, primo a squadre al Tour de Pologne. Per Sheffield una grande esperienza (foto Szymon Gruchalski)

Il dono della memoria

Quella passione della sua infanzia ha però avuto un forte impatto sulla sua carriera ciclistica, perché rispetto a tutti gli altri Sheffield ha una particolarità: una memoria prodigiosa. Gli basta un solo sopralluogo sui percorsi e impara ogni metro di percorso, soprattutto ogni curva. Anzi proprio le curve sono un aspetto fondamentale perché non sbaglia mai traiettoria. Tutto grazie a quell’esperienza e colpo d’occhio che ha maturato sulla neve, come fanno gli slalomisti quando ripassano mentalmente la pista mimando ogni passaggio di porta.

Su capacità simili hanno messo subito gli occhi i dirigenti della Ineos. Dopo la straordinaria carriera da junior, con il podio mondiale nel 2019 (nella foto in apertura di Getty Images), lo avrebbero tesserato subito, ma non avendo spazio hanno per così dire contribuito a trovargli spazio alla Rally Cycling, una delle principali professional americane, dove comunque Sheffield è rimasto ben poco, perché già da quest’anno era nel gruppo principale del team britannico e i tecnici non lo hanno risparmiato. Ben 46 giorni di gara fino ad ora e risultati di grande spessore con una vittoria alla Vuelta a Andalucia oltre a quella belga. In più altre 8 top 10 al suo attivo, tra cui la piazza d’onore ai nazionali a cronometro e il terzo posto in linea.

L’obiettivo del Tour

Ma che corridore è Sheffield? A chi glielo chiede, l’americano risponde sempre allo stesso modo: «Uno che vuole andar forte dappertutto. Per ora emergo nelle classiche d’un giorno, ma il mio obiettivo è puntare alle classifiche generali delle corse a tappe». Il che tradotto significa al Tour de France, unica “vera” gara per gli americani, unico evento su due ruote che riesce a sfondare l’interesse sportivo dell’americano medio solitamente assorto fra gli sport nazionali di squadra.

Per arrivare a questo, Sheffield fa un po’ di tutto: ciclocross, mtb, anche pista. Qui addirittura vanta il record mondiale junior nell’inseguimento in 3’06”447 (ancora non riconosciuto dall’Uci). Su di lui gli americani puntano per costruire un quartetto in grado di giocarsi il podio già a Parigi 2024, Sheffield è pronto, anche se ammette che su pista ha ancora poca esperienza e soprattutto, inseguimento a parte, si sente come un pesce fuor d’acqua.

Sheffield Hayter 2022
Sheffield con Hayter, vincitore in Polonia. L’americano è stato cruciale nella sua difesa
Sheffield Hayter 2022
Sheffield con Hayter, vincitore in Polonia. L’americano è stato cruciale nella sua difesa

In Polonia per Hayter

Intanto al Giro di Polonia è stato un gregario prezioso per Hayter, ma definirlo gregario è forse riduttivo. I tecnici della Ineos erano estasiati nel vedere il suo acume e la sua forte presenza nel gestire alcune fasi della corsa in difesa del capitano britannico. A chi gli chiedeva come facesse a essere così maturo per la sua età, Sheffield ha risposto: «Non mi presento mai al via così tanto per farlo, ogni mia gara deve avere uno scopo». La sua storia è appena iniziata.

La svolta verde della Ineos, a tu per tu con Cioni

30.09.2021
4 min
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Luke Plapp (australiano classe 2000), Magnus Sheffield (statunitense classe 2002) e Ben Tulett (inglese classe 2002), la Ineos-Grenadiers va verso la sua svolta verde. Questi tre giovani vanno ad aggiungersi agli altri due gioiellini Pidcock e Rodriguez, senza contare il “vecchietto” Bernal!

Qualche tempo fa Dario David Cioni, preparatore e diesse ormai storico del team inglese, ci aveva detto che avevano iniziato a fare certi “esperimenti” con Carlos Rodriguez. Adesso si fa un passo avanti.

Luke Plapp in allenamento già con la maglia Ineos (foto Instagram)
Luke Plapp in allenamento già con la maglia Ineos (foto Instagram)
Dario, una bella svolta verde…

Diciamo di sì. Si va avanti a cicli e probabilmente noi eravamo arrivati un po’ alla fine con Thomas e Froome. Il cambiamento a mio avviso è iniziato già un paio d’anni fa quando è andato via Chris. Bisognava rinnovare la squadra. Contestualmente abbiamo visto che le altre squadre iniziavano a raccogliere bei risultati anche con i giovani. Cosa che comunque abbiamo fatto anche noi. Guardate Ethan Hayter o lo stesso Filippo (Ganna, ndr).

Avete preso tre corridori di madrelingua inglese: scelta voluta o casuale?

Casuale, ma non del tutto. I legami con la parte inglese ci sono e vanno anche mantenuti. Ma per quel che riguarda Platt, per esempio, il suo ingaggio è stato una casualità. Insomma quest’anno non abbiamo preso spagnoli o sudamericani.

Chi gestirà questi ragazzi?

Lo stiamo decidendo in questo periodo. L’altro giorno sono andato al mondiale proprio per parlare della struttura 2022. Più o meno ci sarà un gruppo di persone che cureranno i ragazzi più giovani e dovrei farne parte anche io. In ogni caso non ci sarà un’esclusività da parte di questo o di quel tecnico.

Sarà quindi un’impegno della Ineos in generale…

Esatto. Anche perché alla fine abbiamo deciso di non fare una continental, ma di strutturare in modo diverso il nostro settore giovani. Ma questo non vuol dire che i due settori (quello dei “grandi”, ndr) saranno separati. 

Magnus Sheffield (19 anni) è anche un ottimo pistard
Magnus Sheffield (19 anni) è anche un ottimo pistard
C’era questa idea quindi?

Sì, ma come detto l’abbiamo scartata. Daremo uno sguardo alle altre continental e magari i giovani che ci interessano li seguiremo a distanza, un qualcosa che potremmo fare con delle squadre prestabilite.

Un gruppo giovani, dicevi, ma chiaramente i ragazzi non potranno fare delle gare U23 essendo una WorldTour…

Chiaro che no, ad eccezione di Avenir e mondiale, però si può portare avanti un lavoro insieme alle loro squadre. Per esempio avevamo già adocchiato Sheffield l’anno scorso, quando poi siamo sicuri gli proponiamo un contratto. 

E quali saranno queste squadre?

Anche questo lo stiamo definendo. In passato abbiamo una bella collaborazione con il Cycling Team Friuli. Gianni Moscon lo abbiamo preso dalla Zalf, ma già lo supportavamo, stessa cosa con Pidcock alla Trinity o Hayter per quel che riguarda le corse su strada.

Ma la Ineos ha il suo talent scout, “il Maxtin” della situazione?

No, siamo una serie di persone. In passato seguivamo questi aspetti io e Hellingworth, l’anno prossimo vedremo.

Ben Tulett è un talento inglese, che non poteva non far parte della corazzata di Brailsford
Ben Tulett è un talento inglese, che non poteva non far parte della corazzata di Brailsford
Parliamo un po’ di questi tre ragazzi della svolta verde. Partiamo da Plapp, secondo al mondiale a crono U23…

Ragazzo che già conoscevamo, soprattutto per le sue qualità mostrate in pista, tanto che ha fatto parte del quartetto olimpico con la sua Australia a Tokyo. Farà lo stagista con noi nelle prossime corse in Italia anche se non sarà al top, in quanto viene da una frattura. Nella crono iridata è andato bene perché su quella distanza con i rulli si è salvato bene.

Scheffield? Lui viene dalla Rally, una professional americana che in Europa vediamo col contagocce…

Lui lo avevamo adocchiato già per l’inizio del 2020, ma soprattutto a causa del Covid ha perso di fatto un anno molto importante, il secondo da juniores, restando “bloccato” negli Usa. Ha stabilito il record del mondo in pista sui 3 chilometri. Volevamo fargli un contratto, ma poi ha preferito la Rally. Non si è trovato bene, ha rescisso l’accordo e a quel punto ci siamo fatti avanti noi. Ci è sembrata la scelta più facile.

E poi c’è questo Tulett, lui seppur giovanissimo viene da una squadra importante, la Alpecin-Fenix e ha fatto nono al Giro di Polonia…

Sì, lui già ha mostrato qualcosa. Ha molto da imparare e grandissime potenzialità. Starà a noi fargliele esprimere al meglio.