Vento e cadute più decisivi degli sterrati

06.03.2021
4 min
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La Strade Bianche femminile parte di buon mattino, quando le crete senesi sono ancora avvolte da un po’ di nebbia.  E’ stata una gara “strana” più del solito. Un gara nella quale il vento forse ha inciso più degli sterrati. E anche le cadute hanno avuto il loro bel peso.

Erica Magnaldi a caccia di una Coca subito dopo l’arrivo
Erica Magnaldi a caccia di una Coca subito dopo l’arrivo

Posizioni fondamentali

Erica Magnaldi si presentava alla Strade Bianche forte della vittoria nella gara inaugurale della stagione a Ceriale. Certo, il livello non era paragonabile, ma le vittorie portano morale e condizione.

«E’ stata una corsa durissima come sempre – racconta ancora con il fiatone Erica dopo l’arrivo – c’era vento e credo proprio che sia stato quello a stancarmi di più, almeno fino a metà percorso. Probabilmente ho sprecato troppo per tenere le posizioni e portarmi avanti e ne ho preso molto. Essendo la prima gara WorldTour dell’anno ho avuto più difficoltà a stare in gruppo. Su ogni salita ho sprecato più del necessario per portarmi nelle prime posizioni. E poi, ripeto, il vento non mi ha aiutato. In questa gara ogni briciolo di energia è necessario per fare la differenza nel finale, dove si è veramente decisa la corsa. In quel momento non ho avuto le gambe. In una gara così non si può fare il minimo errore.

«Però è sempre una prova affascinante ed è un’emozione arrivare in questa piazza».

Il computerino di Tatiana Guderzo segna i dati dal Km0
Il computerino di Tatiana Guderzo segna i dati dal Km0

La disamina della Guderzo

E Tatiana Guderzo sintetizza al meglio questa situazione. L’esperienza ha doti di sintesi ineguagliabili…

«Oggi il vento è stato determinante – dice la vicentina – ce n’era molto e spesso anche laterale. Ed è stato questo a creare la selezione, perché comunque gli sterrati erano decisamente belli, puliti, compatti, c’era solo un po’ di brecciolino ogni tanto, ma è normale… non si chiamerebbe Strade Bianche!

«E’ stata una gara un po’ anomala, forse proprio a causa del vento. Pensavo partissero in modo più aggressivo, invece erano tutte sull’attenti. Questo ha fatto sì che dopo lo sterrato lungo (quello di Asciano poco dopo metà percorso, ndr) ci fosse un gruppo ancora molto folto e la selezione l’hanno fatta appunto il vento e qualche caduta, dovuta a molte ragazze o troppo cotte o con poca esperienza».

Tatiana è soddisfatta della sua prova. Anche lei ama questa gara.

«E’ bellissima – dice – Oggi c’erano la temperatura ideale per correre, il sole, e la gamba… Il mio inizio di stagione è stato difficile in quanto i primi 15 giorni dell’anno ho avuto una colica renale, con calcoli ed infezione, che mi hanno destabilizzato. Ho lavorato nell’ultimo mese e mezzo e la gamba sta rispondendo bene. Adesso mi ci vuole solo un po’ di “fortuna” , un’occasione per riportare su il morale. Anche se comunque è alto. Ma una soddisfazione spero di prendermela. Cittiglio? Ogni gara è buona!».

Elisa Balsamo dopo tanta pista era qui per trovare la gamba anche su strada
Dopo tanta pista la Balsamo era qui per trovare la gamba anche su strada

Balsamo controcorrente?

Il tema del vento resta centrale anche per le ragazze arrivate un po’ più indietro, tuttavia la percezione di una di loro, Elisa Balsamo, è leggermente diversa dalle altre.

«Per me è stata una gara un po’ sfortunata, però sento la condizione in miglioramento e questa è la cosa importante. Sono caduta nel secondo tratto sterrato. Poi ho inseguito, sono riuscita a rientrare e quando ai -25 chilometri c’è stata un’altra caduta sono rimasta coinvolta e ho preso i muri decisivi indietro. Non credo che il vento abbia inciso sulle cadute, semmai in gruppo c’era chi non è troppo esperta. E credo anche che senza vento l’andamento tattico non sarebbe stato troppo diverso. Di certo ha inciso, però secondo me non così tanto: in Belgio è stato più determinante».

E proprio in Belgio tornerà Elisa con la sua Valcar, per affinare la gamba in vista del Trofeo Binda.