Alé è uno dei marchi italiani leader nel settore dell’abbigliamento tecnico per il ciclismo. Molto apprezzato da tutti i ciclisti per le sue ottime qualità tecniche e per le grafiche sempre molto ricercate e colorate. Proprio la grafica, che potremmo definire tradizionale, dei campioni nazionali di Francia, Svizzera e Lussemburgo ha attirato il favore di molti. Per capire come siano nate queste maglie abbiamo parlato con Alessia Piccolo, General Manager di Alé.
Boom di ordini
Non è un segreto che la situazione che si è creata nell’ultimo anno con il Covid-19 abbia dato una spinta molto forte al settore bici tanto da richiedere un impegno maggiore anche per le aziende.
«Siamo in un periodo di grande lavoro – esordisce Alessia Piccolo – pensate che nell’ultimo mese abbiamo prodotto e consegnato 99.000 capi contro gli 80.000 dello stesso periodo dello scorso anno, con la linea estiva che è già partita».
Un successo dovuto alla passione e alla qualità che Alé ha sempre dimostrato di avere, anche grazie alle collaborazioni con alcuni team professionistici come: Groupama-FDJ, Movistar, Bardiani CSF e la squadra femminile Alé BTC Ljubljana.
PRS o PRR?
Nell’ampia gamma del marchio veronese troviamo le linee R-EV, PRS e PRR. Di queste quella destinata ai team professionistici è da sempre la PRS, che sta per Pro Racing System, ma non è per tutti così.
«In realtà noi mettiamo a disposizione delle squadre tutte le nostre linee – ci spiega Piccolo – infatti la FDJ e la Bardiani usano la PRS, mentre la Movistar ha optato per la PRR». Una scelta che ha un suo fondamento: «Ci sono delle piccole differenze. Una linea ha le maniche con il taglio a vivo e l’altra con il silicone. Una ha una linea più sportiva, l’altra un po’ più elegante. La scelta dipende anche dalla disposizione degli sponsor, magari con una linea piuttosto che con l’altra il logo dello sponsor si vede meglio. In entrambi i casi parliamo di prodotti dotati di materiali tecnologici avanzati e di alta qualità».
Modifiche ad hoc
Oltre a permettergli di scegliere la linea che preferiscono, abbiamo chiesto ad Alessia Piccolo se per i professionisti vengano prodotti tutti i capi su misura.
«In generale usiamo le taglie standard – ci dice – però i professionisti sono molto magri e capita che ci siano atleti molto alti che vestono la Xs. In quei casi apportiamo delle modifiche per allungargli un po’ le maniche o il pantaloncino, ma sono casi eccezionali».
Avere tante squadre di così alto livello porta una seri di vantaggi in termini di sviluppo dei prodotti: «Se facciamo delle modifiche per i professionisti, perché magari un body fa una piega che non deve fare o altre modifiche di taglio o materiali, dopo le rendiamo standard per tutta la linea. In questo modo tutti i praticanti possono avere gli stessi capi che forniamo ai professionisti. Teniamo molto a questo aspetto».
Immagine pulita
Arriviamo al tema delle maglie nazionali della Groupama FDJ, che potremo definire “tradizionali”. Per chi non lo sapesse la squadra francese ha in organico il campione nazionale francese Arnaud Demare, il campione svizzero Stefan Kung e il campione lussemburghese Kevin Geniets.
«La FDJ è una squadra che potrei definire molto tradizionale, rispettano le regole e gli piace avere un’immagine pulita. Da qui sono nate le maglie dei campioni nazionali su cui l’unico logo che si vede è il nostro, in quanto siamo i produttori. Ma non lo diciamo troppo forte, che non gli venga l’idea di toglierlo…» ci dice ridendo la Piccolo.
Si lavora per le Olimpiadi
A proposito di Francia, Alé ha rinnovato di recente la sua collaborazione con la Federazione Francese di Ciclismo per rifornire tutte le nazionali.
«Stiamo sviluppando tutta una serie di body, copri scarpe e altri capi in vista delle Olimpiadi. Non posso dire molto perché sono prodotti che possono fare la differenza. Per noi lavorare con la Federazione Francese è un grande stimolo e un piacere, la vittoria del mondiale di Alaphilippe è stato un regalo enorme, ci ha portato sul tetto del mondo»